Protezione Civile Media Valle Del Serchio

Protezione Civile Media Valle Del Serchio

CENTRO INTERCOMUNALE PROTEZIONE CIVILE MEDIA VALLE DEL SERCHIO PIANO INTERCOMUNALE PROTEZIONE CIVILE PIANO Responsabile Servizio Protezione Civile Dr. Fabrizio Salani Collaboratori alla stesura del Piano: Dr.ssa Francesca Romagnoli Collaboratori per i Comuni: Geom. Fabio Di Bert (Bagni di Lucca) Ing. Alessandro Donini (Barga) Geom. Mario Gertoux (Borgo a Mozz.) Ing. Vinicio Marchetti (Coreglia Ant.) Arch. Lamberto Tovani (Pescaglia) Borgo a Mozzano, Febbraio 2017 1 2 INDICE 1 INTRODUZIONE 7 1.1.1 Premessa 7 1.1.2 Riferimenti normativi 7 1.2 Generalità 9 1.2.1 Concetto di piano e finalità 10 1.2.2 Attività di Protezione Civile 10 1.2.3 I soggetti istituzionali e le competenze 10 1.2.4 Strumenti di Protezione Civile 11 1.2.5 Gli eventi di Protezione Civile 14 1.2.6 Le competenze dell’Unione dei Comuni Media Valle del Serchio e dei singoli 15 Comuni nella gestione della Protezione Civile quale “funzione fondamentale” 1.2.7 Approvazione, verifica e aggiornamento del piano 17 2 IL TERRITORIO DEL CENTRO INTERCOMUNALE 19 2.1 Inquadramento territoriale 19 2.1.1 Aspetti generali 19 2.1.2 Il bacino idrografico e il reticolo idraulico 19 2.1.3 Le caratteristiche dei corsi d’acqua montani 21 2.1.4 Lineamenti geologici e geomorfologici frl bacino del Serchio 22 2.1.5 Caratteristiche climatiche 25 2.1.6 L’uso del suolo 30 2.1.7 Suddivisione amministrativa 31 2.1.8 Estensione territoriale e popolazione 33 2.1.9 Principali centri abitati e suddivisione in frazioni 37 2.1.10 Reticolo infrastrutturale 40 2.1.11 Attività produttive e aree industriali ed artigianali 49 2.1.12 Servizi 51 3 I RISCHI 58 3.1 Concetti generali 58 3.1.1 Concetto generale di rischio 58 3.1.2 La previsione dei rischi 59 3.1.3 La prevenzione dei rischi 59 3.1.4 Tipologia degli eventi 60 3.2 I rischi nel territorio della Media Valle del Serchio 61 3.2.1 Rischio idrogeologico 61 3.2.2 Rischio idraulico 63 3.2.3 Rischio sismico 67 3.2.4 Rischio incendi 70 3.2.5 Rischio trasporti 72 3.2.6 Rischio industriale 73 3.2.7 Rischio neve e gelo 74 3.2.8 Rischio vento 76 3.2.9 Rischio legato ad anomalia climatiche (ondate di calore, vento, ecc.) 77 3.2.10 Rischio sanitario 77 3 3.2.11 Rischio interruzione servizi (gas - acquedotto - energia elettrica - trasporti - 78 rete idrica, ecc. 3.2.12 Rischio ricerca dispersi 79 4 ORGANIZZAZIONE E PROCEDURE 79 4.1 Organizzazione del Centro Intercomunale in emergenza 79 4.2 Soggetti 81 4.2.1 Responsabile della Struttura Intercomunale 81 4.2.2 Responsabile del Centro Operativo Comunale 82 4.2.3 Servizio Protezione Civile 82 4.2.4 Struttura Protezione Civile 82 4.2.5 Strutture comunali 82 4.2.6 Centro Situazioni (Ce.Si.) 83 4.2.7 Centro Operativo Intercomunale (C.O.I.) 85 4.2.8 Unità di Crisi Intercomunale 96 4.2.9 Centro Operativo Comunale (C.O.C.) 97 4.2.10 Sindaci 99 4.3 Fasi di progressiva gravità 99 4.4 Procedure operative 101 5 RISORSE 113 5.1 Risorse disponibili 113 5.2 Aree e strutture di emergenza 114 5.2.1 Aree di attesa per la popolazione 115 5.2.2 Aree di ricovero per la popolazione 116 5.2.3 Aree di ammassamento soccorritori e risorse 117 5.2.4 Strutture di ricovero per la popolazione 117 5.2.5 Aree di atterraggio elicotteri 118 5.3 Le infrastrutture per la gestione dell’emergenza 119 5.3.1 La sede del Centro Intercomunale 119 5.3.2 Le sedi dei Centri Operativi Comunali 121 5.4 Risorse per la gestione della funzione, rapporti finanziari 121 5.5 Il volontariato locale di Protezione Civile 122 6 PROCEDURE DI RACCORDO CON GLI ALTRI SOGGETTI DEL SISTEMA 123 REGIONALE DI PROTEZIONE CIVILE 6.1 Procedure di raccordo con la Provincia 123 6.2 Procedure di raccordo con i Sindaci e il Presidente dell’Unione 125 6.3 Procedure di raccordo con il C.O.C. 126 6.1 Procedure di raccordo con la Regione 126 4 7 INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE 127 7.1 I canali di comunicazione 128 7.1.1 L’informazione preventiva 128 7.1.2 L’informazione un fase di emergenza (e post-evento) 130 ALLEGATI ALLEGATO 1 - Procedure specifiche di dettaglio ALLEGATO 2 - Piano Provinciale per la ricerca di persone scomparse ALLEGATO 3 – Sistema comunicazioni radio ALLEGATO 4 - Punti, tratti ed aree critiche ALLEGATO 5 - Elenco emergenze artistico culturali ALLEGATO 6 - Risorse istituzionali ALLEGATO 7 - Risorse territoriali ALLEGATO 8 - Risorse strutturali ALLEGATO 9 - Risorse scientifiche ALLEGATO 10 - Schede sede C.O.I. e sedi C.O.C. ALLEGATO 11 - Schede Istituti scolastici ALLEGATO 12 - Documento operativo turnazioni C.O.I. e C.O.C. ALLEGATO 13 – Personale Unione dei Comuni Struttura Protezione Civile e Struttura Unica Polizia Municipale ALLEGATO 14 - Risorse antincendio boschivo ALLEGATO 15 - Modulistica ALLEGATO 16 - Schemi ordinanze ALLEGATO 17 - Schemi avvisi alla popolazione CARTOGRAFIE ALLEGATO A - Carta rischio idraulico ALLEGATO B - Carta rischio frane ALLEGATO C - Carta rischio sismico ALLEGATO D - Carta rischio neve e gelo ALLEGATO E - Carta aree emergenza 5 6 INTRODUZIONE 1.1.1 Premessa La Legge n. 225 del 24 febbraio 1992 istituisce il Servizio Nazionale della Protezione Civile con le finalità, indicate all’art. 1 “di tutelare la integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi”. Il Presidente del Consiglio dei Ministri si avvale del Dipartimento della Protezione Civile per promuovere e coordinare “le attività delle amministrazioni dello Stato, centrali e periferiche, delle regioni, delle province, dei comuni, degli enti pubblici nazionali e territoriali e di ogni altra istituzione ed organizzazione pubblica e privata presente sul territorio nazionale”. La Regione Toscana in armonia con le disposizioni della Legge 225/1992, ha disciplinato, con la Legge Regionale n. 67 del 29 dicembre 2003, “le competenze della Regione e degli enti locali e l’organizzazione, in un sistema integrato e solidale, dei soggetti deputati allo svolgimento delle attività di protezione civile nell’ambito del territorio regionale”, “assicurando la necessaria integrazione con le politiche del governo e del territorio e in particolare con lo sviluppo sostenibile. Per il raggiungimento degli obiettivi è stato istituito il Sistema Regionale di Protezione Civile, costituito, oltre che dalla Regione, dagli Enti Locali e dal Volontariato. Le finalità rimangono quelle previste dalla legislazione nazionale con “la tutela dell’incolumità della persona umana, l’integrità dei beni e degli insediamenti…attraverso il concorso di risorse competenze e discipline sinergicamente operanti”. La Regione Toscana, con Delibera della Giunta n.1040 del 25 novembre 2014, ha approvato il Piano Operativo Regionale di Protezione Civile con il quale “definisce le modalità dell’intervento del sistema regionale di protezione civile in caso di emergenza, comprensivo delle sue diverse componenti, indipendentemente dal livello di gravità dell’evento e dal luogo del suo intervento”. Le finalità di Protezione Civile “sono realizzate attraverso la previsione dei rischi, la loro prevenzione, il soccorso della popolazione colpita ed il superamento dell’emergenza”. Le attività vengono disciplinate dai piani di protezione civile che definiscono il quadro dei rischi e disciplinano l’organizzazione e le procedure per fronteggiare l’emergenza. Come sottolineato dal Piano Operativo Regionale “il piano operativo intercomunale è in tutto e per tutto un piano di protezione civile di livello comunale pertanto deve soddisfare tutti gli elementi essenziali di pianificazione previsti (…) per i piani comunali”. 1.1.2 Riferimenti normativi I riferimenti normativi nazionali e regionali possono essere così sintetizzati: Nazionali Legge 11.8.1991, n. 266 “Legge quadro sul Volontariato”. Legge 24.2.1992, n. 225 “Istituzione del servizio nazionale della protezione civile”. Decreto Legislativo 31.3.1998, n. 112 “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59”. 7 Legge 3.8.1998, n. 267 “Conversione il legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 giugno 1998, n. 180, recante misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania”. Decreto Legislativo 17.8.1999, n. 334 “Attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al controllo di pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose”. Legge 21.11.2000, n. 353 “Legge quadro in materia di incendi boschivi” D.P.R. 8.2.2001, n. 194 “Regolamento recante la nuova disciplina della partecipazione delle organizzazioni di volontariato alle attività di protezione civile” Legge 9.11.2001, n. 401 “ Conversione il legge del D.L. 7.9.2001, n. 343 recante disposizioni urgenti per assicurare il coordinamento operativo delle strutture preposte alle attività di protezione civile e per migliorare le strutture logistiche nel settore della difesa civile”. Legge 27.12.2002 n. 286 “Conversione il legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 novembre 2002, n. 245, recante interventi urgenti a favore delle popolazioni colpite dalle calamità naturali nelle regioni Molise e Sicilia, nonché ulteriori disposizioni in materia di protezione civile”. Ordinanza Presidente Consiglio Ministri 20.3.2004, n. 3274 “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per la costruzione in zone sismiche”. Direttiva del Presidente Consiglio dei Ministri 27.2.2004 “Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile”. Legge 26.7.2005 n.

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