Palazzo R O T a Pisar O

Palazzo R O T a Pisar O

PALAZZO ROTA PISARONI PALAZZO ROTA PISARONI Saggi di Anna Còccioli Mastroviti Ferndinando Arisi Paola Riccardi Francesco Bussi Angelo Benzi Presentazione al settembre 2007 Palazzo Rota Pisaroni è la casa del- la Fondazione di Piacenza e Vigevano: la prestigiosa D e aristocratica dimora, che ebbe la ventura di ospita- re anche la celebre cantante Rosmunda Benedetta Pisaroni, è ora la nostra sede operativa, strategicamente adiacente agli spazi del- la chiesa di Santa Margherita e Santa Liberata ove continua ad es- sere attivo l’auditorium, spazio di incontro e promozione cultura- le aperto alla città. La cultura, nelle sue più diverse espressioni, è oggetto di co- stante attenzione e di significativo sostegno da parte dell’Ente che ho l’onore di presiedere; la salvaguardia del patrimonio storico e artistico dei territori di Piacenza e Vigevano guida il nostro ope- rare e - in questa ottica - non poteva che cadere su una splendi- da dimora aristocratica la scelta della nuova sede per la Fonda- zione. Questo volume intende rendere i dovuti onori alla secolare sto- ria del palazzo, alle bellezze artistiche che lo adornano e agli in- terventi di ripristino architettonico che lo hanno reso adatto alla funzione per la quale è oggi impiegato. Per far ciò abbiamo frui- to della competenza di un pool di studiosi - alcuni dei quali ave- PALAZZO ROTA PISARONI va già collaborato alla pubblicazione, edita nel 1996, dedicata al- la Chiesa di S. Margherita e S. Liberata - composto da Anna Còccio- © 2008, Fondazione di Piacenza e Vigevano Tutti i diritti sono riservati li Mastroviti, che ha svelato i pregi architettonici del Palazzo, com- parandolo con altre residenze aristocratiche piacentine coeve; Fer- dinando Arisi, che nel suo capitolo dedicato ai dipinti del Salone d’Onore, ha narrato le vicende collezionistiche presentando un 5 prezioso documento che svela l’origine della raccolta; Paola Ric- cardi, che ha trattato delle decorazioni a fresco di Luigi Mussi che impreziosiscono i soffitti degli ambienti principali; Francesco Bus- si, che nel capitolo dedicato alla “regina dei contralti” Rosmunda Benedetta Pisaroni, ha svelato le vicende biografiche e i successi raccolti da questa “celebrità” piacentina, che acquistò il palazzo nel 1825, trasformandolo in luogo di convegno per artisti e intel- lettuali dell’epoca; Angelo Benzi e Ugo Galluppi, che hanno pun- tualmente documentato le vicende dei cambiamenti di proprietà e le trasformazioni occorse al Palazzo dalla metà del XVIII seco- lo a oggi, compreso l’ultima campagna di riqualificazione funzio- nale all’accoglienza della sede della Fondazione. Crediamo che l’apparato fotografico, in buona parte realizzato ex novo per questa pubblicazione, renda giusto tributo allo splen- dore di questa storica dimora piacentina. Giacomo Marazzi PRESIDENTE FONDAZIONE DI PIACENZA E VIGEVANO 6 PALAZZO ROTA PISARONI ANNA CÒCCIOLI MASTROVITI Una città “ornata di bellissimi edifici” Palazzo Rota Pisaroni a Piacenza: cultura dell’abitare tra tradizione e rinnovamento* uesto lavoro costituisce un tentativo di sintesi di un più ampio studio sul palazzo e sul sistema delle resi- Q denze gentilizie di età barocca e tardobarocca, avvia- to nell’ambito di un progetto di ricerca interuniversitario e si in- serisce in un più lato contesto di studi relativi al tema dell’archi- 1 tettura civile barocca e al ruolo svolto dalla committenza . Una chiave di lettura che chi scrive ha per prima praticato per il siste- ma della residenza nobiliare a Piacenza, e che si è rivelato di estre- ma importanza, in quanto non solo ha permesso di ricomporre il patrimonio di intere famiglie, individuando e analizzando sistemi di dimore differenti, ma soprattutto ha portato alla luce le strate- gie residenziali e patrimoniali, le tipologie di insediamento, le in- fluenze di espressioni architettoniche colte attraverso i canali di diffusione locali, le sollecitazioni provenienti da differenti aree di cultura. In questo contesto il caso di studio relativo a palazzo Ro- ta Pisaroni, oggi proprietà della Fondazione di Piacenza e Vigeva- 1 Il riferimento è all’Atlante tema- no, si impone, suggestivo e stimolante, per l’importanza della fa- tico del Barocco in Italia, diretto da Marcello Fagiolo e, in particolare, miglia che ne ha promosso la costruzione, nonostante la quasi to- agli studi in questo contesto già pubblicati: Residenze nobiliari. Stato Pontificio e granducato di Toscana, a * Sono grata a Luciano Serchia, architetto direttore coordinatore della Soprintendenza BAP di Parma e cura di M. Bevilacqua, M.L. Piacenza, per avere discusso con me temi e problemi di architettura barocca già in occasione del procedi- Madonna, Roma, 2003; Atlante te- mento di rinnovo della dichiarazione di interesse culturale di palazzo Rota ai sensi degli artt. 128 e 14 matico del barocco in Italia settentrio- del D. Lgs. 42/2004. La stesura di questo lavoro si è avvalsa dei proficui e sollecitanti scambi di idee nale. Le residenze della nobiltà e dei con la prof. Marinella Pigozzi dell’Università di Bologna. Grazie al direttore dell’Archivio di Stato di ceti emergenti: il sistema dei palazzi e Piacenza, dott. G.Paolo Bulla e alla dott. Anna Riva; alla dott. Cecilia Farinelli e al geometra Corrado delle ville, Atti del Convegno di stu- Frescari di Cariparma Crédit Agricole per avere agevolato le mie ricerche presso l’Archivio della Cariparma, di (Milano, Università Cattolica del ai dott. Giorgio Fiori e Carlo Emanuele Manfredi disponibili interlocutori sulle vicende di storia piacen- S. Cuore, 10-12 dicembre 2003), in tina. La dott.Tiziana Libé, vice direttore generale della Fondazione di Piacenza e Vigevano, è stata anco- “Arte lombarda”, 2004/2, ra una volta importante referente nell’organizzazione del lavoro. 9 tale assenza della documentazione storica che avrebbe potuto re- crazia senatoria, all’ostentazione, in forma edilizia, del potere po- 7 stituire con sicurezza le fasi costruttive dell’edificio, rendere ra- litico correlato al potere finanziario . gione delle scelte relative alla committenza architettonica e artisti- Bologna, “città di palazzi”, accoglie i viaggiatori nella dimen- ca. Seguendo un percorso di ricerca consolidato da tempo dagli sione privata degli interni, di cui essi registrano le atmosfere son- 2 3 studi di Anna Maria Matteucci e di Marinella Pigozzi sul conte- tuose, gli appartamenti nobili scintillanti del colore degli ori e moncini, 2 voll., Firenze, 1995, pp. sto bolognese, nonché sulle peculiarità architettoniche e sulla spe- 253-271; M. Pigozzi, Da Giulio Troili delle stoffe che rivestono le pareti, soprattutto la pittura a fre- a Ferdinando Galli Bibiena: teoria e cificità delle trasformazioni urbanistiche, dell’architettura dai Far- prassi, in L’architettura dell’inganno: sco e i molti dipinti. L’arredo, mobilio e suppellettili preziose, nese ai Borbone, insistere sul tema del palazzo barocco e tardoba- quadraturismo e grande decorazione argenti e sculture, ma soprattutto i quadri di mano dei più pre- nella pittura di età barocca, Atti del rocco manifesta una volontà di studio che sottende nuove pro- Convegno di studi (Rimini, 28-30 stigiosi pittori che la scuola bolognese vantava, li affascinano. È novembre 2002), a cura di F. Farne- spettive di analisi storico-critica, suscettibili di ulteriori approfon- ti, D. Lenzi, Firenze, 2004, pp. 119- la Laudatio Bononiae urbis giocata sul filo dell’entusiasmo e del- 132; M. Pigozzi, Da Giulio Troili a dimenti, sia nella verifica sistematica delle fonti, sia nel confronto Giovanni Paolo Panini a Ferdinando l’ammirazione sia per le architetture dell’aristocrazia senatoria 4 fra cultura locale e ricerche progettuali di ambito extraducale . Galli Bibiena. Teoria, esercizi e prassi dell’architettura in prospettiva, in M. sia, soprattutto, per le molte e ricche collezioni di dipinti. Inoltre, l’analisi delle dimore nobiliari del Sei e Settecento ha per- Pigozzi, A. Còccioli Mastroviti, Pro- Il diffuso clima di cultura, la presenza degli “uomini illustri” e spettiva e Architettura. Trattati e dise- messo di registrare un dato piuttosto significativo: l’interesse pa- gni del Fondo Antico della Biblioteca di un autorevole Studio, puntualmente menzionato da tutti i viag- Comunale Passerini-Landi di Piacenza, ritario, da parte dei proprietari, per le residenze rurali e per il pa- a cura di M. Baucia, Piacenza, 2004, giatori, dell’Accademia Clementina (1710), dell’Istituto delle Scien- lazzo di città. Per lo studio di palazzo Rota Pisaroni e dell’edili- pp. 11-39; M. Pigozzi, I luoghi del- l’abitare della classe senatoria bologne- ze fondato dal Marsigli (1658-1730) nel 1711, la figura di G. Pie- zia urbana fra XVII e XVIII secolo, si è rivelata opportuna la co- se fra Seicento e Settecento: i Marescot- tro Zanotti catalizzano, nel Settecento, l’attenzione dei viaggiato- 5 ti e gli Aldrovandi, in “Arte lombar- noscenza del contesto bolognese . da”, N.S. 141.2004, 2, p. 35-46; M. ri che affidano alle pagine dei loro diari la memoria visiva di quan- Pigozzi, Ferdinando Galli Bibiena: le esperienze di Seghizzi e di Traili e la to di più interessante avevano avuto l’opportunità di vedere. consapevolezza della teoria prospettica dei francesi, in Realtà e illusione nel- Anche a Bologna il palazzo è il segno tangibile della conti- Il sito: le ragioni della scelta nel contesto dell’aristocrazia piacentina l’architettura dipinta. Quadraturismo e nuità familiare. Le famiglie senatorie avviano interventi di ab- grande decorazione nella pittura di età barocca, Convegno Internazionale di 7 bellimento,

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