Università degli Studi di Milano – Bicocca Dottorato in Scienze Giuridiche Curriculum in Storia del diritto medievale e moderno Le competenze canonistiche di un civilista Usura, questione ebraica e conflitti di giurisdizione nei consilia di Paolo da Castro Bernardo Pieri Matr. 775150 XXVIII Ciclo – a. a. 2014/2015 INDICE INTRODUZIONE 1. «Qui fu Castro». Vita Pauli per verba magistri p. 5 2. Sui consilia . L’occhio della storiografia 21 3. Giustificazione del lavoro e modus operandi 26 CAPITOLO I Duæ potestates, duæ iurisdictiones, duo fora sunt – una aequitas 0. Agli albori dell’ utrumque ius 45 1. La sistemazione bartoliana 50 2. La posizione di Baldo: tra implicite conferme e stravaganze 53 3. Per alteram viam . I diversi interessi di due grandi politologi del Trecento: Oldrado da Ponte e Lorenzo Ridolfi 58 4. Paolo da Castro tra enunciazione di principio e mobilità della prassi 63 5. Un contenuto etico nella solutio dei responsi? 70 6. Il foro ecclesiastico come estrema risorsa a tutela delle miserabiles personae 76 7. Altri intrecci, nuovi contrasti: il caso spinoso delle legittimazioni e una prospettiva rovesciata 82 1 CAPITOLO II L’usura, oʃʃ ia economia e morale son due cognate 1. Storia di una polemica secolare 93 2. L’intervento del legislatore ecclesiastico: l’usura da peccato di cupidigia a peccatum secundum se 104 3. Prima eccezione al divieto: la liceità dell’interesse 109 4. L’idea di ‘capitale’ secondo l’ œconomia francescana 113 5. I primi, impacciati interventi della dottrina civilistica 121 6. Bartolo da Sassoferrato: tra velleità e reticenze 125 7. Intermedio I . L’usura tra gli ebrei, fra divieti ed esercizio 133 8. “Avanti piano”: la posizione di Baldo degli Ubaldi 141 CAPITOLO III Paolo da Castro sull’usura. Proibizioni divine, leciti interessi, ebrei necessarii et salutiferi 1. De usuris, in legendo 1a. I commenti a l. Cunctos populos (C. 1.1.1.) e al Digesto 151 1b. Il commento a C. de usuris (C. 4.32) 161 2. De usuris, in consulendo 165 3. Contratti in fraudem usurarum e questioni statutarie 172 4. Cambiatori ebrei per la salvezza d’anime cristiane 177 5. Un “collegium” familiare: l’inammissibilità delle usure su pegno 180 2 6. Città versus contado, o de conditione hebraeorum 183 7. Intermedio II . I consilia de iudaeis di Giovanni da Imola: un parere diverso 186 8. Dopo Paolo. La disputa tra Angelo da Castro e Alessan- dro Nievo attraverso i consilia 189 CONCLUSIONI 197 FONTI E BIBLIOGRAFIA 205 3 INTRODUZIONE 1. «Qui fu Castro». Vita Pauli per verba magistri V’è un destino di mistero che talvolta avviluppa in una nebbia fitta alcune figure pure notissime della storia, le quali – ben illuminate nell’immagine generale – manten- gono su alcune parti specifiche come delle zone d’ombra che rimangono impenetrabili. Così, nella vita di un uomo tanto illustre presso i suoi contemporanei e dall’importanza storica incontrovertibile qua- le fu il grande giurista laziale Paolo da Castro (1360/62-1441), rimangono alcuni aspetti oscuri che paiono frutto proprio di questo bizzarro destino.1 Non è infatti solo l’ombra in cui Paolo «poco onorevolmente venne relegato» 2 da una storia (soprattutto recente) avida di leggende, di eroi o di campioni che si compiacque d’identificare l’epoca del Castrense solo nei tre colossi trecenteschi del giure (ossia Cino, Bartolo e Baldo), lasciando Paolo in una posizione più defilata della ribalta. Defilata, non però buia né eccessivamente trascura- ta ché, se Paolo da Castro non è divenuto una gloria come i 1 D’altronde comune a numerosi giuristi di quell’epoca, dei quali si conserva l’opera per intero o quasi, ma sappiamo pochissimo sulla vita: così, ad esempio, per Antonio da Budrio, Pietro d’Ancarano o Matteo Mattesilani. 2 Niccolò DEL RE, Sei consigli inediti di Paolo di Castro nei codici vaticani latini 8068, 8069, 11605 e urbinate latino 1132 , Tipografia regionale, Roma 1945, p. 9. 5 suoi tre predecessori e – retrocedendo da Baldo a Cino, suoi maestri in linea retta – è stato però dalla storia onorato e riconosciuto pienamente per la sua centralità nel divenire della disciplina. Seppure, poi, la storia abbia omesso di in- dagarne l’opera a fondo nello specifico dei testi, la luce con cui essa illuminò questa integerrima figura di giurista non fu mai fioca. D’altronde, Paolo da Castro fu giurista stimatissimo in vita e venne considerato già dagli immediati successori come uno dei massimi giuristi dell’epoca. 3 Ne è testimo- nianza anche il fatto che le opere del maestro laziale ave- vano già avuto vasta circolazione manoscritte e furono tra le prime a godere il privilegio della stampa, poco tempo do- po che questo nuovo, rivoluzionario medium era stato messo a punto, quindici anni soli dopo la morte di Paolo: la prima edizione dei Consilia et allegationes , quella celebre pub- blicata a Roma da Wendelinus de Wila, uscì il 10 giugno 1473, tra le prime raccolte di responsi giuridici a sortire dai torchi tipografici.4 La pubblicazione delle sue altre ope- 3 Avremo modo di osservare nel corso del presente lavoro, come le opinioni del Castrense, sia in legendo che in consulendo , fossero ri- tenute, già poco dopo la metà del Quattrocento, tra le più commu- nes in molti indirizzi. 4 I primi consilia ad essere stampati furano le Allegationes di Lapo da Castiglionchio, presso Sixtus Riessinger, a Roma, ca. 1470; per una lista delle edizioni incunabule, si veda Vincenzo COLLI , Consi- lia dei giuristi medievali e produzione libraria , in Mario ASCHERI – Ingrid BAUMGÄRTNER – Julius KIRSHNER (Eds.), Legal consulting in the civil law tradition , The Robbins Collection, Berkeley, CA 1999, pp. 173-225. Si vedano, inoltre: Scritture biblioteche e stam- pa a Roma nel Quattrocento. Aspetti e problemi . Atti del 2. semina- rio 6-8 maggio 1982, a cura di Massimo Miglio con la collabora- zione di P. Farenga e A. Modigliani, Scuola Vaticana di Paleogra- fia, Diplomatica e Archivistica, Città del Vaticano 1983, in partico- 6 re ebbe inizio il 24 marzo 1477 ad opera di ‘Heinrich von Köln per Antonium Venereum et Johannem Hemo’ – tipo- grafi tedeschi operanti a Brescia – con la Lectura super VI. libro Codicis . Dal 19 dicembre 1494 – presenti già molte seconde edizioni e ristampe di diversi volumi –, con la pubblicazione a Pavia per Leonardus Gerla della Repetitio de vi et de iudiciis ,5 l’opera completa di Paolo era disponi- bile in libri a stampa.6 lare l’intervento di Anna MODIGLIANI , La tipografia ‘apud Sanc- tum Marcum’ e Vito Puecher , ibid., pp. 111-133. 5 Erroneamente indicata in alcuni cataloghi di incunabuli, come de vi et de iudiis : così il Gesamtkatalog der Wiegendrucke , GW M30098. 6 Questo l’elenco, in ordine cronologico, delle prime pubblicazioni a stampa nel Quattrocento, delle opere di Paolo da Castro: Consilia et allegationes , Wendelinus de Wila, Romae 10.VI.1473; Lectura super VI. libro Codicis , Heinrich von Köln per Antonium Vene- reum et Johannem Hemo, Brixiae 24.III.1477; Lectura super II. parte digesti veteris , Heinrich von Köln per Sigismundum a Libris, Bononiae 30.I.1478; Lectura super I. parte Infortiati , Heinrich von Köln, Bononiae 1478; Lectura super II. parte digesti novi, cum aepistolam Francisci Tuppi, [Sixtus Riessinger per Bernardinum de Gerardinis de Amelia], Neapolis 6.II.1479; Repetitio in rubrica de li- beris et postumis , Heinrich von Köln, Bononiae 8.II.1479; Lectura super II. parte Infortiati , Andreas Belfortis, Ferrariae 20.VII.1480; Lectura super I.-III. libris Codicis , Heinrich von Köln, Mutinae 23.I.1483; Lectura super VII. libro Codicis , Corr. Franciscus Mo- neliensis, Hermann Liechtenstein, Venetiis 27.VI.1483; Lectura super I. parte digesti novi . Cum Francisci Moneliensis: Epistolae , Bernardinus Stagninus, Venetiis 1.VIII.1483; Lectura super I. par- te digesti veteris , Heinrich von Köln, Bononiae 21.X.1483; Lectura super VI. libro Codicis , Heinrich von Köln & C., Saenarum 21.VII.1484; Lectura super IV. libro Codicis , Heinrich von Köln per Laurentium Canizarium, Jacobum Germonia & Lucam de Mar- tinis, Saenarum 9.VI.1485; Repetitiones tres etc. , Bernardinus Sta- gninus, Venetiis 16.II.1491; Alberti de Gandino De maleficiis, cum 7 Parrebbe dunque proprio un lustiger Streich del de- stino l’alone di mistero che ancora offusca certi periodi del- la vita del giurista castrense. A partire dalla distruzione del- la città natale, Castro, nell’alto Lazio, borgo molto antico e dal passato fiorente, rimasta vittima della famigerata ‘secon- da guerra di Castro’ tra papa Innocenzo X Pamphili e Ra- nuccio II Farnese, sesto duca di Parma e Piacenza, settimo (e ultimo) duca di Castro. Il papa, infatti, come noto, vinse la guerra, sottrasse l’avito ducato ai Farnese e – perché le cose fossero ben chiare – in quello stesso 1649 fece radere al suolo la città. 7 Onde, a coloro che dopo quell’anno tra- versavano le dolci colline del Viterbese «percorrendo la vallata ove scorre il torrente Olpeta, affluente del Fiora, si faceva avanti un enorme ammasso di rovine, miseri avanzi di torri e castelli, di case e di chiese, e ritta in mezzo a loro, ergentesi verso il cielo, una colonna che recava una laconi- ca iscrizione le cui parole erano: “Qui fu Castro”». 8 Con la città, andarono probabilmente in fumo anche dei documenti che avrebbero potuto fornire testimonianze Additionibus Pauli de Castro, Bernardinus Stagninus, Venetiis 18. & 26.XI.1491; Repetitio de vi et de iudiciis , Leonardus Gerla, Pa- piae 19.XII.1494 [lo stesso volume comprende anche Guidonis de SUZARIA De tormentis, cum Additionibus Ludovici Bolognini]. Inol- tre, prima della fine del secolo, si contano diverse edizioni ulteriori, tra le quali – a parte le diverse edizioni dei Consilia di cui si discu- terà più avanti – per l’importanza che ebbero all’uscita vanno citate almeno la Lectura super I.
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