SPORT 19 domenica 22 maggio 2005 il tifoso Le grandi rivincite Lo scudetto più bello vinto con il carattere di Emerson nonostante le bufere DARWIN PASTORIN uesto è un articolo di parte, fazioso. Un articolo da tifoso. Da juventino. E sono ventotto, contro tutto e tutti. Ventotto e Alex Del Piero Q scudetti: uno dei più belli e sofferti. Il mio primo titolo da sostenitore bianconero risale al 1966-67. Il tredicesimo della storia di Madama. Era la squadra di Heriberto Herrera, l'asceta paragua- yano che predicava, in anticipo sulla moda e sui tempi, il «movi- Il capitano, sostituito per ben 29 volte miento movimiento». La squadra di Anzolin e Leoncini, di Del Sol e Cinesinho, di Menichelli e di Zigoni, che disse a Omar Sivori: «Io sono più forte di te». Questo, è stato lo scudetto del riscatto, dell'or- è stato decisivo nel match con il Milan goglio, del carattere. Lo ha vinto la società, lo ha vinto Fabio Ca- pello, l'allenatore-manager, il tecnico che ha saputo gestire un or- ganico ridotto, e tutte le bufere. Già, quante storie. Non abbiamo ■ di Massimo De Marzi / Torino mediò il cartellino rosso nei minuti dovuto lottare soltanto sul campo: soprattutto fuori. Partite giocate conclusivi) sia in quella di ritorno in aule di tribunale, tra le ingiurie, i sospetti, gli insulti. Ma mai ab- all'Olimpico. Anzi, il 5 marzo la biamo chinato la testa: Juventus, stile e stiletto. È stata la vittoria di LO SCUDETTO È DEL COLLETTIVO Que- sua foto, assieme a quelle di Capel- Alessandro Del Piero, il campione part-time, il visconte dimezza- lo e Zebina, non fu fatta apparire to. Sostituito, ma non umiliato. È stato lui l'artefice principale dell' sto è stato lo scudetto di Capello, dei gol di sui maxischermi, all'annuncio del- assalto finale al Milan. Lui con Ibrahimovic, lui con Buffon, lui con le formazioni, per non sollecitare Cannavaro, lui con Nedved, lui con il giovane Masiello, gioiello Ibrahimovic, della solidità di Cannavaro e ulteriormente le ira del pubblico, della nostra fantastica Primavera. Sino ad arrivare a Ciro Ferrara, che passò tutti e novanta i minuti a che ha festeggiato, con la nostra maglia, la partita numero cinque- Thuram, della genialità di Camoranesi, ma un ricoprirlo di insulti. cento in serie A. Sono juventino, e lo grido forte. Perché la passione Emerson non ha replicato, incas- non si discute. E la Juventus è poesia, avventura, modo di pensare, timbro importante lo sando con classe. D'altra parte, il abito esistenziale. Juventus: e il nome agì. Lo capì Virgilio: «... de- Fondamentale apporto premio è stato lo scudetto, non un lecta juventus, flos veterum virtusque virum... ». Lo capì il poeta hanno messo anche piatto di ceci. Quando pensi ad un crepuscolare Guido Gozzano, tra i primi sostenitori bianconeri. Lo del brasiliano passato giocatore che incassa e non repli- capì Giovanni Arpino, che dettò: «Quando dici Juventus sei cono- due che avevano ini- dalla «depressione» ca, però, viene subito in mente Del sciuto da Helsinki a Melbourne, dal Canada al Pakistan. Ed è que- Piero. La infinita sequela di sosti- sta "identità" che diventa biglietto da visita internazionale, un mo- ziato la stagione in sa- dell’ultima fase a Roma tuzioni è andata avanti per tutta la dello attraverso il quale puoi riconoscere un'Italia non provinciale, stagione senza che Pinturicchio re- non limitata al campanile. La Juventus, come il calcio stesso, è un lita, anche se per motivi diversi: alla gioia di Torino agisse in modo scomposto. Lo ha "linguaggio". Lo riconobbe un poeta quale Pasolini, lo sanno be- Del Piero ed Emerson. Il capitano, fatto solo il 1˚ maggio, giorno in nissimo anche gli avversari. Ai simboli della tradizione italiana che fino alla scorsa stagione era un cui la Juve ebbe l'illuminante idea classica - simboli a volte banali, a volte di ovvio semplicismo: si intoccabile, con Capello ha dovuto sella Sensi e Giraudo. Come d'in- di iniziare il silenzio stampa (non tratti di vino, di uno strumento musicale, di un cibo, di un saluto masticare pane duro, ingoiando 29 canto scoppiò la pace e il 27 luglio interrotto neppure dopo la conqui- come il "ciao" che ormai ha fatto il giro del mondo - il "simbolo bocconi amari, tante quante sono il matrimonio tra Emerson e la Ju- sta dello scudetto). Il “vaffa” all'in- Juve" ha offerto una nota in più, una connotazione specifica e vivi- state le sue sostituzioni. L'esplosio- ve diventò ufficiale. Il giocatore, dirizzo di Capello, nel finale della da». Lo capirono Mario Soldati e Salvatore Bruno, Stefano Jaco- ne di Ibrahimovic lo ha fatto finire favorito dal consolidato rapporto gara contro il Bologna, è stato però muzzi e Lama, Berlinguer e Togliatti, per arrivare a Veltroni, San- in seconda fila (e chissà cosa sareb- con Capello, si è inserito con facili- il preludio a due partite d'autore, dro Veronesi, Mughini, Chierico e tanta altra bella compagnia. be successo, senza i numerosi guai tà impressionante negli schemi che hanno riproposto il Del Piero Ventotto. A maggio, il mese del rose. Ventotto, per la nostra alle- fisici di Trezeguet...), per mesi si è bianconeri e già alla prima gara uf- vecchia maniera, capace di andare gria fanciullesca, il nostro gioire senza enfasi, senza esagerazioni. parlato di un giocatore finito, ma la ficiale, il 10 agosto, quando firmò via in velocità, di regalare numeri Campioni d'Italia e di discrezione, di rispetto. Ventotto, dedicato a rovesciata con cui ha messo sulla un gol preziosissimo contro il di classe, siano essi assist o gol. tutti colori che ci odiano. Di un odio esagerato, senza senso, spesso testa di Trezegol il pallone dello Djurgarden nel preliminare di A fine gennaio, quando la curva volgare. Io non odio nessuno. Vinco, ma so anche perdere. Ricono- scudetto a San Siro, la rete e la pre- Champions, dimostrò di aver pre- Scirea aveva attaccato Capello e sco le virtù degli altri. E adoro la mia Juventus “universale”: nata stazione sontuosa contro il Parma so in mano il centrocampo. Se a preso le difese del capitano, le pa- aristocratica e borghese, fiore all'occhiello della famiglia Agnelli, hanno rilanciato le sue quotazioni. Torino ha conquistato tutti in un role di Giraudo ("Del Piero sappia per diventare uno dei simboli (vanto e consolazione) degli operai Nella Juve del presente e in quella batter d'occhio, a Roma Emerson che alla Juve non si vive di ricor- meridionali della Fiat Mirafiori. Io di sinistra, dunque, tifo Juve. E del futuro. non ha lasciato ricordi piacevoli. di") erano sembrate il preludio a non è un controsenso. La Juventus è di molti, di undici milioni di I problemi di Emerson sono stati La piazza giallorossa l'ha conside- un inevitabile divorzio. Ora non se sostenitori. Sì, siamo un popolo. Un popolo che, oggi, ha rimesso la altri, tutti legati alla scorsa estate, rato un traditore, epiteto che gli è ne parla più, nonostante il possibi- bandiera sui balconi. Una bandiera che sventola al vento della no- alla telenovela infinita tra Roma e stato urlato a più riprese sia in oc- le arrivo di Cassano. L'ultima ban- stra giovinezza, del nostro viaggiare a ritroso nel tempo, quando la Juventus. In primavera il brasilia- casione della gara del 28 ottobre al diera non ne vuole sapere di essere squadra del cuore era la nostra speranza, il nostro rifugio, la nostra no aveva rifiutato la proposta di Delle Alpi (in cui il brasiliano ri- ammainata. Alessandro Del Piero, trentuno anni, capitano della Juventus isola. rinnovo del contratto (in scadenza nel 2005) offertagli da Sensi, es- ● ● sendosi accordato da tempo con HANNODETTO Moggi e Giraudo. La Roma non ne Fa Cup per la prima volta ai rigori, Arsenal ok voleva sapere di cederlo agli odiati rivali, che nel frattempo si erano L’Arsenal ha vinto ieri al Millenium Stadium di Cardiff la Fa Cup (il accordati anche con Capello, così Pietro Carmignani Bruno Conti Zdenek Zeman più antico e prestigioso trofeo del calcio inglese) battendo in finale tentò di tutto pur di piazzarlo altro- 5-4 ai calci di rigore i rivali storici del Manchester United. ve. Baldini e i dirigenti giallorossi «È il trionfo «Complimenti «Ma la sfida Le due squadre contavano entrambe di “salvare” una stagione de- cercarono di vendere Emerson al della praticità a Capello che decisiva col Milan ficitaria attraverso l’ultimo appuntamento a loro disposizione. Real Madrid, con le merengues tro- I tempi regolamentari si sono chiusi sullo 0-0, ma le emozioni non varono un accordo di massima (20 di Capello ha dimostrato andava posticipata sono mancate. Decisivi, per l’assegnazione della coppa i calci di milioni di euro), dopo aver defini- rigore, con la parata del portiere tedesco dell’Arsenal, Lehmann su to la cessione di Samuel, ma il gio- Nessuno di essere per l’impegno Scholes e il penalty finale realizzato da Patrick Vieira, capitano dei catore oppose un netto rifiuto. è come lui» un vincente» di Champions» “Gunners”. «Piuttosto rimango fermo un an- Il Manchester, che ha dominato la gara, e in particolare la seconda no», aveva tuonato dal Brasile. E frazione della partita ha avuto il torto di non concretizzare le tante quando ricevette la lettera di con- occasioni. Al 20’ del secondo tempo un colpo di testa dell’attac- vocazione per il ritiro, Emerson ◆ «Capello vince sempre tutto ◆ «Capello ha dimostrato, in ◆ «Lo scudetto lo ha vinto la cante olandese Van Nilstelrooy è stato deviato sulla traversa da un per tutta risposta inviò un fax con perché è un uomo pratico, sa grandissime società, di essere un Juventus perché è stata più brava.
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