I Quaderni di Symbola Una risposta GreenItaly alla crisi, una sfida per Rapporto 2017 il futuro coordinamento si ringraziano per i contributi autoriali Giuseppe Tripoli Segretario generale Unioncamere Enrico Annacondia Ucimu Marco Frey Coordinatore scientifico GreenItaly Duccio Bianchi Ambiente Italia e Presidente Comitato scientifico Symbola Marco Botteri Ricercatore Ecocerved Indice 0 — pag 6 Walter Facciotto Direttore generale CONAI Giorgio Calculli Acimit Domenico Mauriello Responsabile Servizio sviluppo nuove Serenella Caravella Università degli Studi Roma Tre Prefazione iniziative e progetti nazionali ed internazionali – Unioncamere Francesco Ciancaleoni Coldiretti Fabio Renzi Segretario generale Fondazione Symbola Francesco Crespi Università degli Studi Roma Tre Alessandro Rinaldi Dirigente Si.Camera Omar Degoli Responsabile Ambiente FederlegnoArredo Domenico Sturabotti Direttore Fondazione Symbola Luca Dapote Coldiretti 1 — pag 12 Riccardo Fargione CAI Consorzi agrari d’Italia gruppo di lavoro Francesco Ferrante Vicepresidente Kyoto Club Quadro Sara Consolato Ricercatrice Fondazione Symbola Simona Fontana Ufficio Studi CONAI Internazionale Fabio Di Sebastiano Ricercatore Si.Camera Miriam Gangi Comunicazione e Ufficio stampa ANFIA Daniele Di Stefano Ricercatore Fondazione Symbola Marco Gisotti Direttore scientifico Green Factor Mirko Menghini Ricercatore Si.Camera Stefano Leporati Coldiretti Marco Pini Ricercatore Si.Camera Aurora Magni Presidente Blumine e sustainability-lab 2 — pag 30 Stefano Scaccabarozzi Ricercatore Si.Camera Alfredo Mariotti Direttore generale UCIMU Romina Surace Ricercatrice Fondazione Symbola Elisabetta Montesissa Campagna Amica Numeri Stefania Vacca Ricercatrice Si.Camera Manuela Medoro Ricercatore Ecocerved Donato Molino Ricercatore Ecocerved di GreenItaly Nicola Orsi Relazioni esterne FederlegnoArredo progetto grafico Gabriele Pietrolati Relazioni Istituzionali ANFIA Etaoin Shrdlu Studio Annalisa Saccardo Coldiretti 3 — pag 108 Marisa Saglietto Studi e Statistiche ANFIA isbn 978-88-99265-34-2 Jean Sangiuliano Ricercatore Ecocerved Geografie Mariangela Sciorati Comunicazione e Ufficio stampa ANFIA Gianni Silvestrini Direttore scientifico Kyoto Club di GreenItaly La riproduzione e/o diffusione parziale o totale dei dati Fabrizia Vigo Relazioni Istituzionali ANFIA e delle informazioni presenti in questo volume è consentita esclusivamente con la citazione completa della fonte: Fondazione Symbola – Unioncamere, GreenItaly, 2017 realizzato da CON IL PAT R O C I N I O DI IN COLLABORAZIONE CON SI RINGRAZIA PA RT N E R TECNICI PREFAZIONE Prefazione i luoghi comuni, un’Italia di cui andare fieri e cui dare credito. La transizione verso un nuovo paradigma produttivo ha assunto una accelerazione. Evidente proprio nel caso citato dell’auto elettrica: un decreto Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. del governo cinese, ad esempio, impone che dal 2019 tutte le case E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile. automobilistiche che operano in Cina (per inciso, il più grande mercato del mondo) dovranno vendere almeno il 10% di auto a motore elettrico, con San Francesco l’obiettivo di avere al 2025 il 20% del parco circolante di nuova immatricolazione ad emissioni zero; e già oggi nelle grandi città cinesi possono circolare solo Ricordate l’auto di Diabolik, la mitica Jaguar E-Type che Enzo Ferrari definì scooter elettrici. Lo dimostra il caso delle rinnovabili: nei prossimi cinque la più bella del mondo? Oggi esiste anche con motore elettrico. E la casa anni, stima l’Agenzia internazionale dell’energia, si costruiranno centrali automobilistica britannica promette che dal 2020 — tra meno di tre anni — elettriche da rinnovabili per un milione di megawatt. Se una volta, non molti offrirà una versione elettrica per ogni modello prodotto. Ricordate i tempi in anni fa, green economy ed economia circolare potevano essere percepite cui il petrolio orientava le borse mondiali? L’anno scorso gli investimenti come scelte per anime belle, oggi — complice anche la crisi contro la quale in rinnovabili sul pianeta sono stati circa il doppio di quelli nelle fonti fossili. si sono dimostrati efficaci anticorpi — sono non solo una delle principali armi I tempi stanno cambiando: in questo cambiamento il nostro Paese può essere contro i mutamenti climatici, i cui gravi effetti appaiono sempre più evidenti, protagonista. Ovviamente molto dipende dalla scelte della politica e delle ma una straordinaria frontiera per la competitività dei sistemi produttivi istituzioni. È necessario avanzare misure coerenti con gli impegni della COP21 e delle imprese. Molte nostre aziende, incluse molte PMI, lo hanno capito già di Parigi, proseguire con il cammino imboccato dall’Europa sull’economia da tempo, come dimostrano i numeri e le storie di questa ottava edizione circolare, proporre una Strategia Energetica Nazionale che investa tutti di GreenItaly. i settori e che sia al tempo stesso coerente ed ambiziosa. È oggi ad esempio Sono 355 mila, infatti, le imprese italiane dell’industria e dei servizi con assolutamente praticabile proporre, in campo elettrico, l’abbandono del dipendenti che hanno investito nel periodo 2011-2016, o prevedono di farlo carbone prima del 2030 e la totale produzione da rinnovabili al 2050. Ma è già entro la fine del 2017, in prodotti e tecnologie green. In pratica più di una in campo un approccio tutto italiano e questa sfida parte anche dalle antiche su quattro, il 27,1% dell’intera imprenditoria extra-agricola con dipendenti. vocazioni del nostro modo di produrre: fatto di efficienza nell’uso di energia E nell’industria in senso stretto sono più di una su tre (33,7%): la green e materie e di riciclo. Perché in Italia green economy vuol dire questo: economy è, per un pezzo considerevole delle nostre imprese, un’occasione sostenibilità e competitività, efficienza e bellezza, qualità e innovazione, saperi còlta. Solo quest’anno, anche sulla spinta dei primi segni tangibili di ripresa, dei territori, coesione e mercati internazionali. È l’Italia che fa l’Italia, un’Italia ben 209 mila aziende hanno investito, o intendono farlo entro la fine del che non dimentica il passato ma che è insieme innovativa e promettente oltre 2017, sulla sostenibilità e l’efficienza, con una quota sul totale (15,9%) che GREENITALY RAPPORTO 2017 PREFAZIONE ha superato di 1,6 punti percentuali i livelli del 2011 (14,3%). I green jobs, pur così importanti e di crescente interesse per il nostro Anche perché green economy è sinonimo di competitività: che tra sistema produttivo, sono figure che per le imprese sono di più difficile le imprese green è più elevata rispetto a quelle non green. Un dato evidente reperimento, per le quali è richiesta più esperienza e un livello di qualificazione anche se limitiamo il confronto al raggruppamento per natura più competitivo più elevato. Aspetti che richiamano importanti implicazioni sul versante dell’economia nazionale, quello delle medie imprese industriali (50–499 della formazione. Queste figure si caratterizzano poi per una maggiore stabilità dipendenti): la quota di medie imprese industriali green che si attendono nel contrattuale: le assunzioni a tempo indeterminato sono oltre il 46% nel 2017 un aumento degli ordinativi sia nazionali che esteri è infatti superiore caso dei green jobs, quando nel resto delle figure tale quota scende a poco rispetto alle altre (rispettivamente 45% vs 38% e 54% vs 47%). più del 30%. Il salto innovativo che la green economy riesce a far compiere alle imprese Il tema green entra anche nel mondo delle start up innovative iscritte alla trae forza anche dal forte connubio “green-R&S”, perché, ad esempio, le sezione speciale del Registro delle Imprese ai sensi del decreto-legge 179/2012: medie imprese industriali che investiranno quest’anno in ricerca e sviluppo nella prima metà di ottobre 2017, 1.173 delle 7.915 start up registrate (il 14,9%) sono il 27% tra quelle che puntano sull’eco-efficienza e solo il 18% tra le altre. sono ad alto valore tecnologico in ambito energetico. Questo dato trova una conferma nei dati sui green jobs (ingegneri energetici La green economy trova la sua forza non solo nelle tecnologie e nelle o agricoltori biologici, esperti di acquisti verdi, tecnici meccatronici o innovazioni, ma anche nella sua ibridazione con la qualità: basti pensare che installatori di impianti termici a basso impatto, ecc.), le cui assunzioni previste sono molto diffuse, tra le medie imprese industriali eco-investitrici, le nel 2017 riguardano quasi 320 mila posizioni (se si considerano anche le segnalazioni che motivano l’aumento dell’export nel 2016 con la qualità assunzioni per le quali sono richieste competenze green se ne aggiungono dei prodotti/servizi superiore a quella dei concorrenti (46 contro 27%). altre 863 mila). Dietro alla green economy esiste un modo di far economia “inclusivo” Nell’area aziendale della progettazione e della ricerca e sviluppo i green dal punto di vista produttivo, che guarda alla competitività secondo logiche jobs rappresentano ben il 60% delle esigenze espresse dalle imprese. Questo di sistema attente alla tutela della comunità di riferimento: ben oltre due tema si collega a doppio filo con il Piano Nazionale Impresa 4.0, ovvero terzi delle medie imprese industriali che realizzano eco-investimenti forniscono l’impegno pubblico del governo per sostenere la quarta rivoluzione industriale. apporti diretti allo sviluppo del territorio attraverso contributi finanziari o Molte delle tecnologie abilitanti
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