Tutti All'opera!

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Luglio 25-07-2018 08:29 Pagina 1 Luglio 2018 Mèsa, pà, Tuttisalàm all’opera! e Signùr Luglio 25-07-2018 08:29 Pagina 2 Mèsa, pà, salàm e Signùr Alla ricerca di un titolo originale per questo editoriale, mi trovo ad ipotizzare: Mèsa e Signùr in maiuscolo, come doveroso; pà e salàm in minuscolo, come nell’ordinario della vita. Così scrivo di getto ma subito mi chiedo perché la Messa e il Signore non sono più l’ordinario, almeno do- menicale, della nostra vita. Non dico in teoria, ma nella concretezza delle nostre scelte, la Mes- sa e il Signore sono realtà presenti solo in modo straordinario, magari a volte addirittura rele- gate a qualche evento di particolare gioia, come un matrimonio o un battesimo, oppure di con- divisione di un dolore e di speranza cristiana come in un funerale. Nella foto in copertina, che ho scattato negli ultimi anni, c’è la piccola cappelletta costruita anni fa in Monticelli, colta in un momento successivo al banchetto eucaristico. Il momento semplice e frugale di un tavolo allestito alla buona per ospitare gustosi cason- celli, del salame nostrano, forma- gella locale e un po’ di buon vino: sono gli ingredienti che fanno in- contrare le persone nella modalità più semplice e autentica, elementi facilitatori di un linguaggio condivi- so e di un sorriso contagioso. Ordinarietà del pane e salame, straordinarietà degli eventi salvifi- ci. Eppure il Signore ha voluto in- carnarsi della nostra storia, pren- dere parte ai nostri banchetti, con- dividere le nostre gioie e le nostre sofferenze quotidiane. Abbiamo avuto da lui una lezione di condivi- sione realizzata fino alla fine. Ci siamo però dimenticati di questo dono talmente grande da superare la realtà della nostra storia. Un do- no che promette una vita interiore perché migliora la qualità della vita presente. Sullo sfondo della foto la nostra vita ordinaria: i tetti delle nostre case, le fabbriche che un tem- po davano lavoro a tanti operai, piccoli orti dove attingere i frutti della terra, il campanile della Basilica..., compresi in un piccolo arco della cappella dove è appesa una campana di cui si scor- ge solo la corda. Forse un invito, sonoro, ma delicato, a tornare alle “cose semplici, che sono le più belle, le più vere, le più grandi?”. Sono le parole della “Canzone di San Damiano”. “Ogni uomo semplice – continua - porta in cuore un sogno… Dai e dai, ogni giorno, con il tuo sudore una pietra dopo l’altra in alto arriverai”. Riscopriamo in questa estate il “cielo che inco- mincia in noi, in te”. (v. inno del CRE 2018) Buona estate a tutti. Buona Orenga ai ragazzi, alle famiglie che desiderano passarvi qualche giorno. Buona vacanza per le famiglie a Torre Marina, buona Valpiana, buon Farno, buona Bar- zizza, Cirano e Gandino. E state un po’ con Lui. Un fresco abbraccio estivo! don Innocente Il Comitato di Redazione de augura Buona Estate a tutti i lettori e ricorda che saremo di nuovo insieme a fine settembre In Copertina - Mèsa, pà, salàm e Signùr a Monticelli Luglio 25-07-2018 08:29 Pagina 3 Una storia per meditare L’imperatrice Quando l’imperatore morì, il giovane principe si preparò, con un po’ di apprensione, a prender- ne il posto. Il precettore saggio e anziano gli disse: “Hai bisogno di un aiuto, subito. Prima di sa- lire sul trono scegli la futura imperatrice, ma fa’ attenzione: deve essere una fanciulla di cui puoi fidarti ciecamente. Invita tutte le fanciulle che desiderano diventare imperatrice, poi ti spiegherò io come trovare la più degna”. La più giovane delle sguattere della cucina reale, segretamente innamorata del principe, deci- se di partecipare.“So che non verrò mai scelta, tuttavia è la mia unica opportu- nità di stare accanto al principe almeno per alcuni istanti, e già questo mi rende felice”, pensava. La sera dell’udienza, c’erano tutte le più belle fanciulle della regione, con gli abi- ti più sfarzosi, i gioielli più ricchi. Circon- dato dalla corte, il principe annunciò i termini della competizione: “Darò un seme a ciascuna di voi. Colei che mi porterà il fiore più bello, entro sei mesi, sarà la futura imperatrice”. Quando venne il suo turno, la fanciulla prese il seme, un minuscolo granello scuro e lo portò a casa avvolto nel faz- zoletto. Lo interrò con cura in un vaso pieno di ottima terra soffice e umida. Non era particolarmente versata nell’ar- te del giardinaggio, ma riservava alla sua piccola coltivazione un’enorme pazienza e un’infinita tenerezza. Ogni mattina spiava con ansia la terra scura, in cui sperava di veder spuntare lo spe- rato germoglio. I sei mesi trascorsero, ma nel suo vaso non sbocciò nulla. Arrivò il giorno del- l’udienza. Quando raggiunse il palazzo con il suo vasetto pieno solo di terra e senza pianta, la fanciulla vide che tutte le altre pretendenti avevano ottenuto buoni risultati. Il principe entrò e osservò ogni ragazza con grande meticolosità e attenzione. Passò davanti ad ognuna. I fiori erano davvero splendidi. Guardò anche la sguattera che non osava alzare gli oc- chi e quasi nascondeva il suo vasetto mestamente vuoto. Dopo averle esaminate tutte, il principe si fermò al centro del salone e annunciò il risultato del- la gara: “La nuova imperatrice, mia sposa, è questa fanciulla”. Quasi si sentiva, nel silenzio profondo, il battito all’unisono di tutti i cuori. Senza esitazione il principe prese per mano la giovane sguattera. Poi chiarì la ragione di quella scelta. “Questa fanciulla è stata l’unica ad aver coltivato il fiore che l’ha resa degna di diventare un’im- peratrice: il fiore dell’onestà. Tutti i semi che vi ho consegnato erano solo granelli di legno di- pinto, e da essi non sarebbe mai potuto nascere nulla”. Questa è una favola naturalmente. Oggi sarebbe impossibile trovare una imperatrice. Ci siamo dimenticati tutti come si coltiva il fiore dell’onestà. Bruno Ferrero PICCOLI PENSIERI COSÌ “Mi sembrerebbe di commettere un furto se passassi un giorno senza lavorare” (L.Pasteur) 1 Luglio 25-07-2018 08:29 Pagina 4 Rompiamo il silenzio sull’Africa Padre Alex Zanotelli, missionario italiano della comunità dei Comboniani, profondo conoscitore dell’Africa e direttore della rivista Mosaico di Pace, ha rivolto nel 2017 un appello ai giornalisti italiani sul tema dei migranti, ripreso da numerose testate anche nelle ultime settimane. Ne ri- portiamo il testo integrale, per un’utile riflessione. Rompiamo il silenzio sull’Africa! Non vi chiedo atti eroici, ma solo di tentare di far passare ogni giorno qualche notizia per aiutare il popolo italiano a capire i drammi che tanti popoli africani stanno vivendo. Scusatemi se mi rivolgo a voi in questa torrida estate, ma è la crescente soffe- renza dei più poveri ed emarginati che mi spinge a farlo. Per questo, come missionario e giornali- sta, uso la penna per far sentire il loro grido, un grido che trova sempre meno spazio nei mass- media italiani, come in quelli di tutto il modo del resto. Trovo infatti la maggior parte dei nostri media, sia cartacei che televisivi, così provinciali, così su- perficiali, così ben integrati nel mercato globale. So che i mass-media , purtroppo, sono nelle ma- ni dei potenti gruppi economico-finanziari, per cui ognuno di voi ha ben poche possibilità di scrivere quello che veramente sta accadendo in Africa. Mi appello a voi giornalisti/e perché abbiate il corag- gio di rompere l’omertà del silenzio mediatico che grava soprattutto sull’Africa. • È inaccettabile per me il silenzio sulla drammatica situazione nel Sud Sudan (il più giovane stato dell’Africa) ingarbugliato in una paurosa guerra civile che ha già causato almeno tre- centomila morti e milioni di persone in fuga. • È inaccettabile il silenzio sul Sudan, retto da un regime dittatoriale in guerra contro il popolo sui monti del Kordofan, i Nuba, il popolo martire dell’Africa e contro le etnie del Darfur. • È inaccettabile il silenzio sulla Somalia in guerra civile da oltre trent’anni con milioni di rifu- giati interni ed esterni. • È inaccettabile il silenzio sull’Eritrea, retta da uno dei regimi più oppressivi al mondo, con cen- tinaia di migliaia di giovani in fuga verso l’Europa. • È inaccettabile il silenzio sul Centrafrica che continua ad essere dilaniato da una guerra civi- le che non sembra finire mai. • È inaccettabile il silenzio sulla grave situazione della zona saheliana dal Ciad al Mali dove i potenti gruppi jihadisti potrebbero costituirsi in un nuovo Califfato dell’Africa nera. • È inaccettabile il silenzio sulla situazione caotica in Libia dov’è in atto uno scontro di tutti con- tro tutti, causato da quella nostra maledetta guerra contro Gheddafi. • È inaccettabile il silenzio su quanto avviene nel cuore dell’Africa , soprattutto in Congo, da do- ve arrivano i nostri minerali più preziosi. • È inaccettabile il silenzio su trenta milioni di persone a rischio fame in Etiopia, Somalia , Sud Sudan, nord del Kenya e attorno al Lago Ciad, la peggior crisi alimentare degli ultimi 50 an- ni secondo l’ONU. • È inaccettabile il silenzio sui cambiamenti climatici in Africa che rischia a fine secolo di avere tre quarti del suo territorio non abitabile. • È inaccettabile il silenzio sulla vendita italiana di armi pesanti e leggere a questi paesi che non fanno che incrementare guerre sempre più feroci da cui sono costretti a fuggire milioni di profughi. (Lo scorso anno l’Italia ha esportato armi per un valore di 14 miliardi di euro!). Non conoscendo tutto questo è chiaro che il popolo italiano non può capire perché così tanta gente stia fuggendo dalle loro terre rischiando la propria vita per arrivare da noi.

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