
Copertina ok 21-10-2004 10:58 Pagina 1 Chi lo dice che Cuneo è una “città morta”? Che non succede mai nulla? racconta un anno di avvenimenti, scritture, immagini, proposte. Un almanacco cuneese che sorprende, stupisce, talvolta incanta. Un altro modo, inedito, di guardare la città. Per riscoprirla. ,!7II8I9-afgahd!ISBN 88-89056-07-X € 15,00 Nerosubianco Nerosubianco a cura di Stefania Chiavero Nerosubianco Progettazione grafica e copertina: Sabrina Ferrero TUTTI I DIRITTI RISERVATI © NEROSUBIANCO EDIZIONI, 2004 Via Torino 29 bis - 12100 Cuneo (Italy) www.nerosubianco-cn.com Premesse Una ventina di anni fa un calcolo malefico mi costrinse in ospedale. Finii a Milano, perché solo là allora usavano i primi tritasassi ad ultrasuoni. Chissà perché portai con me il volume “Cuneo. Storielle e storia” di Piero Camilla. Il mio compagno di stanza, un generale in pensione tutto d’un pezzo, si incuriosì nel vedermi ridere sdraiato sul letto a leggere e mi chiese il libro in prestito. Due giorni dopo mi confessò di non aver mai riso tanto, ma poi, fattosi serio, aggiunse: “Voi Cuneesi non dovreste far circolare libri che si prendono burla di voi”. “E perché mai” gli risposi “dato che noi stessi li abbiamo scritti. Del resto il saper ridere di se stessi è un segno di grande intelligenza”. Ma quello non capì. Lo lessi nei suoi occhi smarriti. Rinunciai a dargli altre spiegazioni. Noi Cuneesi siamo davvero un po’ strani. Il ridere di noi stessi è un vezzo, come è un vezzo commiserarci. Chi non è di Cuneo ci riempie di elogi e noi Cuneesi ci riempiamo di critiche. Ci piace definirci “bugia nen” e proviamo un gusto perverso nel dire che “a Cuneo non si fa mai niente”. Quelli che a Cuneo arrivano da “foresti” e hanno modo di conoscerla, al contrario, riferiscono la felice scoperta di una città bella, ordinata, pulita ma soprattutto vivacissima, piena di iniziative grandi e piccole, ma tutte raffinate e di alto livello. “Ad Alba sì che sono bravi” è l’altro ritornello e poi si scopre che Cuneo attrae un flusso turistico di molto superiore. Piacciamo ai “foresti” anche se non piacciamo a noi stessi. Probabilmente ci piacciamo così tanto da esserne gelosi fino al punto di nascondere la nostra vivacità persino a noi stessi e di camuffarla nell’abito opaco del “bugia nen”. Il difetto ha, tuttavia, un lato molto positivo: il Cuneese che si industria a far qualcosa di nuovo (dalla manifestazione al palazzo) deve superare tante e tali critiche che, quando alla fine ci riesce, il risultato è necessariamente il migliore possibile e ha tutte le caratteristiche per durare nel tempo. La Cuneo del futuro? Con la “capa tosta” che ci ritroviamo, col gusto per la critica e il bel vezzo di dire che non si fa mai abbastanza, la nostra città diventerà sicuramente più bella, più solida e più ricca, non tanto e non solo di denaro, ma soprattutto del bene, sempre più raro per le strade del mondo ma ancora abbondante qui da noi, che prende il nome di “capitale sociale”, linfa insostituibile di una buona società. Siamo un po’ come la nostra “bagna cauda”, all’apparenza insignificante e povera. Ma provate ad assaggiarla...! Sarà quindi un buon futuro. Mario Rosso 3 L’idea di un “annuario” della biblioteca è nata in una riunione dell’Assessorato per la Cultura, poco prima di Natale, lo scorso anno. Mario Cordero ha parlato di una nuova edizione, senza modifiche rispetto alla precedente, de I luoghi letterari di Gianpaolo Dossena. La descrizione di Cuneo non è affatto lusinghiera, come potrete leggere tra poche pagine. E, secondo noi, per nulla rispondente alla realtà che conosciamo. La biblioteca è, in qualche modo, un osservatorio di quello che succede nella città, o perlomeno di una parte di esso. Molti studiosi, non solo di storia, la frequentano, raccontano dei loro studi e portano le pubblicazioni finali. Molte delle persone che hanno desiderio di scrivere partecipano ai nostri laboratori di scrittura e tanti appas- sionati lettori si confrontano con noi quando un cuneese pubblica un romanzo o un saggio. Dalla lettura dei giornali locali capita di ricavare qualche notizia che colpisce, o semplicemente che incuriosisce e che permette di incontrare realtà interessanti, che a loro volta portano a nuovi incontri. Ripercorrendo a ritroso la costruzione di questo annuario, ci siamo accorti che un sottile filo lega tanti dei contributi che abbiamo raccolto: in un articolo comparso su La Guida, ad esempio, abbiamo letto dell’apertura di alcuni bed&breakfast nella città. Incontrando Elena e Christian, che ne hanno aperto uno poco lontano dalla biblioteca, abbiamo saputo delle esperienze che stanno cercando di fare, del loro desiderio di creare uno spazio in cui poter incontrare tante persone, che fanno dell’arte, della musica, della danza la loro vita. Loro ci hanno parlato della sigla Betulla Records e penso che chiunque, come noi, rimarrebbe stupefatto di fronte al laboratorio di Piercarlo Bormida e Paolo Beltrando. Sono stati proprio loro a parlarci del nuovo mensile Bedifferent e a metterci in contatto con la redazione... Molto spazio l’abbiamo dedicato alle attività che il Comune propone e promuove, cercando a volte di raccon- tarlo attraverso la penna (o il computer, l’obiettivo) di altri cuneesi amici della biblioteca. A volte è stata la cronaca a dirci di cosa scrivere, per raccontare qualcosa di personaggi che ci hanno lasciato, da Nuto Revelli, a Liliana Mercando, a Bubo Boggia. A Cuneo abbiamo un grande esperto di birre belghe, così preparato in materia che nelle mailing lists per appassionati del genere, il suo giudizio chiude qualsiasi discussione. Per l’Araba Fenice è uscito il lavoro di Luisa Ferro, cuneese trapiantata a Milano, sull’Architettura greca, frutto di lunghe e documentate ricerche. Ampi i consensi che il suo lavoro sta avendo presso gli addetti ai lavori e i lettori “profani”. Abbiamo chiesto a Chiara Giordanengo di raccontarci un po’ suo papà ed è stata un’emozione la lettura di tanti inediti che lei ci ha portato, chiusi in una busta. Numerose sono le citazioni che vengono da pubblicazioni di scrittori e giornalisti cuneesi del passato, da madamigella Catterina Viale, ad Alice Schanzer Galimberti a Camillo Fresia. Più volte, per raccontare un profondo cambiamento, abbiamo consultato la Sentinella delle Alpi del 1904, cento anni fa. Tutte le persone cui abbiamo chiesto di scrivere di un argomento, lo hanno fatto con molta disponibilità, cura e puntualità. Analogo l’atteggiamento di chi ci ha dato un suo racconto, una poesia. Grazie alle fotografie di Dora Damiano e ai pezzi di Piero Dadone, siamo riusciti a rendere più chiara la struttura dell’annuario. Il titolo, Rendiconti, l’ha pensato Mario Cordero quando ancora non sapevamo che, in realtà, avremmo potuto raccontare solo poco di questo anno. È rimasto quello, anche se è tutt’altro che un rendiconto esauriente. Cuneo, 28 ottobre 2004 Stefania Chiavero 4 Cuneo Intorno alla caratterizzazione letteraria GIANCARLO DOSSENA1 Le domande che ci siamo posti a Bergamo e a Bologna su liceità, validità ecc. delle caratterizzazioni letterarie di città, trovano a Cuneo una risposta speciale: Cuneo non solo sussume e ostenta la sua leggenda, ma, proprio sussumendola e ostentandola, la ribalta (...). A cominciare dalle nebbie del medioevo, a livello di proverbi e di nomignoli regionali, i cuneesi si conquistano e si solidificano una fama precisa: sono i gozzuti del Piemonte, come i bergamaschi sono i gozzuti della Lombardia; e per sovrammercato i cuneesi si conquistano una fama da beoti (la parola beoti ci ricorda come un simile gioco fosse già adulto nella Grecia Classica: che aveva fatto della Beozia il suo Cottolengo alcibiadèo e fidìaco). Poi (quando?) questa leggenda viene sussunta in proprio dai gozzuti-beoti. Il nonno materno e la nonna materna di me qui scrivente erano nati nel Regno di Sardegna in provincia di Cuneo,a Trinità: e io queste storie le posso datare almeno al tempo di mia nonna, che me le raccontava ridendo in modo composto,ma pieno di soddisfazione.In tempi più recenti,A.Solferini,Mentre la terra gira,Torino 1923, ha pubblicato una corona di sonetti: che riprendono tutti i temi del tempo di mia nonna, con fedeltà documentaria. E poi questi sonetti (vedine qui sotto un’antologia) sono stati ripubblicati e commentati da Pietro Camilla,Cuneo.Storielle e storia,1967:libro ormai esauritissimo nelle poche librerie di Cuneo. Città dove, siccome niente mai avviene per caso, vive da cinquant’anni, insegnante d’inglese, quell’Antonio Meo al quale si deve la prima eccellente traduzione di La vita e le opinioni di Tristam Shandy, gentiluomo. Solo Laurence Sterne e gli Dei coi quali Sterne avrà fatto alleanza nell’alto dei Cieli potevano capire che il traduttore con humor sufficiente per Tristam Shandy andava cercato a Cuneo. 1 Citazione da: I luoghi letterari: paesaggi, opere e personaggi. Milano, Sugar, 1972, pp. 119-123. 5 Grande annuncio: arriva il Re! Musica per il Re A’j riva ’l Re! Custa nutìssia inmensa A questo punto Piero Camilla ha un’aggiunta da a scoppia a l’impruvìs për la sità. fare: “Non si poteva accogliere il Re se non colla mar- cia reale. Pure, il maestro della banda cittadina A’j riva ’l Re! Che gòi! Sùa Maestà, aveva composto per l’occasione un magnifico inno a unura Cuni d’ sùa reàl presensa. che era peccato non far sentire. ’L sindic c’a n’à ’l prim la cunussensa “Si venne ad un compromesso: si adattarono le pa- a radüna ’l cunsej, le auturità, role del nuovo inno alla musica della marcia reale. Il Re fu così accolto dal coro animale: tüt cosa c’a j’è d’ mej, për nubiltà, Sal-ve-sa- për cens, për distinsiùn, e për sapiensa.
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