Rino Salvestrini Personaggi nella storia della Valdelsa Barberino Valdelsa, Casole d'Elsa, Castelfiorentino, Certaldo, Colle di Valdelsa, Gambassi Terme, Montaione, Monteriggioni, Montespertoli, Poggibonsi, Radicondoli, San Gimignano, Sovicille e Tavarnelle Val di Pesa. Giovanni Boccaccio Arnolfo di Cambio Premessa A – G 1 2 Rino Salvestrini Personaggi nella storia della Valdelsa Barberino Valdelsa, Casole d'Elsa, Castelfiorentino, Certaldo, Colle di Valdelsa, Gambassi Terme, Montaione, Monteriggioni, Montespertoli, Poggibonsi, Radicondoli, San Gimignano, Sovicille e Tavarnelle Val di Pesa. Amedeo Bassi Miryam Ferretti Premessa A –G 3 Vita mortuorum in memoria posita est vivorum (La vita dei morti sta nella memoria dei vivi) (Cicerone) Dedico questo libro alla mia moglie Dianora, perché, come sempre, mi ha aiutato, e al mio figliolo Francesco, storico di professione, perché non sia troppo severo nel giudicarlo. 4 Premessa Ho già parlato di alcuni personaggi valdelsani nel mio La Valdelsa nel tempo, ma in seguito mi è piaciuta l'idea di riunire il maggior numero possibile di persone che hanno un posto nella storia della valle e a volte anche oltre, per un processo conoscitivo complessivo, oltre i localismi o campanilismi. Devo dire che su certi personaggi sono stati scritti libri e libri, tanto è famoso il loro nome, ma qui io ho sintetizzato al massimo per dar spazio ad altri, certamente minori, certamente meno noti, però sempre molto interessanti. Inoltre anche se certi personaggi "minori" sono conosciuti nel loro paese, dove possono anche avere l'intestazione di una via, però sono quasi del tutto ignorati negli altri Comuni. Certamente le righe per ogni personaggio potevano essere più numerose, ma s'intenda questo lavoro soltanto una ricerca d'inventario, incompleta, ma sempre molto nutrita. Ma chi sono i Valdelsani? Certamente coloro che sono nati nella valle, meglio se qui hanno anche operato e sono morti, ma spesso invece molti sono andati altrove a cercar gloria, ed è pur vero che altri sono nati altrove, però hanno operato in Valdelsa. Pertanto considero Valdelsani anche coloro che sono nati altrove, ma hanno operato nella valle contribuendo alla sua storia, incidendo sulla vita economica, culturale e sociale, arricchendola di opere d'arte e così via, insomma dei Valdelsani onorari o d'adozione. Forse ho esagerato considerando Valdelsani certi grossi personaggi dell'arte che magari hanno un solo quadro nella valle, ma questo per dimostrare che se sommiamo tutto abbiamo l'idea della verità della definizione di Art valley per la Valdelsa, come ha detto l'ex soprintendente ed ex ministro Antonio Paolucci. Si tenga conto poi che proprio per gli artisti ho dovuto fare una scelta difficile. E poi un nativo vive fino al massimo di un secolo, invece l'opera d'arte resta nella valle per molti secoli. Mi si permetta una piccola grande considerazione: i personaggi che ho raccolto sono moltissimi, ma le donne sono poche, perché condannate a fare le faccende di casa e i figlioli, e quelle rammentate sono eccezioni nel mondo al maschile. Se anche le donne avessero potuto studiare e praticare quello che a loro piaceva, i personaggi 5 sarebbero stati il doppio. Inoltre bisogna ricordare che a scuola andavano solo i figli dei ricchi e benestanti e eccezioni erano i poveri che avevano qualche opportunità e solo se erano dei Giotto. Se tutti i meritevoli avessero avuto la possibilità di "fare", uomini e donne, ricchi e poveri, i personaggi che avrei messo in questa raccolta sarebbero stati decine di migliaia! Chiuso il piccolo sfogo. Per Valdelsa ho inteso i Comuni: Barberino Valdelsa, Casole d'Elsa, Castelfiorentino, Certaldo, Colle di Valdelsa, Gambassi Terme, Montaione, Monteriggioni, Montespertoli, Poggibonsi, Radicondoli, San Gimignano, Sovicille e Tavarnelle Val di Pesa ( che un tempo faceva parte di Barberino Valdelsa. Molti personaggi, presi singolarmente, possono non essere molto importanti, ma è "l'insieme" che ho inteso presentare per avvalorare la cultura della valle nel tempo, cioè semplicemente la sua storia nell'aspetto più espressivo. Non è che un primo tentativo, direi un contributo per una galleria di personaggi valdelsani, una carrellata per dire soltanto che la Valdelsa è ricca non solo di monumenti, ma anche di persone del passato che sarebbe bene conoscere, anche meglio di come li presento io, che qui mi limito a fare un piccolo tentativo di divulgazione della storia. Per maggiori notizie e anche per altri personaggi valdelsani invito a leggere le varie storie d'ogni Comune vedi la bibliografia a termine del presente ed inoltre su alcune figure sono uscite monografie, ma conviene anche cercare sulla Miscellanea Storica della Valdelsa e su Internet, questo sistema moderno che sta diventando una fonte inesauribile di notizie. L'ordine di presentazione è alfabetico, ma talvolta non è semplice stabilire qual è il cognome e quale il nome, allora consiglio di cercare nell'ordine sia l'uno, sia l'altro. Con le nascite in clinica, il paese di nascita con i contemporanei è da prendere con le molle, meglio tener conto della residenza della famiglia e della località dove uno ha operato. I personaggi sono tanti e mi sono fermato, in questa prima parte, a quelli che hanno operato fino al dopoguerra ultimo; gli altri (perché ogni tempo ha i suoi personaggi da ricordare), soggetti alla privacy, sono in un mio cassetto, lì a invecchiare! Montaione 2018 6 A Acciaiuoli Donato (Montespertoli) La famiglia Acciaiuoli arrivò a Firenze dal Bresciano nel XII secolo, fondò una potente compagnia di commercio che nel 1355 fallì per inadempienze della corte inglese e per il finanziamento della guerra fra Lucca e Firenze. La famiglia rimase potente a Firenze quale alleata de'Medici. Fra i suoi componenti riporto quelli che ebbero maggiori legami con la Valdelsa: Donato operò a Montegufoni sistemando la villa che era sorta sulle rovine del castello degli Ormanni distrutto dai Fiorentini nel 1135; si trovò ad essere l'unico proprietario di Montegufoni alla fine del Seicento. Acciaiuoli Niccolò (Montespertoli) Nacque nel Castello di Montegufoni (Montespertoli) nel 1310, figlio di Acciaiolo della famiglia fiorentina degli Acciaiuoli. 7 Mecenate, fu amico del Petrarca e del Boccaccio, e quest'ultimo fu suo ospite nel 1362 nel castello di Nocera. Per affari della compagnia familiare si trasferì a Napoli ed ebbe il titolo di Gran Siniscalco del Regno di Napoli dal re Roberto d'Angiò. Morì a Napoli nel 1365. Fece costruire alle porte di Firenze la bella Certosa del Galluzzo, dove è sepolto. Acuto Giovanni (Poggibonsi) Vero nome era John Hawkwood, italianizzato in Giovanni Acuto, fu un capitano di ventura inglese vissuto nel Trecento (Essex 1320 - Firenze 1394), combatté per gli Inglesi nella guerra dei Cent'anni e in Italia per i Pisani, i Visconti, il papa e anche per Firenze: un professionista in fatto di armi e battaglie a pagamento. Fu maestro del capitano Alberico da Barbiano e Paolo Uccello lo dipinse a cavallo in un affresco nel duomo di Firenze. Per riposarsi e quando non aveva lavoro, Giovanni Acuto, soggiornava nel suo fortilizio della Rocchetta fra Poggibonsi e Colle di Valdelsa che aveva comprato con i proventi della sua attività, come pure aveva acquistato vari poderi nella zona in località Castiglioni e 8 Pian dei Campi. Fece il sacco del castello di Poppiano presso Montespertoli e danneggiò Castelnuovo di Valdelsa nel 1369. Adelmo dei Cadolingi (San Gimignano) Adelmo era figlio di Teberga vedova di Subbio della consorteria dei Cadolingi conti di Catignano i quali avevano molti possessi in Valdelsa. Badia a Elmi: la cripta romanica. Adelmo volle farsi eremita e fondò nel 1034 un monastero con la moglie Gisla per la salvezza delle loro anime e anche di quelle di Ugo e Rolando fratelli di Adelmo. Il capo della famiglia Guglielmo il Bulgaro signore di Fucecchio, donò a Adelmo un terreno fra l'Elsa e il torrente Casciani. Qui sorse il monastero della Badia di Elmo (Badia a Elmi oggi nel comune di San Gimignano alle porte di Certaldo). A 9 Adelmo si unirono altri compagni che lo elessero loro abate, anche se la "regola" venne nel 1073 quando il monastero passò ai camaldolesi. Adimari Antonio (Poggibonsi) La famiglia fiorentina degli Adimari, di parte guelfa, possedeva il castello di Strozzavolpe presso Poggibonsi; era nota per essere stata trattata male da Dante, perché il poeta pensava che avesse preso i suoi beni dopo l'esilio. A Sud di Poggibonsi, fuori Porta delle Chiavi, si trovava il romitorio di alcune pie donne, cioè le romite, e da qui il nome di Romituzzo. Forse fu un Adimari a costruire una prima tettoia a protezione della pietra che, se posta altrove, ritornava nello stesso posto. Romituzzo. Adimari Bernardo e Antonio di Donato (Poggibonsi) Verso la fine del 1300 e gli inizi del 1400 sorse nei pressi di Poggibonsi un tabernacolo dove fu dipinta, da un pittore della scuola senese, la Madonna della neve e sembra che il pittore sia stato 10 Bernardo di Duccio Adimari della famiglia dei signori del castello di Strozzavolpe. La leggenda racconta che l'immagine veniva scoperta la prima domenica di maggio, giorno in cui era nevicato. Fu ancora un Adimari, Antonio di Donato, a far costruire a Romituzzo la cappella in muratura con il campanile a vela, come vediamo oggi. Adimari Forese (Castelfiorentino) Agli inizi del Duecento Castelfiorentino era sotto il dominio del vescovo di Volterra che vi inviava un suo rettore o castaldo. Ma Castelfiorentino si ribellò e ricorse alla Repubblica di Firenze che però non volle grane e preferì non ingerirsi in questo pasticcio. I Castellani insisterono e furono addirittura scomunicati. Nel 1232 si arrivò ad un accordo: Castelfiorentino nominava il podestà e il vescovo l'approvava e faceva l'investitura ufficialmente. Il primo podestà però arrivò 20 anni dopo e fu Forese di Bonaccorso Adimari, famiglia di umili origini poi arrivata ad essere una delle più potenti di Firenze.
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