Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abb. postale "Regime R.O.C." - D.L. 353/2003 (conv. i (conv. 353/2003 D.L. - R.O.C." "Regime postale abb. in Spedizione - S.p.A. Italiane Poste NO/TORINO 1, comma 1, art. 46) n° 4 LA BELLEZZA DELLA MISSIONE pp. 144 - € 15,00 pp. 128 - € 14,00 Dalla conduttrice Le testimonianze di chi del programma Soul ha incontrato Gesù di Tv2000 nell’Asia di oggi in libreria o su SPEDIZIONE GRATUITA TAGLIANDO DI RICHIESTA Compila e spedisci in busta chiusa, affrancando come lettera, a: SERMIS-EMI Editrice Missionaria Italiana - Via Bernini Buri, 99 - 37132 Verona Puoi spedire il tuo ordine anche via mail ([email protected]). Desidero ricevere il seguente volume con spedizione gratuita e pagamento anticipato: «Dove solo l’anima arriva» €15,00 «Dal silenzio una voce» €14,00 Allego la ricevuta di pagamento effettuato tramite: Bollettino postale su CCP n. 11657400 intestato a Servizio Missionario Bonifico Bancario (IBAN IT73 L053 8702 4050 0000 0969 802 – C/C int. a Sermis scrl). Firma _________________________________________ Quanto ordinato verrà inviato a: Cognome Nome Via N. CAP CONS 11-2019 Località Prov. Tel. (CAMPO OBBLIGATORIO) Cod. Fisc. E-mail _______________________________________ Editrice Missionaria Italiana L’offerta è valida solo in Italia fino al 31/01/2020. Con la compilazione del presente coupon acconsento al trattamento dei dati forniti nel SI NO tel. 045.975119 rispetto del Reg. UE 2016/679. Firma _________________________ [email protected] / www.emi.it Ai lettori EDITORIALE di Gigi Anataloni Dubbi el mese di ottobre c’è stato il Sinodo sull’Amazzonia, un avvenimento atteso tra grandi speranze e pesanti critiche sia dentro la Chiesa che nel mondo politico ed economico. Il Sinodo è stato celebrato in un periodo nel quale i segnali d’allarme lanciati dalla natura sono davanti agli occhi di tutti e stanno provocando una vasta mobilitazione, bellissima, Nbenché non priva di dogmatismi, equivoci e manipolazioni. Nessuno è autorizzato a restare neutrale o a fare lo spettatore, è necessario però dar voce ai dubbi e fare emergere interrogativi. Il primo riguarda la prospettiva dalla quale guardiamo il problema. Quando sento Greta all’Onu gri- dare tra le lacrime «avete rubato i miei sogni, la mia infanzia con le vostre vuote parole», penso che è coraggiosa nel suo appello ai grandi - ci voleva -, ma allo stesso tempo rimango perplesso di fronte al suo «my». Lo trovo poco inclusivo, anche se credo che Greta sia ben cosciente di non parlare solo per sé, ma anche per i suoi coetanei nel mondo. Mi sarebbe piaciuto che quel «my» fosse stato piut- tosto un «our». Un «nostri», detto per dare voce ai milioni di ragazzi e ragazze dell’età di Greta che non possono andare a New York, che fanno fatica a fare un pasto al giorno, lavorano nei cunicoli del coltan, frugano nei rifiuti nelle discariche delle grandi città, vedono scuola e vacanze e cure mediche come chimere, sono trafficati e sfruttati in condizioni impossibili con paghe irrisorie, sono costretti a imbracciare armi o annegano nel «nostro» mare. Un mondo di invisibili che quando fanno notizia di- sturbano la nostra pace. Sarebbe bello se fossimo capaci di guardare oltre le nostre mura e smettessimo di ritenerci il centro del mondo. Se soffriamo noi per i disastri ambientali, tanto più sono danneggiati coloro che vivono al di fuori del nostro centro di benessere, dal quale guardiamo con i nostri satelliti i fumi dei fuochi del- l’Amazzonia (ma non solo) senza vedere chi dai quei fuochi fugge o viene bruciato. on ho dubbi invece su quanto sono ripugnanti certe analisi o racconti che enfatizzano i cel- lulari dei migranti o i televisori satellitari nelle baraccopoli e in certi villaggi indigeni, come se fossero il segno qualificante di una vita bella, pacifica e ricca e non invece gli indicatori della disintegrazione di società e gruppi umani a cui è stato impedito di vivere la propria Ncultura e tradizioni, a cui è stata tolta la libertà. È indegno presentare come segno di benessere quel- lo in realtà che è indice di alienazione e disgregazione sociale. Tornando ai dubbi, ne ho molti anche sulle soluzioni proposte per salvare il pianeta. Si parla di ener- gia pulita e si costruiscono enormi wind farm, come quella che occupa 162 km2 nei pressi del Lago Turkana in Kenya, o le grandi dighe per produrre energia pulita sul rio delle Amazzoni o sul fiume Omo in Etiopia, senza tenere conto delle popolazioni che lì vivevano da millenni, costrette a lasciare le loro terre. Pulita per chi allora? Si parla di case a impatto zero, per le quali il legno gioca una parte fondamentale. Ma gran parte di quel legname viene dal disboscamento abusivo di foreste equato- riali. Si vogliono le automobili elettriche, e tutte le industrie del settore si lanciano a produrle. Ma qual è il costo ambientale e umano del coltan e di altri minerali usati per le nuove batterie? Si pro- muove lo stile di vita vegetariano e vegano. Ci si domanda chi paga il prezzo dell’espansione di mo- nocolture (per lo più in paesi del Sud del mondo) per la produzione dei prodotti di base per quelle diete? Si attaccano gli allevatori intensivi di bovini o maiali, ma quanto si fa per ridurre davvero il consumo di carne sulle nostre tavole? Siamo disposti a pagare di più per avere carne da allevamenti che trattino meglio gli animali? E i biocarburanti? Sicuri che la loro produzione che esige grandi mo- nocolture sia davvero amica dell’ambiente? Non parliamo poi del nostro rapporto con le automobili. Se la produzione diminuisce e calano le vendite si parla subito di crisi nazionale. Ma anche, dall’altra parte, vedi la promozione dell’uso della bici. «Bici è bello», vero. Ma certe politiche di fare piste ci- clabili a tutti i costi, anche a quello di causare lunghissime code su strade dove prima il traffico pas- sava sciolto, sono scelte che davvero rispettano l’ambiente? O forzature ideologiche? redo che il rispetto dell’ambiente e delle persone, la pratica di politiche ambientali che ten- gano conto di tutto l’uomo e di ogni uomo, soprattutto di chi è socialmente più debole e marginale, e la condivisione paritaria dei benefici tra ricchi e poveri, siano condizioni indi- spensabili per curare questo giardino che Dio ci ha affidato per il bene di chi lo abita, l’uomo Ce tutte le creature. Il nostro numero di telefono: 011 4400 400 NOVEMBRE 2019 MC 3 SOMMARIO 11 | Novembre 2019 | anno 121 Il numero è stato chiuso in redazione il 14 ottobre 2019. La consegna alle poste di Torino è avvenuta C alendario A RTICOLI prima del 31 ottobre 2019. IN OMAGGIO 10 ETIOPIA IL CALENDARIO 2020 Un lago di plastica MISSIONE È GIOIA di Paola Strocchio A CURA DI GIGI ANATALONI 16 KIRGHIZISTAN KAZAKISTAN Una Chiesa «in Germoglio» di Dalmazia Colombo 10 21 STATI UNITI Trump, il populista che governa con i tweet di Piergiorgio Pescali R UBRICHE 16 03 AI LETTORI 08 CHIESA NEL MONDO 43 ALLAMANO Dubbi a cura di Sergio Frassetto Una Chiesa di Gigi Anataloni 29 COSÌ STA SCRITTO sul Divano 05 DAI LETTORI UNA CHIESA IN USCITA a cura di Sergio Frassetto Cari Missionari 9. In uscita 49 LIBRARSI (lettere a MC) con Filippo Superare i confini di Angelo Fracchia di Chiara Brivio 32 LIBERTÀ RELIGIOSA /42 Pakistan: Una Chiesa piccola ma tenace di Marta Petrosillo 36 COOPERANDO Tutti a «Casa loro» ma quale Casa? di Chiara Giovetti 40 E LA CHIAMANO ECONOMIA Per un Salario dignitoso (nell’era 21 della Disoccupazione) 29 di Francesco Gesualdi In copertina: pescatore sul lago Hawassa in Etiopia (foto di Alessandro Lercara). www.rivistamissioniconsolata.it Gli articoli pubblicati sono responsabilità degli autori e non riflettono necessariamente l’opinione dell’editore. - I dati personali forniti dagli abbonati sono usati solo per le finalità della rivista. Il responsabile del loro trattamento è l’amministratore, cui gli interessati possono rivolgersi per richiederne la verifica o la cancellazione (D. LGS. 196/2003). 4 MC NOVEMBRE 2019 Cari mission@ri DAI LETTORI E DAI MISSIONARI RISPONDE IL DIRETTORE In queste pagine diamo spazio a tutte le lettere, email o messaggi che riceviamo, purché chiaramente firmati. 100 ANNI MERAVIGLIOSI! Ordinazioni sacerdotali e pellegrinaggio internazionale a Tosamaganga, 1ª missione IMC in Tanzania Carissimi, quest’anno abbiamo celebrato il centenario della missione del no- stro istituto in Tanzania. Abbiamo molte ragioni per ingraziare. Ordinazioni Anzitutto ringraziamo il Signore per il dono del- Elisa Tentori Foto © l’ordinazione sacerdota- stri confratelli, ma per che d’ora in poi tutti Padre Cyprian Mvanda e le di quattro confratelli tutti i figli e le figlie con- dobbiamo chiamare i il superiore regionale, tanzaniani proprio sacrati a Dio di questa nuovi sacerdoti «padri», padre Erasto Mgalama, durante questo anno diocesi e delle altre dio- perché dovranno pren- hanno raccontato nel giubilare. cesi in Tanzania. dersi cura della famiglia dettaglio i primi passi Prima l’ordinazione dei Nella messa di ordina- formata dai figli di Dio. compiuti dai primi mis- diaconi Tito Kimario e zione, durante l’omelia, sionari agli albori della Emanuel Temu della il vescovo di Iringa, Il pellegrinaggio missione in Tanzania. I diocesi di Moshi, e poi mons. Tarcisius Ngale- Il giorno seguente, il 23 giovani europei hanno a- quella di altri due, i dia- lekomtwa, ha insistito agosto, tutti i gruppi dei vuto l’opportunità di co- coni Isack Mdindile e sul fatto che i nuovi ordi- giovani provenienti dai noscere i bambini, gio- Richard Lusaluwa della nati debbano vivere la vari centri Imc dell’Eu- care, ballare e cantare diocesi di Iringa (foto loro vocazione con coe- ropa si sono radunati al con loro, trascorrendo sotto).
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