Quaderni Di Archeologia Del Piemonte

Quaderni Di Archeologia Del Piemonte

Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Torino Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli Quaderni di Archeologia del Piemonte Torino 2017 1 Direzione e Redazione Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo Sede operativa: piazza S. Giovanni 2 - 10122 Torino Tel. 011-195244 Fax 011-5213145 Direttore della Collana Egle Micheletto - Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo I contributi sono sottoposti a peer-review Comitato Scientifico Marica Venturino Giuseppina Spagnolo Garzoli Alberto Crosetto Coordinamento Marica Venturino Comitato di Redazione Maurizia Lucchino Susanna Salines Amanda Zanone Segreteria di Redazione Maurizia Lucchino Editing ed elaborazione immagini Susanna Salines Progetto grafico LineLab.edizioni - Alessandria Impaginazione e stampa La Terra Promessa Società Coop. Sociale - Onlus Polo Grafico di Torino AGIT Quando non diversamente indicato, i disegni dei reperti sono in scala 1:3 (ceramica, vetri), in scala 1:2 (industria litica levigata, metalli), in scala 1:1 (industria litica scheggiata) Il volume è stato pubblicato con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino con la collaborazione della Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti È possibile consultare gli articoli pubblicati in questo volume nel sito istituzionale della Soprintendenza: http://www.sabap-al.beniculturali.it/editoria © 2017 Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Torino Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli ISSN 2533-2597 Segnalazioni bibliografiche di archeologia piemontese (2015-2016) Segnalazioni bibliografiche di: Simona Contardi (S.C.) Valentina Faudino (V.F.) Francesca Garanzini (F.G.) Gian Battista Garbarino (G.B.G.) Sara Lassa (S.L.) Simone Giovanni Lerma (S.G.L.) Alessia Monticone (A.M.) Francesco Rubat Borel (F.R.B.) Donatella Van Wyngaardt (D.V.W.) Amanda Zanone (A.Z.) Segnalazioni Bibliografiche 303 Monografie Jade. Objets-signes et interprétations sociales des jades alpins dans l’Europe néolithique, a cura di P. Pétrequin - E. Gauthier - A.M. Pétrequin, Besançon-Gray, 2017 (Les cahiers de la MSHE Ledoux, 27), voll. 3-4, pp. 1466. I due volumi costituiscono il seguito di quanto pub- ma simbolico-sociale attivo nell’Europa del V millennio blicato dagli stessi Autori nel 2012 (cfr. Quaderni della a.C., basato invece sulla circolazione del rame e dell’oro, Soprintendenza archeologica del Piemonte, 29, 2014, di matrice orientale. Il ruolo centrale dei siti attualmente p. 250) e rappresentano l’esito della seconda fase del pro- compresi nel territorio piemontese – oltre che rispetto al getto “JADE” (Agence Nationale de la Recherche, 2013- tema delle aree di approvvigionamento, affrontato anche 2017). L’ambito di studio è stato ampliato sia geografi- attraverso le potenzialità delle analisi spettroradiometri- camente, estendendo l’indagine ai ritrovamenti dell’in- che – è evidenziato in particolare con l’esame dettagliato tera Europa e al possibile centro di approvvigionamento delle dinamiche sottese alla produzione degli abbozzi e sull’isola egea di Siro, sia cronologicamente, risalendo ai diversi stadi della catena operativa in rapporto al mo- fino alle fasi iniziali di sfruttamento dei giacimenti alpini mento dell’immissione dei manufatti nella rete di scambi (Monte Beigua e Monviso), ricondotte intorno alla metà a medio e lungo raggio. I siti esaminati sono quelli di del VI millennio a.C. Il poderoso lavoro pone a confron- Melle-Balma di Rosso (CN), Torre Pellice-Forte (TO), to, evidenziando lo slittamento semantico, i possibili Valgrana-Tetto Chiappello (CN), Paesana-Tampa a sistemi simbolici dei produttori di asce in pietra verde Paré (CN) e Alba (CN), per i quali sono disponibili in alpina – ma anche di anelloni e piccoli elementi di paru- appendice accurati inventari e descrizioni tipologiche. re – operanti nell’Italia nordoccidentale con l’immagina- Il modello proposto per l’interpretazione di tali contesti, rio sociale di coloro che invece ricevevano e utilizzavano di matrice etnoarcheologica, è formulato sulla base del quegli oggetti, anche a distanza di migliaia di chilometri. lavoro di ricerca svolto da P. Pétrequin e collaboratori in Grazie alla ricca serie di contributi è possibile seguire il Nuova Guinea. Ulteriori riferimenti a reperti piemontesi viaggio di questi manufatti-simbolo attraverso le strade riguardano gli anelloni discussi sulla base di raggruppa- dell’Europa neolitica, da cui emergono l’universo simbo- menti tipologici e formali e quindi presentati nell’inven- lico e le implicazioni sociali che qualificavano le comu- tario a fine volume. Il cd-rom allegato contiene l’inven- nità appartenenti a questa “rete della pietra verde alpina”, tario europeo delle grandi lame levigate in pietre verdi anche attraverso le immagini da stele e incisioni. Essa alpine aggiornato a ottobre 2016 e i volumi 1-2 dell’opera sembra differenziarsi nettamente rispetto all’altro siste- in formato digitale. (V.F.) MORGAVI E. 2015. Sulle tracce delle antiche strade dalla valle Scrivia alla valle del Lemme, Arquata Scrivia, pp. 96. Filo conduttore di questo lavoro, che si configura come Da Arquata a Gavi sulla via delle Colombare o lungo la un itinerario cartografico e fotografico lungo gli antichi “strada dei tufi” scavata nei calanchi rocciosi o ancora tracciati viari che univano la valle Scrivia con la valle del attraverso la via della Bocchetta sino allo spartiacque tra Lemme, è il passaggio nel territorio della via Postumia, lo Scrivia e il Lemme, si snoda una meticolosa ricerca sul importante strada di età romana, che, iniziata nel 148 campo che ricompone la storia dei luoghi, fotografando a.C., collegava Genova, attraverso il crinale appenninico non solo alcune evidenze dell’antropizzazione durante i e la Pianura Padana, con Aquileia per proseguire poi in secoli, ma anche gli impietosi segni dell’abbandono e del direzione di Aquincum, l’odierna Budapest. Percorrendo degrado odierno sul paesaggio. Con costante riferimento sentieri, mulattiere, valichi di un territorio impervio, alla geotopografia dei luoghi e alla documentazione boschivo, dalle forti acclività, l’Autore ne ricerca le d’archivio, nel puntuale confronto tra antiche e nuove possibili diramazioni, ora in parte scomparse, partendo mappe, si colgono le trasformazioni di un territorio dal tratto, ancora visibile, messo in luce a Libarna che ha avuto nella storia un ruolo non marginale per gli durante gli scavi della metà del XIX secolo, effettuati scambi commerciali tra la Liguria marittima e l’entroterra per la costruzione della rete ferroviaria Torino-Genova. padano. (A.Z.) I paesaggi fluviali della Sesia fra storia e archeologia. Territori, insediamenti, rappresentazioni, a cura di R. Rao, Sesto Fiorentino, 2016 (Storie di paesaggi medievali, 1), pp. 207. Il volume inaugura una collana di studi sulla tematica il convegno svoltosi a Vercelli nelle giornate del 12 e dei paesaggi medievali affrontata con un approccio for- 13 aprile 2014, riguarda uno specifico ambito territo- temente interdisciplinare tra studiosi delle fonti scritte riale al quale, finora, in Italia non è stata data la stessa e delle fonti materiali e con una prospettiva di longue attenzione riservata in altri paesi europei: il fiume (in durée. In particolare l’argomento, già approfondito con questo caso il Sesia), gli ambienti umidi, le acque inter- 304 S B ne, le reti irrigue. Gli Autori, storici, archeologi e geo- E. Panero: il primo restituisce un quadro, aggiornato alle grafi, propongono una lettura, da diverse angolazioni e recenti scoperte, della topografia urbana e territoriale di su diversi aspetti, del rapporto tra la città e il territorio Vercellae in età romana (in entrambi i contesti, il reticolo di Vercelli e il “suo” fiume (il Sesia) tra l’epoca romana delle acque interne svolge una funzione determinante). e l’età moderna. Nel complesso, il volume restituisce un Il secondo, scritto insieme a I. Gagnone, illustra il proget- quadro articolato nel quale le componenti del paesaggio to sperimentale di una carta archeologica per la raccolta non sono solamente descritte, ma interpretate all’interno e la gestione dei dati editi e delle altre informazioni note. delle dinamiche culturali, socioistituzionali e territoriali Nel contributo di A.A. Settia, l’attestazione documenta- delle differenti epoche. La società, la rete dei poteri lo- ria del “ponte di Nottingo” nel IX secolo è collocata sul cali, la distribuzione degli insediamenti, l’organizzazione basso corso del Sesia ed è messa in relazione con alcu- dello spazio e le vocazioni economiche sono modellate ni ritrovamenti casuali verificatisi durante una piena nel dal fiume e dalla presenza dell’elemento idrico. Ciascun 1968, nei quali si riconoscerebbero i resti di un ponte contributo contiene dati e osservazioni di notevole utilità romano. G. Ardizio ed E. Destefanis ritornano sul tema ai fini di uno studio archeologico del territorio, tuttavia dell’edilizia fortificata medievale

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