34Milanese Lucchesia.P65

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RICERCHE DI ARCHEOLOGIA DEL PAESAGGIO I territori sui quali stiamo attualmente lavorando, dal- NELLA LUCCHESIA MEDIEVALE la morfologia prevalentemente collinare e montuosa, pre- sentano una visibilità talvolta completamente nulla, in quan- di to vi prevalgono i boschi, la macchia e l’incolto; l’arativo è limitato in genere alle aree di pianura, prevalentemente di MARCO MILANESE, GABRIELE GATTIGLIA, bonifica, mentre solo rare sezioni esposte e piccole frane MONICA PRATESI, ANNA STAGNO permettono l’apertura di finestre utili per la lettura delle stratificazioni. Per questo motivo è stata scelta, almeno inizialmente, 1. ESTRAPOLAZIONE DI UN SEGMENTO una strategia di ricognizione mirata, suggerita da elementi CRONOLOGICO. ASPETTI E PROBLEMI DI quali la toponomastica, la geomorfologia, la verifica delle METODO foto aeree, delle sommità e dell’abitato rurale sparso, sud- diviso in scaglioni cronologici suggeriti dalla sua comparsa sulla cartografia storica, ma questo approccio può essere Le ricerche sull’insediamento rurale del settore orien- completato dalla ricognizione di transetti campione. tale della Lucchesia medievale, che coincide con il com- Per le condizioni di visibilità del suolo e per le rare op- prensorio storico-geografico della Valdinievole, rientrano portunità di osservazioni stratigrafiche permesse da fattori in un progetto di ricognizione e di analisi archeologica di occasionali, in alcuni casi il problema di una valutazione più ampia cronologia, definito per la realizzazione della carta attendibile della qualità delle stratificazioni e della consi- archeologica della Provincia di Pistoia, alla quale il territo- stenza dei resti attende analisi più approfondite e l’indivi- rio esaminato oggi appartiene (MILANESE 1999; c.d.s. b). duazione del sito si fonda sull’incrocio di indizi derivanti Le linee teoriche e metodologiche definite per questa dall’uso di metodi diversi, dalla fotointerpretazione, alla ricerca hanno previsto che il censimento delle evidenze non geomorfologia, alla toponomastica, alle fonti orali ed alla fosse soggetto a censure cronologiche di sorta (come av- ricognizione. viene quasi sempre nelle carte archeologiche, secondo la M.M. soggettività dei ricercatori), ma che risultasse piuttosto in- dirizzato a monitorare le tracce delle presenze e delle atti- vità antropiche individuabili sul terreno, indipendentemen- 2. L’INSEDIAMENTO MEDIEVALE TRA FONTI te dalla loro datazione. SCRITTE E FONTI ARCHEOLOGICHE È stato inoltre superato il livello di semplice censimen- to e di taglio inventariale e si è cercato di sviluppare uno Nonostante il taglio diacronico di questo lavoro e gli strumento caratterizzato da una spiccata vocazione di tipo ampi spazi che vi occupano le evidenze postmedievali (trat- previsionale, fondato sul valore indiziario insito in alcune tate in altre sedi: MILANESE 1999; c.d.s. a; c.d.s. b), a causa tipologie di indicatori. della loro migliore leggibilità in superficie, sin dalle battu- Per quanto concerne la scelta dei limiti territoriali delle te iniziali della ricerca territoriale erano apparsi con grande ricognizioni e di redazione delle carte archeologiche, è noto chiarezza l’interesse e le potenzialità di ricerche mirate sui che le soluzioni possono essere numerose e molto diverse diversi tipi di insediamenti rurali medievali abbandonati. tra loro. Nel nostro caso, trattandosi di uno strumento pen- Un altro elemento d’interesse è da individuare nella sato anche per un utilizzo corrente in quei luoghi, come gli particolare ricchezza documentaria disponibile per il terri- uffici tecnici dei Comuni, dove si decidono i destini di par- torio in esame, grazie alla quale assistiamo dall’VIII secolo te del patrimonio archeologico, la scelta è ricaduta su un’ar- ad un consolidamento del controllo fondiario operato dai ticolazione delle indagini per territori comunali, per cerca- vescovi di Lucca, determinato da donazioni testamentarie re un più significativo impatto con le realtà locali delle tra- di terre operate dai laici, mentre dal tardo X secolo la ri- sformazioni (e distruzioni) di piccola e media portata. scossione delle decime della maggior parte di questi beni Ad oggi, sui 23 comuni della provincia, si sono attivati fondiari, chiese e pievi con il loro patrimonio fondiario, fu già 9 sottoprogetti comunali, 6 dei quali sono già in piena ceduta a livello a famiglie legate al vescovo (WICKHAM 1991, fase di raccolta dell’informazione ed elaborazione dei dati. pp. 283-284). Questa scelta evidenzia l’incapacità, da parte Si tratta di: Montecatini, Pieve a Nievole, Monsummano, dell’episcopio lucchese, di riscuotere le imposte fondiarie, Larciano, Pescia, Massa e Cozzile e S. Marcello Pistoiese. ma in questo modo i vescovi contribuirono al rafforzamen- Il processo metodologico attivato per ciascun sottopro- to di un’aristocrazia fondiaria locale, il cui consolidamento getto comunale è articolato in due punti fondamentali: la economico ed istituzionale determinò, nell’XI secolo, tra- raccolta delle conoscenze disponibili e la ricognizione sul sformazioni della maglia insediativa altomedievale. campo. L’incastellamento di precedenti centri curtensi, mate- La raccolta dei dati editi e delle fonti indirette avviene rializzatosi anche con il passaggio da un insediamento in attraverso 5 passaggi fondamentali: 1. L’inventario dei siti legno (o misto, in pietra e legno) ad uno in pietra, opera di archeologici già noti (editi e inediti, talora segnalati da stu- maestranze specializzate, conferì al paesaggio una struttura diosi e da un valido volontariato locale); 2. L’analisi siste- che giungerà fino all’età moderna e contemporanea e che matica dei toponimi; 3. L’analisi della cartografia storica; rimane a tutt’oggi, sia pure con le radicali trasformazioni 4. La raccolta delle fonti scritte; 5. La lettura delle fotogra- verificatesi nel XX secolo, una caratteristica imprescindi- fie aeree. bile nella lettura del paesaggio valdinievolino. La progettazione e lo svolgimento delle ricognizioni sul L’impatto dell’incastellamento sulla rete insediativa è campo sono condizionati da fattori nodali, comuni a tutto il un problema di difficile valutazione, per l’esiguità dei dati progetto o variabili nei diversi territori. archeologici a disposizione: è possibile che la formazione Questi sono: 1. Il concetto di UT (unità topografica); 2. dei castelli signorili abbia determinato l’abbandono di qual- Il problema della cronologia delle attestazioni; 3. Ricogni- che centro rurale, ma i dati finora disponibili suggeriscono zioni mirate o per campionatura; 4. La visibilità e l’uso del che una significativa riduzione della rete insediativa si sia suolo; 5. La stima dell’intensità della ricognizione; 6. Il verificata soltanto a partire dal XIII secolo. censimento delle fonti orali; 7. L’archeologia dei centri sto- La distribuzione dell’habitat rurale nella Valdinievole rici e l’archeologia rurale altomedievale è documentata, tra la fine del IX e l’XI seco- Per motivi di spazio, non è possibile discutere ciascu- lo, da importanti elenchi di ville presenti nelle carte di ces- no di questi punti, per i quali si rimanda a sedi più specifi- sione livellaria del patrimonio delle pievi da parte del ve- che (MILANESE c.d.s. a; c.d.s. b). scovo di Lucca. ©2001 Edizioni all’Insegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale – 1 Fig. 1 – Variazione dei siti medievali prima e dopo le indagini di superficie; i quadrati piccoli rappresentano le UT di materiali sporadici. I documenti scritti sui quali è possibile realizzare que- Con l’intento di evitare di costruire una carta di distri- sta ricostruzione sono noti da tempo (BARSOCCHINI 1844- buzione dell’insediamento altomedievale e medievale ba- 1851) e sono stati utilizzati con frequenza dalla storiografia sata sui soli siti (e pertanto) troppo rigida e non rappresen- locale, talvolta già interessata alla localizzazione delle ville tativa dell’effettiva complessità dell’uso del territorio, si è medievali abbandonate, come nel caso delle emergenze ar- cercato di registrare e di valorizzare anche i ritrovamenti cheologiche evidenziate nella pievania di S. Tommaso di sporadici, come possibili spie dello sfruttamento agricolo Arriano (Valleriana, comune di Pescia) a partire dagli anni del territorio. Settanta dal volontariato archeologico locale (IACOPI 1981; M.M. 1992): questi dati e i risultati preliminari delle ricerche di- rette dallo scrivente in alcune ville e castelli del territorio (Terrazzana, Montecatini, Lignana) sono stati recentemen- 3. LA RICERCA SUL CAMPO te utilizzati da Quiros Castillo (QUIROS CASTILLO 1999). L’identificazione sul campo delle ville elencate nella 1.1 La visibilità e i problemi di identificazione documentazione scritta lucchese dei secoli IX-XI e la ca- dell’evidenza archeologica ratterizzazione del loro aspetto materiale, finora noto in pochi campioni come a Terrazzana, Montecatini e Massa è La strategia scelta per le indagini di superficie è parti- un problema per il quale pochi anni fa C. Wickham colarmente collegata allo studio della toponomastica, in (WICKHAM 1991, p. 288) non scorgeva spazi per una positi- quanto si è scelto, in questa fase della ricerca, di ricognire i va soluzione. territori con una campionatura puntiforme (escluso il co- L’intensificarsi delle prospezioni di superficie in mune di Monsummano Terme), realizzata tra i toponimi (ca. Valdinievole, dopo le citate ricerche nella pievania di S. 2000 sull’intera area indagata), una selezione che ha co- Tommaso di Arriano, ha tuttavia consentito

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