Danny Federici, Un Amico Che Suonava Nella E Street Band Di Bruce

Danny Federici, Un Amico Che Suonava Nella E Street Band Di Bruce

18 sabato 19 aprile 2008 IN SCENA DE GREGORI ADESSO HA UN SITO TUTTO SUO materiale informativo che verrà aggiornato CE NE HA MESSO DI TEMPO! (PER FORTUNA) periodicamente. Fin qui il testo dell’agenzia, che ci interessa soprattutto perché ci comunica i tempi con cui il Uscirà il 23 maggio «Per brevità chiamato artista», il nuovo nostro De Gregori si adegua a quella che viene definita «la album di inediti di Francesco De Gregori. E per lanciarlo, il modernità»: lei corre ma lui no, anzi. Tanto è vero che cantautore inaugura il suo primo spazio web ufficiale siamo felici di scoprire che l’autore della Donna Cannone (francescodegregori.net), in linea dal 21aprile, dove ci ha messo un’eternità prima di convincersi ad aprire un comparirà l’intervista esclusiva in cui De Gregori racconta suo sito on line. Nell’era in cui la «performance» di grido il suo nuovo lavoro (Caravan/Sony Bmg). Nel sito, oltre sta nella capacità di volare sull’onda, della tecnologia in all’intervista, si potranno vedere (ma non questo caso, fa piacere la lentezza con cui De Gregori si è scaricare) i video delle canzoni «Per brevità chiamato affacciato su Internet. Con una intervista, tra l’altro. artista» («rubato» durante uno degli ultimi concerti della Sapendo quanto poco gli piace farsi intervistare, forse ha tournee che, dopo una breve pausa, riprenderà a luglio) e trovato il modo di ovviare: si farà una domanda e si darà di «Finestre rotte». Il sito conterrà anche foto e altro una risposta. Forse. SCENOGRAFIE Chiusa la setti- ma edizione con un profluvio di ascolti, intorno allo show di Ma- ria De Filippi l’aria pare cambia- ta. Ci si è rassegnati a leggere la scena del programma e la sua crudeltà come metafora della scena della vita di tutti i giorni... ■ di Stefano Pistolini n un profluvio di ascolti favolosi, di commozio-I ni e arrivederci, s’è chiusa la settima edizione di Amici, il talent show di Maria De Filippi su Cana- le5. E la sensazione è che attorno al programma l’aria sia cambiata in modo sostanziale. Non è tanto una questione di personaggi, perché que- sto format sembra essere condannato a esaurirsi in se stesso, contrariamente a quanto accade in Usa dove i finalisti di queste trasmissioni finisco- no travasati nelle classifiche di vendita nel tem- Il vincitore dell’edizione appena finita di «Amici», il 22enne cagliaritano Marco Carta; a destra Maria De Filippi «Amici», lezioni di precariato po necessario per scrostar loro di dosso la patina in cerca di occupazioni «creative» - e che quindi l’intuizione di essere davanti alle telecamere più bravi, bisogna superarsi, bisogna alzare il li- schia delle querele dei genitori assatanati, e che dell’apprendista. Da noi no. Con poche eccezio- la speranza di lavorare in tv sia una prospettiva esattamente com’è nei camerini: laconica, adul- vello del leggiadro scontro tra voci nuove, vir- gioca la sua parte dei «Nemici», in un mondo ni, i ragazzi vivono un sogno a tempo che coin- meno eticamente condannabile di quanto il ta, distaccata ma mai ostile, minima nei senti- gulti danzatori, attori imberbi e appassionati. che di amici ti sta avvisando che ce ne sono po- cide con la parabola del programma, dopo il perbenismo ha sempre adombrato -, Amici ha menti, massima nella spettacolarizzazione del Ogni volta più in alto, al cospetto di quella giu- chissimi. Adesso ci stiamo accorgendo tutti, an- quale, se va bene, sbarcano nel cast di un musi- cominciato a essere preso per ciò che nella visio- non detto, sacerdotessa di una razza imprevedi- ria che Maria ha voluto capricciosa e stronza che chi l’aveva sempre visto con disgusto, che cal o si mettono in fila come comprimari azien- ne della sua divinità fondante Maria De Filippi è bile, che non è madre, né sorella, né manager, esattamente come sono i collegi giudicanti che c’è un progetto, una misura, perfino una rappre- dali. sempre stato: una competizione durissima e al- né maitresse, ma creatura connessa alla natura ciascuno di noi fronteggia al punto di svolta: ti sentazione alta, nella ruvida fossa dei leoni che Il fattore emergente è un altro: la rivalutazione tamente drammatizzata, in vista della realizza- televisiva, generata da quella materia a cui tutti fanno le pulci, ti criticano, ti palesano sguaiata- Maria vuole così, senza mezze misure, leoni e del talento. Sulla coda del dibattito sulla pietrifi- zione del sogno. Una corsa a ostacoli dove quasi siamo ormai connessi, priva di età e slanci, con- mente antipatia e simpatie, osceni favoritismi e gladiatori, vincenti e perdenti, anzi umiliati. A cazione imposta dalla trash tv dei reality show e tutti finiscono per cadere, per assaporare il gusto cepita per amministrare la morale sotto forma soprattutto, come si diceva tra i giovani che si lei piace quell’atmosfera da arena, quelle folle del presenzialismo d’accatto, tra tronisti e veli- della sconfitta e della disapprovazione, del tradi- d’esperienza. Perché il messaggio di Maria e di occupavano di rivoluzioni, «non ti capiscono». ormonali a cornice allo show, che nella penom- ne, e in parallelo alla constatazione che l’indu- mento e della delusione. E, al tempo stesso, la de- ogni suo torbido, stanco, ironico sguardo, è Maria li difende, i suoi giurati, dice che costitui- bra televisiva non le vedi, ma ne percepisci la vi- stria dello spettacolo resta effettivamente una scrizione a puntate del sublime sforzo a miglio- sempre lo stesso: sono pronta a farvi giocare, a scono una commissione affidabile, ma vorreb- brazione sentimentale. Maria ha capito che nel- delle poche opportunità accessibili per i giovani rarsi, prodotto dai rappresentanti di un’età ana- farvi misurare, sono pronta a far sì che qualcu- be dire «una compagnia di giro», che se ne infi- la macabra narcosi sanremese, in quel senso grafica in cui migliorarsi è ancora lecito ed auspi- no di voi sfiori le nuvole e tocchi la felicità pura d’indecenza che traspira dalla fiction generali- cabile. Perciò un teatro della vita, difficile, catti- diventando ciò che ha sempre immaginato. sta, esiste la motivazione per Amici di esistere ed È una corsa a ostacoli vo, pieno di insidie. Una messinscena che attrae Ma sono qui anche per dirvi che questa è solo te- I ragazzi vivono solo il essere trattato degnamente: è lo specchio della crudele dove quasi tutti per la scansione schematica e micidiale - si vin- levisione, è solo spettacolo, potrete diventare tempo del programma vita, di una vita incerta e singhiozzante com’è ce, si perde, si gioisce, si piange - interrotta dai come me, ma siete sicuri che sia il meglio che ci quella della gioventù italiana a inizio terzo mil- cadono ma vuole fuori programma emotivi che ne costituiscono si possa attendere? Siete sicuri che la vita non e il messaggio di Maria lennio, grandi sogni e miserabili certezze, un il florilegio sadico e godibile: la scenata di gelo- sia altrove? giorno da re e le tenebre dietro l’angolo. La sera descrivere lo sforzo sia, la perdita di controllo, il crollo, la protesta, la Questo è Amici, e il suo segreto è quello di posse- è: vi faccio giocare e ad Amici non promettono niente di più. Eppure denuncia, la pretesa di giustizia. dere una narratività fortissima, di andare sem- vale la pena provarci, dicono i concorrenti. E di migliorarsi di chi Roba forte, melodrammatica. Amministrata pre avanti, di avere sempre nuovi traguardi, ra- sognare ma siete sicuri tanto vale guardare. Perché non è che da questa ha l’età per crescere con quell’aplomb inimitabile che Maria s’è ritro- gazzi e ragazze da cui accomiatarsi e altri a cui di- che il meglio è la tv? parte del teleschermo le cose vadano meglio, o vata tra le mani nel momento in cui ha avuto re arrivederci. Ad Amici bisogna essere sempre diversamente. LUTTI ROCK All’organo e alla fisarmonica con Springsteen fin dagli esordi, come il Boss veniva dal New Jersey e aveva origini italiane Danny Federici, un amico che suonava nella E Street Band di Bruce ■ di Alberto Crespi che hanno cognomi anglosassoni perché ad es- l’amico per il suo primo disco del 1972, Greetin- nascita del gruppo: The E Street Shuffle, 10th Ave- sere italiane erano le loro mamme. Se n’è anda- gs from Asbury Park, N.J. La vera E Street Band na- nue Freeze Out, Bobby Jean e la più tarda No Surren- e guardate le vecchie foto della E Street to per colpa di un melanoma che l’aveva colpi- sce solo nel terzo disco, Born to Run, del ’75; ma der. Tutti avevano un soprannome che Bruce Band, lui e Roy Bittan sono quelli che to tre anni fa. Per questo motivo aveva dato for- alcuni di loro - Federici, il bassista Garry W. Tal- usava per presentarli sul palco: Clarence «Big Ssembrano già vecchi a trent’anni: picco- fait nell’ultima tournée europea della E Street lent e il saxofonista Clarence Clemons - erano Man» Clemons, «Professor» Roy Bittan, «Mi- letti, con pochi capelli, per niente somiglianti al- Band, ma in America aveva continuato a suona- con lui fin dai tempi grami degli inizi. Diverse ghty» Max Weinberg… Danny era a volte «The l’immagine consueta della rockstar. Ma lo stes- re sino all’ultimo: il suo ultimo concerto rimar- canzoni di Springsteen raccontano proprio la Phantom», a volte «Mysterious», perché era un so si potrebbe dire di Bruce Springsteen, il Boss, rà quello di Indianapolis dello scorso 20 marzo. uomo riservato. La doppia tastiera (piano e orga- il capobanda: il segreto della E Street Band era Bruce e Danny erano amici d’infanzia, cresciuti no elettrico), battezzata da Dylan negli anni ’60, quello, fare musica fra amici, e rimanere tali an- insieme nei sobborghi operai del New Jersey, gli Il gruppo è la più era una «cifra» della E Street Band e Bruce dice il che quando il successo avrebbe potuto far dan- stessi che hanno visto nascere artisti come potente macchina da vero quando afferma che «Danny era un pila- ni.

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