Diletta Pavesi “It’s not a question of talent but… time of life”. Il mito della star decaduta in La primavera romana della signora Stone , dal romanzo di Tennessee Williams al film di José intero Introduzione Scrio nel 1949, durante un soggiorno in Italia, e consegnato alle stampe negli Stati Uniti l’anno seguente, La primavera romana della signora Stone (e Roman Spring of Mrs. Stone , 1950) costituisce il primo tentativo di Tennessee illiams di scriura romanzesca 1. Pur non rientrando nel novero dei suoi grandi successi teatrali, la cui fama % stata spesso ampli&cata dal provvidenziale intervento di Hollywood, an*e questo ,reve romanzo di illiams conoscer- un adaamento sul grande s*ermo a circa un decennio di distanza dalla pu,,licazione. .el 1961, lo stimato regista di 0roadway 1os2 3intero far- il suo de,uo dietro la mac*ina da presa con una trasposizione del testo. A interpretare questo malinconico melodramma troviamo due aori del tuo consonanti con l’immaginario del drammaturgo di Colum,us. .ei panni di 6aren Stone, protagonista non*2 personaggio titolare, 7ivien 8eigh riporta immediatamente la memoria alla sua virtuosistica performance come 0lan*e Du0ois nella versione cinematogra&ca di Un tram e si iama desiderio (A Streetcar Named Desire ) direa da Elia 6azan nel 1951. Di nuovo alle prese con il ritrao di una donna di mezza et- prossima alla dissoluzione psi*ica, la star ,ritannica aggiunge col &lm di 3intero un altro volto alla galleria di eroine tormentate *e notoriamente a<ollano la produzione williamsiana. Dopo aver incarnato la pi= terri&cante distruzione del mito della Southern Belle *e lo 1 8’unico altro romanzo di Tennessee illiams sar- Una donna iamata Moise (Moise and the orld of Reason , 1975). Assai pi= corposa, invece, la produzione di racconti ,revi *e, dal 1928 &no al 1981, arriva a contare circa sei raccolte, pi= diverse short stories non antologizzate. Come ha pi= volte soolineato la critica, la ritrosia del drammaturgo nei confronti della struura romanzesca puA spiegarsi col fao *e il principale punto di forza della sua scriura % universalmente identi&cato nell’ideazione del dialogo. An*e .ancy M. Tis*ler, autrice del primo deagliato studio su illiams, non esita a de&nire La primavera romana della signora Stone un’opera dalla struura de,ole, in cui lo scriore americano, tanto a,ile dinnanzi alle esigenze del dramma teatrale, si dimostra sfortunatamente pi= impacciato di fronte a quelle della prosa (cf. Tischler 1961, 178). It"s not a question of talent but% time of life ACD8 EIII (2018) 148-193 s*ermo ricordi, 8eigh si confronta ora con la distruzione del mito di una star teatrale, una signora un tempo ritenuta di grande ,ellezza *e, in maniera non diversa da 0lan*e, perde progressivamente qualsiasi compostezza mentale di fronte al peso degli anni, alla &ne della carriera e alla contemporanea scoperta in lei stessa di un desiderio sessuale a lungo ignorato. A,,andonate le scene e rimasta improvvisamente vedova, la protagonista sceglier- di trasferirsi in Italia. Ma qui, nel suo lussuoso isolamento romano, l’incontro con Paolo, un ,ellissimo gigolA della Capitale, imprimer- al suo destino una svolta tragica e imprevista. In un epilogo altamente am,iguo H dove, come spesso accade in illiams, l’annientamento del personaggio potre,,e coincidere con una paradossale rinascita o con la scoperta di qual*e fondamentale verit- (cf. Iacowar 1977, 87) H la donna sostituir- il suo crudele mantenuto con un altreanto giovane vaga,ondo (1eremy Spenser) raccolto dalla strada. In linea con il romanzo, neppure il &nale del &lm *iarisce quale sar- l’esito di quest’ultima fatale decisione: se la morte H come l’inquietante caraerizzazione dell’anonimo clo*ard potre,,e suggerire H o se, invece, il soprendente inizio di un’esperienza pi= autentica dal punto di vista esistenziale. 0en*2 criticato da molti per il suo &nto accento italiano, giudicato pi= adao a un registro ,rillante *e non drammatico (cf Disher 1999, 48, 56), arren 0eay, nel ruolo dell’aitante Paolo di 8eo, vanta due doti senza du,,io preziose per un adaamento da illiams. Allievo di Stella Adler e gi- passato araverso la guida di un regista sostenitore del Metodo come 6azan per il de,uo in Splendore nell"erba (Splendor in the Grass , 1961), 0eay incarna, all’al,a degli anni Sessanta, il pro&lo dell’astro nascente *e, sull’indimentica,ile esempio di Marlon 0rando, Paul .ewman o 1ames Dean, propone una recitazione nervosa e votata allo scandaglio psicologico. Una recitazione, insomma, ideale per Tennessee illiams, autore *e ha sempre concepito la sua opera (teatrale ma an*e leeraria e poetica) quale espressione di tensioni profondamente intime, di rado assor,ite da un pi= ampio discorso di ordine politico e sociale, almeno non in senso streo. Al contempo, la ,ellezza dell’aore, cosK ,ramata da un personaggio femminile pi= maturo e pi= scial,o in termini di appeal erotico, partecipa di quella tendenza tipica di molte riduzioni williamsiane in cui non la donna ma l’interprete mas*ile diventa il principale perno di arazione, in un ri,altamento della dinamica di sguardo e desiderio propria del cinema classico. .ella trasposizione di Un tram e si iama desiderio , il fascino ,ellicoso di 0rando nei panni di Stanley 6owalsLi e l’arazione famelica *e la scarmigliata 0lan*e nutre nei confronti di giovanissimi mas*i sono un esempio eloquente di tale sovvertimento (cf. Palmer 1997, 221). Pavesi ACD8 EIII (2018) 149-193 Ma a dispeo della presenza di una coppia come quella formata da 7ivien 8eigh e da arren 0eay, perfeamente in grado di lasciarsi avvincere dall’intrico di pulsioni gi- al centro dei precedenti adaamenti da illiams, La primavera romana resta un’opera assai poco commentata. Sem,rere,,e, anzi, traarsi di un &lm espulso dalla memoria colleiva del pu,,lico e della critica. Una condanna all’o,lio, questa, *e costituisce una testimonianza em,lematica di quanto la predilezione di Hollywood per il drammaturgo, lungi dall’essere stata inaltera,ile, a,,ia cominciato a dare segni di stan*ezza gi- nei primi anni Sessanta, dimostrando un’evidente incompati,ilit- fra la poetica dell’artista e il nuovo volto *e il cinema americano andava assumendo. Ma se quella autoriale % la prospeiva *e pi= aiuta a comprendere le ragioni dell’oscurit- in cui il &lm % precipitato, la versione direa da 3intero puA essere oggi considerata an*e alla luce di altri approcci, *e consentono di rivedere la percezione, registata all’epoca, di trovarsi dinnanzi a un’opera di scarso interesse. Storia di una diva americana *e sceglie di riparare in Italia allorquando la sua et- non le permee pi= di esi,irsi in ruoli giovanili, La primavera romana della signora Stone % innanziuto un racconto sul lato oscuro dello show ,usiness e in quanto tale puA essere avvicinato alla nutrita categoria dei cosiddei MHollywood on Hollywood moviesN, quelle pellicole, particolarmente in auge negli anni Cinquanta, in cui l’am,iente del cinema mee in scena se stesso, esplorando sovente le diOcolt- esistenziali della comunit- hollywoodiana. Dra queste so<erenze una delle pi= rappresentate % quella legata alla presunta inconcilia,ilit- fra la posizione mediatica della star e il naturale processo di invec*iamento *e contraddistingue la vita di ogni donna. Digura *e si sorae a facili incasellamenti, la diva decaduta non ha suscitato solo l’interesse di *i si % so<ermato sul caso degli Hollywood on Hollywood movies H interpretandola spesso come personi&cazione degli aspei pi= distur,anti del milieu cinematogra&co (cf. per es. Anderson 1978, 74-308P Ames 1997, 42-51P Pavesi 2018, 137-178) H ma an*e quello di commentatori appartenenti a un campo di indagine dalla formazione relativamente recente come i cosiddei Aging Studies . An*’essi si sono infai lasciati a<ascinare da questo personaggio, capace di evocare questioni mai del tuo risolte come il rapporto tra femminilit- e professione aoriale o tra sessualit- e invec*iamento (cf. per es. 0anner 1992, 27-55P 0rooLs 1999, 232- 247P 0eQman 2003, 153-188P Chivers 2011, 38-57). Al contempo, la diva in declino % una presenza tu’altro *e casuale nella produzione di illiams: oltre a confermare la sua aitudine a esplorare certe traversie dell’esistenza femminile, la Mfallen starN rac*iude in s2 an*e altri interessi dell’autore, come la sua aenzione per il mondo dello speacolo e per i suoi meccanismi pi= deleteri. Il presente contri,uto non intende quindi privilegiare It"s not a question of talent but% time of life ACD8 EIII (2018) 150-193 un solo campo di indagine, ma si preOgge semmai di adoare congiuntamente pi= approcci. Del resto, le evidenti somiglianze *e legano il romanzo di illiams e la sua fedele trasposizione ad alcuni importanti Hollywood on Hollywood movies invitano a servirsi di una metodologia Ressi,ile, capace di meere in luce alternativamente aspei peculiari tanto del rapporto tra il drammaturgo e Hollywood quanto del rapporto tra il personaggio di 6aren Stone e altre &gure di cele,rit- in declino *e popolano il cinema autoriRessivo pi= o meno negli stessi anni. Tornando al disinteresse *e l’omonima pellicola susciter- al momento dell’uscita, potremmo immaginare *e esso sia da imputare soprauo all’accoglienza prevalentamente ostile riservata al romanzo. Ma come gi- accennato, le ragioni *e fanno del &lm di 3intero un’opera in qual*e modo rimossa sono pi= complesse e non soltanto riferi,ili alle altalenanti fortune araverso cui % passata la carriera di illiams. .el loro studio dedicato all’intenso rapporto *e ha legato questo drammaturgo alla mac*ina hollywoodiana, S. 0arton Palmer e illiam So,ert 0ray muovono dall’assunto *e i lavori dello scriore a,,iano giocato un ruolo cruciale nell’evoluzione del cinema americano all’indomani della Seconda guerra mondiale, quando Hollywood, alle prese con un preoccupante calo degli incassi, avre,,e cercato di riportare il pu,,lico nelle sale Mcon la promessa di qualcosa di irresisti,ilmente diversoN (Palmer H 0ray 2009, 27).
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