NUMERO 196 in edizione telematica 10 maggio 2013 DIRETTORE: GIORS ONETO e.mail: [email protected] Aprile 2013 è andato in archivio motivo di riflessione sembra addentrandosi nei territori dove si lasciando tanto amaro in bocca: generare qualche effetto, visto combatte, ciascuno ha avuto vuoi per la follia pervasa di come la lobby delle armi e della modo di documentarsi leggendo i fanatismo che ha colpito al cuore guerra imperversa proprio negli giornali e guardando i tiggì che si lo sport con i morti della States dove procurarsi un’arma è sono interessati alla sua maratona di Boston, vuoi per – scusate l’ironia – un gioco da scomparsa. Meno si è invece l’atteso ma non per questo meno ragazzi. parlato della sua passione per la sconcertante epilogo con cui la corsa, che lo ha portato più volte magistratura ordinaria spagnola a misurarsi nella maratona, con ha messo una pietra ottimi riscontri visto che, pur sull’Operacion Puerto, complice allenandosi secondo i ritmi che il fatto che i fatti in esame gli imponevano la presenza al risalgono ad un epoca in cui il giornale oppure i servizi Spagna il doping non era all’estero (è stato anche considerato reato, e su come il corrispondente da Mosca e da 58enne Eufemiano Fuentes Parigi), è riuscito in varie disonora la professione per la occasioni a scendere sotto le tre quale si è laureato ed ha recitato ore, tempo che per un dilettante il giuramento di Ippocrate. E se il vero è di assoluta dignità. ricorso della Wada non riuscirà a cancellare la decisione di Certo Mimmo, del quale sono distruggere – nel nome di una prima di tutto amico dopo esserne privacy che ci pare quanto meno stato anche collega di giornale sospetta e inopportuna – le per una trentina d’anni, non è mai sacche di sangue, oltre duecento ricorso ad espedienti per truffatori dello sport potranno Ora permettetemi di soffermarmi raggiungere i suoi risultati. Anzi, andare fieri della propria un momento su un atleta vero, di più volte è capitato che parlando impunità e si potrà dire a ragione quelli che fanno onore allo sport. cercasse lui da me una che come nel 1988 Ben Johnson Di Domenico Quirico, inviato de spiegazione per capire quale pagò per tutti, oggi lo stesso La Stampa in Siria per resoconti piacere si potesse provare a accade con Lance Amstrong. bellici, non si hanno notizie vincere barando. Ecco, anche in ormai da oltre un mese, ossia – questo è un esempio che deve far L’attentato di Boston testimonia salvo un miracolo di queste ore – riflettere non solo quei giovani invece come lo sport possa venir dal 6 aprile. Della sua che, come capita ai più nell’età preso di mira dal terrorismo, non abnegazione professionale, del spensierata, hanno fretta di soltanto con effetti mirati come suo voler documentare i fatti arrivare, ma anche e soprattutto fu nei confronti degli israeliani ai vivendoli e non accontentandosi quei genitori che per poter dire Giochi di Monaco del 1972: la delle parole messe insieme grazie “mio figlio è il più bravo” non stessa bomba di Atlanta 1996, a testimonianze che ti vengono esitano ad accettare qualsiasi opera di uno squilibrato, sembra recapitate nell’albergo che compromesso e spesso anzi un buffetto rispetto a quanto difficilmente sarà oggetto di diventano loro i tramiti per accaduto questa volta e bombardamenti (anche se alle rendere anche questo mondo tristemente dice quanto si sia bombe “intelligenti” è difficile dello sport sempre più marcio. indifesi nei confronti di chi vuole credere oltre a una certa misura), colpire. Ma neppure questo dei pericoli da lui già corsi Giorgio Barberis SPIRIDON/2 Passi d’autore “I giochi delle mafie” Daniele Poto, negli anni ’70 cronista giovane di TuttoSport , ha mantenuto la promessa di inviarci il suo pamphlet Azzardopoli 2.0, editore GruppoAbele, una documentata inchiesta sugli enormi interessi percepiti dalla mafia nel gioco di azzardo. Nell’introduzione, che riportiamo in parte, il discrimine tra il gioco e il gioco d’azzardo:” il gioco nell’accezione più nobile è diverso dal gioco d’azzardo. E cosi se si vuole dare significato alle parole, non si potrà parlare inpunemente di ludopatia, ma di malattia patologica, di Gap (Gioco d’Azzardo patologico), come riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità 1980”. Non facciamo parte della consorteria degli scortesi (1) e di buon mattino abbiamo telefonato a Daniele romano di nascita che negli anni di praticantato si è trasferito a Torino, e poi è ritornato a Roma, corrispondente del quotidiano sportivo torinese. Durante la lunga telefonata: il ricordo dei suoi esordi giovanili negli 80 metri, gareggiò con l’inarrivabile Pietro Mennea, l’imprinting e l’atletica primo e mai sopito amore. Nell’altro suo libro, Incroci Roma Torino , con Paolo Vinai, che recensiremo si definisce un giornalista sportivo pentito. Memorabili le trasferte da inviato nelle partite calcistiche con Vladimiro Caminiti, il palermitano che metteva le ali alle parole nelle cronache, nella descrizione dei personaggi, nel campo e in pantofole (2) e nelle interviste, e nei corsivi fulminanti. (1) A Roma, nella presentazione del Trentennale del Vivicittà, Augusto Frasca ha consegnato ai dirigenti massimi dell’Uisp laziale, cinque libri della Storia dell’atletica siciliana, il cui coautore Sergio Giuntini ha scritto ne L’Atletica è Leggera 1998 la storia dell’Uisp, titolo voluto dal presidente Missaglia, compianto, e che ripeteva il titolo del manuale pubblicato a Palermo nel 1988 a mia firma. Da quella coincidenza l’incontro e la collaborazione Clemente - Giuntini, catalizzata da Peppino Giunta. Per la precisione: ad oggi dall’Uisp del Lazio neppure un grazie! (2) I campioni visitati da Caminiti, Camin lo pseudonimo, nei loro momenti di relax, in famiglia, i loro hobbies. (3) Gioco: Piacevole esercizio a cui si dedicano bambini e adulti, sia da soli che in compagnia di altri, per distendere lo spirito o per sviluppare l’ingegno o le forze fisiche. Gioco d’azzardo: competizione o scommesse (ordinariamente con una posta, più o meno rilevante, in denari o in valori equivalenti), nella quale tutto è affidato al caso, senza che vi influisca in alcun modo l’abilità del giocatore. L’etimo: il gioco e l’origine araba, “zhr” dado. Si giocava con tre dadi e la vittoria spettava a chi faceva il numero più alto fra >7 e <14 da escludere i numeri al di sotto di 7 e maggiore di 14. “Quando si parte il gioco de la zara”, colui che perde si riman dolente, repetendo le volte, e tristo impara; con l’altro se ne va tutta la gente; qual va dinanzi, e qual di dietro il prende, e quel dallato li si reca a mente; a cui porge la man, più non fa pressa; e cosi da la calca si difende. Luigi Preiti, che attentò alla vita del maresciallo Giuseppe Giangrande, era affetto dalla mania del gioco d’azzardo e si era fortemente indebitato. Un paese dove si spendono circa 1.450 euro pro capite (neonati compresi e 1.890 (solo maggiorenni) per tentare la fortuna che possa cambiare la vita videopoker, slot machine, Gratta e vinci, sale Bingo. E dove si stimano 800 mila persone dipendenti da gioco d'azzardo e quasi due milioni di giocatori a rischio. Un fatturato legale valutato in 79.9 miliardi di euro nel 2011, a cui si devono aggiungere, mantenendoci prudenti dieci miliardi di quello illegale. E in agguato i dati del 2012 che circoscrivono la raccolta a una cifra impressionante: circa 103 miliardi di euro, tra guadagni legali (AS) e illegali (15), con un dato di crescita del 1O%. È « la terza impresa» italiana (ma ha messo la freccia del sorpasso per diventare la seconda), l'unica con un bilancio sempre in attivo e che non risente e della crisi che colpisce il nostro paese. Quella che conta su ben 6.1-81 punti e agenzie autorizzate sul territorio secondo l'anagrafe di inizio ottobre 2012. Benvenuti ad Azzardopoli, il paese del gioco d'azzardo, dove, quando il gioco si fa duro, le mafie iniziano a giocare. Ben 49 clan che gestiscono «i giochi delle mafie» e fanno saltare il banco. una percentuale importante sull’universo dei 55 clan mafiosi censiti nelle relazioni Antimafia in relazione all'usura. E l'usura viene definita da Libera «il Bot delle mafie». Come dire che l'80% delle attività criminali mafiose non possono prescindere dalla commistione usura-gioco d'azzardo. E l'usura pesa annualmente nella misura di 20 miliardi. Da Chivasso a Caltanissetta, passando per la via Emilia e la Capitale. I soliti noti seduti al «tavolo verde»: dai Casalesi di Bidognetti ai Mallardo, dai Santapaola ai Condello, dai Mancuso ai Cava, dai Lo Piccolo agli Schiavone. Le mafie sui giochi non vanno mai in tilt e di fatto si accreditano ad essere il quattordicesimo concessionario «occulto» dei MonoPoli di Stato. Sono ben dieci le Procure della Repubblica, direzioni distrettuali antimafia che nell’ultimo anno hanno effettuato indagini: Bologna, Caltanissetta, Catania, Firenze, Lecce, Napoli, Palermo, Potenza, Reggio Calabria, Roma. Sono invece 22 le città dove nel 2010 sono state effettuate indagini e operazioni delle Forze di Polizia in materia di gioco d'azzardo con arresti e sequestri direttamente riferibili alla criminalità organizzata. Emblematici i riscontri di un'inchiesta del 30 novembre 2O17, coordinata a Milano dal pool di Ilda Boccassini, un caso limite che ha messo a nudo e fotografato importanti "giochi di mafie". Il clan Valle-Lampada, impegnato secondo gli investigatori anche in Calabria in affari con i Condello, tramite quattro società aveva collocato slot machine e videopoker in 92 locali di Milano e provincia, per un totale di 347 macchinette. Con ricavi tra i 25mila ed i 50mila euro al giorno, di cui una parte consistente doveva finire nelle casse erariali.
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