Adriano Favaro, villorbese trentanovenne, laureato in lettere, si oc- cupa prevalentemente di storia locale, folclore, usi e tradizioni della nostra regione, seguendo con particolare interesse il tema della poe- sia vernacolare veneta a cavallo fra ’700 ed ’800. Collabora da anni con numerose riviste del Veneto ed ha curato di- verse pubblicazioni, fra le quali merita sottolineare «Giorgio Baffo inedito» (C.G.S. 1985 - VE) e «Regata Storica» (Arcari Ed. 1986 - Mogliano Veneto). In copertina: Antico affresco riproducente una scena agreste di virgiliana memoria. Il dipinto è collocato sul muro perimetrale dell’azienda agricola Ancillotto di Fontane, località “Colombera”. ADRIANO FAVARO TERRA DI VILLORBA storia, lavoro ed ambiente COMUNE DI VILLORBA Ringraziamenti: L’autore sente il dovere di rivolgere un rin- graziamento all’Amministrazione Comunale di Villorba ed in particolare un cenno di riconoscenza al conte Antonio Fran- cesco Bullo per gli opportuni suggerimenti e per la benevola assistenza offerta nella stesura della presente opera. “... Bisogna trovare il modo di rallentare al massimo la distru- zione di un mondo in cui siamo nati e vissuti, che ci ha nutrito e potrebbe continuare a nutrirci spiritualmente... ”. Giuseppe Mazzotti SOMMARIO 7 Presentazione del Sindaco di Villorba Luciano Durigon 8 Premessa dell’Autore Adriano Favaro 11 Introduzione 35 Le antiche osterie 49 Villorba 99 Lancenigo 159 Piovenzan 199 Fontane 243 Limbraga 251 Appendice Documenti 257 Appendice Tavole fuori testo 278 Abbreviazioni usate 279 Bibliografia PRESENTAZIONE DEL SINDACO È con giusto orgoglio che l’Amministrazione Comunale Caratteristiche queste che traspaiono nei secoli anche dalla di Villorba offre ai propri cittadini l’opera “TERRA DI rigorosa ricostruzione storica operata dall’Autore: quella di VILLORBA”: un’opera indirizzata anche a quei Villorbesi che Villorba fu sempre una terra ottima per l’agricoltura ed in ef- pur non abitando più in questo Comune conservano tuttavia un fetti qui vi lavorarono generazioni e generazioni di agricoltori legame con questa terra ed infine anche ai nuovi arrivati che e contadini in grandi famiglie patriarcali. hanno scelto in questi ultimi anni di insediarvisi. Era un mondo che aveva i suoi ritmi e valori: forse lento e Con “TERRA DI VILLORBA” ripercorriamo più di mille anni tradizionalista, ma certamente ricco di quella umanità difficile di storia del Comune, attraverso i secoli e le vicissitudini dei da trovare oggi giorno. nostri antenati: si tratta di un’opera che contribuirà senz’altro Questa ricerca storica è quindi anche un doveroso omaggio a a dare maggiore concretezza al bisogno di identità storico- quanti sono vissuti in questa terra, a coloro che qui hanno cre- culturale dei Villorbesi. duto nella vita e nell’onesto lavoro e che oggi non ci sono più: Era un’esigenza profondamente sentita da questa Ammini- penso in particolare ai nostri vecchi che in queste terre si sono strazione il bisogno di portare alla luce e quindi valorizzare consumati le mani nel duro lavoro quotidiano per procurare di la storia e le tradizioni di Villorba: in questi anni il progresso che vivere alle proprie famiglie. convulso e rapido della società sta portando alla scomparsa di La riscoperta del passato di Villorba e della tenacia con la qua- usi e costumi che avevano radici lontanissime, minacciando le i Cittadini di questo Comune hanno affrontato durissimi pe- addirittura di cancellare totalmente ogni traccia del passato riodi della loro vita, spero possa essere di sprone ai piu giovani “veneto” e “contadino” di Villorba. per affrontare le difficoltà odierne, forse piu insidiose di quelle Per questi motivi, ma anche per andare incontro alle esigen- del passato. ze delle nuove generazioni, particolarmente sensibili nel voler Va anche sottolineato con legittimo orgoglio che Villorba ha comprendere attraverso le proprie origini l’attuale realtà socio- visto spesso molti dei suoi concittadini affermarsi nei tanti culturale, l’Amministrazione Comunale ha ritenuto non più campi dell’attività umana, nel lavoro, nell’arte, nella politica rinviabile un approfondito studio sul passato di Villorba. Fati- e nello sport. che antiche e dei nostri giorni hanno contraddistinto da sempre A tutti indistintamente è dunque rivolta quest’opera nella quale la vita dei Villorbesi ed in effetti chiunque sia nato in questa ognuno può ritrovare cenni dei propri antenati: è solo la prima terra sa con quanta fatica si è pervenuti al benessere odierno: di una serie di ricerche storiche che questa Amministrazione come del resto tanti Comuni del Trevigiano, anche Villorba ha in animo di realizzare per poter compiutamente conoscere e è passata attraverso due guerre mondiali che l’hanno segnata conservare le memorie della nostra terra. profondamente, nello spirito e nella materia. È stato con umiltà Infine un vivo ringraziamento è rivolto all’Autore della pre- e dedizione che le famiglie villorbesi hanno saputo superare i sente opera, al dr. Adriano Favaro, nostro concittadino, il quale tanti ostacoli e pervenire, senza nessun sussidio di sorta, all’at- con tanta cura ed amore ha ricostruito dopo anni di lavoro la tuale realtà. storia di questo nostro Comune. D’altronde i Villorbesi possono ben vantarsi di far parte di quella gente veneta nota in Italia ed all’estero per l’onestà e Luciano Durigon dedizione al lavoro. Sindaco 7 VILLORBA NEI MIEI RICORDI Quando dal balcone dell’antica biblioteca di S. Servolo, iso- Quando ancor oggi passo di fronte alla vecchia scuola elemen- la veneziana, gettavo lo sguardo sulla laguna accecante per il tare, dall’aspetto severo, ripenso alle sue grandi aule ed alla sole d’estate, non potevo fare a meno di correre col pensiero enorme stufa di terracotta rossa, a piani sovrapposti, che col alla terra dove sono nato e vissuto, a Villorba ed alla enorme suo calore ci asciugava i vestiti inzuppati di pioggia. differenza tra le due realtà, anche se lontane solo poche decine Ricordo i nostri giochi scalzi per i prati, le allodole alte nel di chilometri. Ma la Villorba che volevo ricordare era quella cielo d’estate, i fossi con l’acqua limpida percorsa da pesci e della mia infanzia, quando a perdita d’occhio si vedevano solo gamberetti: insomma, ho trascorso degli anni sereni in questa campi, prati e alte siepi. terra, quasi trent’anni fa, quando l’inquinamento ancora non si Con gli anni si finisce per lavorare e vivere dove capita, ma conosceva. i luoghi dell’infanzia, per tutti, conservano sempre un colore Da ragazzo poi, mi accadeva spesso che i più anziani del paese particolare: sono i luoghi dei primi timidi passi nella vita, delle mi fermassero per strada, chiedendo chi fossero i mei genitori: prime amicizie ed esperienze e come le lepri tornano sempre “... bocia, de chi situ ti? ...”. nei luoghi natii, così anche l’uomo non dimentica quei posti. Rispondevo immancabilmente pronunciando il mio cognome, Rammentando quel tempo, mi rivedo ancora inforcare la bi- ma loro non se ne davano per intesi e battendomi con le mani cicletta e pedalare spedito per certe scorciatoie tra i campi di dure e pesanti sulla spalla, esclamavano: “... no, no, ti te si on grano, per arrivare meno tardi a scuola. Gastaldon ... se vede..!”. Altri tempi: figuriamoci che allora dalle nostre parti si vedeva- A casa chiesi stupito che significato avesse quel “Gastaldon” e no ancora i buoi trainare l’aratro! mio padre, con poche parole, mi fece capire che la nostra fami- Con i miei compagni di scuola e di giochi, si partiva al mattino glia era nota da secoli solo con quel soprannome. in bicicletta, anche d’inverno, per recarsi a scuola magari sotto Da allora posi molte domande al nonno paterno, Giuseppe ed la neve, o con la pioggia battente, percorrendo strade cosparse a mio padre, ma seppi poco di più: i Favaro detti “Gastaldoni” di profonde buche colme d’acqua. risiedevano da tempo immemorabile nella grande casa coloni- Si tornava a casa raffreddati e con qualche gelone in più, ma a ca di Fontane, che si incontra prima dell’ex-agenzia Ancillotto, scuola ci si andava lo stesso. proveniendo da Villorba.(1) Ricordo la grande cucina fumosa e 8 1. Casa “Gastaldon”, disegno di Alessandra Poletto. sempre piena di odori piacevoli: che tavolate all’ora di pranzo! visitata di recente e ne ho riportato una ben triste impressione. Ai bei tempi vi abitarono anche trenta persone, tutti parenti ed Di quella casa che ricordavo piena di vita e di odori animali, i letti non bastavano, ma c’erano sempre il granaio ed il fienile non rimaneva che un guscio vuoto. per dormire. Allora, da bambino, avevo una speciale predile- Salendo al granaio superiore, che nei miei ricordi vedevo sem- zione per i vitellini e appena arrivavo in visita dai nonni, corre- pre ricolmo di pannocchie bianche e gialle, dovevo far atten- vo a curiosare nella stalla pervasa dall’acre odore di stallatico. zione alle scale marce che mi si sbriciolavano sotto i piedi. Poi seguendo una mia cuginetta, Ester, ben più agile di me, ci Sul pianerottolo la parete rivelava sotto l’intonaco screpolato si arrampicava su per la ripida scala che portava al fienile: da tracce del vecchio colore: ne levai alcuni pezzi e con sorpre- lassù, con aria di sfida, lei aveva il coraggio che a me mancava sa apparvero frammenti di un affresco dipinto dal mio pro-zio di tuffarsi sul mucchio di fieno sottostante. Arturo. Mi impressionava poi la vista dei grandissimi bovi, adatti ai Erano tre volti di giovani contadine. Le giovani contadine di terreni pesanti, che con passo lento ed eguale trainavano il car- Villorba! Prosperose, vispe, furbe: in tempo di vendemmia, da ro agricolo sovraccarico di fieno: immagini gigantesche per i studente, per raggranellare qualche lira mi facevo ingaggiare miei occhi di bambino. nei grossi poderi come manovale. Mi pareva sterminata quella casa con la sua stalla, granai, fieni- Che compagnie allegre si formavano allora, sempre pronte ad li, locali vasti con i focolari per i bachi da seta; osservavo poi, alzare il gomito ed a cantare a voce spiegata.
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