Un'impresa Culturale E Commerciale

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Scuola Dottorale in CULTURE DELLA TRASFORMAZIONE DELLA CITTÀ E DEL TERRITORIO Sezione STORIA E CONSERVAZIONE DELL ’OGGETTO D ’ARTE E D’ARCHITETTURA XXIII CICLO Un’impresa culturale e commerciale: la Calcografia Piranesi da Roma a Parigi (1799-1810) Valeria Mirra TUTOR Prof. Liliana Barroero Prof. Orietta Rossi Pinelli COORDINATORE Prof. Barbara Cinelli A. A. 2010/2011 INDICE Introduzione 4 1. La Calcografia Piranesi dopo Giovanni Battista: l’influenza, l’eredità 13 1.1 L’eredità materiale e spirituale raccolta da Francesco e Pietro Piranesi 16 1.2 La Calcografia Piranesi dalla morte di Giovanni Battista alla Repubblica Romana (1778-1798) 43 2. Il trasferimento della Calcografia Piranesi da Roma a Parigi: i progetti, le collaborazioni 61 2.1 I fratelli Piranesi a Parigi: rapporti culturali e rapporti politici 63 2.2 Il Prospectus dell’anno VIII (1800) : i progetti dei fratelli Piranesi e le nuove collaborazioni 89 3. La Calcografia Piranesi a Parigi: un’impresa culturale e commerciale 99 3.1 “Académie des Beaux-arts” o “Accademia d’industria” ? 100 3.1.1 Un giovane artista dalle grandi speranze: Pietro Cardelli (1776-1822) allievo dell’Accademia di Belle Arti dei Piranesi 123 3.2 La produzione dei Dessins coloriés 127 3.3 Labor omnia vincit . La manifattura di vasi e ornamenti di architettura in terracotta a Mortefontaine 161 4. La fine della Calcografia dei “frères Piranesi” (1807-1810) 188 4.1. L’uscita dalla società di Pietro Piranesi e i nuovi progetti di Francesco 188 4.2. Il fallimento economico dell’impresa Piranesi e la morte di Francesco (1810) 195 Appendice documentaria I. Catalogue des vues de monumens antiques et modernes, et de sites célèbres du Globe ; Exécutées avec leurs accessoires, à l’huile, à la gouache et à l’aquarelle, et publiées à Paris, par les Piranesi 199 II. Catalogue des sculptures plastiques, faites avec une argile nouvellement découverte à Montmélian, commune de Morfontaine, exécutées dans les ateliers des Piranesi, à Plailly, département de l’Oise, arrondissement de Senlis 211 III. Notice de tableaux, gouaches, dessins, estampes, recueils, marbres, scajola de Rome, terres cuites, soufres, vases de Portici, pièces d’ornements et de services en terre de Morfontaine, et autres objets, après le décès de M. François Piranesi 217 Fonti archivistiche 242 Fonti a stampa del XVIII e XIX secolo 244 Bibliografia 248 Introduzione Il presente lavoro si inserisce all’interno di un più vasto progetto dedicato a La cultura architettonica italiana e francese in epoca napoleonica , promosso dall’Archivio del Moderno dell’Accademia di architettura dell’Università della Svizzera italiana e dal Centre Ledoux, Université Paris I Panthéon-Sorbonne INHA, in collaborazione con la Scuola Dottorale in Culture della trasformazione della città e del Territorio, sezione Storia e Conservazione dell’oggetto d’arte e d’architettura, dell’Università Roma Tre. In quest’ambito, la mia ricerca si è concentrata sulla storia della Calcografia Piranesi: a partire dal suo trasferimento da Roma a Parigi nel 1799 – quando i figli del celebre Giovanni Battista furono costretti all’esilio in seguito alla caduta dell’effimera Repubblica Romana, cui avevano partecipato attivamente –, fino alla morte, nel 1810, di Francesco, figura in cui possiamo riconoscere non solo il principale continuatore dell’opera paterna, ma anche il responsabile dei progetti e delle realizzazioni della bottega Piranesi già immediatamente dopo la morte del suo fondatore. Una storia su cui si registra un quasi totale silenzio da parte della critica, a fronte della vastissima letteratura e dell’attenzione sempre costante dedicata a Giovanni Battista Piranesi. All’interno di simili studi, lo stesso ruolo svolto dal figlio Francesco, seppur rilevante, risulta ancora poco indagato, e, al contempo, la bibliografia a lui interamente consacrata molto scarsa. Il primo contributo inteso a delineare stilisticamente la sua attività di incisore si ebbe solo con mostra del 1967 presso la Calcografia nazionale e con il successivo catalogo 1. Circa dieci anni dopo, in occasione del convegno Piranèse et les Français – che, insieme alla contemporanea esposizione dal medesimo titolo, possiamo considerare pioneristico sull’argomento –, Gilbert Erouart e Monique Mosser pubblicavano e commentavano la biografia manoscritta di Giovanni Battista 1 Giovanni Battista e Francesco Piranesi , catalogo delle mostre (Roma 1967-1968), a cura di M. Calvesi, De Luca, Roma 1968. 4 Piranesi, redatta dall’architetto Jacques-Guillaume Legrand a Parigi nel 1799 come prefazione per una raccolta di tutta l’opera dell’incisore: grandioso progetto, ideato da Francesco e mai realizzato 2. Le circostanze che portarono Legrand a comporre la biografia e il motivo per cui essa restò inedita, scrivevano allora i due studiosi, sono intimamente legate alla storia stessa della Calcografia Piranesi, che “mériterait une vaste étude qui éclairerait l’incroyable diffusion des gravures de J.B. Piranèse au début du XIX e siécle”, aggiungendo, in conclusione al saggio, che “beaucoup de recherches restent à faire sur Francesco Piranesi et sa chalcographie”. Nonostante le preziose indicazioni fornite dai due studiosi francesi nel saggio introduttivo e nella loro edizione critica del testo di Legrand, simili suggerimenti non vennero affatto colti negli anni successivi. In assenza di contributi specifici sulla questione dell’attività dei fratelli Piranesi durante la loro permanenza in Francia, nella prima fase della ricerca è risultato un valido strumento lo studio di Werner Szambien dedicato alla nascita del museo di architettura a Parigi, avvenuta nel medesimo contesto culturale in cui i figli del celebre incisore si inserirono al momento del loro arrivo nella capitale francese, e ispirata ad una logica parallela a quella alla base della Calcografia, ovvero la riproduzione 3. Il testo di Szambien ha il grande merito di contribuire ad illuminare alcune fondamentali figure di artisti che, nonostante la loro riconosciuta centralità nella scena artistica della Parigi d’inizio XIX secolo, restavano ancora quasi del tutto sconosciute alla critica, fornendo non solo un ricco aggiornamento bibliografico in merito, ma anche numerosi riferimenti alle fonti primarie, manoscritte e a stampa, da lui utilizzate nel corso della sua innovativa ricerca. È principalmente sulla scorta di simili contributi, che, dopo una prima fase di ricerche svolte presso archivi e biblioteche italiane, ho intrapreso l’analisi della vasta documentazione relativa alla Calcografia, conservata a Parigi presso gli Archives Nationales, la Bibliothèque de l’Institut National d’Histoire de l’Art, la 2 G. Erouart, M. Mosser, A propos de la “Notice historique sur la vie et les ouvrages de J.-B. Piranesi”: origine et fortune d’une biographie , in Piranèse et les Français , atti del convegno (Roma 1976), a cura di G. Brunel, Edizioni dell’Elefante, Roma 1978, pp. 213-256. 3 W. Szambien, Le Musée d’architecture , Picard, Paris 1988, trad. it. Il museo di architettura , presentazione di G. Muratore, CLUEB, Bologna 1996. 5 Bibliothèque Nationale de France e altri Centri, come la Bibliothèque Marmottan di Boulogne-Billancourt. Oltre alla fondamentale documentazione d’archivio, tra le diverse tipologie di fonti utilizzate per la ricostruzione dell’attività della Calcografia Piranesi in Francia, si segnalano, in primo luogo, le riviste di storia dell’arte e d’architettura pubblicate a Parigi all’inizio del XIX secolo. In particolare, anche seguendo la linea d’indagine tracciata da Szambien, ho concentrato la mia attenzione su alcune di esse, quali il «Journal des Arts», la «Décade philosophique» e gli «Annales de l’architecture», nonché sull’«Athenaeum» (rivista di cui i Piranesi risultano editori a partire dal luglio 1806) e sul suo supplemento, la «Gazette des beaux Arts». Allo spoglio dei periodici è stata inoltre affiancata l’analisi della coeva letteratura di viaggio, delle descrizioni della città di Parigi, molte delle quali mi è stato possibile individuare proprio grazie alla pubblicità apparsa sulla stampa dell’epoca. Parallelamente ho condotto un attento esame dei cataloghi di vendita della Calcografia a Parigi. Nella maggior parte dei casi inediti, simili documenti sono stati confrontati con gli esemplari noti, portando a nuove significative acquisizioni. L’arco cronologico su cui si focalizza la ricerca è stato quindi delimitato al periodo 1799-1810: quasi un decennio, nel quale si consuma la vicenda della Calcografia Piranesi a Parigi. A questa parte centrale del lavoro costituisce la necessaria premessa il primo capitolo, in cui si analizzano le vicende della Calcografia Piranesi a partire dal momento della morte di Giovanni Battista, nel 1778. Il filo rosso della narrazione, per questa prima parte della tesi, è costituito dalla sopra citata Notice historique sur la vie et les ouvrages de J.-B. Piranesi di Jacques-Guillaume Legrand. Rimasto inedito per più di un secolo, tale manoscritto può essere infatti considerato la fonte principale per la ricostruzione della vita e delle opere di Giovanni Battista e dei suoi figli, in particolare di Francesco, il cui profilo biografico è l’unico inserito dall’architetto francese all’interno della più vasta biografia piranesiana. Di particolare interesse i due brevi passaggi dedicati alla formazione del giovane figlio del celebre incisore, 6 inquadrata da Legrand all’interno dalle relazioni, intense e feconde, intercorse tra Giovanni Battista Piranesi e i pensionnaires di palazzo Mancini. Non solo. La testimonianza dell’architetto

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