«Io Battiato, Tu Battiati, Egli Battiata... » ALDO NOVE

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20CUL01A2008 ZALLCALL 12 21:43:37 08/19/98 GIOVEDÌ 20 AGOSTO 1998 Gioco o richiamo tribale? Il grido «Valeeeriooo!» contagia le spiagge. Il filosofo Mario Perniola ci spiega perché ARTIAMO da un appello: TORMENTONI nessunotocchi Valerio,an- zi, «Valeeeerioooo!». Nes- P sunosalti fuoriamillantare che il grido«Valeeeeriooooo!» l’ha scono in questo improvviso de- Quanti inventato lui, come hanno tenta- flagrare del grido «Valerio!» su «Tutte to di fare ieri quelli di Radio Di- tutta la riviera romagnola (luo- mensione Suono raccontando alle go, ci permettiamo di aggiunge- le mode nomi agenzie che il misterioso Valerio re noi, postmoderno al massimo sarebbe un loro tecnico, Valerio grado). La prima: «Tutte le mo- si basano Obert di Roma, e che tutto sarebbe de si basano sull’imitazione, ma tam-tam nato durante il concerto di Vasco qui siamo di fronte a un’imita- sull’imitazione Rossi, lo scorso 20 luglio in quel di zione portata all’assurdo. Grida- Anni fa, al festival di Cannes, ci Imola. Tsè: non scherziamo, nes- re un nome slegato da qualsiasi Soprattutto fu il «caso-Raul». Cominciò una suno pretendailcopyrightoidirit- contesto denota un amore per la sera qualsiasi: alla proiezione ti Siae. Le leggende metropolitane ripetizione in sé. È il trionfo del quando, per la stampa, la sera, nella sala mantengono il loro fascino solo se nonsense». La seconda: «L’a- Debussy del palazzo del cinema, nessunolesvela.Ricordatecosaso- spetto sonoro gioca un ruolo de- come nel si spensero le luci, partì la sigla stiene John Ford, in quel bellissi- terminante. È un grido nella che introduce i film e una voce mo finale dell’Uomo che uccise Li- notte, una sorta di ritorno a una caso nel buio gridò «Raul!», alla fran- berty Valance che non ci stan- dimensione tribale: esattamente cese, con l’accento sulla «u». cheremo mai di citare? Se la ve- come i tatuaggi o il piercing, al- dell’urlo Tutti pensammo a un collega rità contraddice la leggenda, tri aspetti della moda giovanile che avesse perso di vista un ami- stampate la leggenda. Noi, in che sono legati a una cultura tri- romagnolo, co e lo cercasse in sala. La sera questo caso, siamo d’accordo bale trasportata di peso nella dopo: stesso momento, stesso con John Ford. nostra modernità». La terza: «È urlo. Diventò un’abitudine: ap- Anche il professor Mario Per- un fenomeno epidemico. C’è il questa pena le luci si spegnevano, si al- niola è d’accordo con John rapporto fra demos, che in greco zava il grido «Raul!». Le voci Ford. Lo intervistiamo sul tema significa “popolo”, e epidemos, viene cambiavano. Spesso erano in in una Roma assolata dove tutte che indica una rapida diffusione due o tre, a gridare. Era divenu- le leggende metropolitane sem- nel popolo del rito in questio- portata to, insomma, un gioco. Che an- brano verosimili, e se «Valeeee- ne». Però, professore, c’è una dò avanti almeno 4 o 5 anni, al- riooooo!» fosse un grido magico differenza: è giusto il paragone all’assurdo» trettante edizioni del festival. per far piovere, lo urleremmo a con la moda, è giusto insistere La cosa buffa è che nessuno ha squarciagola anche mai capito chi diavolo fosse noi. «Noi viviamo Raul e perché qualcuno avesse in una società appa- cominciato a invocarlo. rentemente traspa- Quanti casi del genere sono suc- rente - ci dice Per- cessi anche a voi? Forse ogni niola -, una traspa- gruppo, ogni banda, ogni gene- renza che in realtà è 20CUL01AF01 razione ha il suo «Raul» o il suo un’illusione. È bello «Valerio». Il famoso «Alto Gra- che rimanga qual- 3.0 dimento», con il suo grido che angolo di miste- 41.0 «Paaaaatroclooooo!», si limitò a ro». Un mistero, so- dar voce radiofonica a tante gri- prattutto, non im- Alfabeti da metropolitane sedimentate posto da qualcuno negli anni. Ieri, su Italia Radio, per secondi fini, co- la trasmissione «Verso sera» ha me Ustica o come raccolto decine di testimonian- tanti altri misteri al- ze su leggende analoghe; a co- l’italiana... minciare dal grido «Franco!» Ma,aldilàdel che risuonava a Milano negli mistero, c’è una di- anni epici delle manifestazioni, mensione rituale in e che nasceva, pare, da un gioco questo grido che ri- giovanili inventato dagli alunni di una suona nelle notti ro- classe scolastica. Ma se a volte si- magnole che Mario mili appelli diventano di massa, Perniola può aiutar- e affiorano sui mass-media, per ci a interpretare. Docente di sulla ripetitività del tutto, però me un rituale di gruppo, che poi lo più rimangono chiusi all’in- estetica all’università di Tor Ver- almeno siamo di fronte a qual- si trasmette ad altri gruppi, o co- terno del gruppo. Nel lessico fa- gata a Roma, filosofo (sta per cosa che viene «dal basso», che me il grido di dolore di un soli- miliare di chi scrive, ad esem- uscire per Costa & Nolan un suo non è imposto dai mass-media o tario, la vox clamantis in deserto pio, ci fu un periodo in cui per libro intitolato Disgusti, analisi da qualche stilista del pensiero. di un poveraccio (o una pove- prendersi in giro ci si chiamava dell’estetica della repulsione), Qui c’è un grido che nasce chis- raccia) che ha perso Valerio e lo «Ugo!», senza un motivo (nessu- Perniola ha spesso riflettuto, nei sà come e tutti lo imitano. C’è cerca nella notte? «Direi che c’è, no, in famiglia, aveva quel no- suoi saggi, sul concetto filosofi- una componente ludica, di gio- dietro, una dinamica di gruppo. me). Quale fu la nostra sorpresa co di ripetizione: «Nella nostra co, fortissima, non le pare? C’è sicuramente un effetto-eco, scoprendo che anche alcuni cultura si scontrano spesso due «Certo. La nascita spontanea del quindi non andrei alla ricerca di amici, per vie del tutto diverse, mentalità. Una individua l’es- fenomeno coincide con le sue un Autore unico». Insomma, usavano il nome «Ugo» per apo- senza delle cose nella loro origi- caratteristiche tribali, che enun- per fare paragoni cinematografi- strofarsi a vicenda (ancora una ne, nel momento della loro na- ciavo prima. Ed è vero, c’è una ci, non è una Voce nella tempe- volta, nessuno di loro si chiama- scita; l’altra predilige una di- componente ludica. Però non sta, non è il grido «Heathcliff!» va così) facendo immediata- mensione non originaria, in cui perderei di vista due fattori. Il che risuona nella brughiera di mente scattare la risata compli- il momento della nascita non primo: il fatto che il fenomeno Cime tempestose; semmai è l’urlo ce. È un po‘ come la barzelletta conta. Ho letto sui giornali gli nasca dal basso non ci deve «Signora Jones!» che percorre in cui alcuni amici si racconta- articoli su questo grido, su que- spingere a dargli una connota- tutto Helzapoppin’, ad opera di no delle barzellette (sì, è un gio- sto “Valerio”, e mi sembra che zione “rivoluzionaria”. Il secon- un lamentoso commesso che co di specchi, una «mise en abî- qui siamo di fronte a una ripeti- do: in ogni gioco che si rispetti deve consegnare una pianta me» come il cinema nel cinema: zione senza origine. È molto inte- ci sono delle varianti, c’è com- ogni volta più voluminosa. Ed è una meta-storiella) indicandole ressante: forzando appena appe- petizione, c’è una dinamica. Qui quasi inutile aggiungere che semplicemente con dei numeri: na l’interpretazione, potremmo no, è ripetizione pura». non sapremo mai chi diavolo è, le sanno tutte a memoria, le affermare che in questo trionfo Un’ultima curiosità, professo- la signora Jones. hanno numerate, e basta che della ripetizione c’è tutto il po- re: come si immagina, lei, la na- uno dica un numero perché tut- stmoderno, ovvero tutta la ten- scita di questo tormentone? Co- Alberto Crespi Roberto Cavallini ti gli altri sghignazzino; ma denza culturale e filosofica in quando ci prova un estraneo, cui noi oggi viviamo». nessuno ride, perché - gli si fa Sono tre, secondo Perniola, le Trasgressioni e divertimenti che accomunano tanti linguaggi: anche quelli delle scritte murali notare - «le barzellette bisogna cose che maggiormente colpi- saperle raccontare»... [Al.C.] «Io Battiato, tu Battiati, egli Battiata... » ALDO NOVE O UN RICORDO. È dei zone etimologica di partecipe dello «idioletto» il sottolinguaggio tempi del liceo. Nelle (sempre con radi- stesso meccanismo e la porzione di un linguaggio H conversazioni tra stu- ce il nome del mu- con cui, nel lin- ad uso di un gruppo specifico. denti e più ancora tra studenti sicista siciliano) guaggio delle scrit- L’idea di idioletto lascia però e professori prese piede, per delle declinazioni te murali, l’espa- supporre la presenza di un co- alcuni giorni, uno strano feno- greche e latine. sperazione delle dice normativo e comunque meno linguistico. Dilagò e La cosa, spasso- varianti a partire di un apparato linguistico vero sparì, nello spazio di un mese. sissima, ebbe fine 20CUL01AF02 dal messaggio base e proprio. In questi casi succe- Una sorta di virus del linguag- quando al «virus» «T.V.T.B.» («Ti vo- de qualcosa di diverso. Il gu- Ogni gio. A brani del discorso si so- semantico si sosti- 1.67 glio tanto bene») sto dell’effrazione (e il biso- stituiva, con contagio enfati- tuirono, piano pia- 7.50 ha portato allo svi- gno di sfogo) portano invece lunedì co, immediato e goliardico, il no, sue variazioni luppo di una cate- alla forzatura di componenti termine «Battiato». Imbasten- «di contenuto» na irrefrenabile, e (scelte praticamente a caso, e due pagine do tra noi conversazioni di (sostituendo, ad sempre più cifrata, successivamente germinate) questo tipo: «Sei stato interro- esempio, la radice di sigle illeggibili del linguaggio comune, scuo- dedicate gato in Battiato?».

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