Pubblicazione edita con il sostegno di Comune di Corinaldo Patrocinio di Unitre di Corinaldo PAOLA POLVERARI TESTIMONI DIle epigrafi PIETRA di Corinaldo dall’evo antiCo al seColo Xvii VOLUME I Comune di Corinaldo 2005 Si ringraziano per l’autorizzazione alla riproduzione delle immagini: Amministrazione comunale di Corinaldo Associazioni “Pro loco” e “Pozzo della Polenta” ASUR - Zona Territoriale n. 4 Curia Vescovile di Senigallia - Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici I cittadini di Corinaldo in possesso delle epigrafi Poste Italiane; per la generosa collaborazione e per i competenti suggerimenti che hanno favorito la definizione di gran parte della ricerca: Simona Antolini, Ettore Baldetti, Massimo Battistini, Andrea Baroncioni, Marinella Bonvini Mazzanti, Manlio Brunetti, Giuliano Chelotti, Dario Cingolani, Rodolfo Coccioni, Stanislao De Angelis Corvi, Eros Gregorini, Giuseppe Lepore, Mario Luni, Giorgio Mangani, Ettore Montesi, Terenzio Montesi, Renzo Paci, Giuseppina Piana Marcheselli, Francesca Pongetti, Padre Bernardino Pulcinelli, Maria Grazia Sassi, Graziano Secchiaroli, Flavio e Gabriela Solazzi, Giuliano Vichi, Virginio Villani; per la loro disponibilità e collaborazione, i concittadini: Paolo Angeletti Agnoletti, Esterina e Anna Baci, Giancarlo Balducci - Via della Murata, Giancarlo Balducci - Via S. Pietro, Luigi Bartera, Paola Bartolini, Pierluigi Basili, Alberto Battistini, Romolo Bettini, Alfonso Bizzarri, M. Teresa Bolognini, Laura Bucci, Luisa e Domizia Carafòli, Anna Maria Cesarini, Lucio Ciceroni, Fabio - Chiara - Jacopo - Donato - Gabriele Ciceroni, Mario Frati, Antonietta Gregorini, Mar- tina Hoffmeister, Raffaella e Ilde Lattanzi, A. Maria Marcolini, Mariella Marinelli Rossi, Mons. Umberto Mattioli, Ferdinando e Stefania Mencucci, Quintiliano Mencucci, don Franco Morico, Famiglia Muggenthaler, Gilberto - M. Grazia - Anna Paolini, Girolamo Patrignani, Leonardo Peserico, Aldo e Igino Rocchetti, Sandrina Rocchegiani, Romualda Rocconi, Giuseppe Rossi, Marta Santolini, Romano Sbarbati, Roberto Spallacci, Vittorio Venturoli Orlandi Romaldi, Ettore Vieri; e inoltre Fernando De Iasi, Assessore alla Cultura del Comune di Corinaldo Paolo Pirani Dirigente dell’Ufficio Cultura. © by Comune di Corinaldo - Paola Polverari Riproduzioni fotografiche: Studio L’Immagine di Antonio Moroni - Corinaldo Stampa: Tecnostampa - Ostra Vetere AN - 2005 PRESENTAZIONI È stato detto e riaffermato, da parte di studiosi, politici, storici e comuni cittadini dotati di un minimo di buon senso, che non c’è un futuro se non c’è un passato. Ovvero, il futuro si costruisce in forza del passato, magari contraddittorio, non necessariamente condiviso ma mai rifiutato aprioristicamente o miscono- sciuto o negato solo per il fatto che è passato, dunque archiviato come pratica chiusa. Nella quotidianità si sostiene (e si consiglia) che occorre evitare la palude del passato per non rimanerne invischiati e immobili come i fossili, animali e vegetali, nell’ambra o in altra sostanza organica che li conserva inalterati in eterno. In realtà, è il giusto equilibrio tra le parti che può garantire la dialettica necessaria a porre nella dovuta prospettiva il passato e il futuro: mediazione di un presente che trattiene la memoria storica di ciò che si è e che è stato fatto mentre si appresta ad affrontare le sfide e le necessità del contingente e del domani. Quando poi la memoria del passato è impressa in epigrafi, lapidi, cippi, statue e monumenti che accompagnano da sempre la nostra esistenza ma che, per distrazione o abitudine, perfino ignoriamo, il lavoro di reperire, censire e descrivere quei manufatti, nella forma e nel contenuto, assume lo spessore di un’impresa di grande valore scientifico, storico e umano. Questo e non solo è il merito ascrivibile alla presente pubblicazione, frutto di uno studio profondo, di una passione inveterata, di una capacità acclarata dell’Autrice, alla quale va la nostra gratitudine e il nostro apprezzamento. La gratitudine per avere offerto un ulteriore punto di vista all’indagine sto- rico – storiografica su Corinaldo ed il suo territorio; l’apprezzamento per la quantità e qualità dei materiali prodotti, anche iconografici, che fanno del libro “Testimoni di pietra” un bagaglio conoscitivo articolato e palpitante. Un’indagine accurata, minuziosa, certosina. 6 TESTIMONI DI PIETRA Non cediamo alla tentazione di pensare che queste “pietre” siano anonime, immobili, inespressive testimonianze di un tempo che su di esse è trascorso, levigandole e scolorendole forse un poco. È vero, su quelle “pietre” il tempo è volato, accarezzandole o ghermendole a seconda degli eventi storici alternatisi nei secoli; ma su quelle “pietre” fatti, persone e cose hanno lasciato un segno, talvolta un monito, sempre una testimonianza. Ecco perché è stato importante, fortunatamente inevitabile, nominare e numerare quei “testimoni”; recuperarli alla percezione degli anziani (o dei distratti) ed alla conoscenza dei più giovani. Discrete ma persistenti, fidate sentinelle dei destini della turrita Cori naldo, e del suo territorio, nel corso del tempo. Corinaldo, 13 ottobre 2005 Livio Scattolini Sindaco PRESENTAZIONI 7 La presente pubblicazione ha origini lontane, da un lato nella passione per l’archeologia dell’autrice, Paola Polverari, coltivata con cura già dagli anni dell’Università a Milano, che è maturata e si è approfondita nel tempo; dall’altro nella sua attività professionale di insegnante, nella quale hanno trovato uno spazio privilegiato i percorsi di didattica laboratoriale di storia locale. La ricerca più sistematica prende avvio già dall’anno scolastico 1994-1995, in occasione del 50° anniversario della liberazione, nell’ambito di un progetto che aveva il significativo titolo di un noto libro di archeologia: “Le pietre parlano”. Il lavoro di raccolta e di studio è proseguito negli anni successivi con eccellenti risultati educativi e didattici, perché i giovani alunni di scuola media, coinvolti diretta- mente in un’attività di ricerca, si sono sentiti protagonisti di una ricostruzione storica concreta e sicuramente più coinvolgente rispetto ad uno studio condotto in maniera monotona su un libro di testo. Paola Polverari ha poi proseguito la sua indagine negli ultimi anni met- tendo a punto il materiale che era venuta via via raccogliendo ed effettuando le necessarie verifiche secondo i canoni di ricerca nel settore archeologico ed epigrafico: un lavoro portato avanti da sola, ma anche denso di coralità, perché lo studio sempre più puntuale e l’approfondimento, da sempre caratterizzanti la sua attività, hanno richiesto contatti e collegamenti sui versanti più ampi, dai cattedratici delle discipline specifiche ai cultori di storia locale, dagli ultimi eredi delle famiglie storiche corinaldesi agli abitanti delle contrade, dagli an- ziani a quanti altri potessero fornire anche solo testimonianze orali o semplici indizi utili alla sua ricerca. Il contributo che emerge da questo lavoro, restituisce, per la parte più an- tica fino al secolo XVII, una storia di Corinaldo da un’angolazione inusuale, quasi ardita per la esiguità del materiale disponibile; ma sulle testimonianze raccolte, che poi sono più numerose di quanto si possa pensare, si struttura per la competenza e l’abilità dell’autrice un percorso storico di rilievo, che 8 TESTIMONI DI PIETRA collega con frequenza passato e presente a sottolineare la continuità della vita sociale della comunità. Nel libro le tracce vive lasciate sulla pietra diventano quasi una filigrana per un racconto storico sicuro, preciso e avvincente. Le epigrafi sono presentate con completezza e con tutti gli elementi utili per lo studioso del settore, ma nello stesso tempo con una forma comunicativa che coinvolge e appassiona tutti quelli che hanno a cuore la scoperta del passato di Corinaldo e dell’identità della propria tradizione storica. Lo studio infatti non si ferma alle epigrafi, ma si sposta su diverticoli quasi naturalmente ad esse conseguenti, che si aprono a ventaglio sui personaggi storici che hanno dato lustro alla città, sulle famiglie importanti che hanno retto nei secoli le sorti della collettività, sulla nobiltà con gli emblemi e i simboli ad essa connessi, sulla struttura urbana e le forme architettoniche dei palazzi signorili, sulle numerose chiese nelle quali si sono espressi nei secoli un forte sentimento religioso e una diffusa pietà popolare, sull’ospedale e sul monte di pietà che mitigavano le condizioni delle classi sociali più povere, sulle campane…, in un tentativo egregiamente riuscito di rendere chiaro ed intelligibile il visibile parlare delle pietre. La lettura del percorso di ricerca suscita sensazioni simili a quelle che si provano allo sfogliare di un vecchio album di fotografie di famiglia, quando riaffiorano i ricordi, si definiscono vicende che il tempo aveva sfocato, si gioisce per un evento lieto, si è pervasi di mestizia per le difficoltà incontrate. Ritengo che questo studio su Corinaldo sia tra i più originali per la prospet- tiva, tra i più accurati per l’acribia della ricerca e tra i più accattivanti anche per lo spessore del linguaggio che rende piacevole la lettura; ha inoltre il merito di tramandare sulla carta la memoria incisa sulla pietra: sì, perché i denti delle scavatrici e l’incuria degli uomini sono più voraci del tempo che pure divora i suoi figli, come il mitico Crono. Come appassionato di ricerca storica esprimo sentimenti di stima e di rico- noscenza a Paola Polverari per questo contributo che restituisce tante puntuali memorie dei secoli passati, con
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