Aerospecials L’eredità dei cieli della Grande Guerra Automobili italiane con motori aeronautici AISA - Associazione Italiana per la Storia dell’Automobile MONOGRAFIA AISA 106 I Aerospecials L’eredità dei cieli della Grande Guerra Automobili italiane con motori aeronautici AISA - Associazione Italiana per la Storia dell’Automobile in collaborazione con Biblioteca Comunale, Pro Loco di San Piero a Sieve (FI) e “Il Paese delle corse” Auditorium di San Piero a Sieve, 28 marzo 2014 2 Prefazione Lorenzo Boscarelli 3 Emilio Materassi e la sua Itala con motore Hispano-Suiza Cesare Sordi 8 Auto italiane con motore aeronautico negli anni Venti Alessandro Silva 21 Alfieri Maserati e le etturev da corsa con motore derivato dagli Hispano-Suiza V8 Alfieri Maserati 23 Auto a turbina degli anni Sessanta: le pronipoti delle AeroSpecials Francesco Parigi MONOGRAFIA AISA 106 1 Prefazione Lorenzo Boscarelli l fascino della velocità fu uno degli stimoli che in- I motori aeronautici divennero sempre più potenti Idussero molti pionieri dell’automobile ad appas- e di conseguenza di grande cilindrata, tanto che il sionarsi al nuovo mezzo, tanto che fin dai primordi loro impiego dalla seconda metà degli anni Venti in furono organizzate competizioni e le potenze delle poi fu quasi esclusivamente limitato alle vetture per vetture crebbero in pochi anni da pochissimi cavalli i record di velocità terrestre. a diverse decine e ben presto superarono i cento. La disponibilità di motori a turbina, di ingombro Questi progressi imposero una rapida evoluzione ridotto e con rapporto potenza/peso molto eleva- delle tecnologie utilizzate dall’automobile, che per to, negli anni Sessanta indusse alcuni costruttori ad alcuni anni fu il settore di avanguardia per lo svilup- adottarli su vetture per gare di durata, da Gran Pre- po dei materiali, delle soluzioni costruttive e di tec- mio e per la Formula USAC (“Indianapolis”). Una nologie complementari, come quelle degli impianti vettura a turbina nel 1967 sfiorò la vittoria nella 500 elettrici e della gomma. Miglia di Indianapolis, una pista che, non richieden- Ai primi del Novecento nacque però l’aviazione, che do al motore importanti variazioni di regime, non ancor più dell’automobile da corsa aveva esigenze pone in risalto una delle principali debolezze delle sofisticate di leggerezza, potenza ed affidabilità. turbine, la lentezza di erogazione della potenza. Ben Inoltre, mentre i veicoli terrestri a motore ebbero presto però le autorità sportive imposero restrizioni un ruolo limitato come strumenti bellici fino alla 1a tali a quei motori da renderli non più competitivi. Guerra Mondiale, dalla Guerra di Libia (1911-12) Da allora motori di origine aeronautica non sono gli aerei acquisirono importanza militare e sul loro più stati adottati su autovetture. sviluppo si concentrarono gli sforzi non di singo- Da alcuni decenni le automobili hanno però acqui- le aziende, come nel caso dell’automobile, ma degli sito dall’aeronautica – con il lavoro degli studiosi Stati, che sostennero le industrie aeronautiche tra- statunitensi Milliken(1) – un altro contributo fonda- mite grandi commesse. L’aviazione soppiantò così mentale, cioè i modelli matematici utilizzati per lo l’automobile come settore di punta per lo sviluppo studio della dinamica del veicolo, cioè delle forze di tecnologie meccaniche di avanguardia. che si manifestano nel comportamento su strada, Già nei primi anni Dieci si ebbero applicazioni di modelli che in origine sono stati sviluppati per de- motori aeronautici a vetture da corsa (come la Fiat scrivere il comportamento degli aerei. dotata del motore S76), ma fu solo nel primo do- Questo percorso che, iniziato con i motori, è giun- poguerra, quando con la smobilitazione si resero to ai modelli matematici, illustra bene l’evoluzione disponibili grandi quantità di motori e componenti che ha subito il progetto delle automobili. Iniziato aeronautici, che si ebbero numerose applicazioni di e orientato per lungo tempo dai progressi dei mate- quei motori su vetture da corsa, perché offrivano riali e della meccanica, negli ultimi decenni è stato elevata potenza e leggerezza. Per un decennio le vet- guidato da approcci sempre più scientifici e da stru- ture “aerospecials” ebbero una più che onorevole menti di supporto, i calcolatori elettronici, senza i carriera agonistica, anche per merito dei bravi piloti quali i modelli matematici non sarebbero utilizza- che le condussero e che, in alcuni casi, le concepi- bili, e che hanno indotto una vera rivoluzione nel rono. modo di progettare. Note 1. William F. Milliken e Douglas L. Milliken, autori del vo- Lorenzo Boscarelli, presidente AISA e studioso di storia dell’automobile. lume “Race car vehicle dynamics”, SAE International, 1995. 2 Emilio Materassi e la sua Itala con motore Hispano-Suiza Cesare Sordi onsiderazioni teoriche sulle possibili soluzio- guida strutturate. La disoccupazione e il difficile Cni adottate dal pilota e tecnico toscano per la reinserimento dei reduci di guerra sono all’origi- realizzazione della sua vittoriosa creatura, mossa ne di un diffuso malcontento e di esacerbate ten- dal motore aeronautico più largamente diffuso sioni sociali. durante il primo conflitto mondiale. In questo ambito il solo pensare alle corse auto- mobilistiche cercando di affrontarle con un baga- La nascita di un’idea glio tecnico adeguato è pura follia: senza contare Emilio Materassi è stato un grande tecnico e un il lato economico del problema, certamente non grande pilota, antesignano dei moderni “costrut- marginale. tori assemblatori” di scuola inglese che tanto Per competere con qualche chances di successo hanno contribuito allo sviluppo della F1 a partire bisogna disporre di un bagaglio tecnico al di so- degli anni Sessanta. pra della media, così come di attrezzature mecca- Egli, infatti, corse e vinse in competizioni di pri- niche di un certo valore e di un’abbondante di- mo piano, con una macchina che egli stesso con- sponibilità di materiali e materie prime di qualità cepì, sviluppò, gestì con la sua Scuderia, come un come acciaio e soprattutto alluminio. Jack Brabham o un Bruce McLaren mugellano, All’epoca, i motori si dividono in due grandi ca- quarant’anni in anticipo rispetto alle vicende che tegorie: quelli nati per l’autotrazione e quelli svi- prenderanno piede oltre Manica. luppati per il nuovo, rampante, tecnologicamen- Siamo nella prima metà degli anni Venti dello te avanzato e moderno mercato dell’aviazione. scorso secolo ed Emilio realizzò la sua “creatura” Mentre i primi sono concepiti a beneficio di un utilizzando un autotelaio Itala, marca di cui era mercato non molto esigente in termini di presta- concessionario, motorizzandolo con un propul- zioni globali, i secondi rappresentano l’eccellenza sore aeronautico Hispano-Suiza V8 trasformato in fatto di prestazioni, con una costante attenzio- in un EM 4 cilindri in linea. ne alla riduzione dei pesi e degli ingombri. Come abbia fatto, e che criteri abbia seguito, non Per Emilio Materassi, uomo senza dubbio capa- è dato sapere con certezza, perché ad oggi non è ce, ma certo non facoltoso, non esiste la possibi- stata ritrovata alcuna documentazione fotografica lità di acquistare un’auto da corsa per poter dare o testimonianza che possa aiutare a far chiarezza sfogo alla sua voglia di competere. sulle soluzioni che adottò. Qui di seguito verran- Dove invece esiste abbondanza e a buon mercato, no illustrate alcune ipotesi e considerazioni. e Materassi ne è ben conscio, è nei surplus degli Se esaminiamo il contesto storico, vediamo un’I- armamenti bellici ivi compresi i motori aeronau- talia immersa nei problemi e nelle difficoltà del tici. E da lì deve essergli nata l’idea di assembla- primo dopoguerra, vincitrice si, ma completa- re un’auto in proprio andando a prendere i pezzi mente esausta e dissanguata da anni di conflitto, dove ci sono: un rischio percorribile da chi, come che fatica oltremodo ad affermarsi al tavolo dei lui, sa come funziona una macchina da corsa e ha vincitori. capacità tecniche adeguate. Paese ancora essenzialmente ad economia agri- Nella prima metà degli anni Venti Materassi è cola ed industrialmente arretrato rispetto alla éli- rappresentante del marchio Itala, condizione che te europea dell’epoca rappresentata dall’impero può avergli permesso sia un trattamento di favore inglese e dalla Francia, procede sulla strada del- per l’acquisto di componentistica dalla casa ma- la riconversione dell’industria bellica senza linee dre sia di accedere facilmente al background tec- nico della casa torinese. Tramite il suo lavoro per l’Itala, dunque, è più che plausibile sia venuto in contatto con la quantità di motori aeronautici che l’azienda torinese, negli anni di guerra, aveva pro- Cesare Sordi, ingegnere fiorentino, classe 1955, con svariate esperienze dotto su licenza Hispano-Suiza, prassi che la casa nei settori della progettazione e della tecnologia avanzata, ora è Senior Manager presso la GE Oil & Gas DownStream Technology Services. ispano-svizzera aveva messo in atto per far fronte 3 alla sempre crescente domanda di motori. Nu- gono all’eclettico ed esperto Emilio. Che risolve merose erano state le licenze produttive conces- con una brillante e ardita idea l’intera e complessa se dalla Hispano a svariati costruttori nel mondo faccenda: elimina una bancata cilindri dal moto- (Stati Uniti, Gran Bretagna, Giappone, etc). Tra re originale, trasformando l’imponente 8V HS in questi, in Italia, oltre all’Itala, anche alla Scat e al un più agile e gestibile motore 4 cilindri in linea,
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