Comunità Montana Valli del Verbano Terra e gente Appunti e storie di lago e di montagna Terra e gente Terra 20 01 - Copertina ok.indd 1 20/11/12 15:59 20 Editore Comunità Montana Valli del Verbano © 2012 Comunità Montana Valli del Verbano Terra e gente Appunti e storie di lago e di montagna 2012 Comunità Montana Valli del Verbano Comitato di Redazione: Francesca Boldrini, Serena Contini, Federico Crimi, Elsa Damia, Ercole Ielmini, Stefania Peregalli, Gianni Pozzi, Emilio Rossi, Simona Zinanni. Coordinamento di Redazione: Serena Contini La rivista è aperta al contributo di tutti. Il Comitato di Redazione si riserva l’accet- tazione dei medesimi. Gli autori si assumono la piena responsabilità dei loro scritti e del materiale fotografi co inviato. Vent’anni di appunti e storie di lago e di montagna sono un patrimo- nio di articoli e ricerche considerevole, nonché una ricorrenza simboli- ca ed importante per la rivista storico letteraria Terra e gente. Questo volume è stato dedicato alla fi gura di Giancarlo Peregalli nell’anno del decennale dalla sua improvvisa morte. Il suo impegno nel campo dell’archivistica ed il suo interesse per la Valcuvia hanno lasciato un segno profondo. Di questo gli siamo grati e per questo lo abbiamo voluto ricordare. Il mio augurio è che Terra e gente possa continuare ad essere un pun- to di riferimento per queste valli. Conoscere persone, episodi, artisti per- mette di comprendere le dinamiche e le evoluzioni del territorio. Solo con una profonda consapevolezza del nostro passato possiamo guarda- re al futuro con progettualità e determinazione, nonostante l’incertezza che caratterizza questi anni. Non è facile in questo momento di crisi e tagli agli enti pubblici tro- vare le risorse per investire nella cultura. Il mio personale impegno in qualità di amministratore locale è – come sempre – cercare di intercet- tare fi nanziamenti e di riuscire, nonostante tutto, a mantenere tutte le iniziative in questo campo. Infi ne i miei ringraziamenti vanno al Comitato di Redazione, agli au- tori dei saggi pubblicati e ai cittadini che leggono, conservano e amano questa preziosa pubblicazione; anche il loro interesse contribuisce a mantenere vivo il lavoro di chi approfondisce lo studio del territorio e di chi si adopera per divulgarne la conoscenza, come la Comunità Monta- na Valli del Verbano. Dott. Marco Magrini Presidente Comunità Montana Valli del Verbano Premessa Una meridiana in copertina. Simbolo emblematico del tempo che scorre. Tempus fugit… Il tempo non ha fi sicità, è qualcosa che ciascuno sente scorrere den- tro e fuori di sé come un entità soggettiva. Come sostiene S. Agostino «è inesatto dire che i tempi sono tre: passato, presente e futuro. Forse sarebbe esatto dire che i tempi sono tre: presente del passato, presente del presente, presente del futuro. Queste tre specie di tempi esistono in qualche modo nell’animo e non le vedo altrove: il presente del passato è la memoria, il presente del presente la visione, il presente del futuro l’attesa». Ed il tempo per qualcuno può essere cadenzato anche dall’ap- parire di volumi fatti di pagine, di inchiostri e soprattutto d’idee. Questo è il ventesimo numero della rivista Terra e gente che iniziò la sua vita editoriale nel lontano 1993. Quando l’allora Comunità Monta- na della Valcuvia decise di investire sulla cultura del territorio si pensò alla realizzazione di una rivista annuale, auspicando profi cue collabo- razioni per una ininterrotta serie di numeri. In un articolo apparso – qui di seguito riprodotto in versione originale – in un periodico allora edito dall’Ente si annunciava questa importante scelta culturale evidenziandone le fi nalità e le speranze: «La fi ne del 1993 ci regala la grossa novità di una rivista annuale dedicata ai temi culturali che interessano il territorio della Comunità Montana della Valcuvia. È il primo numero di una serie che ci auguriamo possa essere lunga e particolarmente profi cua per lo sviluppo delle nostre contrade. Già rap- presenta un ottimo risultato poter dare spazio a tanti nostri autori che altrimenti diffi cilmente potrebbero far sentire la propria voce». Questo articolo, non fi rmato, è ascrivibile alla fi rma di Giancarlo Pe- regalli promotore, con alcuni altri studiosi del territorio tra cui la sotto- scritta, di questa rivista. In occasione della pubblicazione del ventesimo numero e del decimo anno dalla sua scomparsa non potevamo non dedicare questo volume alla sua fi gura. È ben nota la sua attività di studioso di storia locale, di archivista, di operatore culturale; ma quello che lo rendeva speciale era la sua passio- ne non comune presente nella vita e nella professione, il suo entusia- smo per la ricerca, il suo amore per questa terra nella consapevolezza della conoscenza. Un amore che ci ha lascito in eredità. I contributi qui pubblicati sono stati illustrati durante la giornata di studi Archivi e storia, tenutosi a Cassano Valcuvia lo scorso 18 novem- bre in onor suo; il volume si apre con una poesia di Gregorio Cerini. Alla fresca pubblicazione del primo anno vennero fatti gli auguri, auguri che io, anche a nome del Comitato di Redazione, dopo tanti nu- meri, tanti contributi, tanti autori, vorrei, di cuore, riproporre. Serena Contini Ul temp Gh’è chii ghe n’ha che cres o mai asee de lamentas de scpes. Tucc g’han ul sò, ti ul tò, mi ul mè pusee de chel tant non ghe n’è. Se pò tegnel de cunt, fal rend o butal via e poo pretend: l’è tut e not, el pasa via el po’ ves maa de cò o legria. L’è fai de tanti cinch menut indua se pò faa de tut, se pò dii uraziun e rusari o tiraa giò sarach in pari. El vaar me ne muneda d’or liber de scpendel me se voor. De nocc el cur m’el vent, S’inn bej i sogn l’om l’è cuntent. Chel che l’è impienil de mi e de ti fan ne richeza di nocc e di dì Lasal mia naa via ‘me rusina al soo el torna indré pu... cunta incoo. Ul temp l’è un gran regal savi l’è l’om che ‘l sa dupral. L’è mai mort, l’è mai trasà se rescta i segn par l’eternità. Gregorio Cerini 11 Terra e gente 12 Robertino Ghiringhelli Ti sento, Giuditta ovvero Piero Chiara e il lago Maggiore l supplemento culturale della domenica del «Sole 24ore» del 14 ottobre 2012 è stato allegato fra i Racconti d’Autore il libro Ti sento, Giuditta Ae altri racconti di Piero Chiara (1913-1986). È indubbiamente, il segno della fama duratura del Luinese e il riconoscimento che la novella, apparsa nel 1969 nella raccolta L’uovo al cianuro e altri racconti(1), ha un signifi cato ben preciso nella produzione letteraria dell’affabulatore della nostra gente. Al riguardo, come leggiamo nell’Invito alla lettura di Chiara di Enrico Ghidetti(2), le storie di Chiara non sono più solo una “lettura piacevole”, ma tasselli ben strutturati di quella dialettica autobiografi a fantasia, letteratura vita nella quale l’uomo ed il suo ambiente si incontrano con lo scrittore e l’ex commerciante Amedeo Brovelli assume le vesti di un tipico rappresentante di quella provincia che, simbioticamente legata al suo vero lago, il Maggiore, sapeva nelle giornate di tramontana “fi utare nell’aria gli aromi dell’esistenza circostante”. Esistenza che era volontariamente o passivamente segnata dal Lago Maggiore di cui Luino era il luogo nel quale il Verbano «passa il confi ne e si riposa nella Svizzera di Ascona e di Locarno»(3). Una terra dunque nella quale le storie (Chiara preferisce il sostantivo sto- ria a quello generico di racconto quasi a sottolinearne la veridicità a futura memoria) di lago si intrecciano con vicende personali e con fi gure talmente paradossali anche nei cognomi da creare un alone di fi ction letteraria, che chi non conosce queste terre attribuisce all’ingegno dello scrittore e alla sua (1) P. CHIARA, L’uovo al cianuro e altre storie, Mondadori, Milano 1969. A dire il vero la prima versione apparve nel 1965 a Milano per i tipi di Vanni Scheiwiller, ma il racconto fu conosciuto dal grande pubblico solo nel 1969, l’anno felix di Chiara. (2) E. GHIDETTI, Invito alla lettura di Chiara, Mursia, Milano 1977. (3) Cfr. P. CHIARA, Mondadori, Milano 1978, p. 115. 13 Terra e gente capacità di trasformare il falso in vero ed il vero in falso. Ma, se guardiamo il paesaggio composito di questi luoghi pieni di lingue di lago, che emergono tra colline dolci e degradanti in valli boschive, verdi e tortuose ove il perdersi per lo straniero è facile, anche per la presenza di dirupi montagnosi e orridi improvvisi, comprendiamo la naturale individualità e la riservatezza delle genti, che, anche se emigrano numerose, rimangono ancorate alla loro tradizione e al loro lago. A dire il vero, nel grande gioco creato con le sue storie (siano racconti o romanzi poco conta) tra fi nzione e realtà, Chiara spesso suole scrivere sia nelle numerose corrispondenze epistolari che nelle sue opere che «i personaggi e i luoghi del presente romanzo [o racconto] sono totalmente immaginari […] Così come sono senza signifi cato geografi co o topografi co i nomi di paesi e di località che vi ricorrono, essendo stati adottati per semplice comodità descritti- va, e semmai per affezione a un paesaggio e a un angolo di mondo limitrofo e complementare a quello dove l’autore medesimo ha aperto gli occhi alla luce e l’animo alle vicende che l’hanno travagliato e lo travagliano»(4). Ma al lettore attento non può sfuggire l’affezione al mondo limitrofo e com- plementare ove si dipana la vita dello scrittore.
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