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Dipartimento di Filosofia, Storia e Beni culturali Facoltà di Lettere e Filosofia Scuola di Dottorato in Studi Umanistici. Discipline filosofiche, storiche e dei beni culturali. XXIV ciclo Tesi di Dottorato INSEDIAMENTI E PAESAGGI IN VAL DI NON (TN) TRA ETÀ TARDOANTICA E TARDO MEDIOEVO. NUOVI APPROCCI ALLO STUDIO DEL PAESAGGIO RURALE D’AMBITO MONTANO. Tutors: Dott.ssa Elisa Possenti, Prof. Giuseppe Albertoni Dottorando: Katia Lenzi Anno Accademico 2010-2011 ! "! ! #! ! $! Alla mia famiglia e ad Antonio ! %! Ringraziamenti Voglio ringraziare tutti coloro, che in questi anni, mi sono stati vicini e mi hanno supportato. Un ringraziamento speciale va alla mia famiglia e ad Antonio per l’aiuto, la comprensione e il sostegno e a tutti i miei amici, per la loro vicinanza. Ricordo con particolare affetto i miei colleghi di dottorato e compagni di avventura, Anna, Giorgio, Francesco, Paolo e Serena e le mie amiche di sempre Alessandra e Costanza, per il costante e proficuo scambio di idee. Inoltre, un ringraziamento specialissimo a tutti coloro con cui ho avuto la possibilità di collaborare nell’ambito della ricerca di dottorato e del progetto Apsat: i docenti e lo staff della Scuola di Dottorato e del Dipartimento di Filosofia, Storia e Beni Culturali dell’Università di Trento, in particolare la Dott.ssa Elisa Possenti e il Prof. Giuseppe Albertoni per la supervisione alla mia ricerca di dottorato, la direzione scientifica, i supervisori e i collaboratori del progetto Apsat, le Soprintendenze per i Beni librari archivistici e archeologici e per i Beni architettonici della Provincia Autonoma di Trento. Last but not least: grazie a Kristof Kovacs e al Prof. Klaus Hanke (Institut für Grundlagen der Bauingenieurwissenschaften. Arbeitsbereich für Vermessung und Geoinformation, Universität Innsbruck) e al Prof. Harald Stadler (Instituts für Archäologien Fachbereich Ur- und Frühgeschichte sowie Mittelalter- und Neuzeitarchäologie, Universität Innsbruck) per il loro supporto alla mia attività di ricerca presso l’Università di Innsbruck. ! &! Indice 1 Introduzione 9 2 Il territorio 13 2.1 Inquadramento geografico e geo-morfologico dell’area d’indagine 13 2.2 Centri abitati e viabilità odierni 15! 2.3 Fonti disponibili 19! 3 Metodologia di ricerca 71 3.1 WebGis 71 3.2 Aerofotointerpretazione 74! 3.3 Lidar 75! 3.4 Survey 114 4 Archeologia degli insediamenti 117 4.1 Abitati 120 4.2 Edifici di culto 165! 4.3 Siti fortificati su altura 182! 5 Archeologia del paesaggio 193 5.1 Introduzione 193 5.2 Paesaggi storici della val di Non 211! 5.2.1 Paesaggi agrari 211 5.2.2 Paesaggi dei castelli 230! 5.2.3 Paesaggi della viabilità 251! 5.3 Proprietà fondiaria e sviluppo agrario nell’area campione di Tassullo e 269 Nanno (età medievale-prima età moderna) ! 6 Conclusioni 285! Bibliografia 289 Schede I Schede di sito (SS) II Schede di edificio sacro (SE) XXVII Schede di castello (SC) CXV Schede di paesaggio (SP) CLXXXIX Schede di edificio di Tassullo (SED) CCXIX ! '! ! (! 1 Introduzione. L’oggetto di studio della presente ricerca di dottorato è il territorio. Territorio che conserva le tracce del passato lasciate dall’uomo nella costruzione degli insediamenti e della viabilità, nella trasformazione dell’ambiente circostante e nello sfruttamento delle materie prime. La ricerca qui presentata ha come scopo l’utilizzo di queste tracce per ricostruire le dinamiche di popolamento e lo sviluppo di costruzione del paesaggio antropico tra età tardoromana ed età tardomedievale nella valle di Non, area rurale d’ambito montano del Trentino nord occidentale. Nel periodo considerato la valle ha subito profonde trasformazioni a livello insediativo, economico e sociale, trasformazioni che hanno costituito la base storica della configurazione attuale del territorio. A tale proposito, rimangono ancora attuali dopo quasi trent’anni le parole di Maria Serena Mazzi nel suo contributo Civiltà, cultura o vita materiale? nel numero della rivista “Archeologia Medievale” del 1985. “Se poniamo al centro della storia della cultura materiale l’uomo reale nella sua realtà concreta, dovremmo essere in grado di ricreare i suoi rapporti naturali e fisici, con l’ambiente, con il lavoro, con il proprio corpo; di ricostruire attraverso questa mediazione, i contorni del paesaggio che costituiva la sua dimensione spaziale (dallo spazio ristretto dell’abitazione a quello più ampio del villaggio, della città, del territorio), come i lineamenti delle attività produttive – agricole, artigianali o manifatturiere – le condizioni di lavoro, i consumi e i regimi alimentari, le malattie, i livelli di vita (Mazzi 1985, p. 592). Questa concettualizzazione del territorio antropico è condivisa anche dal progetto Apsat (Studio dell’Ambiente e dei Paesaggi dei siti d’Altura Trentini), in cui il presente studio confluisce. Tale progetto, che appartiene ai ‘Grandi Progetti 2006’ finanziati dalla Provincia Autonoma di Trento per il triennio 2008-2011, coinvolge sei diverse istituzioni (Università degli Studi di Trento, Università degli Studi di Padova, Istituto Universitario di Architettura di Venezia, Museo Castello del Buonconsiglio, Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, Fondazione Bruno Kessler), sotto la direzione scientifica del Prof. Gian Pietro Brogiolo (Università degli Studi di Padova). L’obbiettivo principale del progetto Apsat è costituito dallo studio dei sistemi antropici del territorio trentino, con particolare interesse per le aree d’altura, attraverso un approccio multidisciplinare e attraverso l’impiego di specialisti di discipline diverse, che spaziano dall’archeologia, alla storia, all’architettura, dalla geomorfologia alla paleobotanica, all’antropologia e alla cartografia storica. ! )! L’unità operativa del Dipartimento di Filosofia, Storia e Beni Culturali dell’Università di Trento, guidata dalla Dott.ssa Elisa Possenti e dalla Prof.ssa Annaluisa Pedrotti e di cui fa parte la scrivente, si è occupata dell’indagine storico-archeologica del territorio trentino, in stretta collaborazione con il Dipartimento di Archeologia dell’Università di Padova (direzione: Prof. Gian Pietro Brogiolo) e del Museo Castello del Buonconsiglio. Alla luce di queste premesse, la ricerca di dottorato qui presentata ha considerato il territorio anaune come un laboratorio di sperimentazione. Sperimentazione, che partendo da una base prettamente archeologica, ha cercato di affidarsi anche ad altre discipline, che dell’archeologia sono inseparabili compagne di ricerca. Infatti, a fronte di un patrimonio archeologico abbastanza ricco soprattutto per il periodo pre-protostorico e romano, l’età medievale dispone anche di altri tipi di documentazione, come il dato relativo al costruito e le fonti documentarie. L’analisi delle testimonianze monumentali ha preso in considerazione le manifestazioni più conosciute dell’architettura medievale anaune, chiese e castelli, ma anche edifici abitati ed infrastrutture di alcune aree campione della valle; quest’indagine è accompagnata da un’attenzione particolare alle caratteristiche costruttive e alle informazioni storiche di ogni manufatto, con l’intento di ricostruirne le fasi della costruzione e dell’uso. Il costruito rappresenta sempre il risultato di un intervento umano, che riflette nella costruzione di un edificio o di una struttura esigenze di tipo insediativo, economico o produttivo ma anche di tipo religioso e mentale. Inoltre il dato materiale, archeologico o monumentale che sia, rappresenta un grimaldello per ricostruire la geografia della presenza umana in un determinato territorio. Per la val di Non, come per tutte le aree indagate nel progetto Apsat, le informazioni raccolte sono confluite in un WebGis di schede con relativa cartografia mentre, per alcune particolari categorie di beni (chiese ante 1250 e castelli ante 1500), schede particolarmente dettagliate sono diventate parte di due pubblicazioni relative ai siti fortificati e agli edifici sacri di età medievale del territorio trentino. Parallelamente, la ricerca si è interrogata sulla distribuzione e sulle forme del popolamento dell’area anaune tra età tardoantica e la prima età moderna, con un ulteriore affondo sull’analisi topografica degli insediamenti (distribuzione e interrelazione tra edifici, luoghi di culto, spazi d’uso, percorsi stradali e infrastrutture). Ma queste rappresentano solamente alcune delle linee d’indagine del presente progetto di dottorato e del progetto Apsat, che hanno condiviso un approccio innovativo della disciplina archeologica, tentando di superare la tradizionale visione sitocentrica del territorio e di studiare il paesaggio correlato ai vari siti: quindi i legami del sito con viabilità, particellare, ! *+! luoghi di sfruttamento delle materie prime e aree d’uso (miniere, spazi di pascolo). Un sito infatti non è un oggetto che vaga in uno spazio vuoto. Si è rivelato necessario quindi il costante riferimento ad altri tipi di fonti, da quelle più tradizionali, di tipo archivistico, cartografico e toponomastico, ad altre meno utilizzate, almeno per l’area trentina, come le immagini remote. Una dettagliata analisi di queste fonti ha permesso di riconoscere alcuni tipi di paesaggio propri del territorio anaune (paesaggi dell’agricoltura e della viabilità, paesaggi generati da centri di potere, quali i castelli). Si tratta soprattutto di parcellizzazioni agrarie impostate lungo i tratti viari principali e secondari e attorno agli abitati, rispettando l’adattamento morfologico al territorio. Il supporto del dato archivistico ha fornito alcune chiavi d’interpretazione e di

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