USA Folk & Blues / USA Folk & Blues / USA Folk & Blues / USA Folk & Blues BIG CITY BLUES a cura di / edited by ALESSANDRO ROFFENI Lato/Side A Lato/Side B 1. BURNED DOWN MILL 3. 11 1. ST O LE M Y M A N Bumble Bea Slim (Amos Easton), B L U E S 3. 26 voce/voice; piano; prob. Big Bill Martha Copeland, voca/voice; Phil Broonzy a Willie Bee Jamas o Worde, piano Charlie Jackson, chitarre/guitars Camden, N. J., 3. 11. 1927 Chicago, 20. X. 1934 2. B A D L U C K B L U E S 2. 57 2. GOOD MORNING, SCHOOL Cousin Joe, voce/voice; Sam Price, G IR L 3. 01 piano; Danny Barker, chitarra/ Sonny Boy Williamson, voca/voice guitar; Pops Foster, contrabbasso/ a armonica; Joe Williams, chitarra/ bass; Kenny Clarke, batteria/drums guitar; Robert Lee M cCoy (“Night- New York, 16. VII. 1947 hawk"), chitarra/guitar Aurora, III,, 5. V. 1937 3. I D ID E V E R Y T H IN G I C O U L D 3. 14 3. LET YOUR LINEN HANG Walter Davis, voce/voice e piano; LOW 3. 17 Yank Rachel, mandolino Rosetta Howard, voce/voice; the Aurora, III., 13. 111. 1938 Harlem Hamfats: Herb Morand, tromba/trumpet; Odell Rand, 4. M R. JO H N SO N SW ING 2. 42 clarinetto; Horace Malcolm, Lonnie Johnson, voce/voica a piano; Joe McCoy, chitarra/guitar; chitarra/guitar; Roosevelt Sykes, Charlie McCoy, voce/voice, chitar­ piano; contrabbasso/basa; batteria/ ra/guitar e/o mandolino; contrab- drums basso/bass; Fred Flynn, batteria/ New York, 31. 111. 1938 drums 5. CHICAGO MILL BLUES 2. 51 New York, 5. X. 1937 Peetie Wheatstraw, voce/voice; 4. GOLD DIGGER BLUES 2. 31 Jonah Jones, tromba/trumpet; Curtis Jonas, voce/voice a piano; prob. Lil Armstrong, piano; Sid Fred Williams, batteria/drums Catlett, batteria/drums Chicago, 9. II. 1940 New York, 4. IV. 1940 5. ON TH E K IL L IN ' 6. GOING DOWN SLOW 3. 11 St. Louis Jimmy Oden, voce/voice; F LO O R 2. 43 Roosevelt Sykes, piano; Alfred Doctor Clayton, voce/voice; Blind Elkins, imitazione contrabbasso/ John Davis, piano; Ransom bass imitation Knowling, basso tuba/bass tuba Chicago, 11. XI. 1941 Chicago, 27. 111. 1942 7. M Y M O N D A Y W O M AN 6. T A K E A L IT T L E W A L K B L U E S 2. 50 W ITH M E 3. 06 Jim Jackson, voca/voice * chitarra/ Jazz Gillum, voce/voice e armonica; guitar Robert Call, piano; Willi* Lacey, Memphis, 2. 11. 1928 chitarra/guitar; Ransom Knowling, contrabbasso/bass; Judge Lawrence 8. SIX COLD FEET IN THE Riley, batteria/drums G R O U N D 3. 08 Chicago, 2. X. 1947 L eroy Carr, voca/voice e piano 7. SADIE LEE BLUES 3. 02 Chicago, 25. 11. 1935 Peg Leg Howell, voce/voice e chitarra/guitar Trascrizione e traduzione dei testi: Atlanta, 8. IV . 1927 Alessandro Roffeni 8. SABINE RIVER BLUES 3. 16 Tutti i brani tradizionali Texas Alexander, voce/voice; Eddie Hey wood, piano All Tracks Traditional New York, 17. VIII. 1927 (c) Copyright, 1980, by EDITORIALE SCIASCIA Grafica e impaginazione: Filippo Maniscalco Printed In Italy. All Rights Reserved il blues non è stato solo Nord e Sud, Est ed Ovest, città e brillantissimo nell'esposizione strumentale dalle frasi ni­ campagna. Pur nella sua sostanziale omogeneità di fondo, tide e taglienti come il diamante, Sonny Boy si impone esso ha subito complesse, anche se spesso lente, trasforma­ fin da subito come uno dei protagonisti del blues di Chi­ zioni stilistiche ed espressive, quando i suoi cantori e musi­ cago, fino alla sua tragica morte, nel '48. L'anomalo schema cisti hanno partecipato alla trasmigrazione delle loro comu­ musicale di questo magnifico blues verrà poi ripreso da un' nità nei grandi centri urbani degli Stati Uniti. Queste città infinità di musicisti, tra cui Memphis Minnie col suo celebre potevano essere le metropoli del Nord, come Chicago, Me And My Chauffeur. Detroit, New York, Indianapolis, Cleveland, dove i neri Gli Harlem Hamfats erano, nonostante il nome, un gruppo trovavano notevoli possibilità d'impiego nelle industrie, di musicisti di Chicago incentrato intorno ai due fratel­ nei servizi e nelle ferrovie, e contemporaneamente la loro li McCoy, ben noti nel campo del blues, anche se que­ massiccia presenza spingeva la cittadinanza a consegnare sta band aveva un'impronta prevalentemente jazzisti­ nelle loro mani, non certo senza contrasti, interi quartieri ca. Il loro repertorio aveva spesso esplicite connotazio­ dell'area urbana, scelti tra quelli più degradati, che da que­ ni erotiche, come qui in Let Your Linen Hang Low, che sto punto in avanti accentuavano ancora di più il loro deca­ riveste di nuovi versi un brano da loro già inciso quel­ dimento. Ma erano anche importanti città degli stati del lo stesso anno come Baby Don't You Tear My Clothes, centro, come St. Louis o Kansas City, o delle aree del Sud, e la cui funga fortuna discografica era iniziata l'anno prima più o meno profondo, da Dallas a Houston, a New Orleans, quando era stato registrato da Walter Coleman, Blind Boy a Memphis, a Jackson, Birmingham, Atlanta, ecc. Fuller e Georgia White sotto il titolo di M am a (o D add y) In tutti questi centri i neri vivevano, si, sempre umilmente, Let Me Lay It On You. Rosetta Howard ebbe come com­ ma in modeste casette che erano comunque qualcosa di me­ pagni gli Hamfats per le sue prime tre session (cfr. V P A glio rispetto alle tipiche baracche di legno delle zone rurali 8188, e inoltre V P A 8474). che, molto spesso, erano ancora le stesse che avevano ospi­ tato i loro padri ed antenati durante i lunghi anni della Della vasta produzione discografica del pianista Curtis schiavitù. I lavori, seppur rozzi e mal pagati, offrivano Jones ben poco, purtroppo, è stato ripubblicato. Nato sempre varie alternative (magari non sempre legali) all'unico nel Texas nel 1906, nel '37 era già residente di Chicago ruolo che aveva il nero all'interno delle vaste e desolate dove fino al '41 avrebbe registrato abbondantemente. campagne, quello di bracciante o mezzadro, che da un anno Pianista dallo stile percussivo ma robusto, si sarebbe tra­ di lavoro nei campi riusciva spesso solo carico di debiti. sferito durante gli anni '60 in Europa, dove è morto a Monaco nel '71, dopo aver inciso vari dischi. ^ Inoltre la grande città offriva qualche possibilità in più ai musicisti, sia che fossero professionisti a tempo pieno o, "D o cto r" Peter Clayton era un cantante di Chicago i cui più tipicamente, uomini che aggiungevano questa seconda registri alti avevano inflessioni tipicamente urbane. I suoi attività part-time a quella principale. Negli anni '30, il de­ blues sapevano mordere nella realtà sociale del proprio, cennio della Grande Crisi, la miseria di molti di questi mu­ tempo, come in questo On The Killin' Floor, o in Pearl sicanti girovaghi era addirittura meno disperata di quella Harbor Blues e Angels In Harlem. Non godette di una della maggioranza della loro gente, rimasta senza un lavoro. grande produzione discografica e mori nel '46, subito dopo la sua ultima session: un blues in sua memoria venne Nei piccoli centri la musica era essenzialmente quella delle inciso da Willie "L o n g Tim e" Smith. feste campestri o che si suonava negli umili honky-tonks, salvo quando arrivavano i carrozzoni dei m instrel o m edi­ Entrato per la prima volta in uno studio d'incisione nel cine shows. Nella più ampia e dinamica realtà urbana tro­ 1934, Bill "Jazz" Gillum ebbe da allora una sostanziosa vavano invece posto anche i teatri, come quelli apparte­ e pressoché continua carriera discografica fino al '50 (oltre nenti al famoso circuito T. O. B. A., dove giungevano spesso ad un breve ritorno nel '61). Era nato nel Mississippi nel musicisti assai noti che tendevano ad introdurre note di 1904 e, come tanti suoi conterranei, nel '23 era già a raffinatezza professionistica, sconosciuta ai frequentatori Chicago. Il suo stile fu, atipicamente, rilassato e morbido delle danze rurali, In questo ambiente più mosso e artico­ fin dall'inizio, adatto ad un pubblico in cerca di emanci­ lato potevano trovare spazio vari linguaggi espressivi, e alle pazione. Nelle sue mani, il drammatico Take A Little formule basilari della musicalità nera, come quella del Walk With Me di Robert Lockwood, già gravido di sviluppi blues, ne si affiancavano spesso altre più "alla moda" nel linguaggio del blues, riceve il suo tipico stampo vocale, che, a seconda dei vari contesti locali, privilegiavano ora fatto di elegante, quasi pigra, nonchalance. Ma, nel '47, l'approccio jazzistico, ora quello da music-hall, ecc. bussano ormai alle porte di Chicago nuove generazioni di bluesmen che sconvolgeranno questo clima di classicità I primi sei musicisti del lato A sono tutti noti esponenti con la loro rudezza da neo-immigrati (e che avranno tra i del blues di Chicago, al di là delle loro provenienze origi­ loro cavalli di battaglia proprio questo brano, probabil­ narie. Amos Easton, detto Bumble Bee Slim (presumibil­ mente composto dal grande Robert Johnson). mente perché dotato di un "pungiglione" da calabrone), era nato in Georgia nel 1905, ed aveva cominciato ad in­ Da Chicago un salto a due città del Sud. La prima è Atlan­ cidere nel '31. La sua popolarità di cantante doveva esse­ ta, capitale della Georgia, e residenza, prima della guerra, re notevole, visto che già nel '34, ancora in periodo di di numerosi straordinari bluesmen.
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