Boccaccio Angioino Materiali Per La Storia Culturale Di Napoli Nel Trecento

Boccaccio Angioino Materiali Per La Storia Culturale Di Napoli Nel Trecento

Giancarlo Alfano, Teresa D'Urso e Alessandra Perriccioli Saggese (a cura di) Boccaccio angioino Materiali per la storia culturale di Napoli nel Trecento Destini Incrociati n° 7 5 1-6.p65 5 19/03/2012, 14:25 Il presente volume è stato stampato con i fondi di ricerca della Seconda Università di Napoli e col contributo del Dipartimento di Studio delle componenti culturali del territorio e della Facoltà di Lettere e Filosofia. Si ringraziano Antonello Frongia ed Eliseo Saggese per il prezioso aiuto offerto. Toute représentation ou reproduction intégrale ou partielle faite par quelque procédé que ce soit, sans le consentement de l’éditeur ou de ses ayants droit, est illicite. Tous droits réservés. © P.I.E. PETER LANG S.A. Éditions scientifiques internationales Bruxelles, 2012 1 avenue Maurice, B-1050 Bruxelles, Belgique www.peterlang.com ; [email protected] Imprimé en Allemagne ISSN 2031-1311 ISBN 978-90-5201-825-6 D/2012/5678/29 Information bibliographique publiée par « Die Deutsche Nationalbibliothek » « Die Deutsche Nationalbibliothek » répertorie cette publication dans la « Deutsche Nationalbibliografie » ; les données bibliographiques détaillées sont disponibles sur le site http://dnb.d-nb.de. 6 1-6.p65 6 19/03/2012, 14:25 Indice Premessa ............................................................................................... 11 In forma di libro: Boccaccio e la politica degli autori ...................... 15 Giancarlo Alfano Note sulla sintassi del periodo nel Filocolo di Boccaccio .................. 31 Simona Valente Appunti di poetica boccacciana: l’autore e le sue verità .................. 47 Elisabetta Menetti La “bona sonoritas” di Calliopo: Boccaccio a Napoli, la polifonia di Partenope e i silenzi dell’Acciaiuoli ........................... 69 Roberta Morosini «Dal fuoco dipinto a quello che veramente arde»: una poetica in forma di quaestio nel capitolo VIII dell’Elegia di Madonna Fiammetta .................................................... 89 Concetta Di Franza Boccaccio e Sannazaro (angioini) ..................................................... 103 Carlo Vecce Boccaccio in Cina ............................................................................... 119 Jun Wang Fonti francesi di Boccaccio napoletano? .......................................... 127 Marcello Barbato e Giovanni Palumbo «je qui li livre escrive de letre en vulgal»: scrivere il francese a Napoli in età angioina .................................... 149 Fabio Zinelli La scrittura della storia a Napoli negli anni del Boccaccio angioino ..................................................... 175 Francesco Montuori 7 Supplementi di indagine sulla ricezione meridionale della Commedia in età angioina ....................................................... 203 Andrea Mazzucchi L’“Inferno” e Napoli. Spazi personaggi e miti della catabasi negli antichi commenti danteschi ..................................................... 219 Gennaro Ferrante Cultura medica a Napoli nel XIV secolo .......................................... 251 Iolanda Ventura Boccaccio e l’arte. La novella di Andreuccio da Perugia (Decameron, II, 5) e il sepolcro di Filippo Minutolo ....................... 289 Francesco Aceto L’incontro di Boccaccio e Fiammetta in San Lorenzo Maggiore a Napoli: un’ipotesi di ricostruzione del coro dei frati nel XIV secolo ....................................................... 303 Alessandra Rullo Per la miniatura a Napoli al tempo di Boccaccio: il ms. Lat. Z 10 della Biblioteca Marciana ....................................... 317 Andrea Improta Boccaccio, Virgilio e la Madonna di Piedigrotta ............................. 329 Stefano D’Ovidio Romanzi cavallereschi miniati a Napoli al tempo del Boccaccio ... 347 Alessandra Perriccioli Saggese Le illustrazioni del Teseida dei Girolamini di Napoli ..................... 357 Linda Gabriele «Occhi piangete»: note sull’Ars nova a Napoli ............................... 369 Pedro Memelsdorff Indice dei manoscritti ........................................................................ 387 Indice dei nomi ................................................................................... 393 Notizie sugli autori ............................................................................. 401 8 Boccaccio, Virgilio e la Madonna di Piedigrotta Stefano D’OVIDIO Università di Napoli “Federico II” Nell’Epistola napoletana di Giovanni Boccaccio il fittizio mittente Iannetto de Parise, alter ego dell’autore, scrivendo in dialetto napoletano all’amico Franceschino de’ Bardi, si lamenta con lui che il comune amico, «l’abbate Ja’ Boccaccio», sprechi il suo tempo a scrivere, prendendolo persino in giro ogni volta che provava a richiamarlo ai suoi doveri. Il rammarico di Iannetto era sincero e poteva giurarlo in nome della Madonna di Piedigrotta: «Non saccio pecchéne lo fa chesso, ma pella Donna de Pederotto pesamménde (Non so perché faccia così, ma per la Madonna di Piedigrotta me ne dispiace)».1 Si tratta della più anti- ca menzione della Madonna di Piedigrotta (tav. XX) che, almeno dal XVI secolo, si venera a Napoli in una scultura lignea realizzata, negli stessi anni in cui Boccaccio frequentava la capitale angioina, nella botte- ga del maggiore scultore attivo in città, il senese Tino di Camaino.2 Ma è proprio questa immagine che Iannetto aveva in mente quando esclamava in nome della Madonna di Piedigrotta? Anche a voler escludere il riferimento a un’immagine, è comunque lecito riscontrare nella colorita invocazione dialettale registrata da Boccaccio una prova della popolarità di Piedigrotta, evidentemente già così radicata nella devozione dei na- poletani da essere entrata nel gergo comune?3 1 Sull’Epistola napoletana di Boccaccio cfr. Sabatini F., «Prospettive sul parlato nella storia linguistica italiana (con una lettura dell’«Epistola napoletana» del Boccaccio)», in Italia linguistica: idee, storia, strutture, a cura di Albano Leoni F., Bologna, il Mulino, 1983, p. 167-222: 178-191. 2 D’Ovidio S., «La Madonna di Piedigrotta tra storia e leggenda», in Rendiconti dell’Accademia di Archeologia, Lettere e Belle Arti di Napoli, LXXIV (2006-2007), p. 47-91: 57-60. 3 È questa l’opinione di Scherillo G., «La reale chiesa di Santa Maria di Piedigrotta», in Annali Civili del Regno delle Due Sicilie, XLII (1853), p. 1-36: 9-10 e di Nicolini F., «La Madonna di Piedigrotta e Giovanni Boccaccio», in Bollettino dell’Archivio 329 Boccaccio angioino Per rispondere a questi interrogativi bisogna chiedersi cosa rappresentasse Piedigrotta per un napoletano di primo Trecento. Oltre al santuario mariano, meta di pellegrinaggio già al tempo di Boccaccio come attesta Petrarca nel suo Itinerarium Syriacum, la zona esercitava un forte richiamo per la presenza d’importanti vestigia d’età romana: la presunta tomba di Virgilio (tav. XXIa) che, com’è noto, riveste un significato speciale nella poetica di Boccaccio, e la Crypta Neapolitana (tav. XXII), il lungo tunnel scavato nella collina di Posillipo per agevolare le comunicazioni tra Napoli e i Campi Flegrei e che, ricorda la contemporanea Cronaca di Partenope, era attribuito allo stesso poeta latino che l’avrebbe fatto costruire come accesso ai frequentati Bagni di Pozzuoli, altra opera mirabile compiuta in città da Virgilio “mago”. In questo intervento mi propongo di ricostruire la fisionomia originaria di Piedigrotta e la percezione che se ne aveva al tempo del soggiorno napoletano di Boccaccio, con l’obiettivo di restituire alle parole del poeta la giusta prospettiva storica e comprendere il ruolo svolto da questo luogo nel suo percorso biografico e artistico. La Crypta Neapolitana Il visitatore odierno avrà certo difficoltà a riconoscere nel fitto tessuto edilizio di Piedigrotta i tratti distintivi di un paesaggio che agli occhi di Boccaccio appariva ancora privo di significative emergenze architettoniche. Allontanata dal mare per effetto della bonifica del 1883, la chiesa un tempo accessibile dalla spiaggia appare oggi quasi defilata all’angolo di un trafficato incrocio stradale. Il ponte ferroviario della vicina stazione di Mergellina ha interrotto la secolare continuità visiva tra l’edificio e la Crypta alle sue spalle, rimasta in uso fino al 1885 e oggi non più praticabile. Una ricca documentazione letteraria e icono- grafica, incrociata ai dati di natura archeologica e topografica, consente tuttavia di ricostruire abbastanza fedelmente l’aspetto del sito nelle sue differenti fasi storiche. Prima della costruzione della Crypta nel tardo I secolo a. C., la collina di Posillipo con la sua impervia mole rocciosa rappresentava un ostacolo alle comunicazioni tra Napoli e i Campi Flgrei, raggiungibili solo per mare o attraverso la via per colles, che dalle mura dell’antica Neapolis s’inerpicava sulla collina del Vomero, scavalcandola a occi- dente per poi riscendere verso Agnano e Pozzuoli.4 L’apertura della Storico del Banco di Napoli, III (1956-1957), p. 320-323. 4 Johannowsky W., «Contributi alla topografia della Campania antica», in Rendiconti dell’Accademia di Archeologia, Lettere e Belle Arti di Napoli, XXVII (1952), p. 83- 146: 114-118, 133-135. Sulla Crypta Neapolitana cfr. anche: Napoli M., «Topografia e archeologia», in Storia di Napoli, I, Napoli, Società editrice Storia di Napoli, 1967, p. 375-507: 455-458, 482-483; Capasso M., Il sepolcro di Virgilio, Napoli, Giannini, 330 D’Ovidio, Boccaccio, Virgilio e la Madonna di Piedigrotta Crypta determinò lo sviluppo di una nuova direttrice stradale lungo la linea di costa, servendo un’area d’importanza strategica in età

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