Estratti Dalla Stampa Locale 30 Agosto

Estratti Dalla Stampa Locale 30 Agosto

IL MESSAGGERO VENETO 30 AGOSTO La mancata notifica del decreto fa saltare molti progetti: in Fvg previsti 2 milioni Clarotto (Casarsa): Boschi ci ha confermato i fondi, poi nessun'altra informazione Contributi per i luoghi storici sindaci beffati dal Governo Donatella Schettini / CASARSA Un decreto non notificato e il rischio per alcuni comuni del Friuli Venezia Giulia di rimanere senza contributi promessi. I soldi sono quelli del progetto "Bellezz@ - Recuperiamo i luoghi culturali dimenticati", avviato dal Governo precedente e che finanziava recuperi di beni storici nei comuni, segnalati da cittadini e amministrazioni a un indirizzo di posta elettronica dedicato - [email protected]. Una commissione ad hoc ha quindi valutato i progetti e "premiato" i migliori. Ben 271 in Italia, per un investimento complessivo di 150 milioni. In regione sono risultati vincenti otto piani di valorizzazione: Casarsa della Delizia, Morsano al Tagliamento, una cordata di Comuni e parrocchie della pedemontana pordenonese, Dignano, Zuglio, Cercivento, Pontebba e Rigolato. Gli otto progetti dovrebbero dividersi due milioni. Dovrebbero. Perché a gennaio è stato approvato l'elenco delle opere da finanziare e i Comuni hanno ricevuto una lettera, a firma dell'allora sottosegretario Maria Elena Boschi, con cui si comunicava la concessione del contributo e indicava che sarebbero state date istruzioni per ottenerlo. Le istruzioni sono state sì date, ma in una modalità diversa dal solito: un decreto del Segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri, Paolo Aquilanti, dell'8 marzo che stabiliva il termine di 60 giorni per la presentazione di tutta la documentazione. Pena, la perdita del contributo. Un decreto che è stato pubblicato sul sito del Governo, ma non notificato ai Comuni.Ad accorgersi del documento è stato nei primi giorni di agosto il Comune di Casarsa della Delizia: «Noi - afferma il sindaco Lavinia Clarotto - non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione, siamo rimasti fermi alla lettera della Boschi che ci assegnava il contributo e ci diceva che saremo stati contattati per l'erogazione». Casarsa della Delizia ha contattato Morsano al Tagliamento, Dignano e Pontebba. Anche loro erano all'oscuro dei termini, come Rigolato. «In questi mesi più volte abbiamo chiamato il ministero, ma nessuno ci ha mai informato del decreto. Abbiamo contattato gli altri Comuni - prosegue Clarotto - e anche altri sindaci non ne sapevano nulla, tanto che sono caduti dalle nuvole. Adesso ci ritroveremo a Dignano. Siamo fiduciosi che si possa trovare una soluzione politica e come primo passo vogliamo sensibilizzare i nostri parlamentari». Il progetto della pedemontana pordenonese, di Zuglio e Cercivento invece hanno rispettato i termini. «Il sindaco di Zuglio - afferma il primo cittadino di Cercivento, Luca Boschetti - ha telefonato più volte al ministero ed era riuscito a contattare un funzionario che lo ha informato del decreto pubblicato. Me lo ha comunicato e abbiamo prodotto la documentazione. È strano però che un'amministrazione debba andare sul portale a controllare. Ma è andata così».La confusione attorno al progetto "Bellezza" ha toccato tutta Italia, con la maggior parte delle amministrazioni che si sono ritrovate con i progetti approvati dalla commissione ma senza fondi. E ora il Pd, partito che ha ideato l'iniziativa, è in pressing sul Governo affinchè si possano riaprire i termini per consentire ai Comuni di presentare la documentazione. E ottenere così i fondi promessi per recuperare la bellezza del patrimonio locale. la polemica Turismo, appello del Pd: il centrodestra non venetizzi la regione UDINE«La collaborazione con il Veneto è stata condotta senza alcuna timidezza dalla giunta di centrosinistra, mantenendo sempre fermo l'interesse strategico del Friuli Venezia Giulia, che non necessariamente coincide con quello dei nostri vicini. Confidiamo che questa attenzione non verrà meno neanche nelle politiche della giunta Fedriga, a cominciare da un settore economico di primo piano come il turismo». Lo ha affermato il segretario regionale del Pd Salvatore Spitaleri. «A differenza di quanto ha fatto il centrodestra per anni - ha aggiunto Spitaleri - non ci attaccheremo al fatto che il nuovo presidente di Promoturismo Fvg (il manager Lucio Gomiero, ndr) è trevigiano, non ha competenze specifiche in campo turistico ed è pure reduce da recenti esperienze politiche: a differenza del centrodestra, per noi conta il risultato non la carta d'identità. Quindi vedremo come il nuovo capo di Promoturismo saprà interpretare gli indirizzi della Giunta e portare più turisti in regione. E proprio su questi indirizzi ci sembra di intuire che aleggi ancora la nebbia, visto che l'assessore Bini finora ha lanciato segnali vaghi, puntiformi e slegati da una logica di sistema». honsell contrario Soldi per l'integrazione la Lega plaude al taglio Udine Ancora prese di posizione sul tema dell'immigrazione e, in particolare, sul taglio dei fondi regionali per i profughi. Il consigliere regionale della Lega Antonio Calligaris commenta favorevolmente il lavoro svolto ieri dalla VI Commissione: «con le modifiche al piano immigrazione - afferma - la Giunta regionale ha cambiato radicalmente la logica e la prospettiva degli interventi. Finalmente è stato abbandonato il concetto tanto caro alla sinistra di "educare la nostra gente alla convivenza con i richiedenti asilo" e da ora in poi i soldi dei contribuenti regionali verranno utilizzati per finanziare progetti volti a "educare e obbligare i richiedenti asilo a rispettare le nostre regole». «Per avere risultati efficienti in tema di gestione dell'immigrazione, sono necessarie azioni sovraordinate a livello nazionale ed europeo che attendiamo e auspichiamo siano celeri», così interviene Mara Piccin, consigliera regionale pordenonese di Forza Italia». «Dalle molte audizioni, in particolare da quelle molto documentate e attente dei prefetti - commenta il consigliere Furio Honsell di Open Sinistra Fvg - è emersa una visione ampiamente condivisa sull'opportunità di procedere con le politiche fin qui seguite basate sull'accoglienza diffusa, sul dialogo con le amministrazioni locali e sulla concertazione con gli operatori e il mondo del volontariato, il tutto supportato da dati e informazioni puntuali portate alla nostra attenzione non solo dai prefetti ma da tutti gli intervenuti». L'assessore Riccardi: garantita la continuità del finanziamento Quest'anno in lista d'attesa c'erano 5.878 beneficiari in aumento rispetto al 2017 Aiuti per l'assistenza in casa 10 milioni per tutte le domande Udine «Abbiamo voluto garantire la continuità del beneficio previsto dal Fondo per l'autonomia possibile (Fap) e per l'assistenza a lungo termine, esaurendo integralmente la lista di attesa che, al 30 giugno era di 1.143 persone, assegnando alle Uti risorse per oltre 10 milioni di euro. È un modo concreto per dare risposta, in tempi brevi, alle persone che vogliono continuare a vivere ed essere assistiti nella loro casa dai propri familiari, proprio grazie a quanto previsto dal Fap». Questo il commento del vicegovernatore e assessore alla Salute Riccardo Riccardi al decreto di impegno e liquidazione che esaurisce completamente le liste di attesa delle persone che avevano richiesto accesso al Fondo per l'autonomia possibile e per l'assistenza a lungo termine. Da rilevare che rispetto all'anno precedente l'incremento dei beneficiari e delle liste di attesa ha visto un incremento importante: al 30 giugno 2017 erano 812 le persone in lista di attesa e si era arrivati a dare risposta al 97,5% delle richieste. Al 30 giugno 2018 la lista d'attesa era, come anticipato, aumentata a 1.143 domande e la risposta della Regione ha coperto il 100% delle richieste. Altrettanto importante l'incremento dei beneficiari che sono passati dai 5.266 del 2017 ai 5.878 del 2018. «Davanti al costante aumento degli accessi alla misura - spiega Riccardi - abbiamo bisogno di delineare un nuovo modello di approccio a tutto l'universo dell'assistenza: per questo, da una parte, abbiamo la necessità di dare risposte immediate alle necessità contingenti e, dall'altra, abbiamo bisogno di pianificare una articolata progettualità capace di dare risposte ai bisogni sociali del prossimo futuro». Dal punto di vista operativo, considerati i tempi tecnici necessari per i trasferimenti dei fondi e la loro liquidazione ai singoli richiedenti, è plausibile ipotizzare che le persone in lista di attesa si vedano riconoscere la misura dal prossimo mese di ottobre. Per la Regione Friuli Venezia Giulia gli stanziamenti complessivi destinati al Fondo per l'autonomia possibile e per l'assistenza a lungo termine ammontano a 42,7 milioni di euro per il 2018 con un incremento di 2,6 milioni di euro rispetto all'anno precedente. Il Pd Serracchiani: pronta la richiesta per riaprire l'iter Una richiesta per prorogare i termini oltre il 12 giugno è già stata chiesa dal Pd in Senato, durante l'approvazione del Milleproroghe. Richiesta bocciata. Ma il Pd non molla. «È stata depositata un'interrogazione a nostra firma -- afferma la deputata dem Debora Serracchiani - per avere chiarimenti sul fatto che non c'è stata adeguata pubblicità e con cui si chiede la riapertura dei termini. Un'interrogazione che sarà presentata probabilmente al Question time per avere risposta immediata. Proporremo inoltre un nuovo emendamento per la riapertura dei termini, durante il passaggio alla Camera del Milleproroghe», conclude Serracchiani. IL PICCOLO 30 AGOSTO In bilico i fondi per lavoro, ricerca, agricoltura e cooperazione Regione ai vertici in Italia per capacità di spesa di budget Ue Sfida all'Europa e ricadute sul Fvg A rischio risorse per 450 milioni Marco Ballico / trieste L'Italia in uscita dall'Europa o l'Europa che chiude i rubinetti all'Italia sono ipotesi che costerebbero al Friuli Venezia Giulia 450 milioni di euro, spiccioli esclusi. Sono le risorse Ue spalmate nei quattro grandi capitoli della programmazione settennale 2014-20 (Por Fesr, Fse, Psr e cooperazione territoriale), entrate che potrebbero venir meno, tanto più nella prospettiva 2021-27, nel caso di rottura dei rapporti tra Roma e Bruxelles. «Un'uscita dell'Italia dalla Ue è improbabile, ma non impossibile», scriveva a inizio luglio Bloomberg.

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