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Sommario Perchè mi sono innamorato del Celtic Glasgow ............................................. 1965: inizia la "Golden Era ! ........................................................................... 1965-66: arriva anche la vittoria del campionato .......................................... Il Celtic vince tutto .......................................................................................... Gli eroi di Lisbona ........................................................................................... Ronnie Simpson ......................................................................................... Jim Craig .................................................................................................... Tommy Gemmell ....................................................................................... Bobby Murdoch.......................................................................................... Billy McNeill.............................................................................................. John Clark .................................................................................................. Jimmy Johnstone ........................................................................................ Willie Wallace ............................................................................................ Steve Chalmers ........................................................................................... Bertie Auld ................................................................................................. Bobby Lennox ............................................................................................ Stein, un maestro di calcio .............................................................................. Hanno scritto ed hanno detto ........................................................................ La Coppa dei Campioni d’Europa 1966-67 ...................................................... Bibliografia ...................................................................................................... Ringraziamenti ................................................................................................ Perchè mi sono innamorato del Celtic Glasgow "Football without the fans is nothing." Jock Stein Negli anni settanta, quando eravamo adolescenti, le uniche immagini che arrivavano nelle nostre abitazioni, relative alle squadre di calcio straniere, erano quando incontravano le formazioni italiane nelle varie coppe europee, oppure nel migliore dei casi, in occasione delle finali dei vari tornei di calcio continentali. Solo allora, la Rai trasmetteva in diretta televisiva l’evento e noi ragazzini potevamo ammirare casacche sconosciute e stadi misteriosi. Così il giorno dopo, nella partitella che organizzavamo quotidianamente nel cortile sotto casa, tutti impersonavamo il giocatore tedesco, inglese o olandese, che avevamo visto giocare la sera precedente. Eravamo tutti Gerd Muller. Allora non esistevano tutte le varie televisioni a pagamento, che oggi trasmettono incontri di calcio a qualsiasi ora del giorno e della notte e di ogni campionato, anche di quello più periferico disputato nell’ angolo più sperduto della terra! Negli anni settanta, c’erano solo le pagine del settimanale “ Il Guerin Sportivo” che con i suoi servizi ci parlava di formazioni a noi sconosciute, proiettandoci in mondi lontani ed affascinanti. Ogni settimana correvamo in edicola, per comprare questa rivista, magari risparmiando i soldi sulle merendine, o peggio sui quaderni di scuola… Poi è arrivò il Subbuteo e nulla fu più come prima! A me lo regalarono dopo aver superato, l’allora “difficilissimo” esame di terza media. Era la scatola classica, quella con al suo interno due squadre ( generalmente la rossa e la blu), due porte, il campo verde da calcio e due palloni molto grandi, da noi ribattezzati in seguito “i boccioni”, dopo essere diventati abilissimi a giocare con quelli più piccoli a scacchi bianco e neri. All’interno della scatola del Subbuteo c’era anche un grande catalogo che illustrava le casacche di tantissime formazioni di calcio, provenienti da ogni angolo del pianeta. Da quel leggendario catalogo iniziammo a scoprire l’esistenza di tanti club calcistici di cui non avevamo mai neppure sentito parlare. Quando poi il Subbuteo divenne il gioco di tanti adolescenti, che si riunivano nelle case e nelle cantine per organizzare tanti piccoli tornei, ognuno di noi iniziò a cercare la sua squadra, quella con cui avrebbe giocato i suoi derby infuocati contro i compagni di classe e i vecchi amici del quartiere. La scelta della “nostra squadra” spesso avveniva in base alla maglietta indossata dalle miniature: la prima cosa che colpiva il nostro immaginario di adolescenti. La maglietta del Celtic Glasgow, degli Hoops come appresi molti anni dopo, fu quella che mi colpì più di tutte, perché così differente dai soliti standard che si vedevano sui campi italici di calcio, perché così simile ad una maglietta da rugby e perchè quei colori il bianco ed il verde, mi sono sempre piaciuti : quella maglietta a strisce orizzontali la amai subito appena la vidi sul famoso catalogo. Fu il classico amore a prima vista ! Dovevo assolutamente averla per poterla poi utilizzare negli interminabili tornei, con i miei amici. L’occasione si presentò con l’arrivo delle feste natalizie e con gli immancabili regali da parte di genitori e parenti. A mio padre, “colpevole” di avermi trasmesso la sua passione per il calcio portandomi allo Stadio Olimpico a vedere la SS Lazio, chiesi una nuova squadra di Subbuteo, anch’essa, guarda caso, in una scatola bianco e verde, e nuove porte da calcio, da poter utilizzare nelle mie partite. Così, finalmente, insieme alle porte, una rossa e l’altra blu, arrivò anche la squadra del Subbuteo del Celtic Glasgow, con le sue belle magliette, a righe orizzontali, bianche e verdi. Possedevo la “mia” squadra di Subbuteo, quella con cui avrei giocato tanti tornei nel corso degli anni e che subì tanti infortuni. Molti giocatori cadendo dal tavolo di legno, su cui era montato il campo di calcio, spesso si rompevano e noi ragazzini di allora, li attaccavamo con la colla, che formava delle mostruose gelatine gialle sulla base dei giocatori! Il mio vecchio Celtic, subì anche delle modifiche, perché apposi i numeri ufficiali del Subbuteo, dietro le casacche della mia formazione, per poter riconoscere i giocatori che scendevano in campo. Pitturai di giallo i capelli di qualche miniatura e disegnai anche una fascia di capitano rossa alla miniatura con il numero otto. Tramite il Guerin Sportivo riuscii a trovare la formazione che vinse la Coppa dei Campioni nel 1967 e proprio quella diventò il mio Celtic con cui affrontare i miei amici. Così i nome di calciatori come Auld, Lennox, Johnstone e Wallace divennero familiari, alla pari dei calciatori della SS Lazio, che vedevo giocare allo stadio Olimpico ogni domenica pomeriggio. Purtroppo, allora era difficile trovare le formazioni delle squadra straniere aggiornate e benché fossimo sul finire degli anni settanta, quella vecchia squadra godeva di una longevità incredibile. Da quei giorni spensierati della mia adolescenza iniziò la mia passione per il Celtic Glasgow e per quella formazione che nel lontano 1967 salì sul tetto d’Europa, conquistando la meravigliosa coppa dalle grandi orecchie. Nel corso degli anni sono andato più volte in Scozia ad assistere alle partite del Celtic nel bellissimo Celtic Park, ma quella vecchia formazione che ho solo immaginato di veder giocare, è rimasta ancora oggi impressa nel mio cuore. Ecco quindi la sua storia. La statua di Jock Stein di fronte al Celtic Park. ( grazie a Tommy Hurst per la foto ) 1965: inizia la "Golden Era ! "The best place to defend is in the opposition's penalty box." Jock Stein Alla fine di gennaio del 1965, il Celtic annuncia alla stampa, che l’ex capitano Jock Stein, allora manager degli Hibs, avrebbe sostituito alla guida della squadra il vecchio allenatore Jimmy McGrory. Sarà un evento epocale che cambierà, in meglio, la storia del club di Glasgow. Pochi altri allenatori, nella storia del calcio mondiale, riusciranno a plasmare la loro squadra in maniera così totalizzante. Forse i soli Bill Shankly, nel Liverpool Fc e Tommaso Maestrelli nella SS Lazio, sono riusciti a fare la stessa cosa, in poco tempo. Era il tentativo della dirigenza del club di dare una sterzata decisiva alle sorti di una squadra che non riusciva a vincere da una decade, e sembrava essere caduta in una spirale discendente senza fine e senza via di uscita. Gli storici “nemici” dei Rangers, ormai non avevano più nulla da temere dai loro storici rivali cittadini. Chi è stato nella città scozzese, sa bene quanto è importante il derby da queste parti. Non è solo una semplice rivalità calcistica, come nella stragrande maggioranza delle sfide stracittadine del mondo, ma ha anche connotazioni religiose, sociali e politiche. Cattolici contro protestanti, repubblicani contro monarchici, Irlanda contro Regno Unito, il derby di Glasgow è anche questo. Il 31 gennaio del 1965, la dirigenza del Celtic, annuncia l’arrivo di Jock Stein, ma il suo esordio sulla panchina dei Bhoys, ci sarà solo il 10 marzo, nella gara in trasferta contro gli Airdrieonians. Il Celtic, quel giorno, era solo sesto in classifica, ben sette punti sotto il Dunfermline e gli Hearts, che guidavano la classifica. Stein fece scendere in campo, questa formazione : Fallon, Young, Gemmell, Clark, McNeill, Brogan, Chalmers, Murdoch, Hughes, Lennox,

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