ITALIA CONTEMPORANEA / COLLANA DELL’ISTITUTO NAZIONALE PER LA STORIA DEL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE IN ITALIA I lettori che desiderano informazioni sui volumi pubblicati dalla casa editrice possono rivolgersi direttamente a: Carocci editore via Sardegna , Roma, telefono ⁄ , fax ⁄ Visitateci sul nostro sito Internet: http://www.carocci.it Lucia Ceci Il vessillo e la croce Colonialismo, missioni cattoliche e islam in Somalia (-) Carocci editore a edizione, novembre © copyright by Carocci editore S.p.A., Roma Realizzazione editoriale: Omnibook, Bari Finito di stampare nel novembre dalla Litografia Varo (Pisa) ISBN ---- Riproduzione vietata ai sensi di legge (art. della legge aprile , n. ) Senza regolare autorizzazione, è vietato riprodurre questo volume anche parzialmente e con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche per uso interno o didattico. Indice Introduzione Fonti d’archivio e abbreviazioni . Iniziativa missionaria e colonialismo italiano nel Benadir (-) .. Antischiavismo, missioni e colonialismo .. L’erezione della prefettura apostolica del Benadir .. Il console e il missionario .. Anticlericalismo «merce d’esportazione»? . Una religione per la patria? Lo scontro (-) .. Nella Somalia inglese .. La “questione padre Leandro” e la commissione d’in- chiesta contro Mercatelli .. Segnali di una nuova stagione: l’ingresso della missio- ne trinitaria nella Somalia italiana . Progetti di «rigenerazione di un popolo semibarba- ro» (-) .. L’istruzione in colonia: scuole cattoliche per la «civil- tà italiana» .. Il prefetto apostolico e il presidio militare .. Un battesimo forzato . Difficoltà di sviluppo della missione e richieste del go- verno italiano (-) .. Difficoltà di sviluppo e disponibilità interessata IL VESSILLO E LA CROCE .. «Non si fa nulla...» .. Missione cattolica e politica del lavoro indigeno . Il lento declino della missione dei trinitari (-) .. Pecorino e maglie di lana .. «O si cambia o si lascia»: la discontinuità attesa .. Tentativi di cambiamento: la chiesa di Mogadiscio e la scuola . Continuità nel governo della colonia e avvento del fa- scismo. Verso la discontinuità? (-) .. Una indifferente constatazione .. De Vecchi e i trinitari: una «nuova era»? Indice dei nomi Introduzione Del resto, o signori, badiamo piuttosto a ciò che fanno le altre nazioni più di noi progredite; le quali, dell’opera del missionario stesso si sono valse, e si valgono, per diffondere la loro civiltà. La Francia imperversa, entro i confini della repub- blica, contro le scuole congregazioniste e, al di là dei mari, protegge le missioni . Con queste parole, pronunziate il marzo in occasione del dibat- tito parlamentare sull’art. del disegno di legge sulle scuole italiane al- l’estero , il deputato Antonio Baslini si faceva portavoce di una convin- zione oramai accreditata all’interno degli ambienti coloniali italiani: a prescindere dai principi che regolavano la politica religiosa perseguita nel paese, nei domini oltremare il governo aveva il dovere di proteggere e sostenere i missionari a tutto vantaggio della conquista coloniale, se- condo una linea additata da altre potenze europee. Il ruolo da assegnare alle missioni nell’espansione coloniale sembra- va insomma finalmente definito, dopo anni trascorsi all’insegna dell’im- provvisazione, lungo una traiettoria oscillante tra indifferenza, spinte an- ticlericali e aperture conciliatoriste, che riflettevano non di rado le linee di pensiero e di azione di chi si trovava in quel momento a governare i territori coloniali. A rendere l’intervento di Baslini emblematico di un insieme di orientamenti maturati nel “fronte interno” del colonialismo italiano stava poi l’allusione alla Francia, laica e anticlericale in metro- poli, ma larga di protezione nei riguardi dei missionari nelle proprie co- lonie. Il rimando alla celebre espressione del capo del governo e mini- stro degli Esteri francese Léon Gambetta, pur non essendo esplicito, era . Camera dei deputati, Atti parlamentari, Legislatura XXIII, Sessione -, Di- scussioni, vol. V, Tipografia della Camera dei deputati, Roma , pp. -, in parti- colare p. Esso precisamente recitava: «Le regie scuole italiane all’estero sono laiche. Negli istituti governativi sono ammessi alunni di ogni nazionalità e religione. Qualora i padri di famiglia lo richiedano, può essere impartito l’insegnamento religioso come corso facolta- tivo gratuito od a pagamento in ore estranee all’orario scolastico» (ivi, p. ). IL VESSILLO E LA CROCE evidente: «L’anticléricalisme n’est pas un article d’exportation» . L’im- pegno coloniale andava insomma affrontato iuxta propria principia, prin- cipi che imponevano di trarre il massimo vantaggio per lo Stato dalla col- laborazione con i missionari, specie, si intende, se e in quanto connazio- nali, se e in quanto portatori di lingua e “civiltà” italiane. L’affermazione, nel , di una necessaria cooperazione tra colonia- lismo e missioni, di cui si faceva deciso assertore Baslini, costituiva il punto di approdo, certo non definitivo, di un dibattito che, a partire dal- le prime avventure coloniali ottocentesche del Regno d’Italia, aveva di tanto in tanto animato i fautori del colonialismo italiano, compresi alcu- ni settori clerico-moderati, tra i cui espliciti auspici vi era quello di rea- lizzare in Italia, come era avvenuto in parte per la Francia, una concilia- zione su base colonialista. I margini di autonomia del governo rispetto alla politica religiosa da adottare in colonia non erano tuttavia illimitati. Due accordi internazio- nali, sottoscritti anche dall’Italia, impegnavano difatti gli Stati coloniali a offrire protezione e sostegno alle missioni, senza distinzione di culto e di nazionalità. L’esigenza di fissare un ordinamento che tutelasse i mis- sionari impegnando le potenze coloniali a garantire loro un’adeguata protezione era nata dalla conflittualità che, soprattutto nella corsa alla conquista dell’Africa, si era non di rado manifestata tra Stati occupanti e soggetti missionari. La resistenza del Belgio a concedere nel Congo pro- tezione agli spiritani francesi nel timore che essi potessero divenire stru- menti delle ambizioni coloniali della madrepatria, la scelta di servirsi, vi- ceversa, dell’English Baptist Missionary Society come partner privilegia- to per l’occupazione e la successiva cacciata dalla regione dei missionari protestanti che avevano condannato le atrocità del regime leopoldiano; l’allontanamento dei cappuccini italiani dal vicariato di Tunisi dopo l’as- segnazione della regione alla Francia o il generale sospetto con cui di- verse potenze coloniali accoglievano i padri bianchi di Charles-Martial Allemand Lavigerie, sovente ritenuti agenti del governo francese, rap- presentano solo alcuni degli episodi più evidenti di come la nazionalità, ancora prima della confessione, dei missionari presenti in Africa potes- se costituire un problema non di poco conto per le potenze occupanti. Questi e altri episodi avevano indotto i quattordici Stati rappresentati . Questo principio della politica religiosa di Léon Gambetta, sottolineato anche dal ministro dell’Istruzione pubblica e dei culti del suo governo, Paul Bert, venne ripreso in Francia in occasione del dibattito relativo all’applicazione alle colonie della legislazione sulla separazione tra Chiesa e Stato del , ed è probabilmente per questa ragione che esso era ben presente, nel , all’on. Baslini. Cfr. a tal proposito il numero monografico dal titolo La loi de et les colonies, in “Outre-mers”, -, . INTRODUZIONE nella conferenza che a Berlino, nel -, aveva discusso il futuro del- l’Africa, a fissare alcuni punti fermi che avrebbero dovuto regolare la po- litica religiosa nei territori coloniali . Nelle trattative, cui prese parte at- tiva la diplomazia vaticana, era emersa una certa divergenza tra chi, co- me gli Stati Uniti, sosteneva la necessità di garantire, anche in colonia, una netta separazione tra Chiesa e Stato, e chi, come l’Italia, l’Austria e la stessa Francia, che occupava un ruolo privilegiato nella protezione delle missioni cattoliche, puntava a valorizzare l’opera dei missionari in funzione dell’occupazione coloniale. La conferenza aveva raggiunto alla fine una soluzione di compromesso, che associava visione liberale e ideo- logia coloniale, entrambe sottese all’art. : Art. Dispositions relatives à la protection des indigènes, des missionaires et de voyageurs, ainsi qu’à la liberté religieuse. Toutes les Puissances exerçant des droits de souveraineté ou une influence dans lesdits territoires s’engagent à veiller à la conservation des populations in- digènes et à l’amélioration de leurs conditions morales et matérielles d’existen- ce et à concourir à la suppression de l’esclavage et surtout de la traite des noirs; elles protégeront et favoriseront, sans distinction de nationalités ni de cultes, toutes les institutions et entreprises religieuses, scientifiques ou charitables créées et organisées à ces fins ou tendant à instruire les indigènes et à leur faire comprendre et apprécier les avantages de la civilisation. Les missionaires chrétiens, les savants, les explorateurs, leurs escortes, avoir et collections seront également l’objet d’une protection spéciale. La liberté de conscience et la tolérance religieuse sont expressément garan- ties aux indigènes comme aux nationaux et aux étrangers. Le libre et public exercice de tous le cultes, le droit d’ériger des édifices religieux et d’organiser des missions appartenant à tous les cultes ne seront soumis à aucune restriction ni entrave
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