Bollettino Diocesano Fabriano - Matelica 2016-2019 n.10 1 2 3 Bollettino Diocesano Diocesi Fabriano - Matelica marzo 2016 – gennaio 2019 4 Direttore responsabile: Mons. Tonino Lasconi Redazione: Curia Vescovile P.zza Giovanni Paolo II, 2 60044 Fabriano (AN) Pubblicazione ufficiale della Curia Diocesana 5 Mons. Stefano Russo Vescovo di Fabriano - Matelica 6 7 EDITORIALE Quattro anni, soprattutto in tempi di cambiamenti travolgenti come quelli che stiamo vivendo, sono tanti. E sono stati tanti anche per la nostra Diocesi. Tanti e non da poco. Ne basta uno per riassumere tutti gli altri: un nuovo Vescovo. Raggiunti i settantacinque anni, il 26 luglio 2015, il Vescovo Mons. Giancarlo Vecerrica ha offerto a Papa Francesco le sue dimissioni, diventando emerito il 18 giugno 2016, con la venuta in Diocesi del nuovo Vescovo, Mons. Stefano Russo, nominato dal Papa il diciotto marzo 2018, e ordinato Vescovo il 28 maggio 2016 nella cattedrale di Ascoli Piceno. Ricevendo il pastorale dalle mani di Mons. Vecerrica, alla presenza del Cardinale Edoardo Menichelli, il nuovo Vescovo raccolse il suo servizio alla Chiesa di Fabriano- Matelica con una serie di “sogni”: “una Chiesa che sia capace di testimoniare con i fatti prima ancora che con le parole, la realtà di Dio; una Chiesa in cui, i suoi diversi membri, nel rispetto di un disegno ordinato alla e dalla comunione, si sentano direttamente impegnati e responsabili della sua costruzione; una Chiesa capace di comprendere che la passione che è chiamata a vivere è prima di tutto quella che nasce dalla disponibilità a rinnegare se stessi e prendere ogni giorno la propria croce, seguendo Gesù; una Chiesa in ascolto, capace di cogliere il disegno di Dio dentro la nostra storia; una Chiesa maestra di relazioni; una Chiesa trasparente, capace cioè di dare ragione di se stessa; una Chiesa al passo con i tempi; una Chiesa in cui i presbiteri, i diaconi, le religiose, i religiosi, siano i primi testimoni della comunione”. Accolto con sincera simpatia e grande disponibilità dal clero e dai fedeli, e con la collaborazione discreta del suo predecessore rimasto ad abitare in diocesi, il nuovo Vescovo ha iniziato subito il sempre arduo compito di trasformare i sogni in progetti. Tra gli altri, due impegni si sono rivelati urgenti e significativi: il servizio pastorale alle esigenze e alle problematiche delle piccole e piccolissime parrocchie sparse sulle nostre colline, in modo che l’impossibilità di avere parroci stabili non finisse per ridurre tutto a una veloce celebrazione di Sante Messe; e la valorizzazione del ricco patrimonio dei beni culturali del territorio non solo per scopi museali e turistici, ma pastorali. Il primo problema è stato affrontato, quasi come terreno di sperimentazione, soprattutto nella Vicaria di Genga–Sassoferrato, particolarmente caratterizzata da piccole frazioni ridotte a pochi abitanti, con una diversa distribuzione di incarichi e di responsabilità; avviando collaborazioni tra parrocchie, anche con piccole esperienze di comunità sacerdotali; stimolando la corresponsabilità dei fedeli laici. Determinante per il Vescovo l’intento di far sì che la popolazione non avvertisse i cambiamenti come una riduzione di interesse verso i “piccoli”, già penalizzati dalla diminuzione dei servizi civili, ma come maggiore attenzione per servizi pastorali più qualificati. Questo impegno, paradossalmente, pur tra i tanti disagi – a cominciare dal surplus di lavoro per il Vescovo, incaricato dai confratelli marchigiani di verificare i danni del sisma ai beni ecclesiastici e di seguirne il recupero - , ha trovato uno stimolo nel terremoto dell’autunno del 2016, che, chiudendo per inagibilità molte chiese delle frazioni, ha costretto tanti a rinunciare alla propria, amata chiesetta. Per la valorizzazione dei beni culturali, il Vescovo Mons. Stefano, già molto sensibile e interessato al problema per il suo incarico precedente nella C.E.I., ha ricevuto una forte sollecitazione dalla esortazione pastorale di Papa Francesco sulla chiamata alla santità: “Gaudete et exsultate”. Questo territorio, percorso più volte da san Francesco, servito da san Giacomo della Marca, scelto 8 da san Romualdo e da san Silvestro per terminare la loro opera e la loro vita, culla dei Cappuccini e sede di monasteri e conventi di svariati ordini religiosi e congregazioni, si fregia di un notevole patrimonio artistico che è scaturito dalla fede e si è sviluppato per conservarla e approfondirla. Perché, allora, non ritrovare le radici di questa fede profonda, capace di produrre bellezza non solo nelle opere d’arte, ma in nuove forme di carità e di servizio, per rinnovarle? La proposta del Vescovo, accolta non solo dai sacerdoti e dai cristiani laici, ma anche da tutti coloro che sono interessati alla necessità sempre più pressante del risveglio del territorio, colpito duramente dalla crisi industriale, come ha dimostrato la numerosa e qualificata partecipazione alle iniziative della Faber Artis, associazione caldeggiata vivamente dal Vescovo. Così la santità dei “santi illustri” è diventata lo sfondo del piano pastorale dei prossimi tre anni per risvegliare e fare emergere nell’oggi quella che papa Francesco chiama “la santità della porta accanto” (GE 7). Questo percorso diocesano di trasformare i sogni in progetti, necessariamente focalizzato sulle esigenze della Diocesi, ma sempre saldamente in sintonia con la Chiesa universale (oltre al già citato “Gaudete et exultate” sono stati studiati e meditati tutti gli altri documenti papali) e quella regionale non è cosa da poco, richiede disponibilità, coraggio e anche fantasia. Al termine della sua omelia nella solenne celebrazione di ingresso in Diocesi, il Vescovo diceva: “Corro il rischio di far nascere nel vostro cuore un’altra domanda: ma con tutti questi sogni, non è che ci è stato inviato in Diocesi uno che ha la testa fra le nuvole? In realtà credo che abbiate compreso che i sogni di cui vi ho parlato, non appartengono alla sfera della fantasia, ma vogliono piuttosto richiamare delle immagini a noi familiari, che fanno anche parte del vissuto di questa comunità diocesana”. Nel messaggio natalizio del 2017, il Vescovo invitava a vivere un Natale 4.0, alludendo alla fede che, se vissuta in profondità, non solo non ha paura di novità sconvolgenti come quelle che si verificano in questo tempo che Papa Francesco chiama di “cambiamento d’epoca”, ma le provoca e le affronta con… una fede 4.0. Mons. Tonino Lasconi 9 MONS. STEFANO RUSSO VESCOVO DI FABRIANO - MATELICA Francesco vescovo, servo dei servi di Dio, al diletto Figlio Stefano Russo, sacerdote Ascolano e Parroco della chiesa dei santi Pietro e Paolo, eletto Vescovo di Fabriano - Matelica, salute e Apostolica Benedizione. Custodendo diligentemente i comandamenti del Signore, ora Ci rivolgiamo alla Chiesa di Fabriano - Matelica, insigne tra le Sedi picene, avvertendo ivi la mancanza del vescovo, dopoché ne ha lasciato la cura il Venerato Fratello Giancarlo Vecerrica. Ci rivolgiamo a te, diletto Figlio, che con ponderata decisione giudichiamo possa svolgere questo ministero. Conosciamo infatti le tue virtù e quanto hai fatto per la cura del patrimonio di fede ed arte, specialmente presso la Conferenza Episcopale Italiana. Pertanto accogliendo il parere della Congregazione per i Vescovi, in virtù della Nostra potestà apostolica ti nominiamo Vescovo di Fabriano - Matelica, con la concessione dei diritti e doveri che a norma dei sacri canoni spettano a te e alla tua condizione di Vescovo. Potrai ricevere la consacrazione episcopale fuori Roma da qualsivoglia Presule cattolico, ma prima dovrai fare la professione di fede ed emettere il giuramento di fedeltà nei Nostri confronti e nei confronti dei Nostri Successori. Informerai inoltre della tua elezione il clero e il popolo fedele, che amabilmente esortiamo ad accoglierti come pastore e maestro. Del resto, diletto Figlio, dai precedenti incarichi hai conosciuto molte espressioni di pietà religiosa, da cui potrai cogliere indicazioni, che faciliteranno lo svolgimento di questo ministero. Lo stesso Signore ti fornirà la protezione spirituale, attraverso la quale e con l’intercessione della Beata Vergine Maria, potrai reggere l’intera comunità, mostrando le liete e salutari parole del Salvatore. Dato a Roma, presso San Pietro giorno 18 del mese di marzo nell’anno 2016, quarto del Nostro Pontificato. Francesco Papa 10 MONS. STEFANO RUSSO Cenni biografici Il Rev.do Mons. Stefano Russo è nato ad Ascoli Piceno il 26 agosto 1961. Dopo aver conseguito il diploma di perito tecnico in Telecomunicazioni, si è iscritto alla Facoltà di Architettura di Pescara, laureandosi nel luglio 1990 con una tesi di indirizzo storico. Ha frequentato il Movimento Diocesano dell’Opera di Maria. Ha iniziato il percorso formativo al sacerdozio a Grottaferrata, presso il Centro Gen’s (Generazione Nuova Sacerdotale), Comunità dei Focolari, frequentando i corsi per il Baccalaureato in Filosofia e in Teologia presso la Pontificia Università Lateranense. Il 20 aprile 1991 ha ricevuto l’ordinazione presbiterale presso la Cattedrale di Ascoli Piceno per le mani del compianto Ecc.mo Mons. Marcello Morgante. Dal 1990 al 2007 è stato Presidente della Commissione Arte Sacra e Beni Culturali della diocesi di Ascoli Piceno e Incaricato per i Beni Culturali Ecclesiastici della medesima diocesi; dal 1990 al 2005 è stato Membro della Consulta per i Beni Culturali Ecclesiastici della Conferenza Episcopale Marchigiana; dal 1995 al 2005 ha gestito e coordinato le attività del Museo Diocesano di Ascoli Piceno. Dal 1996 al
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