Crescere fuori famiglia Lo sguardo degli accolti e le implicazioni per il lavoro sociale Regione del Veneto Assessorato ai Servizi Sociali Osservatorio Regionale Politiche Sociali Crescere fuori famiglia 3 Lo sguardo degli accolti e le implicazioni per il lavoro sociale Valerio Belotti, Paola Milani, Marco Ius Caterina Satta, Sara Serbati Crescere fuori famiglia Lo sguardo degli accolti e le implicazioni per il lavoro sociale Il progetto di ricerca è stato finanziato dalla Regione del Veneto con DGR 2416/08 e affidato all’Azienda Ulss n. 3 di Bassano del Grappa. La ricerca è stata realizzata dall’Università di Padova, Dipartimento di Sociologia e Dipartimento di Scienze dell’educazione. Coordinamento scientifico: Valerio Belotti e Paola Milani (Università di Padova) Coordinamento della ricerca sul campo: Silvia Dalla Rosa e Marco Ius Ricercatori: Sara Boffo, Barbara Busetto, Lisa Cerantola, Silvia Dalla Rosa, Marco Ius, Lia Massignan, Chiara Musino, Riccardo Nardelli, Loredana Pastro, Sara Zammatteo, Elena Zaupa, Lucia Zinni. Riconoscimenti La costruzione di un libro è sempre un’impresa collettiva, soprattutto quando si ha a che fare con narrazioni offerte dai soggetti scelti come focus dell’interesse di ricerca. Per questo, un nostro grande riconoscimento va a tutte quelle giovani e ai quei giovani, quasi tutti ventenni, che hanno dedicato tempo e attenzione ai nostri interrogativi e alla nostra volontà di offrire uno spaccato poco esplorato del lavoro sociale. Un ringraziamento che si allarga a quanti hanno sostenuto un difficile “accesso al 4 campo”: i numerosi operatori e responsabili dei Servizi sociali territoriali, dei Centri per l’affido, delle comunità di accoglienza e dell’associazionismo familiare, in particolare a Paola Jannon e Marco Tuggia, ma anche a Vania Baccin della Direzione regionale dei servizi sociali. Un grazie anche ai committenti formali e morali di questo lavoro, a Salvatore Me, già responsabile dell’Ufficio Minori della direzione regionale, che per primo ha creduto nell’apertura di uno spazio di riflessione inedito per il servizio sociale; a Francesco Gallo e a Paola Baglioni, della direzione regionale, che hanno sempre sostenuto l’iniziativa; a Michela Castellan dell’Osservatorio regionale che ha instancabilmente risposto a tutte le richieste dei ricercatori; infine a Antonella Masullo che ha voluto portare a termine questo lavoro rendendo possibile la sua pubblicazione. Coordinamento editoriale: Pilota Green Impaginazione grafica: Pilota Green Regione del Veneto Assessorato alle politiche sociali programmazione socio sanitaria, volontariato e non profit Palazzo Balbi - Dorsoduro 3901 30123 Venezia Stampa: Grafiche Bernardi - Pieve di Soligo (TV) ISbn: 9788897506157 La presente pubblicazione è disponibile anche sul sito web: http://www.osservatoriopolitichesociali.veneto.it La riproduzione è libera, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, salvo citare la fonte e l’autore. Sommario Sommario Prefazione, di Remo Sernagiotto, Assessore ai Servizi sociali della Regione del Veneto Pag 7 Introduzione L’accoglienza secondo gli “accolti”. Rassegna degli studi e problematiche di ricerca, di Valerio Belotti 1. Le forme dell’esclusione sociale degli accolti Pag 9 2. I bambini, i ragazzi e i percorsi di cura Pag 13 3. Gli studi italiani sul punto di vista degli accolti e dei “dimessi” Pag 16 4. Finalità e obiettivi della ricerca Pag 19 5. “Introvabili” Pag 21 6. Le scelte di metodo e le tecniche di ricerca Pag 23 7. Un accesso al campo non semplice Pag 26 8. Il puzzle e il patchwork Pag 30 Capitolo I Un’assente molto presente: la famiglia di origine, di Paola Milani 1. Le questioni Pag 33 2. Genitori deboli e/o indeboliti dal processo dell’intervento? Pag 36 5 3. Non smarrire appartenenze, legami e ricordi Pag 42 4. Il rapporto attuale con la famiglia di origine Pag 46 5. Alcune attenzioni Pag 48 Capitolo II Vivere in affido con altri e in altre case, di Marco Ius 1. Le domande per comprendere le melodie dell’affido Pag 51 2. L’accordatura Pag 52 3. L’ouverture: l’ingresso nella famiglia affidataria Pag 56 4. Allegro con brio: ricordi ed esperienze piacevoli durante l’affido Pag 59 5. Adagio cantabile: ricordi ed esperienze spiacevoli durante l’affido Pag 63 6. La melodia dell’oggi: il rapporto attuale con la famiglia affidataria Pag 66 7. Le coordinate per l’ascolto dell’affido Pag 68 Capitolo III Vivere in comunità con altri e in altre case, di Caterina Satta 1. Lo spazio, le relazioni e il tempo. La comunità come “punto di svolta” Pag 75 2. L’attraversamento. L’ingresso in comunità Pag 77 3. Il trascorrere del tempo. La vita quotidiana in comunità Pag 82 4. Trasformare difficoltà in opportunità Pag 94 5. Domande di senso da ascoltare. Per costruire nuove basi per l’accoglienza Pag 96 6. Da persone con bisogni a persone dotate di agency Pag 99 Crescere fuori famiglia Lo sguardo degli accolti e le implicazioni per il lavoro sociale Capitolo IV L’abbaglio educativo del rapporto individualizzato tra amicizie e conflitti tra pari, di Valerio Belotti 1. Una dimensione che va tematizzata Pag 101 2. Nuovi coetanei a cui “aggrapparsi” oppure di cui non fidarsi, comunque con cui fare i conti Pag 104 3. Senza amicizie non si può stare, anche tenendo per sé alcuni segreti Pag 109 4. L’attenzione alle relazioni orizzontali Pag 113 Capitolo V L’esperienza di cura e la transizione alla vita adulta, di Marco Ius e Sara Serbati 1. Le questioni Pag 115 2. Riflessioni sulla relazione di cura con i servizi Pag 116 3. Considerazioni sulla propria esperienza e sulla transazione alla vita adulta Pag 124 4. Autonomia è reclamare il futuro Pag 133 Conclusioni Le evidenze emerse dalle narrazioni e le implicazioni per il lavoro sociale, di Valerio Belotti Pag 137 6 Riferimenti bibliografici Pag 149 Appendice 1. I giovani intervistati Pag 159 Appendice 2. Distribuzione di frequenza dei principali dati del questionario finale Pag 163 Appendice 3. La traccia di intervista Pag 171 Gli autori Pag 175 Prefazione Prefazione di Remo Sernagiotto Assessore ai Servizi sociali della Regione del Veneto Tutti sono ormai consapevoli che i servizi e gli interventi di welfare rivolti al benessere dei bambini e delle loro famiglie stanno vivendo momenti difficili. La lunga e stabile crisi economica che ha investito non solo il nostro Paese ha ridotto in modo sensibile le disponibilità economiche destinate alle politiche sociali. Sono momenti in cui occorre coraggio, sia nelle idee che nei progetti, per non perdere gli obiettivi e i risultati che tutti noi, faticosamente e con grande passione e idealità, abbiamo negli anni costruito e raggiunto, facendo del Veneto una regione in cui i servizi sociali sono, per qualità e quantità, un motivo di grande soddisfazione. Certo il welfare sta cambiando. All’amministrazione pubblica si chiede sem- pre più di “governare” risorse e soggetti e sempre meno di gestire in proprio servizi. Sono convinto che il nostro ruolo, quello del “pubblico”, sia imprescindi- bile e che non possa essere lasciato semplicemente al libero mercato. Per que- 7 sto occorre coraggio nel pensare nuove pratiche ed esperienze che consolidino il nostro ruolo di registi dello sviluppo e del benessere sociale all’interno di un più ampio pubblico, popolato dai diversi attori sociali che concorrono alla vita delle nostre comunità locali e a quella regionale. Un cambiamento di prospet- tiva che occorre fare in modo condiviso, che richiama l’esigenza di creare spazi in cui poter insieme riflettere (tra amministratori, dirigenti, operatori, professio- nisti del pubblico e del privato sociale, insegnanti, operatori economici e cultu- rali, famiglie e cittadini) sulle possibili strade da percorrere per realizzare un nuovo welfare. Anche cercando e trovando nuove disponibilità e risorse per proseguire il nostro cammino. “Coraggio” è il termine che oggi mi ritrovo sem- pre di più a pensare come assessore di una grande regione come la nostra. I bambini e i ragazzi sono il nostro futuro, ma anche il nostro presente. Investire su di loro, sul loro benessere significa in primo luogo portare a com- pimento un disegno che ciascun genitore sa di aver a suo tempo iniziato. Un disegno che ora non è solo nelle nostre mani, ma soprattutto in quelle dei nostri figli, cittadini del nostro tempo e delle nostre comunità. Cittadini anche dei nostri servizi. Per questo sono particolarmente contento, ma anche orgo - glioso, di proporre questo originale lavoro di riflessione e di ricerca che riguarda le rappresentazioni, le opinioni e le argomentazioni che decine e decine di ragazzi e ragazze, oggi ormai ventenni, esprimono nei confronti del loro percorso di cura e di presa in carico, perché a suo tempo allontanati dai servizi sociali dalle loro famiglie in difficoltà. Dalle narrazioni di questi ragazzi esce un quadro inedito, fresco, a volte toccante e malinconico, a volte pun - Crescere fuori famiglia Lo sguardo degli accolti e le implicazioni per il lavoro sociale gente, ma sempre genuino e propositivo. Racconti che parlano di momenti particolari della vita degli accolti nelle comunità residenziali e nelle famiglie affidatarie, di vite e biografie passate, di relazioni vitali e significative, ma anche di fasi del corso di vita future e del presente. Così, dopo anni in cui ci siamo interrogati da adulti e con adulti, su quali potevano essere i servizi e le modalità per accogliere al meglio i bambini coinvolti nelle situazioni familiari più sfortunate e gravi, final - mente ci troviamo a interloquire con quanti, da bambini e da ragazzi, hanno vissuto sulla propria “pelle” le nostre competenze e le nostre deci- sioni. Per raccogliere il loro parere, le loro aspettative, i loro suggerimenti e le loro speranze, nella convinzione che questi sanno della loro vita, sono esperti e preziosi testimoni del proprio percorso. Così come lo sono le decine e decine di operatori ed educatori che li hanno accolti; le decine e decine di genitori che hanno “lavorato” da soli o con i servizi sociali al miglioramento delle condizioni di esercizio della propria responsabilità genitoriale per creare le condizioni di riunificazione con i propri figli.
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