Castelnuovo Scrivia Nei Secoli OK OK.Qxp Layout 1

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Castelnuovo Scrivia nei secoli ––1 Antonello Brunetti CASTELNUOVO SCRIVIA NEI SECOLI © Tipografia Fadia Soc. Coop. 2020 © Antonello Brunetti Editore: Tipografia Fadia Soc. Coop. Via De Gasperi, 14 15053 Castelnuovo Scrivia (AL) Isbn: 978 88 97580 584 In copertina: Stemma ripreso dalla copertina degli Statuti di Castelnuovo. Finito di stampare nell’agosto 2020 presso la Tipografia Fadia Soc. Coop. ––2 Castelnuovo Scrivia nei secoli Pubblicazione dedicata a Italo Cammarata, cittadino onorario di Castelnuovo Scrivia, che tanto tempo, ricerche, studi e scritti riserva al nostro paese, illuminandone vicende e aspetti di vita fra il 1150 e il 1700, ossia dall’epoca di Barbarossa, sino al contestato passaggio del nostro borgo sotto il Piemonte. ––3 Antonello Brunetti ––4 ANTONELLO BRUNETTI ––6 CASTELNUOVO SCRIVIA NEI SECOLI INTRODUZIONE Narrare la storia dettagliata di un paese come il nostro è compito improbo poiché richiederebbe almeno due volumi. Questa abbondanza di materiale deriva dai molti testi scritti fra il 1963 e il 2019, frutto delle ricerche e dell’impegno di alcuni ricercatori, fra i quali, in primo luogo, Carlo Guerra, Italo Cammarata, Lelio Sottotetti, Osvaldo Mussio, Anto- nello Brunetti, Giuseppe De Carlini, Giuseppe Bonavoglia, Michele Merloni e altri. Dai loro saggi emergono centinaia di personaggi, di vicende grandi e piccole, di una notevole varietà di filoni che vanno dall’Economia alla Demografia, dall’Arte al Restauro, dal Dialetto all’Ambiente e, infine, da particolari accadimenti storici all’evoluzione urbanistica. Nel corso dello svilupparsi delle pagine sono trascurati alcuni aspetti già ampia- mente trattati in precedenti testi e si indica ai lettori a quali documenti far riferi- mento. Ad esempio non appaiono le copie delle molte infeudazioni che sono già state recuperate e riportate integralmente nei volumi citati nella bibliografia finale. Niente carrellata dei cosiddetti personaggi illustri poiché già indicati nel testo e abbondantemente trattati altrove. La struttura dei capitoli segue un andamento cronologico che prende il via dai ri- trovamenti archeologici e giunge sino ai giorni nostri e, per inserire un dettaglio storico in più, si conclude ai tempi della quarantena mondiale del 2020 dovuta al diffondersi del Coronavirus. Nell’ambito di questo contesto temporale del susseguirsi di epoche, guerre, av- venimenti, crisi e riprese, ho inserito anche vicende particolari che ci aiutano a conoscere e capire come si viveva, i pregiudizi, le rivalità, la condizione femmi- nile, le abissali differenze sociali, il mutare della legislazione e le vicende dram- matiche che hanno sconvolto la nostra comunità. Giunto alle ultime votazioni politiche castelnovesi e quindi concluso l’iter storico castelnovese, mi è parso giusto aggiungere una Appendice interamente dedicata a quello che i più definirebbero in dialetto un erbasó, ossia una piantina infestante, che con il suo forte apparato radicale sommerge le altre colture. Ovviamente mi riferisco al gualdo (Isatis tintoria) che fece la fortuna di Castel- nuovo per secoli, rendendolo un paese ambìto da celeberrimi feudatari e arric- chendo molte famiglie che così poterono offrire ai figli una formazione culturale tale da consentire loro di emergere addirittura a livello europeo nel settore reli- gioso, letterario, artistico e giuridico. ––7 ANTONELLO BRUNETTI PREAMBOLO All’inizio, nel 1791, ci fu un modesto tentativo di ricostruzione storica, nel com- plesso poche pagine, da parte del regolare crocifero padre Carlo Rovaglia (Lettera istorico critica su Castelnuovo Scrivia). Seguì, nelle due edizioni del 1885 e del 1888, il canonico Mauro Bertetti (1) con un libro titolato Cenni storici su Castelnuovo, nel quale include tutto ciò che aveva appreso sulle vicende del suo paese: un primo lodevole e consistente ten- tativo di memorizzazione scritta del nostro passato. Questo testo è stato poi, a partire dal 1960, sommerso da nuovi dati che ne cor- reggono errori e colmano ampie lacune. È, però, giusto essergli grati per questo suo libro e a tal fine ne riporto integral- mente l’avvio. Nota 1) - Mauro Bertetti, discendente da una famiglia proveniente da Stresa sul lago Maggiore, nasce a Castelnuovo (strad’Alzano - via Roma) da Giovanni e Maria Bellone il 20 ottobre 1820. Di famiglia benestante. Muore il 1° aprile 1894. Cugino di Pietro Bertetti, successore di Antonio Rosmini. Viene citato quattordicenne studente nella scuola rosminiana, di buona condotta e inse- gnante di dottrina cristiana ai più piccoli. Studia poi al seminario di Tortona e Teologia a Pieve del Cairo. Diviene sacerdote nel 1845. La famiglia lo ha dotato di un patrimonio ecclesiastico costituito da una vigna di 25 pertiche a Ova e da un capitale di mille lire. Nel 1846 è viceparroco di Castelnuovo, con piena soddisfazione del parroco Fornasari. Non sarà così con il successore don Lugano che nel 1850 lo considerava «di mediocre accuratezza ed eccellente giudice di vini e di vivande». Lasciata quindi la carica di viceparroco, si gode una ricca prebenda canonicale, bersaglio continuo delle reprimende del parroco che sarà sempre malevolo e malizioso nei confronti di Mauro Bertetti: «Troppo interessato per la tavola e le compagnie. Amministratore pes- simo della chiesa, ottimo piaggiatore dei potenti, curatore eccellente degli abiti e della chioma. Frequentatore delle case egregie, pappatore inimitabile, instancabile nel confes- sare le donne, negligentissimo nel ricevere la confessione degli uomini. Alla festa dice la messa nell’oratorio piccolo di San Carlo e con comodo di pochi». Quale che sia l’opinione dell’ipercritico prevosto don Lugano, al Bertetti va la ricono- scenza per la sua opera Cenni storici su Castelnuovo, duecento pagine ricche di perso- naggi e vicende plurisecolari del suo borgo natale. Un’opera che rivela nel Bertetti una discreta conoscenza di testi classici e di documenti antichi. Conclude il suo libro affrontando un problema del suo tempo: l’emigrazione che era ini- ziata massiccia, nel 1871, verso le Americhe. A chiusura del lavoro riporta documenti im- portanti, quali, fra gli altri, l’atto di donazione del feudo di Castelnuovo (1443) emesso dal duca di Milano Filippo Maria Visconti al marchese Borso d’Este. ––8 CASTELNUOVO SCRIVIA NEI SECOLI «Poco lungi dall’estremità della Provincia di Alessandria e alla distanza di circa quattro chilometri dal fiume Po è situato Castelnuovo Scrivia, borgo cospicuo di 7.620 abitanti, giuste le riscontranze statistiche del passato anno 1884. Prese questo borgo, come si ha ragione di credere, il titolo di Castelnuovo Scrivia dal Castello, che nella località centrale veniva edificato, e dall’essere bagnato dalle acque del ragguardevole torrente Scrivia, detto anticamente fiume, che gli scorre vicino, a ponente dell’abitato. Di questo borgo storico per i fatti d’armi seguiti nelle sue vicinanze, non meno che per i diversi Potentati che, nei passati secoli, successivamente ne ebbero il dominio, non è a dubitare sia sempre stato, come è tutt’ora, desiderio dei Castel- novesi di conoscerne l’origine. Ne è a dubitare del pari che abbiano a tornare gradite non meno che utili le co- gnizioni predette, avendo rapporti le memorie di Castelnuovo colla storia dei Goti, dei Greci e dei Longobardi. Ed è al fine di appagare il desiderio dei miei compaesani e di procurare loro qual- che vantaggio e diletto, che io, fattomi a esaminare vari scritti storici del circon- dario di Tortona e altri delle regioni limitrofe, quelli segnatamente di Pavia di Severino Capsoni, della Lomellina di Luigi Portalupi, investigati gli archivi del Comune e altri pure di alcuni Privati, ebbi a raccogliere i dati che qui modesta- mente e in breve mi accingo a esporre al pubblico. Questi dati varranno a far co- noscere l’origine del nostro castello, parimenti che la sua fortificazione e ampliazione successiva. Alle nozioni sul castello e alla magnifica torre vanno uniti alcuni cenni sulla con- dizione passata e presente del Comune e su alcune individualità che lo illustrarono e sui vari fatti qui accaduti, di non poter accennare a un maggiore numero di im- portanti circostanze, stante che per vicissitudini e disordini avvenuti nei tempi andati nel municipale archivio, non mi venne fatto di potere evitare non poche lacune e di chiarire certi avvenimenti e dettagli che avrebbero meglio completato la presente monografia». Una scheda generale Rispetto al 1885 e al materiale che aveva a disposizione il Bertetti, nonostante il saccheggio dell’archivio comunale avvenuto nel 1646, ora abbiamo a disposi- zione un dettagliato inventario di quanto contenuto nell’Archivio storico comu- nale, una agevole consultazione degli archivi della Diocesi, di Milano, di Pavia, di Torino e di Genova, molte tesi di laurea, una settantina di pubblicazioni e un sito internet avviato nel 2019. Distanza da Alessandria: 30 chilometri Altitudine: metri 85 Latitudine: 44°58 nord; Longitudine: 8°55 est Superficie: chilometri quadrati 45,47 ––9 ANTONELLO BRUNETTI Abitanti al 1° giugno 2020: 4.938 (maschi 2.391, femmine 2.547) Densità 108 abitanti per km quadrato Nelle frazioni abitano 14 persone a Ova e 71 al Secco-Pilastro 2.196 i nuclei famigliari Famiglie con singolo componente 739. Minori di 20 anni 782, dai 21 ai 40 anni 976, dai 41 ai 60 anni 1.529, anziani sopra i 61 anni 1.235, oltre gli 80 anni 416 Di origine straniera 392 immigrati 12,2%, di cui 161 provenienti dal Marocco. 74 persone dalla Romania, 18 dall’Albania, 5 dall’Ucraina, 84 dall’India, 12 dalla Cina, 16 dal Senegal, 7 dall’Egitto, 13 da altri paesi Nel 2019 immigrati 134 ed emigrati 195 Castelnovesi residenti all’estero 138 Nel 2019 sono nati 23 bambini (10 maschi e 13 femmine) con un livello di natalità dello 0,46%. Sono morti in 89 di cui 38 maschi Sposati in chiesa 7 coppie e civilmente altre 15 Scuole: Asilo nido, Materna statale “Carlo Guerra”, Elementare “Matteo Ban- dello”, Media “Franceschino e Manfredino Boxilio” Diocesi: Tortona Patrono: San Desiderio, 23 maggio e quarta domenica di agosto Giorno di mercato: giovedì Fiere e feste: San Giuseppe e San Desiderio, ora incentrate sulle macchine agri- cole.

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