______________________________________________________________________________ Business Friendliness Il clima d’impresa, a Torino. ______________________________________________________________________________ 1 ______________________________________________________________________________ SOMMARIO 4 INTRODUZIONE Parte 1 11 ATTRATTIVITÀ E BUSINESS FRIENDLINESS. UNA SURVEY DELLA LETTERATURA ECONOMICA SU TORINO E IL PIEMONTE. A cura di Valentina Pacetti e Giampaolo Vitali 12 1. L’EVOLUZIONE DEL SISTEMA ECONOMICO TORINESE E LE POLITICHE DI ATTRAZIONE 12 1.1 Politiche di attrazione: alcuni riferimenti alla teoria 12 1.1.1 Globalizzazione e attrazione degli investimenti internazionali 12 1.1.2 Competitività dei territori: a dangerouse obsession? 13 1.1.3 Competitività delle imprese, competitività dei territori 14 1.1.4 Competitività e attrattività: il nodo dei beni collettivi locali 16 1.1.5 Politiche e agenzie 18 1.2 L’evoluzione del sistema economico 22 2. LA LETTERATURA ECONOMICA SU IDE, NTERNAZIONALIZZAZIONE, NUOVE IMPRESE, POLITICHE DI SVILUPPO LOCALE 22 2.1 Investimenti esteri in entrata nell’area torinese 32 2.2 L’internazionalizzazione commerciale dell’economia torinese: i flussi di esportazioni 32 2.2.1 Le ricerche condotte negli anni ’80 e ’90 32 2.2.2 Le ricerche più recenti 37 2.3 Nuove imprese e territorio: imprenditorialità, politiche, business friendliness 38 2.3.1 Imprenditorialità 45 2.4 Politiche locali 50 2.5 Business friendliness 52 2.6 Politiche e agenzie per l’attrazione di investimenti internazionali 55 2.6.1 Quando, come e perché nascono le agenzie per l’attrazione degli investimenti esterni 59 2.6.2 Con quali risorse? Finanziamenti e personale. 60 2.6.3 Il caso piemontese nel contesto europeo 61 3. ALCUNE CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE 65 BIBLIOGRAFIA Parte 2 69 LA BUSINESS FRIENDLINESS NELLA PERCEZIONE DELLE IMPRESE. UN’INDAGINE EMPIRICA. A cura di Salvatore Cominu 69 1. DEFINIZIONE DEL CAMPO D’INDAGINE 71 1.1 Imprese locali radicate 72 1.2 Imprese locali ancorate 73 1.3 Imprese che arrivano ______________________________________________________________________________ 2 ______________________________________________________________________________ 75 2. LA VISIONE DELLA GREEN ECONOMY 75 2.1 Green economy come svolta delle rinnovabili nel campo della produzione energetica 75 2.2 Green economy basata sull’innovazione di prodotto e dei processi produttivi 76 2.3 Green economy come infrastruttura societaria per vivere, abitare, mobilità, cura, gestione del territorio 77 3. COSA INTENDONO LE IMPRESE PER BUSINESS FRIENDLINESS: UNO SGUARDO D’INSIEME 78 3.1 Valutazione su Torino in relazione ai fattori più rilevanti per orientare le scelte localizzative 79 3.2 Valutazione su Torino in relazione ai fattori direttamente correlati al business 79 3.3 Valutazione su Torino in relazione al business environment 81 3.4 Valutazioni su Torino in relazione alla qualità della vita 81 3.5 Il confronto con le altre città 82 4. IL PUNTO DI VISTA DELLE MULTINAZIONALI E DEI PLAYER ESTERNI 86 5. IL PUNTO DI VISTA DELLE IMPRESE TORINESI E DELLE START UP 90 6. L’ALTA FORMAZIONE, IL POLITECNICO E L’UNIVERSITÀ 92 7. VINCOLI NAZIONALI, LEVE LOCALI 94 8. IL CONVITATO DI PIETRA 95 9. IL NORD COME SPAZIO DI RIFERIMENTO? 96 10. FANTASTICI QUEGLI ANNI … MA OGGI? Allegato 98 CASI D’IMPRESA 99 Asja Ambiente Italia 103 Becchis Osiride 106 Biosearch Ambiente 109 De-Ga 112 Ecomacchine 117 Econocom 122 Electro Power Systems 127 Embraco Europe 132 Farmaceutici Procemsa 137 General Motors Powertrain Europe 141 Geodata 145 Golder Associates 149 Ilti Luce 153 Pastiglie Leone 158 Pirelli Industrie Pneumatici 162 Saet Group 167 Vass Technologies 171 Vigolungo ______________________________________________________________________________ 3 ______________________________________________________________________________ Rapporto di ricerca INTRODUZIONE I cambiamenti in atto nel sistema economico mondiale influenzano pesantemente le possibilità del territorio torinese di attrarre imprese estere e di trattenere le imprese localizzate sul suo territorio. In primo luogo, occorre ricordare gli effetti della globalizzazione dei mercati, che offre agli imprenditori ampie opportunità di scelta dell’area più idonea in cui localizzare l’impresa, mettendo in forte concorrenza i territori di più antica industrializzazione con quelli che solo recentemente hanno intrapreso la via dello sviluppo industriale. La facilità degli scambi mondiali si riflette all’interno dell’Unione Europea in una maggiore mobilità dei fattori produttivi garantita dal completamento del mercato unico. Pertanto, la globalizzazione dei mercati (a livello mondiale) e la realizzazione del mercato unico (nel contesto europeo) consentono all’impresa di scegliere in quale territorio “ancorarsi”, anche solo provvisoriamente, per poi decidere di cambiare posizione quando le condizioni non saranno ritenute più soddisfacenti. Gli effetti negativi della globalizzazione sono rappresentati dalla delocalizzazione delle attività produttive nate sul territorio, mentre quelli positivi derivano dalle opportunità che il territorio attragga risorse da altri contesti locali. Le caratteristiche dell’ambiente economico in cui operano le imprese torinesi diventano pertanto molto più importanti rispetto al passato: da qui il forte interesse nei confronti della business friendliness, sia da parte delle imprese che devono investire nel loro futuro, che da parte dei policy maker che devono governare i processi produttivi. In secondo luogo, si evidenzia un altro importante processo socio-economico: la terziarizzazione dell’economia, che comporta maggiori legami tra il comparto manifatturiero e quello dei servizi, come conseguenza della maggiore componente di servizio all’interno del manufatto industriale, favorendo così migliori performance di crescita del terziario in tutti i paesi di antica industrializzazione. La perdita di occupazione del settore manifatturiero è molto pesante in tutte le aree di antica industrializzazione, come il Piemonte e, più in particolare, Torino, anche se è in parte attribuibile allo spostamento “statistico” degli occupati dal manifatturiero al terziario. L’emergere del comparto terziario come “motore dello sviluppo”, in modo complementare al comparto secondario, comporta che l’ambito di analisi della business friendliness debba essere considerato nell’accezione più ampia del termine, in modo da tener conto anche di tutta una serie di fattori immateriali particolarmente importanti nel campo dei servizi alle imprese e della new economy, e non solo più dei fattori materiali tipici della “vecchia” economia tayloristica. Infine, la metamorfosi del sistema economico attualmente in atto in tutta Europa evidenzia anche un’evoluzione verso il cosiddetto “sviluppo sostenibile”, un nuovo modello sociale che tiene conto delle esternalità ambientali e della limitazione delle risorse naturali, e che favorisce quindi la tendenziale crescita delle produzioni a minore impatto ambientale, quelle che risparmiano energia e quelle che producono beni e servizi utili a modificare il sistema economico verso una sua maggiore sostenibilità ambientale. In questo ambito, l’esame della business friendliness rappresenta una verifica sulle potenzialità di crescita futura dell’economia torinese, essendo il comparto dello sviluppo sostenibile quello con le maggior aspettative di espansione occupazionale. L’insieme di queste tre determinanti rappresenta il quadro logico all’interno del quale si sviluppa il presente rapporto di ricerca, strutturato in due parti: nella prima parte del rapporto si presenta una survey della letteratura economica piemontese al fine di verificare se le suddette determinanti del cambiamento sono state studiate dai ricercatori locali impegnati sulle tematiche ______________________________________________________________________________ 4 ______________________________________________________________________________ dell’attrattività imprenditoriale del territorio torinese; nella seconda parte del rapporto si qualificano le condizioni di attrattività del territorio torinese mediante una rilevazione empirica condotta su un campione di imprese. Nella parte del rapporto in cui si effettua la survey della letteratura piemontese, si esaminano soprattutto gli studi basati su approcci industrialisti, focalizzati quasi esclusivamente sul ruolo degli investimenti fissi, che guidavano le iniziative di attrazione condotte ancora un decennio or sono, con le più recenti analisi sull’attrazione di imprese ad alto contenuto di innovazione, non necessariamente manifatturiere ma anche attive nel terziario avanzato, e caratterizzate da una elevata componente di asset intangibili. E’ probabile che queste ultime siano più idonee a localizzarsi nell’area metropolitana torinese, essendo quest’ultima particolarmente ricca di servizi avanzati e di centri di ricerca. Lo studio sull’evoluzione della letteratura economica è pertanto utile a qualificare maggiormente il nuovo modello di business friendliness del territorio torinese, che dovrebbe essere compatibile con la metamorfosi in atto nel sistema economico europeo e, più in particolare, torinese. Mentre un tempo l’approccio dominante era quello dell’attrazione di grandi imprese multinazionali, attive nel comparto industriale, oggi è probabile che si ponga maggiore attenzione all’attrattività del business di imprese tanto estere quanto nazionali, sia di piccole che di grandi dimensioni, operanti nell’industria ma anche nel terziario, e soprattutto, aventi un elevato contenuto
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