Il Risiko Delle Banche Lungo La Via Emilia

Il Risiko Delle Banche Lungo La Via Emilia

ECONERRE - Il risiko delle banche lungo la via Emilia Entra nel vivo la nuova fase di aggregazioni e acquisizioni che cambierà la mappa delle banche anche in Emilia-Romagna. Tra i protagonisti Bper Banca e Credem che hanno già avviato importanti acquisizioni da Intesa Sanpaolo e dalla Fondazione Caricento. Altre possibili sorprese di Stefano Catellani Lungo la Via Emilia, da Rimini a Piacenza, sono circa 2.500 gli sportelli bancari attivi e 25 sono gli istituti di credito. Operano praticamente tutte le banche, piccole grandi, tradizionali e innovative. Il sistema bancario emiliano-romagnolo ha letteralmente cambiato assetto più e più volte, sia con operazioni di sistema (macro) che attraverso alleanze oppure con le più classiche operazioni di M&A (fusioni e acquisizioni). Il 2020, oltre che per la pandemia Covid 19, passerà agli annali per i grandi cambiamenti in atto anche nel sistema bancario. Banche, quali scenari in regione Nell’ultimo report (giugno 2020) la Banca d’Italia segnala che in Emilia-Romagna è proseguito il ridimensionamento della rete tradizionale degli sportelli bancari; gli intermediari operano in modo sempre più diffuso attraverso il canale telematico. Nostre analisi mostrano che nell’ultimo decennio la distanza geografica fra la banca che concede il prestito e l’impresa che lo riceve è leggermente aumentata. Nel 2019 il credito al settore privato non finanziario ha continuato a crescere a ritmi modesti, in presenza di una minore propensione delle imprese a contrarre debito e di un’offerta concentrata sui prenditori meno rischiosi. La qualità dei prestiti ha continuato a migliorare, con un tasso di deterioramento che si colloca su livelli bassi in prospettiva storica; vi ha contribuito un significativo mutamento della composizione degli affidati verso imprese di maggiore dimensione e con bilanci più solidi. Anche il tasso di copertura dei crediti deteriorati è rimasto su livelli elevati, permettendo alle banche di affrontare la crisi in atto in condizioni rafforzate rispetto al passato. Nel primo trimestre dell’anno in corso il tasso di deterioramento del credito è rimasto stabile; in prospettiva il forte peggioramento delle condizioni economiche potrebbe avere ripercussioni sulla capacità di rimborso di famiglie e imprese. Il Risiko Banche E-R 2020 si può dividere in due: le operazioni avviate e praticamente concluse e quelle che vedono le prime grandi manovre per ora senza esito certo. A dare l’avvio al nuovo risiko è certamente la maxioperazione operazione lanciata da Intesa Sanpaolo per acquisire Ubi Banca perché coinvolge Bper Banca e Unipol che entrano in campo per acquisire 532 sportelli Ubi Banca e alcune piccole compagnie assicurative vita, questo per consentire a Intesa SanPaolo di rispettare le disposizioni dettate dall’Antitrust per consentire l’operazione (l’Opas) di acquisizione di Ubi Banca. Dopo l’accordo sottoscritto il 17 febbraio con Intesa Sanpaolo, volto e a disciplinare l’acquisizione da parte di BPER Banca dal Gruppo Intesa di un ramo d’azienda, le parti, in virtù della ricognizione della struttura distributiva di UBI Banca, hanno sottoscritto il 12 novembre un accordo integrativo con l’obiettivo di completare la definizione delle filiali e di procedere all’individuazione delle risorse umane da includere nel perimetro del Ramo oggetto di acquisizione. Il perimetro del Ramo risulta, costituito da 486 Filiali dotate di autonomia contabile e radicamento dei rapporti giuridici con la clientela e da 134 cosiddetti Punti Operativi funzionali al presidio commerciale della clientela delle Filiali, privi di autonomia contabile. Le risorse umane riferibili al Ramo sono complessivamente 5.107. BPER Banca cresce ancora Alessandro Vandelli amministratore delegato BPER Il timbro “fatto” l’amministratore delegato di Bper Banca, Alessandro Vandelli l’ha stampato il 23 ottobre, perfettamente nei tempi annunciati e previsti, sull’aumento di capitale che si inserisce nel piano industriale BEST WAY 20-221 (Business Equity Sustainability Trust) della banca modenese e che porterà un gruppo che mantiene forte la matrice emiliano romagnola nel top delle banche italiane. L’offerta in opzione ai soci prevista, il tassello principale dell’aumento di capitale, si è conclusa con sottoscrizioni al 99,21% delle nuove azioni per un ammontare pari a 795.922.725,60 euro che entrano in cassa. I pochi diritti inoptati saranno trattati come previsto dal piano, senza problemi. Tanto è importante la operazione compiuta, che gli analisti di Fitch Ratings hanno confermato i rating di Bper Banca con Outlook “Stabile” che conferma outlook “Stabile” l’aspettativa dell’Agenzia di Rating che la capitalizzazione di Bper rimanga soddisfacente relativamente al proprio livello di rating e in grado di assorbire l’atteso deterioramento dell’asset quality e della redditività dovuto principalmente alla crisi economica conseguente all’emergenza sanitaria. Grazie all’acquisizione di nuovi sportelli (in gran parte Ubi Banca e in parte Intesa Sanpaolo) entro la seconda metà di febbraio 2021 per le filiali di UBI Banca, e il secondo trimestre 2021 per le sedi di Intesa Sanpaolo: è così che Bper Banca, tra le società quotate in Borsa inserite nel listino principale di Piazza Affari (FTSE MIB), riuscirà a incrementare in maniera importante la sua dimensione. Con le nuove filiali, la banca crescerà in Lombardia (271 filiali), Marche (85), Calabria (32), Puglia (30) e Campania (29). In Emilia-Romagna, Friuli, Sardegna, Sicilia, Veneto e Trentino invece non cambierà nulla. Il 9 novembre Bper ha dato via all’attività di 21 Centri Imprese e oltre 20 uffici satellite su tutto il territorio nazionale, interamente dedicati alle aziende con un fatturato superiore a 10 milioni, che vedranno coinvolte complessivamente oltre 300 risorse, distribuite tra i vari Centri e gli uffici centrali di coordinamento. Oltre il 70% delle masse afferenti al ramo (i nuovi sportelli che diventano Bper) sono relative a clienti del nord Italia. Questo rafforzamento della capacità distributiva di Bper consentirà il pieno utilizzo delle fabbriche prodotto del gruppo. L’acquisizione favorirà in particolare un miglioramento della qualità del credito, con un rapporto npe lordo stimato pari all’8,4%. L’istituto modenese conferma la propria solidità patrimoniale, con un Cet1 ratio fully loaded consolidato pro- forma (stimato) pari al 12,5% alla fine del 2020. Dopo l’approvazione dei dati della semestrale, di Alessandro Vandelli, amministratore delegato e direttore generale di Bper Banca, commenta: “Nella prima parte dell’anno, siamo stati impegnati su più fronti per contrastare al meglio gli effetti dell’emergenza sanitaria. Abbiamo promosso numerose iniziative nei territori presidiati, volte a tutelare la salute di dipendenti e clienti, ad attuare misure di sostegno per famiglie, piccoli operatori economici e imprese e a garantire la continuità operativa dei processi aziendali. Passata la fase acuta della crisi – aggiunge – la situazione attualmente vede tutte le nostre filiali e i servizi centrali pienamente operativi. La rapidità con la quale ci siamo organizzati per sostenere famiglie e imprese in questa crisi ci ha permesso di accogliere, ad oggi, oltre 100mila domande di moratoria e erogare fondi per finanziamenti garantiti dallo Stato per oltre 1 miliardo di euro, promuovendo, al contempo, numerose iniziative benefiche e raccolte fondi al servizio dei territori e delle comunità servite. Siamo convinti che lo sforzo collettivo che il sistema Paese sta esprimendo possa favorire la ripartenza, pur nella consapevolezza che il contesto rimane particolarmente fragile”. Alessandro Vandelli a.d. Bper, utile netto di 200,6 milioni nei primi nove mesi del 2020 Passando poi a commentare i risultati del primo semestre, si deve rilevare che “nonostante il rallentamento dell’economia causato dall’emergenza sanitaria, il Gruppo Bper ha evidenziato un buon livello di redditività, anche grazie alla confermata capacità di generare ricavi e contenere i costi della gestione, migliorando al contempo, in modo rilevante, la qualità del credito e la già solida posizione patrimoniale“. L’utile netto del periodo, infatti, risulta pari 104,7 milioni di euro grazie alla resilienza dei ricavi e nonostante la contabilizzazione di rettifiche addizionali su crediti per 90,5 milioni a seguito del peggioramento delle previsioni macroeconomiche. La già solida posizione patrimoniale del Gruppo migliora ulteriormente con un CET1 ratio a regime al 12,57% in aumento di 50 bps da marzo 2020. La liquidità rimane elevata con un buffer disponibile prossimo a 14 miliardi di euro. Da sottolineare l’ulteriore miglioramento della qualità del credito favorita anche dalla recente cessione del portafoglio di sofferenze per un valore lordo contabile di 1,2 miliardi di euro su cui è stata richiesta la garanzia statale GACS, portando il valore complessivo delle cessioni massive di sofferenze a circa 5 miliardi negli ultimi due anni e centrando in anticipo gli obiettivi strategici del Gruppo. Da segnalare una forte contrazione dello stock dei crediti deteriorati lordi e netti rispettivamente del 18,2% e del 12,2% da fine 2019 che ha determinato, al contempo, la significativa diminuzione del NPE ratio lordo e netto rispettivamente al 9,1% e al 5,0%, livelli che non si registravano dal 2009. I risultati del semestre confermano la valenza delle operazioni straordinarie completate nel corso del 2019 sia sotto il profilo del contributo all’attività commerciale sia alla redditività. In un contesto di elevata incertezza come

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