Un giro d’orizzonte nella Wunderkammer Venezia DI Irene Bignardi E’ stato il troppo che mi ha convinto a scegliere. I di stucco balla con Ginger Rogers l’indimenticabile guito ed esplorato più la città, i suoi personaggi, il troppi film, le troppe immagini, la troppa leggenda, Cheek to Cheek, alla ribellione giovanile di Tinto suo cityscape che non il cinema. In un rompicapo retorica, bellezza, che definiscono il profilo e l’im- Brass in Chi lavora è perduto; dagli squarci vene- in cui le immagini di Welles dissolvono nel ricordo magine di Venezia nel ricordo, nella letteratura, ziani di Otello al mambo sensualissimo danzato del suo mai completato Mercante, i comici di La nella fotografia, ma soprattutto nel cinema. E’ per da Silvana Mangano nel film di Robert Rossen; locandiera sono i nonni dei bizzarri veneziani di questo troppo che , nell’ambito di un progetto per dal veramente epocale Senso al non meno epocale Pane e tulipani, il melodramma alto di Senso e cui mi si chiedeva di parlare del cinema a Venezia, Anonimo veneziano; dalla cupezza di Il terrorista di Morte a Venezia è la premessa necessaria di ho scelto quel pugno di film, contenta di pensare ai passi perduti dei due amanti di Giro turistico Anonimo veneziano, la laguna di San Michele che non rappresentavano certo l’immaginario senza guida, un misterioso e appena ritrovato film aveva un gallo preannuncia quella di Dieci veneziano nella sua complessità, ma ne indica- di Susan Sontag; dall’ironia della Venezia di Woody inverni. vano la gamma, i dislivelli, l’ampiezza, che sinte- Allen alla letteraria tristezza dei personaggi vene- Un giro d’orizzonte nella stessa, unica Wunder- tizzavano la diversità di sguardi e di visione che ziani di James - e via via, attraverso i titoli e i film kammer, tra mille storie da raccontare, venti Venezia ha concentrato su di sé. che compongono il puzzle dell’immagine ufficiale, raccontate, dodici scelte a rappresentare in questa Dalle finte Venezie di Anna Karenina e Cappello a o segreta, o periferica, o imprevedibile della città rassegna la Venezia del cinema. cilindro, dove Fred Astaire sotto un Ponte di Rialto lagunare - per Storie di cinema a Venezia ho inse- Il lungo viaggio delle maschere DI Gian Piero Brunetta Tra tutte le arti e le forme di comunicazione del sione televisiva del 1973 di Alessandro Blasetti pensato di organizzare due incontri, accompagnati Novecento il cinema, per molti decenni, sembra sull’Arte del ridere, a cura di Michela Zegna della da proiezioni. Il primo è con Mario Lanfranchi, aver assunto il ruolo privilegiato di luogo e punto di Cineteca di Bologna. In modo semplice, con mezzi poliedrico regista teatrale e d’opera lirica, cine- massima confluenza e metamorfosi delle maschere minimi e pochi esempi memorabili, Blasetti è matografico e televisivo, che a Venezia è vissuto a del comico e delle forme millenarie di spettacolo riuscito a mostrare in maniera magistrale come lungo. Oltre ad aver diretto un film con Nureyev febbraio ambulante. Non solo oggi è possibile seguire, come lo spirito della commedia dell’arte si sia diffuso e Carla Fracci, A Venezia, Carnevale, un amore, lungo i rami di un gigantesco albero genealogico, e distribuito lungo la storia del cinema e abbia Lanfranchi ha curato la regia in Campo Sant’An- 2012 lo svilupparsi di discendenze e famiglie con tratti trovato momenti e figure che gli hanno consentito gelo negli anni cinquanta, sul modello di Max e caratteristiche genetiche risalenti alle maschere di rifulgere maggiormente e di continuare poi a Reinhardt, di una commedia goldoniana, Le della commedia dell’arte, a Pierrot, Arlecchino, vivere in tutti i media. Basterà ricordare i nomi di donne curiose. In seguito, alla Fenice, ha curato allo Zanni, a Pulcinella o ad altre maschere, ma alcuni sovrani della scena richiamati dallo stesso la regia dei Pagliacci e della Cavalleria rusti- anche si possono studiare costanti e variabili nei Blasetti, da Chaplin a Tati, da Petrolini a Keaton cana con Beniamino Gigli e tre importanti regie di gesti, parole e battute dei comici in spazi, generi e Totò o Alberto Sordi che compongono anche la Madama Butterfly, Traviata e Turandot, riprese e tempi diversi, allargando lo sguardo dalla realtà nostra ideale compagnia di comici. dalla televisione. Nella serata verrà proiettata una europea a quella intercontinentale. In quest’ottica Fra le molte scelte possibili delle grandi maschere versione televisiva della Traviata con Anna Moffo abbiamo voluto scegliere, per il cinema del Carne- del muto abbiamo alla fine deciso di rendere del 1968. Il secondo incontro, connesso alla Mostra vale, pochi esempi significativi, in grado di solleci- omaggio a Buster Keaton, con due irresistibili Fotografie del Giappone (1860-1910). I capola- tare le curiosità non solo cinefiliache e che, oltre sue comiche, e a Lon Chaney, “l’uomo dai mille vori in corso a Palazzo Franchetti, è con Donato a costituire momenti alti della storia del cinema, volti”. Il Maestro Marco Dal Pane, uno dei più Sartori e Paola Pizzi e con il loro Museo Inter- regalassero emozioni forti, insieme a riflessioni brillanti creatori contemporanei di musiche del mazionale della maschera di Abano. Con loro si originali sul ruolo della maschera nella rappre- cinema muto ha creato appositamente le musiche parlerà prima di tutto delle loro performances di sentazione dalla strada alle piazze ai palcoscenici sia per Keaton che per Lon Chaney. Sempre nel mascherature urbane, a partire da quella indimen- teatrali, cinematografici e televisivi. tentativo di offrire connessioni tra autori e opere ticata di Piazza San Marco nel primo carnevale L’idea di quest’anno è di costruire attorno a un diverse abbiamo voluto rendere omaggio a Jacques degli anni ottanta. E poi del sogno di dar vita a un piccolo nucleo forte di film, in programma alla Tati e a Fellini e ai loro diversi modi di rendere museo vivente della maschera mondiale, che oltre Casa del Cinema, alcuni altri incontri distinti e omaggio alla storia dei clowns e alla comicità del a raccogliere il patrimonio creato dalla metà del connessi, come in una piccola e sorprendente rete circo. Per quanto riguarda i rapporti tra maschere secolo scorso da Amleto Sartori - cui va il merito neuronale, che avranno luogo all’Istituto Veneto e commedia dell’arte e pensando al Veneto come di aver saputo far rivivere con le sue maschere la di Scienze Lettere e Arti e al Teatrino Groggia,. culla dello spettacolo popolare ci è sembrato un memoria della commedia dell’arte - e dal figlio Abbiamo cercato di concentrare nell’arco di cinque atto dovuto quello di rendere omaggio a Goldoni: Donato, che ha cercato di interpretare il senso della giorni, assieme ai film, anche racconti, testimo- la scelta è caduta sulla versione cinematografica maschera con un’ottica più universale creando nianze, immagini capaci di restituire e regalare della Locandiera, un film dimenticato, girato veri e propri ponti e scambi vitali con le forme e gli emozioni legate agli spettacoli ambulanti e alle dal vero anche nel Veneto nel 1943. Non poteva usi della maschera negli altri paesi e continenti è maschere, capaci di dare insieme la misura sia mancare ovviamente un omaggio a Shakespeare e concepito come un organismo vivente che opera in della ricchezza dei modi e dei luoghi di rappre- alle sue tragedie veneziane. Potendo scegliere tra tutto il mondo. Naturalmente il fuoco del discorso sentazione - dai campielli veneziani alle piazze di decine e decine di titoli, dal 1908 in poi, abbiamo sarà puntato sui loro rapporti con il teatro giap- tutta Europa ai teatri del Nô e Kabuki giapponesi, preferito ricorrere a quelli che a nostro parere sono ponese creati fin dagli anni ottanta e sui risultati in cui la maschera ha potuto continuare a vivere i capolavori cinematografici assoluti delle sue molto fecondi di questi rapporti di scambio di espe- fino ad oggi - che della complessità degli stili e dei tragedie ambientate in Veneto, l’Otello di Welles e rienze, saperi e memorie culturali profonde. livelli in cui si è potuta manifestare. il Giulietta e Romeo di Castellani. Il punto di partenza è un’antologia della trasmis- All’Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti si è Anno XXVI, n. 1 febbraio 2012 Storie d’amore e libertà Autorizzazione Tribunale di Venezia n. 1070 R.S. del 5/11/1991 DI Cristina Morello DIRETTORE RESPONSABILE Roberto Ellero Classe 1967, con già undici film all’attivo, François condo angolazioni e ritmi sempre diversi. Il tutto tatezza, la propria natura artefatta, menzognera, Mensile edito dal Comune di Venezia Ozon – in rassegna al Candiani in febbraio – è sen- con uno sguardo mai completamente identificato capace di sottrarsi a qualsiasi defizione definitiva e Assessorato alle Attività Culturali za dubbio uno dei giovani registi più interessanti con la storia che va raccontando e un umorismo riduttiva. Al cinema di Ozon è stata spesso diagno- Circuito Cinema Comunale del panorama cinematografico contemporaneo. sempre abilmente dissimulato ma che, all’occor- sticata “una sindrome teatrale” che solo in alcuni Spesso definito l’enfant terrible del cinema france- renza, sa esercitare la giusta distanza dai personag- casi riconosce cause fisiologiche: gli adattamenti REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE se, è tra i pochi registi della sua generazione capa- gi, fino a ribaltare le loro tragiche vicissitudini. Gocce d’acqua su pietre roventi, Otto donne e un Palazzo Mocenigo, San Stae 1991 ce di esplorare con creatività la condizione umana Rivela influenze importanti (da Polanski con Re- mistero e il recente Potiche. Più spesso il suo è un 30125 Venezia mostrandoci la realtà in tutta la sua genuina bru- garde la mer a Almodòvar con Gocce d’acqua su teatro metaforico, simbolico, esibito. Un palcosce- tel. 0415241320, fax 0415241342 talità.
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