Il Quadro Di Lucio Massari (1569

Il Quadro Di Lucio Massari (1569

Il personaggio. L’ampia riflessione critica sulla Le note biografiche. Lucio Massari nasce a Bolo- pittura bolognese del periodo barocco, avvenuta gna il 22 gennaio 1569, nella parrocchia di S.Pro- in particolare tra il 1950 e il 1960, ha ampiamente colo, da Bartolomeo Massari e dalla sua prima riconsiderato l’arte pittorica di Lucio Massari e lo moglie Celidonia. La vivace intelligenza dimostrata ha definito un piccolo maestro di provincia (Carlo dal piccolo Lucio induce il padre ad affidarlo al Volpe, 1955). Questa rivalutazione rende giustizia pittore manierista Bartolomeo Passarotti (1529- della sottovalutazione che ne fecero critici e colle- 1592), pregandolo di insegnare al figlio a leggere ghi del suo tempo, influenzati sfavorevolmente e scrivere, e di avviarlo alla carriera artistica. dall'indolenza e irresolutezza che caratterizzarono Il giovane allievo si affeziona molto al suo mae- in negativo la personalità dell’artista. stro, e quando l’arte del Passarotti viene offuscata In tempi in cui nelle botteghe dei maestri barocchi dall’affermarsi a Bologna della grande pittura di si insegnava che composizione e decorazione dei Carracci, lo difen- l’arte non ammet- de strenuamente, e ingenuamente, senza accor- teva trascuratezza gersi della carica innovativa che questi ultimi stan- perchè era una ca- no portando nel pittura barocca della seconda ratteristica dei di- metà del ‘500. Superata l’acritica passionalità lettanti, ed era ne- giovanile, anche lo stesso Massari dovrà ricono- cessario dedicare scere la grandezza dei Carracci, e dopo la morte allo studio un im- del Passarotti si accosterà artisticamente a Ludo- pegno incondizio- vico Carracci e a suo cugino Annibale. nato, il Massari I Carracci. Agostino (1557-1602), Annibale (1560- aveva la poco lo- 1609) e Ludovico (1555-1619) Carracci, conside- devole abitudine di ravano l’arte della generazione precedente troppo anteporre sempre astratta, eccessivamente raffinata, e volevano ri- gli svaghi all’attivi- stabilire l’autorità della natura facendo rivivere im- Lucio Massari tà artistica. plicitamente i valori del Rinascimento. Furono a- Incisione tratta da una pubblica- Francesco Albani spramente criticati dai pittori “manieristi” più an- zione del 1769 (1578 -1660), suo ziani (tra i quali il Passarotti), ma le loro idee grande amico e contemporaneo, era solito rac- innovative si diffusero rapidamente oltre i confini contare che a chi lo rimproverava di dimostrare dell’ambiente accademico bolognese. scarsa premura nell’eseguire le opere che gli era- no state commissionate, Lucio Massari rispondeva che le Muse non gradivano essere violentate dall’impazienza degli artisti, nel qual caso si com- portavano come donne sdegnose e, per ripicca, facevano mancare al pittore la giusta ispirazione. E nella raccolta di biografie “Felsina pittrice...”, il Malvasia scrive scandalizzato che al Massari pia- ceva molto andare a caccia con cani ben allenati e con l’archibugio, e la cosa, ovviamente, sottraeva tempo al lavoro facendo inviperire i committenti delle opere. Per di più, il pittore era solito parteci- pare a battute di caccia che potevano durare an- che un mese, e agli spazientiti nobiluomini e prela- ti che reclamavano l’esecuzione delle opere per cui avevano versato sostanziosi anticipi, risponde- va impudentemente che la sua personalità artisti- ca si inaridiva davanti a minacce e solleciti, per- dendo la capacità di operare. E solo l’intervento Lucio Massari – Cristo inchiodato alla croce (1600). bonario di Lodovico Carracci riusciva a slegargli le Bologna, oratorio di S.Colombano mani e fargli riprendere il lavoro. 1 La pittura nella Controriforma. L’iniziale ostilità Il viaggio di studio a Roma e la collaborazione alla pittura dei Carracci dipendeva molto anche con l’Albani e lo Spada. Seguendo un’esperien- dall’atteggiamento della Chiesa della Controrifor- za comune agli artisti bolognesi della loro genera- ma, c he sosteneva c he l’artista non doveva mette re zione, nel 1608 Lucio Massari e Leonello Spada la sua arte al servizio del “bello”, ma al servizio della (1576-1622) intraprendono un viaggio di studio a Verità. Tale pensiero aveva particolare valore per Roma per ammirare, e studiare, le opere dei più l’arte sacra, il cui scopo principale era di istruire celebri maestri italiani. l’ignorante. Il Massari, però, ha un carattere pacato che lo L’importanza storica dei Carracci è perciò grandis- induce a non entusiasmarsi troppo per la continua sima, perché è da loro che comincia la moderna ricerca dell’immagine scenografica, monumentale arte sacra. Essi trasformarono la difficile, intellet- e ricca di decorazioni del barocco romano, e lo tualistica pittura dei manieristi, in quelle semplici e studio delle nuove tecniche pittoriche e dell’uso chiare figure da cui discende il moderno quadro di degli spazi e dei colori, gli servirà piuttosto per mi- devozione con il costante simbolismo composto da gliorare la moderna pittura classicista insegnatagli croci, glorie, teschi, palme del martirio ed estasi da Ludovico Carracci. d’amore o di dolore. Pur essendo entrambe La permanenza a Roma dell’artista si interrompe concepite nel nome della bellezza artistica, solo nell’autunno 1609 con il viaggio a Malta, intrapre- allora l’arte sacra si differenziò nettamente da quella so insieme a Leonello Spada, per decorare il profana, e dalle complicazioni raffigurative del Palazzo magistrale di Valletta. I due pittori manierismo si passò alla facilità d’interpretazione bolognesi avevano già collaborato insieme altre del barocco. Il barocco fu certamente sfarzoso, ma volte, sia a Bologna che nella decorazione della fu anche pittura chiara e comprensibile. chiesa dei Cappuccini a Roma, e il sodalizio si in- L’Accademia degli Incamminati. Chiamata in terruppe probabilmente anche a causa della precedenza dei desiderosi, venne aperta dai Car- prematura morte dello Spada, avvenuta a soli 46 racci del 1589 (secondo alcuni studiosi nel 1590), e anni. Per un certo periodo di tempo, il Massari il nome stesso era una chiara illustrazione del loro collaborò anche con Francesco Albani (1578- programma: insegnare il percorso pittorico lungo il 1660), nonostante le differenze artistiche e carat- quale erano avviati. teriali che li distinguevano. Lucio Massari en- L’esperienza romana del Massari si esprime nella tra entra nell’acca- celebre impresa decorativa eseguita per la Cap- demia nel 1592 e il pella delle Reliquie, nella Certosa fiorentina del suo progresso arti- Galluzzo, e, dopo il rientro in Bologna avvenuto stico è coronato nel nel 1613, nelle numerose opere destinate alle più 1599 dalla elezione importanti chiese di città e provincia. Ricordiamo il a consigliere della “Noli me tangere” (1613) per la chiesa di Compagnia dei Pit- S.Giovanni Battista dei Celestini, “Il ritorno del tori di Bologna. Poi, figliol prodigo” (1614) dipinto per l’Oratorio della nel 1600, dipinge gli Morte dei conti Fava, “L’orazione nell’orto” (1619) affreschi nell’Orato- per l’oratorio dei Padri Serviti di Reggio Emilia, la rio bolognese di san “Deposizione” (1620), oggi conservata nella Pina- Colombano. coteca nazionale di Bologna. Questa circostanza Dopo la morte di Ludovico Carracci (1619), il Mas- conferma che il pit- sari si impegna per terminare il ciclo pittorico con tore, ormai trenten- ne, aveva già dato Lucio Massari – Madonna con il ampie dimostrazioni Bambino e i santi Giovanni Battista delle sue capacità e Giovanni Evangelista (1604). al mondo accademi- Chiesa di S.Maria dei Poveri co felsineo, anche Bologna se le maggiori ope- re conosciute saranno eseguite solo negli anni suc- cessivi. La frequentazione della scuola dei Carracci, e l’insegnamento impartitogli da Annibale sul modo di trattare con precisione spazi e forme pittoriche, sono essenziali nel formare quell’artista maturo che nel 1601 dipinge “l’Ascensione” per la chiesa di S.Domenico, nel 1604 dipinge “la Crocifissione” e la “Madonna con il Bambino e i santi…” per la chiesa di S.Maria dei Poveri, e nel 1605 lavora nel chiostro di S.Michele in Bosco. Lucio Massari – Venere e Adone 2 il “Martirio di S.Margherita” per la chiesa mantova- na di S.Maurizio, opere per le quali si era impe- gnato l’anziano maestro e che la morte aveva im- pedito di terminare. I lavori artistici di Lucio Massari presentano preva- lentemente dei soggetti sacri, e sia che la commit- tenza provenga da enti ecclesiastici o da famiglie Il quadro di Lucio Massari raffiguranti patrizie, sono quasi sempre destinati a decorare S.Donnino, Santa Lucia e Santa Apollonia dei luoghi di culto. Ricordiamo, in proposito, il ciclo Il dipinto, un olio su tela di metri 2,60x1,80 circa, è decorativo commissio nato d alla famiglia Ariosti collocato nella 1^ cappella (sulla sinistra di chi entra). nel 1625, preparato per abbellire la cappella di fa- Lo stato di conservazione dell’opera è mediocre, e sarebbe miglia nella chiesa di S.Paolo Maggiore a Bolo- necessario un intervento di ripulitura per togliere lo strato di gna, e i dipinti realizzati per decorare la cappella nerofumo che ha velato, e inscurito, i colori originali. gentilizia degli Albicini in S.Domenico a Forlì. Descrizione dell’opera: in primo piano, è rappresentato L’artista ha la capacità di dipingere sui muri, o nel- S.Donnino in atto di inginocchiarsi. Indossa un elmo e un le tele, gli episodi più importanti delle Sacre Scrit- mantello rosso, ha la mano destra al petto e la sinistra al- zata. Dietro di lui c’è santa Apollonia con lo sguardo rivolto ture con un ritmo cadenzato che sembra seguire i verso il basso. Con la mano sinistra tende in alto una te- passi della narrazione biblica, e tra il 1625 e il naglia in cui è trattenuto un dente. Sulla destra, è ritratta 1630 esegue il Transito di S.Giuseppe e lo santa Lucia con un’ampia veste. Ha la mano sinistra al pet- Sposalizio della Madonna (dipinti con inusuale ce- to, e con la destra sorregge una coppa con gli occhi.

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