Il Modello Autobiografico Delle Familiares Di Petrarca

Il Modello Autobiografico Delle Familiares Di Petrarca

Antognini- fronte-396-5 22-12-2008 10:18 Pagina 1 STUDI E RICERCHE Roberta Antognini IL PROGETTO AUTOBIOGRAFICO DELLE FAMILIARES DI PETRARCA ISBN 978-88-7916-396-5 Copyright 2008 Via Cervignano 4 - 20137 Milano Catalogo: www.lededizioni.com - E-mail: [email protected] I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica e pubblicazione con qualsiasi mezzo analogico o digitale (comprese le copie fotostatiche e l’inserimento in banche dati) sono riservati per tutti i paesi. _________________________________________________________________________ Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume o fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da: AIDRO, Corso di Porta Romana n. 108 – 20122 Milano E-mail [email protected] - sito web www.aidro.org __________________________________________________________________________________________ In copertina: Francesco Petrarca, Epistolae familiares (editio princeps), a cura di Sebastiano Manilio Venezia, Giovanni e Gregorio de Gregori, 13 settembre 1492 (Milano, Biblioteca Ambrosiana, Inc. 604 c. 1r) Diritti Biblioteca Ambrosiana. Vietata la riproduzione. Aut. F 146/08ce Videoimpaginazione e redazione grafica: Claudio Corvino Stampa: Digital Print Service SOMMARIO Premessa 11 1. Fortuna e sfortuna delle ‘Familiares’ 15 1.1. Storia editoriale delle ‘Familiares’ (p. 15) – 1.2. La questione del titolo (p. 18) – 1.3. La critica e le ‘Familiares’ (p. 21) – 1.4. Autobiografi a nel Medioevo? (p. 24) 2. Familiarium rerum liber. Storia di una raccolta 31 2.1. Nascita e composizione del progetto (p. 31) – 2.2. La tradizione manoscritta (p. 36) – 2.3. Le lettere fi ttizie (p. 42) – 2.4. Fam. I 1: La dedicatoria a Socrate (p. 50) – 2.5. La «selva» dei modelli: modelli classici e medievali (p. 63) – 2.6. Le ‘Confessioni’ di Agostino (p. 76) 3. ‘Quod ante me, ut arbitror, fecit nemo’. Dalle epistole 83 all’autobiografi a della sequenza epistolare 3.1. Premessa (p. 83) – 3.2. «Parlare alcuno di se medesimo»: la ‘Posteritati’ (p. 85) – 3.3. Petrarca e il tempo: l’autobiografi a delle ‘Familiares’ (p. 93) – 3.4. Memoria e tempo nella rifl essione di Agostino (p. 97) – 3.5. Tempo e racconto: la strategia narrativa delle ‘Familiares’ (p. 109) 4. Diacronia delle ‘Familiares’. Il percorso autobiografi co 115 4.1. Premessa (p. 115) – 4.2. Lettura delle ‘Familiares’ (p. 119) – Libro I (p. 119) – Libro II (p. 127) – Libro III (p. 135) – Libro IV (p. 140) – Libro V (p. 149) – Libro VI (p. 155) – Libro VII (p. 159) – Libro VIII (p. 167) – Li- bro IX (p. 180) – Libro X (p. 188) – Libro XI (p. 194) – Libro XII (p. 202) – Libro XIII (p. 210) – Libro XIV (p. 217) – Libro XV (p. 222) – Libro XVI (p. 230) – Libro XVII (p. 236) – Libro XVIII (p. 243) – Libro XIX (p. 251) – Libro XX (p. 260) – Libro XXI (p. 267) – Libro XXII (p. 275) – Libro XXIII (p. 284) – Libro XXIV (p. 295) 5. Tavole di consultazione 311 5.1. Sinossi del percorso autobiografi co delle ‘Familiares’ (p. 311) – 5.2. Prospetto dei XXIV libri delle ‘Familiares’ con tavola riassuntiva (p. 357) – 5.3. I destinatari delle ‘Familiares’ (p. 412) Riferimenti bibliografi ci 441 In memoria di mia zia Nena Airoldi Ciuti «In ea parte cordis abscondi unde nulla te pellat oblivio» (Fam. II 1,25) Ringrazio Teodolinda Barolini prima ispiratrice di questo libro per la sua amicizia sensibile e intelligente; i miei colleghi di Vassar College, John Ahern, Guzzi Blumenfeld e Eugenio Giusti per la disponibilità e l’affetto dimostratomi in questi anni; Peppino Velli, mecenate dei «giovani», per l’incoraggiamento e la fiducia; Franco Fido per essere stato il mio primo grande mentor americano; mio marito Paolo Ni- gris, compagno di questa come di tutte le altre nostre avventure, e mio fratello Francesco Antognini, straordinario combattente, con i quali, più di tutti, ho condiviso i lunghi mesi della scrittura. Desidero inoltre ringraziare il Committee on Research di Vassar Col- lege, in particolare il Lucy Maynard Salmon Research Fund, per il generoso contributo che ha reso possibile la pubblicazione di que- sto libro. PREMESSA […] si quis tam minutum cerneret, ut in vermiculato pavimento nihil ultra unius tessellae modulum acies eius valeret ordina- tionis et compositionis ignarum eo quod varietatem lapillorum perturbatam putaret, a quo illa emblemata in unius pulchritudi- nis faciem congruentia simul cerni collustrarique non possent. ([…] supponiamo che un tale abbia la vista tanto limitata che in un pavimento a mosaico il suo sguardo possa percepire soltanto le dimensioni di un quadratino per volta. Egli rim- provererebbe all’artista l’imperizia nell’opera d’ordinamento e composizione nella convinzione che le diverse pietruzze sono state maldisposte. Invece è proprio lui che non può cogliere e rappresentarsi in una visione d’insieme i pezzettini armonizzati in una riproduzione d’unitaria bellezza.) Agostino, De ordine I 2 1 Appassionato orticoltore, Petrarca annota i risultati dei suoi esperi- menti in margine al De agricultura del Palladio (ora nel ms. Vat. lat. 2193). La prima delle annotazioni, scritta il 26 novembre del 1348, si riferisce al trapianto di alcune viti eseguito senza tener conto delle condizioni climatiche e neppure delle indicazioni di Virgilio nelle Georgiche, e termina con le parole: «Sed placet experiri» 2. Come altre opere di Petrarca, prima fra tutte il Canzoniere, an- che le raccolte epistolari sono il frutto di un esperimento. Dichiaran- 1 Testo latino e traduzione in Gentili 1970. 2 «Boreas hodie spirans inimicus versante telluri, licet hoc forte compense- tur Austro iam quartum decimum diem flanti et terre imbribus assiduis madenti; luna preerea, licet quidam sextam dicant, tamen vero aspectus indicat quintam. Que omnia sunt contra doctrinam Maronis. Sed placet experiri». La postilla è in Nolhac 1907, II, p. 264; vd. anche Dotti 1987, p. 216; Wilkins 1990, p. 110. 11 Premessa do come modelli gli epistolari di Cicerone e Seneca ma arricchendoli di una dimensione autobiografica («in terga respicere», guardando indietro, è questo il movimento con il quale prende forma il proget- to) 3, che nell’uno non era programmatica e nell’altro era pressoché assente, Petrarca racconta la storia della sua vita con una sequenza di lettere, ispirata dalla lettura del decimo e undicesimo libro delle Confessioni, dove Agostino tratta della memoria e del tempo. Soltanto un mezzo come una serie di lettere, infatti, ordinate una dopo l’altra, consente di ricominciare sempre da capo, permette di esprimere la fine di una storia che è impossibile conoscere: Sed cum cetera suos fines aut habeant aut sperent, huius operis, quod sparsim sub primum adolescentie tempus inceptum iam etate provec- tior recolligo et in libri formam redigo, nullum finem […] 4 (Ma mentre tutte le opere hanno o sperano d’avere i loro limiti, questa che ho cominciato nella prima giovinezza, frammentariamente, e che ora, in età già avanzata, vado raccogliendo e redigendo in forma di libro, non potrà averne […]) Artefice geniale, Petrarca trova il modo di rendere l’incertezza e la fram- mentarietà della vita – come il giardinaggio anche «la vita umana è un esperimento di esito incerto» 5 – combinando due generi letterari multi- formi, aperti alla sperimentazione: la scrittura epistolare, genere antico con una lunga tradizione, e l’autobiografia, genere che nel Medioevo era ancora tutto da inventare. È con il medesimo sguardo diretto a un tempo indietro e avanti, «ante retroque», che Petrarca dispone di chiudere le Familiares con un gruppo di lettere indirizzate agli antichi e le Seniles con una lettera ai posteri. Come nel passo famoso dei Rerum memoran- darum libri, in cui si descrive come un ponte fra passato e futuro: Ego […] velut in confinio duorum populorum constitutus ac simul ante retroque prospiciens […] 6 (Ma io […] mi trovo come sul confine di due popoli e posso guardare contemporaneamente innanzi e dietro […]) 3 Fam. I 1,4. 4 Fam. I 1,45. 5 Carl Gustav Jung, Ricordi, sogni e riflessioni (Milano, BUR 1993, p. 28). 6 Rer. mem. I 19. 12 Premessa Testo che si ispira al passato riportandolo in vita anche ma- terialmente – è Petrarca stesso a scoprire a Verona l’epistolario di Cicerone – fonte di ispirazione degli epistolari umanistici che ne imiteranno forma e contenuti, straordinaria opera in progress sen- za precedenti, in cui ogni mossa è attentamente calcolata nei più piccoli dettagli, le Familiares meritano da ogni punto di vista una lectura analoga a quella padovana del Canzoniere, come auspica Claudia Berra in un recente intervento. Questo mio studio vuole essere un contributo alla «consapevolezza che la disposizione in se- rie dei pezzi implica selezioni, riscritture, falsificazioni, e risulta in sé produttrice di senso; e, sotto questo rispetto, l’eventuale Lectura Familiarium richiederebbe lettori ancor più agguerriti» 7. 7 Berra 2003b, p. 657. Per le Lecturae Petrarce di Padova, vd. Berra 2003c. Ho anticipato alcune parti di questo studio, soprattutto del secondo capitolo dedicato alla tradizione materiale delle Familiares, in un articolo uscito nel 2007 nella raccolta Petrarch and the Textual Origins of Interpretation (Antogni- ni 2007). 13 1. FORTUNA E SFORTUNA DELLE ‘FAMILIARES’ 1.1. STORIA EDITORIALE DELLE ‘FAMILIARES’ Di troppe opere latine di Petrarca manca ancora un’edizione critica. Benché nel 1904, in occasione del VI centenario della nascita, lo Stato italiano abbia promosso l’Edizione nazionale, cioè l’edizione critica di tutte le opere, dei venti volumi promessi ne sono stati pubblicati solamente sette tra il 1926 e il 1964: i quattro volumi delle Familiares, l’Africa, i Rerum memorandarum libri e il De viris (di cui è uscito unicamente il primo volume e ultimo dell’Edizione na- zionale) 1.

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