La Sonnambula Fondazione Ravenna Manifestazioni Comune Di Ravenna Ministero Dei Beni E Delle Attività Culturali E Del Turismo Regione Emilia Romagna

La Sonnambula Fondazione Ravenna Manifestazioni Comune Di Ravenna Ministero Dei Beni E Delle Attività Culturali E Del Turismo Regione Emilia Romagna

opera Stagione teatrale 2014-2015 TEATRO DANTE ALIGHIERI Vincenzo Bellini La sonnambula Fondazione Ravenna Manifestazioni Comune di Ravenna Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Regione Emilia Romagna Teatro di Tradizione Dante Alighieri Stagione d’Opera e Danza 2014-2015 La sonnambula melodramma in due atti libretto di Felice Romani musica di Vincenzo Bellini Teatro Alighieri 27, 29 marzo con il contributo di partner Sommario La locandina ................................................................ pag. 5 Il libretto ....................................................................... pag. 6 Il soggetto .................................................................... pag. 25 Coordinamento editoriale La bella Amina, orfana e sonnambula Cristina Ghirardini di Giulia Vannoni ...................................................... pag. 27 GraficaUfficio Edizioni Fondazione Ravenna Manifestazioni Al di là dell’idillio Si ringrazia il Teatro Comunale Mario di Giulia Vannoni ...................................................... pag. 33 Del Monaco di Treviso per aver concesso il materiale editoriale. Note di regia Le foto di scena sono relative alla di Alessandro Londei ............................................ pag. 39 rappresentazione allestita al Teatro Comunale Mario Del Monaco di Treviso dal 29 settembre al 5 ottobre 2014. Alessandro Sanquirico, © Foto Piccinni Treviso primo scenografo della Sonnambula A p. 25, La Sonnambula del Signor Bellini, di Alessandro Londei ............................................. pag. 45 frontespizio di spartito manoscritto (tratto da: Alfredo Colombani, L’opera italiana nel I protagonisti ............................................................. pag. 47 xix secolo, Milano, Tipografia del Corriere della Sera, 1900). Alle pp. 27, 33, 39, 45, scene di Alessandro Sanquirico per La sonnambula. A p. 47, Giuditta Pasta e Giovanni Battista Rubini nella Sonnambula, litografia colorata (Milano, Museo Teatrale alla Scala). L’editore si rende disponibile per gli eventuali aventi diritto sul materiale utilizzato. Stampa Edizioni Moderna, Ravenna La sonnambula melodramma in due atti libretto di Felice Romani musica di Vincenzo Bellini Edizioni Kalmus personaggi e interpreti Il conte Rodolfo Andreas Gies Teresa Chiara Brunello Amina Gladys Rossi Elvino Jesús León Lisa Daniela Cappiello Alessio Paolo Bergo Un notaro Marco Gaspari direttore Francesco Ommassini regia Alessandro Londei scene Alessandro Sanquirico riproduzione dell’allestimento del 1831 supervisione costumi Veronica Pattuelli disegno luci Roberto Gritti Orchestra Regionale Filarmonia Veneta Coro Lirico Amadeus maestro del coro Giuliano Fracasso direttore di palcoscenico Federico Brunello maestri collaboratori Gianni Cappelletto, Gerardo Felisatti maestro alle luci Giulia Beraldo assistente alla regia Tommaso Franchin maestro ai sopratitoli Alessandro Argentini scene Scenografie Sormani Cardaropoli srl - Milano costumi Sartoria Teatrale Arrigo srl - Milano parrucche Mario Audello - Torino calzature Calzature Epoca srl - Milano; attrezzeria E. Rancati srl - Milano responsabile tecnico Roberto Gritti; datore luci Andrea Gritti; elettricista Davide Daniotti; capo squadra macchinisti Pierpaolo Minuto; macchinisti Massimo Borsato, Ivan Calza, Senise Castronuovo; attrezzista Valeria La Torre; capo sarta Nives Annibal; aiuti sarta Martina Donadel, Liri Trevisanello; capo parrucchiera “Susy” Donatella Zancanaro; aiuto parrucchiera Maria Giovanna Almi; truccatori Riccardo De Agostini, Monica Salomoni; comparse Matteo Ferrari, Filippo Fossa, Fabio Ros produzione Teatro Comunale Mario Del Monaco di Treviso, Teatro Comunale di Ferrara, Teatro Alighieri di Ravenna 5 ATTO PRIMO Scena seconda La sonnambula Villaggio. In fondo al teatro si scorge il mulino di Teresa: un torrente ne fa girare la ruota. Alessio melodramma in due atti Viva Amina! Viva ancor! libretto di Felice Romani tratto dal ballet-pantomime La Somnambule ou L’arrivée d’un Scena prima nouveau seigneur di Eugène Scribe All’alzarsi del sipario odonsi da lungi suoni Lisa pastorali e voci lontane che gridano: Viva Amina! (indispettita) musica di Vincenzo Bellini sono gli abitanti del villaggio che vengono a (Anch’esso! Oh dispetto!) festeggiare gli sponsali di lei. prima rappresentazione: Milano, Teatro Carcano, 6 marzo 1831 Alessio Coro Qui schierati… più d’appresso… (interno) PERSONAGGI Viva! viva Amina! Lisa La la la… (Ah! la rabbia mi divora!…) Il Conte Rodolfo, signore del villaggio basso Evviva Amina! Teresa, molinara mezzosoprano Evviva ancor! Alessio e Coro Amina, orfanella raccolta da Teresa soprano Ah! La canzone preparata (Esce Lisa dall’Osteria, indi Alessio dai colli.) intuonar di qui si può. Elvino, ricco possidente del villaggio tenore Lisa, ostessa amante di Elvino soprano Lisa Lisa Alessio, contadino amante di Lisa basso Tutto è gioia, tutto è festa… (Ogni speme è a me troncata: Un notaro tenore Sol per me non v’ha contento, la rivale trionfò.) e per colmo di tormento son costretta a simular. Alessio e Coro O beltade a me funesta, In Elvezia non v’ha rosa Contadini e contadine. che m’involi il mio tesoro, fresca e cara al par d’Amina: mentre io soffro, mentre moro, è una stella mattutina, Luogo dell’azione: un villaggio della Svizzera. pur ti deggio accarezzar! tutta luce, tutta amor. Epoca: indefinita. Ma pudica, ma ritrosa, Alessio quanto è vaga, quanto è bella: Lisa! Lisa!… è innocente tortorella, è l’emblema del candor. Lisa (per partire) Lisa Oh l’importuno! (Ah! per me sì lieti canti (Scendono dalle colline villani e villanelle, destinati un dì credei: tutti vestiti da festa, con strumenti villerecci e crudo amor, che sian per lei canestri di fiori. Giungono al piano.) non ho cor di sopportar.) Alessio Alessio Ah! tu mi fuggi!… (avvicinandosi a Lisa) (Lisa mia, sì lieti canti Lisa risuonar potran per noi, Fuggo ognuno. se pietosa alfin tu vuoi dare ascolto al mio pregar.) Alessio Ah! non sempre, o bricconcella, Coro fuggirai da me così. Viva ancor! Ah… Per te pure, o Lisa bella, Te felice e avventurato giungerà di nozze il dì. più d’un prence e d’un sovrano, (Durante il colloquio di Lisa e di Alessio, i suoni si bel garzon, che la sua mano Le parti di testo in grigio sono state omesse nel presente allestimento. sono fatti più vicini, e più forti le acclamazioni.) sei pur giunto a meritar. 7 Tal tesoro amor t’ha dato Teresa e Coro Scena quarta ogni bene di cui son possessore. di bellezza e di virtude Di tua sorte avventurosa Il Notaro e detti. che quant’oro il mondo chiude, teco esulta il cor materno: Notaro che niun re potria comprar. non potea favor superno Amina E Amina?… riserbarlo a ugual piacer. Il Notaro? Ed Elvino non è presente ancor? Amina Scena terza Alessio Il cor soltanto. Amina, Teresa e detti. Io più di tutti, o Amina, Notaro teco mi rallegro. Io preparai la festa, Di pochi passi Elvino Amina io feci la canzone; io radunai io lo precedo; in capo al bosco Ah! tutto è il core! Care compagne, e voi, de’ vicini villaggi i suonatori. io lo mirai da lungi. (Mentre la madre sottoscrive, e con essa i teneri amici, che alla gioia mia testimoni, Elvino presenta l’anello ad Amina.) tanta parte prendete, oh come dolci Amina Coro Prendi: l’anel ti dono scendon d’Amina al core E grata a’ tuoi favori, Eccolo. che un dì recava all’ara i canti che v’inspira il vostro amore! buon Alessio, son io. l’alma beata e cara Fra poco io spero Amina che arride al nostro amor. Coro ricambiarteli tutti, allor che sposo Caro Elvino! alfin tu giungi. Sacro ti sia tal dono Vivi felice! è questo tu di Lisa sarai, se, come è voce, come fu sacro a lei; il comun voto, o Amina. essa a farti felice ha il cor disposto. sia de’ tuoi voti e miei Scena quinta fido custode ognor. Amina Alessio Elvino e detti. A te, diletta, La senti, o Lisa? Coro tenera madre, che a sì lieto giorno Elvino Scritti nel ciel già sono, me orfanella serbasti, a te favelli Lisa Perdona, o mia diletta, come nel vostro cor. questo, dal cor più che dal ciglio espresso, No, non sarà sì tosto. il breve indugio. In questo dì solenne dolce pianto di gioia, e quest’amplesso. ad implorar ne andai sui nostri nodi Elvino (con tenero accento) Alessio d’un angelo il favor: prostrato al marmo Sposi or noi siamo. Compagne… teneri amici… Sei pur crudele! dell’estinta mia madre! oh! benedici Ah! madre… ah! qual gioia! la mia sposa! le dissi. Ella possiede Amina Come per me sereno Teresa tutte le tue virtudi; ella felice Sposi!… oggi rinacque il dì! E perché mai? renda il tuo figlio qual rendesti il padre. Oh! tenera parola! Come il terren fiorì Ah! lo spero, ben mio, m’udì la madre. più bello e ameno! Lisa Elvino Mai di più lieto aspetto L’ignori? Amina Cara! nel sen ti posi natura non brillò; Schiva son io d’amori; Oh! fausto augurio! (Le dà un mazzetto.) amor la colorò mia libertà mi piace. questa gentil viola. del mio diletto. Tutti Amina È van Amina Coro Ah! tu non sai Esso non fia. Puro, innocente fiore! Sempre, o felice Amina, quanta felicità riposta sia sempre per te così in un tenero amor. Elvino Elvino infiori il cielo i dì Siate voi tutti, o amici, Ei mi rammenti a te. che ti destina… Lisa al contratto presenti. Sovente amore (Il Notaro si dispone a stendere il contratto.) Amina Amina ha soave principio e fine amaro. Ah! non ne ha d’uopo il core. (abbraccia Teresa, e prendendole una mano, se Notaro l’avvicina al core) Teresa Elvin, che rechi Amina ed Elvino Sovra il sen la man mi posa, Vedi l’ipocrisia! alla tua sposa in dono? Caro ! Dal dì che univa palpitar, balzar lo senti: Cara egli è il cor che i suoi contenti Coro Elvino i nostri cori un Dio, non ha forza a sostener. Viene il Notaro. I miei poderi, con te rimase il mio, la mia casa, il mio nome, il tuo con me restò. 8 9 Amina Scena sesta quando mai costui vi fu?) Teresa Ah! vorrei trovar parole Rodolfo e due postiglioni. Ed un figlio egli avea; ma dal castello a spiegar com’io t’adoro! Rodolfo sparve il giovane un dì, né più novella Ma la voce, o mio tesoro, Rodolfo Ma fra voi, se non m’inganno, n’ebbe l’afflitto padre.

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