BUSCEMI: IL CASTELLO DEI CONTI Gli Interessi Ed Altre Le Motivazioni E Gli Obiettivi Della Ri- VENTIMIGLIA TRA STORIA Cerca

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BUSCEMI: IL CASTELLO DEI CONTI gli interessi ed altre le motivazioni e gli obiettivi della ri- VENTIMIGLIA TRA STORIA cerca. ED ARCHEOLOGIA Del castello fornisce viceversa una moderna descrizio- ne l’autore della voce Buscemi in Dizionario illustrato dei di Comuni Siciliani pubblicato nel 1907, questi infatti si pre- occupò di raccogliere informazioni che oggi rivestono gran- SALVATORE DISTEFANO de importanza, le notizie probabilmente accompagnate da uno schizzo furono fornite dal prof. Salvatore Gissara e dal Prof. G.B. Mallo. INTRODUZIONE Da questa descrizione, a cui si aggiungono recenti sco- perte archeologiche, si intende ripartire alla scoperta del ca- Di recente il Centro Regionale per l’Inventario, la Catalo- stello di Buscemi oggi ancora un rudere come due secoli fa. gazione e la Documentazione dei Beni Culturali ed Ambienta- V. Amico (AMICO 1855), illustre topografo e storico delle li ha pubblicato una pregevole guida dei Castelli Siciliani (MAU- cose di Sicilia, così lo descrive nel 1856: «…sorgeva un RICI 2001), ma come spesso accade in tutte le opere generali il tempo in un luogo elevato la chiesa madre dedicata a S. contributo che esse possono fornire alla conoscenza della cul- Nicolò Vescovo, fu consacrata nel 1215, cadde durante il tura materiale (SCUTO 1990) è limitato. terremoto…il colle è detto Monte…c’erano nel castello due Ora, anche se è evidente, che su tali testimonianze gli au- munitissime torri, l’ingresso era ad oriente ed occaso in tori non erano chiamati ad argomentare, molti hanno sentito la corrispondenza con le torri e le case degli abitanti a tra- necessità di fornire qualche indicazione bibliografica in più, montana»; da queste casupole, ricavate parzialmente nella consapevoli che una tale informazione può contribuire alla tu- roccia ed ancora abitate nel 1856, provengono alcuni reper- tela del sito e all’elaborazione di ulteriori ricerche. ti ceramici (DISTEFANO 1988a) che ebbi modo di illustrare I castelli del Val di Noto e specificatamente quelli del- nel 1988 e un frammento di statuetta raffigurante la Beata l’altopiano acrense rivestono a tale proposito un interesse Vergine (DISTEFANO 1988b) nell’atto liturgico della preghie- non indifferente (DI STEFANO 1991); le comunità arabe e ra. normanne che si insediarono attorno all’antica Noto, come Delle due torri e delle due porte citate dall’Amico oggi già i bizantini, rivelano in quest’area caratteri provinciali poco o niente è visibile, il marchese di Villabianca spesso ancora sconosciuti ma non per questo meno impor- (VILLABIANCA 1757) riferisce tuttavia: «…si veggono intan- tanti (MAURICI 1992). to in quell’altezza le antiche fabbriche, e i frammenti di La scoperta di alcune maioliche nel castello di Bucche- un’antichissima rocca, che prima di detta scossa ivi sorge- ri (DISTEFANO 1997) ci inducono a credere che dai castelli va sul più alto di una scoscesa rupe al presente chiamata della Sicilia sud orientale si potranno in futuro ricavare nuo- Monte, che coronata da munitissime torri dominava tutta ve informazioni sulla cultura materiale, sulla dimore forti- la Terra». ficate, sulle risorse economiche, ma anche sui proprietari Di queste torri che dall’alto dominavano la sottostante della terra e dei castelli. valle dell’Anapo non conosciamo allo stato attuale nulla, Dalla guida di recente edita difficilmente si evince l’ap- certo è che Idrisi nel citare il castello di Buscemi usa il porto che la cultura materiale, può fornire all’indagine sto- tecnicismo qal’a per ricordare il fortellicium di Abù Sàmah, rica, e quanto essa abbia contribuito alla conoscenza, ad un tecnicismo che è noto indica nelle fonti arabe un luogo esempio del castello di Buccheri e di Avola (D’AGATA 1993), forte per natura e non necessariamente un castrum abitato alla storia stessa di Noto Antica (ARCIFA 1985) e di Palazzolo da un regulo e dai suoi villani. medievale (GRIMALDI 1985). Questa citazione consente di datare il castello di I suggerimenti bibliografici dedicati al castello di Buscemi Buscemi prima del 1154, il principe Idris pubblicò infatti il (Siracusa) di sicuro aiutano chi intende approfondire que- suo Kitàb Rugiàr proprio nello stesso anno in cui morì Rug- st’aspetto dell’indagine storica e certamente lo indirizzano gero II, suo protettore ed estimatore; le ricerche per la ste- verso un percorso conoscitivo che l’archeologo non può che sura del Nuzhat al-mushtàq fi ikhtiràq al-afàq, altro titolo preferire; alla documentazione d’archivio, alle fonti bisogna con cui è nota la Geografia di Edrisi, ebbero però inizio nel però associare un’adeguata indagine archeologica e mancan- 1138, in quell’anno il geografo ricevette infatti ufficialmente do questa per il castello di Buscemi abbiamo creduto utile l’incarico di raccogliere notizie per la compilazione di una raccogliere alcune testimonianze della cultura materiale per carta topografica che completata fu incisa su una grande sottoporle all’attenzione degli studiosi. lastra di argento del peso di 150 kg (RUBINACCI 1970). Il castello di Buscemi come il castello di Buccheri, ri- IL FORTELLICIUM BUXEMAE ATTRAVERSO LE FON- costruito sui ruderi di un fortino musulmano da Riccardo TI ANTICHE E MODERNE Montalto dopo il 1313 (DE SPUCCHES 1924), preesisteva alla conquista normanna, ma mentre il castello di Buccheri, eret- Il castello di Buscemi, oggi romantico ammasso di ru- to probabilmente tra il 1089 e il 1093, viene per la prima deri, giace sulla sommità di un alto colle denominato Mon- volta citato nel 1271 in occasione della concessione del te, di questo l’indagine moderna allo stato attuale delle ri- «castrum ad meditatem a Bertrand de Barras e a Philippe cerche poco o niente ha aggiunto a quanto già non si sapes- de Reillane» (CATALIOTO 1992) non divenne mai una fortez- se in passato; a F. Maurici, insigne studioso del nostro me- za e fu abbandonato prima del 1138, il castello di Buscemi dioevo, si deve tuttavia il merito di aver attirato l’attenzio- viene espressamente citato da Idrisi, il che consente di sta- ne degli specialisti sul monumento compilando un’accura- bilire che al tempo di Ruggero II il fortilizio di Abu Sàmah ta scheda nel 1992 (MAURICI 1992). era agibile, mentre quello di Buccheri si era ridotto ad un La ricerca condotta dal Maurici, com’è evidente, non rudere. aveva anche in quel caso lo scopo di esaminare i ruderi del A ciò bisogna aggiungere che nella descrizione di Idri- castello né quello di studiare eventuali reperti di superfice, si si legge che il castello di Buscemi «giace in mezzo a’ ma piuttosto quello di raccogliere documenti attendibili e boschi»; assai esteso era infatti il querceto che copriva le utili alla ricostruzione storica del fortilizio, per la prima volta vette attorno a monte Lauro e che Idrisi chiama Al Binit citato dal geografo Idrisi (AMARI 1880). (AMARI 1880); all’interno di questo bosco, annidato dentro Del castello, nonostante la conoscenza diretta dei luo- una ridente e lussureggiante valletta, ai piedi del monte su ghi, non si rinviene sommaria descrizione nelle monografie cui ancora insistono i ruderi del castello di Buscemi, si svi- di R. Acquaviva (ACQUAVIVA 1988) e di L. Messina Turribio luppò progressivamente un villaggio rupestre assi simile a (MESSINA TURRIBIO 1995); anche in questo caso altri erano quello di Cava Saranna (ARCIFA 2001). 496 La contrada in cui esso si annidò, oggi detta Val di Pietra, zio e pur essendo un nobile locale tutelare gli interessi di un conserva delle sporadiche frequentazioni anteriori un piccolo più grande feudatario a cui di fatto apparteneva il castrum e oratorio rupestre, noto per alcuni brandelli pittorici raffiguran- i suoi villani. ti forse un santo e una madonna; con l’arrivo dei Normanni il Con la venuta in Sicilia di Carlo I d’Angiò il castrum piccolo villaggio di Buxemae accolse la popolazione rurale del Bussenie finì nelle mani dell’ammiraglio nizzardo circondario, costretta ad abbandonare alcune borgate che l’Or- Guillaume de Olivier e del genero Jean Riquier per poi pas- si datò ad epoca tardo antica e bizantina, e precisamente il sare al figlio di Guillaume, Jacques de Olivier che lo man- villaggio prossimo alla chiesa rupestre di San Giorgio, il bor- tenne sino alla rivolta del 1268 (CATALIOTO 1992) go vicino al santuario dedicato a un locale San Pietro e l’ano- Il castello, concesso a Matteo de Calvello da Federico II nimo abitato di colle S. Nicolò (ORSI 1899). nel 1229 (MAURICI 2001) poco dopo lo scoppio della guerra Il castrum ed il fortellicium furono quindi concessi ad del Vespro (DE SPUCCHES 1924), passò per volere di Carlo lo un tale Paganus de Bussema miles; di questo feudatario ci- Zoppo a Napoleone Cattaneo (RUNCIMAN 1958) che invero tato in un diploma datato orientativamente al 1145 si cono- non ne entrò mai in possesso; negli anni turbolenti della guerra sce assai poco, tuttavia dalla citazione si ricava che il topo- angioina gli abitanti di Buscemi furono richiamati al dovere nimo già mutato in Bussema indusse in errore sia il Fazello dal re Pietro che ingiunse loro di spedire il fodro previsto e di che l’Arezzo, questi infatti poggiando la loro ricerca su presentarsi al campo di Randazzo come stabilito, ma essen- quelle poche notizie antiche che avevano potuto raccoglie- dosi questi rifiutati come gli abitanti di Bukerij, Ferule, re stabilirono che l’abitato era recentis nominis & recens Palacioli, Nothi, Abole, Surtini etc. mandò per sollecitarli oppidam. Matteo de Columpnisio (RAGONA 1985). Numerosi erano invece le trasformazioni che il toponi- Il fortellicium intorno alla metà del XIV sec. viene in- mo aveva subito dal momento della fondazione del fortino in fatti per la prima volta distinto dal castrum, in cui già da epoca islamica, la rocca inizialmente detta qal’at Abu Samah tempo viveva una consistente comunità di villani ed arti- fu infatti prima denominata Abu Xamah, poi Abuxama e da giani (LIBRINO 1928), e come tale viene citato in un docu- alcuni corrotto in Abisama, quindi latinizzato dalla cancelle- mento del 1335, in esso si legge distintamente in territorio ria di Ruggero II in Buxemma /Bussema.

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