Dottorato Di Ricerca

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Università degli Studi di Cagliari DOTTORATO DI RICERCA STUDI FILOLOGICI E LETTERARI Ciclo XXVI TRADIZIONE ORALE, LETTERATURA E VIOLENZA NELL'AMAZZONIA PERUVIANA: L'EPOCA DEL “CAUCHO” Settore scientifico disciplinare di afferenza L-LIN/06 – Lingue e Letterature Ispanoamericane Presentata da: Dott. Stefano Pau Coordinatore Dottorato: Prof.ssa Cristina Lavinio Tutor/Relatore: Prof. Riccardo Badini Esame finale anno accademico 2013 – 2014 2 Ringraziamenti Questo lavoro non esisterebbe senza il supporto di persone fondamentali che, a vario titolo, hanno contribuito alla sua redazione. In primo luogo Dino, Laura e Andrea per il sostegno continuo; Riccardo Badini per avermi guidato senza mai pormi dei limiti; gli amici, per esserci sempre e comunque; Paola, Domenico, Manuela e Giorgia per le stimolanti chiacchierate; tutte le persone incontrate nei viaggi in Perù, e in particolare Leonardo, Santiago, Manuel, Gerardo, Mariano, Rubén, Maritza e Juan. 3 4 Indice generale Indice generale...........................................................................................................................5 Introduzione. Una storia di violenza lunga cinquecento anni...............................................9 Capitolo 1 – Profili storici.......................................................................................................16 1.1 – Il periodo coloniale......................................................................................................16 1.2 – Il periodo Repubblicano..............................................................................................24 1.3 – L'epoca del “caucho”...................................................................................................28 1.4 – Dall'epoca del “caucho” ai giorni nostri......................................................................46 1.4.1 La “Ley de la Selva” e il “Baguazo”......................................................................52 1.5 – “Amatska Ritama”: Resistenza Indigena....................................................................55 Capitolo 2 - Oltre la finzione narrativa. Analisi dei documenti..........................................62 2.1 – Carlos Fermín Fitzcarrald............................................................................................62 2.2 – Julio César Arana e i crimini del Putumayo................................................................68 2.2.1 “En el Putumayo y sus afluentes” di Eugène Robuchon........................................73 2.2.2 Le prime denunce: Benjamín Saldaña Roca e Walter Hardenburg.........................81 2.2.3 Roger Casement e il “Libro Azul”..........................................................................88 2.2.4 Riapertura del processo e il dossier del giudice Paredes......................................101 2.2.5 La missione dei consoli e i documenti di difesa dei “caucheros”.........................105 2.2.6 La questione del cannibalismo..............................................................................112 2.2.7 La decadenza della “Peruvian Amazon Company”..............................................115 Capitolo 3 – Letteratura, tradizione orale e violenza: l'epoca del “caucho”...................118 3.1 – Tradizione orale e letteratura nazionale peruviana. Riflessioni preliminari..............118 3.2 – Teoria della violenza..................................................................................................127 3.3 – Intrecci di realtà e letteratura.....................................................................................136 3.3.1 Indigenismo e invisibilizzazione..........................................................................136 3.3.2 Il tema del complotto............................................................................................146 3.3.3 La selva: elemento attivo .....................................................................................155 3.3.4 Civiltà e Barbarie..................................................................................................158 3.4 – Letteratura, tradizione orale e violenza.....................................................................186 3.4.1 Metodologia..........................................................................................................186 3.4.2 Bora, Huitoto e Kukama. Cenni etnografici.........................................................188 3.4.3 Violenza e realtà simboliche alternative...............................................................194 3.4.3.1 Stupro, prostituzione, aborti: “los embarazos con los animales”.............201 5 3.4.3.2 “El tigre negro”: l'immagine indigena dello sfruttamento.......................217 3.4.3.3 “Correrías y enganche”: la versione Huitoto-Murui del reclutamento....234 3.4.4 “Desplazamiento” ed esilio...................................................................................243 3.4.4.1 I canti dell'esilio del popolo Bora.............................................................243 3.4.4.2 “El Búho de Queen Gardens Street”. L'esilio di un giovane huitoto.......250 3.4.5 Lavoro, punizioni e resistenza: “E venne il sabato”.............................................270 3.5 – Occultamento e oblio: “Estanque de ranas” e “El insomnio del perezoso”..............286 3.6 – Continuità con il presente: “La Virgen del Samiria”.................................................292 Conclusioni............................................................................................................................305 Bibliografia............................................................................................................................308 6 7 8 Introduzione. Una storia di violenza lunga cinquecento anni Nella seconda metà degli anni '20, José Carlos Mariátegui scriveva, nella sua lucida analisi del Perù coevo, che: El Perú según la geografía física, se divide en tres regiones: la costa, la sierra y la montaña 1. (…) Y esta división no es sólo física. Trasciende a toda nuestra realidad social y económica. La montaña, sociológica y económicamente, carece aún de significación. (Mariátegui, 1984 [1928]: 204) Al giorno d'oggi sostenere una tale ipotesi risulterebbe fondamentalmente anacronistico ed erroneo: l'Amazzonia esiste e si afferma in diversi campi della società peruviana. Gli esempi a suffragio di tale asserzione potrebbero essere molteplici: nel settore economico, le risorse naturali amazzoniche – prime fra tutte il legname e il petrolio – sono importantissime a livello globale; in ambito culturale si assiste a una lenta ma inesorabile ascesa di alcuni artisti amazzonici (principalmente nelle arti visive) e, a livello politico, è innegabile l'importanza che le organizzazioni indigene hanno assunto sia sul piano nazionale che su quello internazionale2. Il processo di riconoscimento dell'importanza della regione amazzonica e soprattutto dei suoi abitanti non è, tuttavia, completo. Mariátegui, proseguendo nella sua analisi, scriveva che «la montaña, o mejor dicho la floresta, es un dominio colonial del Estado Peruano» (Ibid.) e la situazione attuale, a quasi un secolo di distanza, presenta forti similitudini. Ancora oggi, la visione che si ha di questa immensa regione geografica è prevalentemente una visione distorta ereditata da cinquecento anni di stereotipi, leyendas negras e miti sorti di pari passo con l'esplorazione e l'occupazione del territorio. Le cronache della prima età coloniale mettevano infatti in risalto lo stupore europeo di fronte a una natura straordinaria e sorprendente, a elementi paesaggistici del tutto nuovi o ad animali sconosciuti e talvolta spaventosi. Ciò che mancava in questi testi, o che appariva in 1 Con questo termine Mariátegui si riferisce all'immensa regione amazzonica. 2 A partire dalla fine degli anni '60, le popolazioni indigene – forti anche di alcune leggi che finalmente riconoscevano loro dei diritti fondamentali – si sono organizzate in federazioni che hanno sancito il loro ingresso nella vita politica attiva. Un esempio paradigmatico del loro ruolo è dato dall'azione di AIDESEP (Asociación Interétnica de Desarrollo de la Selva Peruana) che, in circa trent'anni di esistenza, ha portato avanti numerose istanze e rivendicazioni; in anni recentissimi ha svolto un ruolo di primo piano nella lotta iniziata nel 2007 contro i progetti legislativi riuniti sotto il nome di “Ley de la Selva” (volti all'implementazione del Trattato di Libero Commercio con gli Stati Uniti), culminata con le manifestazioni tenutesi nel giugno del 2009 presso la città di Bagua, che si sono concluse con violenti scontri fra forze dell'ordine e manifestanti. A partire da tali avvenimenti, i movimenti politici indigeni e l'Amazzonia nella sua totalità hanno assunto grande rilevanza agli occhi dell'opinione pubblica e delle stesse istituzioni, rafforzando un processo di “emersione” e “visibilizzazione” del mondo indigeno, fino ad allora relegato a ruoli di secondo piano e obliterato dalla vita politico-sociale. 9 misura infinitesimale, era l'elemento umano, relegato a un ruolo di comparsa occasionale e del tutto accidentale (Melis, 2011). Questa colpevole omissione rappresenta l'antefatto della futura discriminazione di quelle persone che invece vivono nell'ambiente amazzonico, e contribuirà alla formazione del mito del “grande vuoto”, un'immagine con la quale si tende tuttora a rappresentare – con un certo sapore esotico – la foresta: un'immensa distesa di vegetazione in cui il rapporto numerico fra animali ed esseri umani

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