Biblioteca Civica “U. Pozzoli” – Lecco “FILM AMBIENTATI A TORINO ” DVD DISPONIBILI IN BIBLIOTECA Il bandito di Alberto Lattuada (1946) DR 520 Storia di Ernesto che, reduce dalla prigionia in Germania, torna a Torino dove trova la sua casa distrutta, la madre morta e la sorella che si prostituisce. Dopo la morte della sorella uccide il suo sfruttatore. Diventa un bandito risoluto e violento e infine si lascia uccidere dai carabinieri. Bianca come il latte, rossa come il sangue di Giacomo Campiotti (2013) CM 711 Per il sedicenne Leo la scuola è bella solo al pomeriggio senza i professori. Si innamora di Beatrice senza che lei lo sappia. C’è anche Silvia amica e confidente dei segreti di Leo. Un colpo all’italiana (The Italian Job) di Peter Collinson (1969) G 75 Un ex detenuto di alto ingegno criminoso escogita un piano per il furto di 4 milioni di dollari in lingotti d’oro, depositati dal governo di Pechino alla Fiat di Torino per la costruzione di uno stabilimento in Cina. Il colpo è eseguito da complici a bordo di tre Mini Minor dopo aver provocato, per mezzo di un computer, il più grande ingorgo automobilistico del secolo. Il comandante e la cicogna di Silvio Soldini (2012) CM 613 Nello studio di un avvocato pieno di clienti e assessori da galera, si trovano e si conoscono un idraulico con figli e un’artista che non sa come pagare l’affitto. Soldini mescola con leggerezza i toni dall’amarezza al grottesco e dirige gli attori con brio. Si riconoscono molte piazze e vie di Torino. I compagni di Mario Monicelli (1963) DR 855 Il film è ambientato in una fabbrica tessile di Torino, sulla fine dell’Ottocento. Guidati da un professore socialista, gli operai si battono per ridurre da 14 a 13 ore l’orario giornaliero di lavoro. Ma lo sciopero a oltranza rivela più difficoltà del previsto. I padroni fanno venire i crumiri e nei tafferugli con le forze dell’ordine un operaio muore. Così ridevano di Gianni Amelio (1998) DR 361 In sei giornate, su un arco di sette anni dal 1958 al 1964, il tormentato e appassionato rapporto tra due fratelli siciliani. Giovanni raggiunge a Torino il minore Pietro per aiutarlo e spronarlo a prendere l’agognato diploma di maestro. Pietro contraccambierà l’amore di Giovanni, addossandosi un delitto da lui commesso. Lo sfondo è la grande ondata di immigrazione che in quegli anni avvenne nella città della Fiat. Dopo mezzanotte di Davide Ferrario (2004) CM 89 La Mole Antonelliana, da pochi anni sede del Museo del Cinema di Torino, è il contenitore e la maga ispiratrice di questa commedia dove si racconta una triangolare storia d’amore. Gli esterni di una Torino nebbiosa e notturna e gli interni scenografici della Mole racchiudono un film che è una sagace mescolanza di commedia, melodramma e contrappunto cinefilo. Il gatto a nove code di Dario Argento (1971) G 80 Fatti misteriosi accadono in un centro scientifico dove si studiano la genetica e l’ereditarietà. Alle indagini partecipano un giornalista e un enigmista cieco. Quattro morti violente prima di identificare l’assassino. Secondo film di Dario Argento e ambientazione torinese non dichiarata nella narrazione. Le miserie del signor Travet di Mario Soldati (1946) CM 824 Ignazio Traversi, solerte funzionario piemontese dell’amministrazione regia, non è mai stato promosso in 33 anni a causa dell’antipatia del suo caposezione e in casa è vessato dalla moglie autoritaria. Storia ambientata a Torino alla fine dell’Ottocento, ma riprese fatte a Roma. Nemmeno il destino di Daniele Gaglianone (2004) DR 157 Alla periferia di Torino dove abbondano le fabbriche abbandonate e i cantieri edili divorano gli spazi naturali, vivono Ale Ferdi e Toni, ragazzi tra i 15 e i 17 anni, condannati all’emarginazione senza futuro. Non ho sonno di Dario Argento (2001) G 215 Ritorna l'incubo di un serial killer creduto morto conosciuto come "il nano" che aveva insanguinato la città negli anni '80 trucidando 3 donne. L'ex-commissario Ulisse Moretti, che seguì il caso all'epoca, ricomincia ad indagare in proprio con l'aiuto del figlio di una delle vittime richiamato a Torino da un amico. Nella Torino livida e trasversale che si muove dietro i personaggi, nel tema del trauma infantile, nella musica kitch dei Goblin si rivede un grande Argento. Profondo rosso di Dario Argento (1975) G 92 L’assassinio di una medium è il primo di una catena di delitti sui quali indagano un musicista e un giornalista: il loro autore finirà decapitato da un ascensore. Il film più famoso di Argento. Ambientazione narrativa non dichiarata. Esterni girati a Roma, Perugia, ma soprattutto a Torino. Il resto della notte di Francesco Munzi (2008) DR 695 Ambientata a Torino, l’azione segue due linee narrative, fittamente intrecciate, che fanno capo a due luoghi: una ricca villa dove abita un industriale con moglie e figlia adolescente e una vecchia casa nel degradato centro cittadino, occupata da emigranti di ogni etnia. Comincia e finisce nella villa con una rapina di tragiche conseguenze. La seconda volta di Mimmo Calopresti (1995) DR 1270 Professore universitario vede per strada la terrorista che dodici anni prima gli sparò in testa senza ucciderlo: ha la pallottola ancora nel cranio. La avvicina e lei, che è stata condannata a trent’anni e gode della semilibertà, non lo riconosce e lo scambia per un corteggiatore. Ma la verità viene a galla. Esterni girati a Torino. Signorinaeffe di Wilma Labate (2007) DR 546 Emma, uscita da una famiglia siculo-napoletana, ha lavorato sodo per fare il salto di classe, l’improvviso amore per Sergio, combattivo operaio, la spinge a fermare la propria scalata, ma poi si arrende. Il film è la storia di una sconfitta che incorpora la storia di un amore di 35 giorni, quelli dello sciopero della Fiat durante l’autunno 1980. Finì il 15 ottobre, data che per alcuni segna il funerale del movimento operaio. Tutta colpa di Giuda di Davide Ferrario (2009) CM 451 Irena, regista teatrale serba d’avanguardia, accetta la proposta di don Iridio, cappellano in un carcere di Torino, di fare una “Passione” interpretata da detenuti, ma nessuno vuole impersonare Giuda che per loro è solo un ‘infame’. Perché non raccontare la storia escludendo tradimento, condanna e morte di Gesù? Don Iridio si oppone a quella versione blasfema, ma Irena ha l’appoggio di Libero, direttore del carcere con cui ha una relazione amorosa. Ferrario ha fatto un film “nel” carcere, non “sul” carcere. .
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