COMUNE DI OTTANA (Provincia Di Nuoro) P.IVA 00150 310 910  0784/75623 - FAX 0784 - 75043

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COMUNE DI OTTANA (Provincia di Nuoro) P.IVA 00150 310 910 0784/75623 - FAX 0784 - 75043 www.comune.ottana.nu.it Osservazioni e rilievi relativi al “progetto di conversione a carbone dell’impianto Ottana Energia” nell’area industriale di Ottana (NU), nell’ambito dell’attivazione della procedura di verifica di assoggettabilità a VIA Inquadramento procedurale La procedura è quella di verifica di assoggettabilità a VIA (valutazione di impatto ambientale), pertanto, in questa fase occorre individuare aspetti di modifica negativa dell'impatto ambientale tali da rendere necessaria (o comunque di poter sostenere la necessità) di una procedura di VIA. In caso negativo (non assoggettabilità a VIA) occorrerà seguire l'iter di modifica sostanziale della AIA (autorizzazione integrata ambientale) esistente di cui peraltro non si trova traccia nel sito regionale ove sono messe a disposizione le AIA. Criticità relative al quadro progettuale Rispetto all’attuale situazione l’“impianto termoelettrico di Ottana Energia comprende essenzialmente due caldaie alimentate ad olio combustibile a basso tenore di zolfo per la produzione di vapore surriscaldato ad alta pressione e due turbo-alternatori per la produzione di energia elettrica con potenza complessiva di 100 MWe. Vengono inoltre prodotte varie utilities essenziali per le altre realtà industriali presenti nel sito, quali: aria compressa, azoto, acqua demineralizzata e soprattutto vapore a due livelli di pressione differenti, necessario per l’impianto chimico dedito alla produzione di PTA e PET. Il ciclo si chiude su due torri di raffreddamento a tiraggio forzato per il raffreddamento del ciclo termico pag 26”. Va ricordato peraltro come siano disponibili e normati (Dlgs 152/06) anche oli combustibili con bassissimo contenuto di zolfo (STZ) inferiori allo 0,3% rispetto al BTZ (<1% di S). Alla luce dell’incidente verificatosi fra la notte di domenica 14 e lunedì 15 aprile, sul quale sono in corso procedimenti di indagine a cura delle procura di Nuoro, sarebbe necessario che venisse chiarita dal management di Ottana Energia un eventuale uso di combustibili differenti da olio combustibile BTZ, non con finalità migliorative la quantità e la qualità delle emissioni. In tale contesto viene proposto un progetto che consiste nella conversione di una della caldaie attualmente alimentate a BTZ verso la combustione di polverino di carbone. “La caldaia avrà una potenzialità termica massima di 115 MWt (equivalente ad una produzione di vapore di 150 tonn/h) pag 1”. Tra le varie opzioni alternative prese in considerazione vengono ricordate: A) installazione di una nuova unità termica in grado di fornire solamente i vapori necessari e approvvigionarsi di energia elettrica dalla rete nazionale; B) Realizzazione di un impianto cogenerativo per fornire vapore ed energia elettrica alle utenze del sito, attraverso nuovo ciclo termico o con un revamping sul ciclo esistente. Le opzioni tecniche considerate sono: 1) Ciclo termoelettrico attuale alimentato da un combustibile a minor costo (carbone); 2) Ciclo termico con un combustibile più costoso (gas) ma con una tecnologia più efficiente (turbina a gas con recupero). Tra le alternative e le opzioni tecnologiche disponibili non viene mai presa in considerazione la presenza e l’utilizzazione della Centrale idroelettrica del Taloro di 340 MWe (Taloro 240 MWe; Taloro 1° salto 41,6 MWe Taloro 2° salto 26,4 MWe; Taloro 3° salto 6,3 MWe; Staz. Pomp. Benzone 8 MWe); la sua possibile convertibilità in centrale Idroeloicofotovoltaica permetterebbe di valorizzare le centrali esistenti e lo sviluppo della produzione energetica da impianti fotovoltaici all’interno dell’area industriale di Ottana, oltre che la possibilità che gli esuberi di energia in rete vengano utilizzati per il pompaggio dell’acqua dal serbatoio inferiore (Cucchinadorza) a quello superiore (Gusana). La scelta proposta sembrerebbe invece essere: “Il Gruppo termico convertito a carbone costituirà il gruppo principale in marcia per la produzione di energia elettrica, vapore ed utilità per il sito. Durante i periodi di manutenzione, stimati in ca. 1 mese all’anno, o in emergenza, la continuità di esercizio della Centrale di Ottana Energia SpA verrà garantita dal Gruppo Termico ancora alimentato a BTZ che fungerà da back-up; pag.21 ”. Questa modalità di esercizio potrebbe essere plausibile (pur non disponendo della AIA e dei dati di esercizio dell'impianto esistente per poter verificare nel dettaglio) e, ove si arrivi a non assoggettare a VIA l'impianto, come pure a una nuova AIA, tale condizione dovrà essere oggetto di una prescrizione autorizzativa. Va ricordato infatti che una procedura di verifica di assoggettabilità a VIA si può concludere sia con una non necessità di VIA ma anche con una non necessità di VIA “condizionata” da prescrizioni di carattere ambientale e/o di esercizio finalizzate ad evitare “sviluppi futuri distorti” come un eventuale futuro esercizio contestuale di entrambe le unità, ad olio e a carbone. Il tutto costituirebbe una modifica sostanziale da assoggettare a VIA e a nuova AIA. E quindi non potrebbe essere consequenziale. Non è chiaro peraltro il passaggio da una all'altra configurazione: nella relazione si parla di un impianto esistente da 100 MWe ma non lo si qualifica sotto il profilo termico, dato fondamentale per valutare correttamente gli impatti ambientali in quanto fornisce il dato di consumo di combustibile (nelle condizioni a regime) e quindi l'entrata in caldaia di contaminanti caratteristici dei diversi combustibili e relative emissioni. Per la nuova unità si parla invece di 115 MW termici, considerando che una centrale a vapore possiede un rendimento in produzione di energia elettrica intorno al 38% possiamo stimare che le due unità esistenti abbiano una capacità termica nominale intorno a 260 MWt ovvero verrebbe sostituita una unità da 130 MW termici con una da 115 MW termici. Alla luce di ciò sarebbe importante mettere a disposizione l’AIA esistente come pure i rapporti (del gestore e di Arpa) per poter verificare alcune affermazioni contenute nella relazione progettuale quali: “Dal punto di vista delle emissioni in atmosfera, la nuova configurazione prevista è progettata per non aumentare i valori di emissione rispettando quelli che ad oggi sono i limiti previsti per l’impianto. Inoltre, come da tabella successiva, considerando lo spinto de-rating previsto sul gruppo termico che verrà alimentato a carbone, la quantità totale di emissioni autorizzate in atmosfera su base annuale verrà ridotta complessivamente di circa il 48%” pag 24. Criticità relative al quadro ambientale: qualità dell’aria e inadeguatezza dei sistemi di controllo L'ARPA Sardegna è il soggetto competente a gestire la rete di monitoraggio della qualità dell'aria. La rete è costituita da 44 centraline automatiche di misura, di cui 4 non attive, dislocate nel territorio regionale; nella Provincia di Nuoro sono presenti 6 centraline cosi dislocate: Macomer (1), Nuoro città (3), Ottana (1), Siniscola (1). E’ evidente come non possa essere considerato sufficiente l’impiego di in singola centralina per un’adeguata caratterizzazione della qualità dell’aria dell’area industriale della piana di Ottana e in particolare per le ricadute sul centro abitato, anche in relazione all’adeguamento al Decreto Legislativo del 13 agosto 2010, n. 155 (recepimento della direttiva europea 2008/50/CE) che prevede la riduzione del 20% dell'esposizione al PM2,5 entro il 2020 rispetto ai valori del 2010 e l’obbligo di riduzione al di sotto di 25 μg/m3 sempre entro il 2020. A tale riguardo non viene riportato nessun dato, pur esaminando i rilievi della qualità dell’aria misurati durante il 2010 e forniti da ARPA Sardegna che comprendono anche le stazioni di monitoraggio situate nell’area urbana di Nuoro. Tali dati peraltro non coincidono geograficamente con quelli forniti dallo studio dei dati meteorologici relativi alle località di Ottana, Orani, Illorai e Ghilarza. Sono evidenti le carenze e i limiti metodologici nelle valutazioni ante operam della qualità dell’aria, tali da inficiare qualsiasi deduzione a sostegno di qualsiasi iter autorizzativo. Criticità relative al quadro ambientale: qualità dell’aria ante e post operam Come già ricordato a pag. 24 senza mettere a disposizione l’AIA esistente come pure i rapporti (del gestore e di Arpa) si afferma “Dal punto di vista delle emissioni in atmosfera, la nuova configurazione prevista è progettata per non aumentare i valori di emissione rispettando quelli che ad aggi sono i limiti previsti per l’impianto. Inoltre, come da tabella successiva, considerando lo spinto de-rating previsto sul gruppo termico che verrà alimentato a carbone, la quantità totale di emissioni autorizzate in atmosfera su base annuale verrà ridotta complessivamente di circa il 48% come si può facilmente osservare dal confronto riportato nella seguente tabella: Tale affermazione appare fuorviante in quanto per correttezza metodologica si sarebbero dovute mettere a confronto le emissioni della singola caldaia (non di entrambe) prima e dopo le modifiche effettuate per la combustione del polverino di carbone in sostituzione dell’olio combustibile BTZ. Sarebbe stato opportuno anche verificare l’alternativa rappresentata dalla combustione di oli combustibili con bassissimo contenuto di zolfo (STZ) inferiori allo 0,3% rispetto al BTZ (<1% di S). Inoltre vengono menzionate le polveri totali e non le varie frazioni (PM10, PM2,5, PM0,1, UF e nanoparticelle) non considerando che il passaggio da un combustibile liquido

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