IL MESSAGGERO SARDO 20 OTTOBRE 2002 Silvano, il dio romano dei con il paese che lo aveva ospita- boschi, oppure Caio Silanus, PAESI DI SARDEGNA (3) to e si impegnava per modificare luogotenente di Cesare? Quale le cose. Oggi Silanus ha avuto, personaggio della mitologia o come tutti i paesi della zona, la della storia ha alimentato le fortuna e la sfortuna di essere vi- leggende sulle origini di Sila- cino a Ottana. «Non voglio fare nus? Non si può escludere che il polemiche –dice Giuseppe Run- fedelissimo del condottiero ro- LE ORIGINI china- sappiamo come è nata e mano possa avere, rispetto alla purtroppo stiamo assistendo a divinità, qualche chance in più come muore. Probabilmente se «perché Cesare ricompensava i MITOLOGICHE anziché costruire tutta quella suoi fedeli cedendo loro la terra. roba, avessero costruito piccoli Però non lo sappiamo con esat- invasi e irrigato bene tutta la pia- tezza». Per Giuseppe Runchina, na, la situazione sarebbe diversa. docente di matematica all’istitu- DI SILANUS di Gianni Perrotti Anche perché, e questo mi addo- to tecnico di Macomer, le ipote- lora dirlo, i nostri pastori non si sono tante ma solo alcune suf- sempre colgono l’occasione pro- fragate da riscontri obiettivi. pizia per migliorarsi. Non c’è co- Come, ad esempio, quando si operazione, siamo troppo indivi- sostiene che inizialmente Sila- dualisti. Forse è l’isolamento? La nus fosse posta verso Bortigali. risposta la lasciamo ai sociologi. Una tesi non del tutto campata Prospettive di sviluppo? O nel in aria e suffragata dalla scoper- terziario o nelle industrie di ma- ta di una necropoli durante i la- nufatti edili, ma sono attività di vori di realizzazione della strada poco conto». ferrata Macomer-Nuoro. Impor- Né si può dire che Silanus ab- tanti resti archeologici che bia un artigianato tradizionale. avrebbero potuto aprire un capi- Le donne tessevano ma non tan- tolo nella storia di Silanus ma to da creare un’industria come è che qualche irresponsabile fece stato, e forse lo è ancora, a Nule. distruggere. Poi, in seguito a Il pane si faceva in casa ma per le una pestilenza, Silanus si trasfe- sole esigenze e necessità dome- rì più a monte, a sinistra dell’at- stiche. A Silanus qualcuno face- tuale cava; lì sono state trovate va il carbone ma i carbonai non monete romane. erano di Silanus. Il paese aveva Silanus aveva un’economia tutti gli artigiani ma servivano agropastorale; c’erano boschi per il fabbisogno della comunità. con alberi giganteschi i cui tron- La principale attività del paese chi potevano essere abbracciati un vecchio fattore della vigna di “servi della gleba” che spesso te migratoria dopo la seconda era legata al mondo agropastora- da una catena umana formata da mia suocera, Costantino Cappai, per sfamarsi utilizzavano i semi guerra mondiale, in Italia setten- le. Attività che oggi rappresenta molte decine di persone. Di cer- figura molto caratteristica, conservati per la semina. Poi c’è trionale e in Europa». più un handicap che una base im- to, pastorizia e allevamento di uomo alto, bel paio di baffi, mi stato un fenomeno che ha cam- Le migrazioni, tutte indistinta- prenditoriale. L’unica che conti- suini erano voci importanti per raccontava che prima del ‘900 i biato il paese: l’emigrazione. La mente, hanno inciso profonda- nui è la pastorizia perché l’agri- la sopravvivenza del paese, tan- ragazzi, dopo il lavoro nell’aia, prima, che ha preceduto la pri- mente nel tessuto sociale di Sila- coltura è scomparsa. Ma purtrop- to che i bambini avevano il com- dovevano portare i buoi al pa- ma guerra mondiale, con ten- nus. E soprattutto nell’economia po Silanus è un paese di vecchi; pito di raccogliere nel bosco le scolo mentre le donne prepara- denza verso l’America del Sud, del paese che iniziò a reggersi ha quasi tremila abitanti. «Non si ghiande per i numerosi maiali. E vano la pastasciutta. Racconta- quando un giovane di Silanus sulle rimesse degli emigrati. può –conclude amaramente inoltre la coltivazione del grano. va che prima di portare i buoi al finì addirittura nella Terra del Quelli che rientravano avevano Runchina- far scomparire un pa- Che spesso provocava qualche pascolo si riempiva le tasche di Fuoco. Da che cosa ha avuto ori- acquisito una mentalità nuova, ese e la sua storia: ogni pietra ha contrasto fra agricoltori e pasto- maccheroni, ovviamente condi- gine l’emigrazione? Di certo diversa. Si verificò la tendenza a la sua storia. E non possiamo ri i quali erano circondati dai ti non solo con il formaggio, non dalla necessità, dalla fame. modificare le case, oppure all’ac- cancellarla: chi rinnega la storia, campi coltivati e dovevano sta- solo con il sugo ma anche con C’era una mortalità e una morbi- quisto di vecchi edifici che cerca- rinnega se stesso. Ed è tragico. Il re giorno e notte a sorvegliare il abbondante polvere. E, diceva lità infantile eccezionalmente vano di riattare. Iniziò a prospe- fatto che molti giovani non parli- bestiame. Da qui, piccoli screzi lui, erano molto buoni. Questo alte. «Il nonno di mia moglie – rare l’attività edilizia. E non fu un no il dialetto è una cosa che gri- che alcune volte sono sfociati in per inquadrare l’ambiente e le ricorda Runchina- era medico avvenimento di poco conto. Vi- da vendetta. Io non sono per l’in- atti non certamente edificanti. condizioni di vita, quando vi condotto, prima a Sarule, poi a cino a Silanus, a Codes, c’erano dipendenza. Me ne guardo bene, I contadini di Silanus coltiva- erano grossissimi problemi di Silanus. E teneva le schede dei le cave di basalto, utilizzato pre- noi sardi faremmo ridere i polli vano anche fave, ceci, fagioli e sopravvivenza». Agli inizi del pazienti: sarebbe interessante valentemente per costruzione. In se con l’economia che tende a di- orzo. «Quando era il periodo Novecento, gli abitanti di Sila- fare una ricerca sulle cause di più con l’amministrazione Aielli ventare globale restiamo nel par- delle aie –racconta Giuseppe nus e della maggioranza dei pa- morte in quel periodo. Una se- ci fu l’espansione del paese. ticolare. Però devo tenere viva la Runchina-, noi ragazzi eravamo esi della Sardegna non se la pas- conda corrente migratoria, dopo Ecco, le rimesse degli emigrati mia identità, la mia cultura, le addetti a seguire il giogo che tra- savano molto bene. L’economia la grande guerra, si diresse ver- fecero tutto questo. Ma c’è anche mie origini. Questo sì. E noi in scinava una pietra che serviva era in mano a poche persone. so il Nord America, l’Australia e l’aspetto sociale: l’emigrante che fatto di cultura non penso che per aprire il chicco. E su questa Chi per eredità o chi perché ave- molti nel bacino mediterraneo: rientrava e vedeva come si conti- siamo secondi a tante regioni fase del lavoro c’è un anédotto: va fatto affari. E i più erano Libia, Tunisia. La terza corren- nuava a vivere faceva i confronti italiane». uando ci fermiamo nel- gono organizzate delle sagre la piazza principale di PAESI DI SARDEGNA (4) che attirano molti visitatori, QArborea, nel viaggio da come accade anche per la fiera Oristano verso Terralba e il annuale del bestiame e per una Medio Campidano, viene celebrazione invernale che spontaneo chiedersi se non sia- viene dedicata giustamente, in mo per caso capitati in un pae- una zona abitata per il 75% da se del continente: dall’aspetto ARBOREA UN ANGOLO veneti, alla polenta. stesso della piazza, occupata In queste occasioni vengono quasi per intero da un giardino esposte alcune delle macchine sempre fiorito, ai lineamenti DI VENETO che furono usate per la bonifi- degli edifici, con i tetti spio- ca e per le prime coltivazioni. venti come in montagna, tutto Anche Arborea sente infatti il indica che non ci troviamo in bisogno di tornare indietro uno dei soliti villaggi dell’iso- IN SARDEGNA di Salvatore Tola lungo la sua vicenda storica, la, sorti con povere case nel bile da una distesa di acque pa- te le cascine, mentre nel luogo queste terre hanno raggiunto anche se così breve. periodo medioevale. E poi ludose. Gli studi accertarono scelto come centro sorgevano tutta una serie di primati, sia Ma il territorio era stato abi- quella scritta sul campanile, a che provenivano dal rio Mogo- soltanto i locali di aggregazio- nell’allevamento bovino che tato anche nelle epoche più prima vista misteriosa, Resur- ro, che discende dal monte ne ed i servizi; il tutto in modo nelle coltivazioni. Nelle stalle lontane, prima che le acque go (“Risorgo”, “Torno a vive- Arci, e fu ben presto costruita da indurre i contadini – al con- di Arborea crescono dei capi paludose lo ricoprissero; per re”), che poi torna anche nello una diga per regolamentarle; trario di quanto avviene solita- vaccini dalla grande produtti- rendersene conto basta recarsi stemma del comune. ma non bastava, perché buona mente in Sardegna – a risiede- vità, anche 30 e persino 50 li- al Comune, dove in alcune ve- In realtà nell’isola tutti san- parte delle terre sono sotto il li- re sul luogo del loro lavoro. tri di latte al giorno, tanto che trine al primo piano sono con- no, almeno genericamente, vello del mare: per questo fu in- Nel 1931 Arborea fu fatta la Latteria Sociale 3A distribu- servati i reperti archeologici che la vicenda di Arborea è stallata una potente idrovora, comune autonomo, ma in un isce i suoi prodotti in tutta rinvenuti durante i lavori di molto diversa, e tutta racchiu- che da allora getta nel mare le primo tempo col nome di Mus- l’isola.
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