dell’Arma dei Carabinieri RassegnaQuaderno n. 5/2016 TESI DI LAUREA DEI FREQUENTATORI DEL 19° E 21° CORSO DI PERFEZIONAMENTO Anno Accademico 2012-2013 Anno Accademico 2014-2015 La teoria ecologica delle aree criminali Il caso Scampia: dal fallimento dell’urbanistica alle faide di camorra (Ten. Salvatore Beneduce) La gestione di quote societarie confiscate alla criminalità organizzata (Ten. Giovanni Riacà) Scuola Ufficiali Carabinieri, 2016 Radells’ArsmaedeigCaranbiniaeri Direttore Responsabile Gen. D. Vittorio Tomasone Redattore Capo Col. Giuseppe Arcidiacono Redazione Lgt. Remo Gonnella M.A. s.UPS. Alessio Rumori Brig. Mario Pasquale App. Sc. Lorenzo Buono Direzione e Amministrazione Via Aurelia, 511 - 00165 Roma - tel. 06-66394680 fax 06-66394746; e-mail:[email protected] Grafica, Fotocomposizione e Impaginazione a cura della Redazione Fonti iconografiche Ministero della Difesa Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri Scuola Ufficiali Carabinieri La «Rassegna dell’Arma dei Carabinieri» è istituita per aggiornare la preparazione specifica dei Quadri dell’Arma offrendo loro argomenti originali sull’evoluzione del pensiero militare e delle discipline giuridiche, professionali e tecnico-scientifiche che più interessano il servizio d’Istituto. La collaborazione alla Rassegna dell’Arma è aperta a tutti. La Direzione è lieta di ricevere articoli o studi su argomenti di interesse, riservandosi il diritto di decidere la loro pubblicazione. Gli articoli di collaborazione diretta sono pubblicati sotto l’esclusiva responsabilità degli autori; le idee e le considerazioni sono personali, non hanno riferimento ad orientamenti ufficiali e non impegnano la Direzione della Rassegna. La Redazione si riserva il diritto di modificare il titolo e l’impostazione grafica degli articoli, secondo le proprie esigenze editoriali. È vietata la riproduzione anche parziale, senza autorizzazione, del contenuto della Rivista. Periodico trimestrale a carattere scientifico-professionale a cura della Scuola Ufficiali Carabinieri Proprietà editoriale del Ministero della Difesa Iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma al n. 305/2011 in data 27-X-2011 Diffuso attraverso la rete internet sul sito www.carabinieri.it dal Service Provider “BT Italia” S.p.A. Via Tucidide, 56 - 20134 Milano PRESENTAZIONE In questo quinto Quaderno, presentiamo due tesi di laurea degli Ufficiali del 19° e 21° Corso di Perfezionamento. La prima, su “La teoria ecologica delle aree criminali. Il caso Scampia: dal fallimento dell’urbanistica alle faide di camorra”, del Ten. Salvatore Beneduce, analizza il “caso Scampia” nella sua complessità. L’Ufficiale fornisce una chiave di lettura della nascita di una delle forme di criminalità più diffusa nel nostro Paese. La seconda, dal titolo “La gestione di quote societarie confiscate alla criminalità organizzata”, redatta dal Ten. Giovanni Riacà, ha l’intento di chiarire qual è il rapporto tra mafia e imprenditori, soprattutto in riferimento all’interesse “criminale” per le partecipazioni sociali di imprese. Gen. D. Vittorio Tomasone LA TEORIA ECOLOGICA DELLE AREE CRIMINALI IL CASO SCAMPIA: DAL FALLIMENTO DELL’URBANISTICA ALLE FAIDE DI CAMORRA Ten. Salvatore Beneduce Introduzione ................................................................................................................ 7 CAPITOLO I 11 L’area metropolitana di Napoli e il suo contesto criminale 1.1 Contesto sociale, politico, economico e culturale ......................................... 11 1.2 Situazione dell’ordine e della sicurezza pubblica ........................................... 15 1.3 Fattori genetici della criminalità ....................................................................... 17 1.4 Situazione attuale della criminalità................................................................... 18 CAPITOLO II 25 Origini del problema 2.1 Teorie delle aree criminali ................................................................................. 25 2.2 Legge 18 aprile 1962, n. 167 ............................................................................. 30 2.3 Urbanizzazione di Scampia e genesi della criminalità ................................... 36 CAPITOLO III 42 La prima faida di Scampia: ruolo del clan Di Lauro 3.1 La prima faida nel dettaglio .............................................................................. 46 3.2 Personaggi chiave della prima faida ................................................................ 49 CAPITOLO IV 56 La seconda faida di Scampia: situazione criminale del territorio 4.1 La seconda faida nel dettaglio .......................................................................... 58 4.2 Personaggi chiave della seconda faida ............................................................ 62 - 5 - CAPITOLO V 65 La terza faida di Scampia 5.1 Prima fase ........................................................................................................... 67 5.2 Seconda fase ....................................................................................................... 69 5.3 La scissione: processo chimico-fisico della camorra “mercurio” ................ 73 5.4 Ruolo chiave di Mennetta Antonio ................................................................. 77 5.5 Situazione attuale di Scampia ........................................................................... 78 Considerazioni, conclusioni e prospettive future ................................................. 83 - 6 - INTRODUZIONE Dalla prima faida datata 2004 ad oggi la situazione emergenziale relativa a Scampia sembra non aver ancora trovato una soluzione definitiva e, purtroppo, si è lontani da una conclusione di un vero e proprio conflitto che coinvolge da anni le aree dell’hinterland napoletano. Lo studio effettuato ha l’obiettivo di analizzare il “caso Scampia” nella sua complessità, dalla genesi del quartiere fino agli ultimi omicidi di camorra. La tesi, prima di analizzare nel dettaglio il problema di Scampia, si propone di delineare una panoramica generale sulla città di Napoli per comprendere meglio il contesto in cui è nata e si è sviluppata una delle forme di criminalità più preoccupanti d’Europa. In particolare il primo capitolo della tesi effettuerà un’analisi globale del contesto sociale, politico, economico e culturale della città. Successivamente si soffermerà sulla situazione relativa all’ordine e alla sicurezza pubblica, che è assai delicata in gran parte del territorio e continua ad evidenziare livelli tanto allarmanti da poter essere qualificati come un’emergenza costante. In seguito cercherò di individuare le cause e i fattori molteplici e concorrenti che hanno contribuito notevolmente alla nascita, allo sviluppo e alla diffusione della criminalità. Il primo capitolo terminerà con una descrizione dettagliata delle varie forme di delittuosità presenti attualmente sul territorio (organizzata, comune, minorile e straniera) e si mostrerà lo stretto rapporto di contiguità intercorrente tra le une e le altre; in particolare vi è un legame inscindibile tra criminalità comune e organizzata, i boss della camorra costituiscono degli esempi per i giovani che vivono nel territorio e i vari clan sviluppano una fitta rete di rapporti economici anche con organizzazioni criminali straniere. Il secondo capitolo, invece, approfondirà più nello specifico le origine dei quartiere di Secondigliano e di Scampia e le teorie ecologiche delle aree criminali che tendono a dimostrare l’esistenza di una relazione tra struttura dell’ambiente urbano e tassi di criminalità; esse nascono negli anni Trenta grazie agli studi svolti da Shaw e McKay, sociologi appartenenti alla cosiddetta Scuola di Chicago. L’urbanizzazione di Scampia comincia agli inizi degli anni Sessanta per dare un’abitazione alle migliaia di persone che dalle campagne arrivavano verso le città sulla base di quanto stabilito dalla legge 18 aprile 1962, n. 167 (esaminata compiutamente nel secondo capitolo); questa norma creava la cosiddetta “edilizia popolare pubblica” e sembrava essere “astrattamente perfetta” ma, - 7 - proprio un’applicazione totalmente fallimentare della stessa, ha portato al degrado socio- culturale che caratterizza il quartiere sin dalle sue origini. A tal proposito basti pensare alla serie di enormi palazzoni popolari che vennero costruiti a Scampia, tra cui le famose “Vele” (Celeste, Gialla e Rossa) che, col passare del tempo, sono diventate il simbolo del fallimento del quartiere. In particolare le “Vele” sono composte da una serie di appartamenti che, però, dal terzo/quarto piano in su sono disabitati; essi furono sventrati per evitare che venissero rioccupati abusivamente. Prima di essere abbandonate, nelle Vele abitavano centinaia di famiglie all’ombra della Camorra che ha trasformato Scampia nella piazza di spaccio più grande d’Europa. Per mandare avanti i loro traffici i camorristi non si sono fatti troppi scrupoli; essi si impossessavano materialmente degli androni modificando i cancelli e costringendo tutti gli abitanti a passare tra gli spacciatori e i tossicodipendenti; in altri termini essi erano costretti a “bussare per entrare a casa propria”. In particolare i cancelli erano completamente blindati e schermati; quindi dall’esterno non si poteva vedere all’interno. C’era una feritoia utilizzata dai pusher per effettuare lo scambio droga-soldi e, all’altezza della serratura, non venivano utilizzate chiavi ma staffe per chiudersi dentro e impedire l’ingresso alle forze di polizia. Fino al 2007 nel territorio di Scampia c’erano ben
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