PIANO PC Completo.Pdf

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Manciano Pi gliano Sorano Piano intercomunale di protezione civile INDICE Sezione 1 – introduzione al piano Introduzione pag. 03 Inquadramento normativo 08 Scheda sintetica del territorio 29 Sezione 2 – organizzazione e attivazione Centro Situazioni (Ce.Si.) pag. 37 Sistema regionale di allerta 39 Procedure Ce.Si. 42 Centri di coordinamento 55 Centro Operativo Intercomunale (C.O.I.) 59 Unità di Crisi Intercomunale (U.D.C.I.) 64 Tavolo Tecnico di Verifica 66 Impiego personale di supporto 68 Competenze di base del C.O.I. 69 Presidio del territorio 71 Gestione del presidio territoriale 73 Procedure di attivazione e coordinamento 75 Attività di pronto intervento 76 Attività di monitoraggio 77 Documenti comunali di sintesi 78 Manciano 80 Pitigliano 99 Sorano 118 Sezione 3 – indirizzi operativi I rischi del territorio (introduzione) pag. 138 Dati territoriali di base 140 Valutazione dei rischi 148 Procedure per i rischi del territorio 174 Procedure gestione evento e censimento danni 178 Rischi connessi con eventi meteo 180 Idrogeologico, idraulico e temporali forti 184 Neve e ghiaccio 191 Sismico 192 Incendi di interfaccia 197 Ondate di calore 202 Eventi meteo estremi non previsti 203 Rischi antropici 204 Ricerca dispersi 205 Impiego del volontariato 207 Flusso delle comunicazioni 213 Indicazioni gestionali 220 Indicazioni per l’informazione alla popolazione 222 Indicazioni per le funzioni di supporto 224 Indicazioni per la gestione delle spese in emergenza 247 Indicazioni per interventi finanziari a favore della popolazione 247 Indicazioni per la gestione dei materiali assistenziali 248 Indicazioni per individuazione e gestione aree di P.C. 252 Sezione 4 – allegati Schemi riassuntivi 261 Aree di protezione civile censite 270 Elenco file contenuti (file nel cd) 324 Parte prima Introduzione - Parte introduttiva - Inquadramento normativo - Scheda sintetica del territorio 2 Parte introduttiva PREMESSA, MODALITA’ DI LETTURA E AGGIORNAMENTO Piano intercomunale di protezione civile 3 Premessa La presenza del piano di protezione non è condizione sufficiente per un suo corretto utilizzo, assieme al piano è necessario possedere una guida di massima che ne indichi la modalità d’uso più semplici e fissi quelle che sono le caratteristiche principali nonché i criteri di modifica e aggiornamento. Questa sezione del piano contiene indicazioni di base divise per argomenti e può essere considerata la chiave di lettura del documento. Il piano è organizzato per sezioni e alcune di esse contengono argomenti diversi divisi in piccoli fascicoli. Questa strutturazione, oltre ad avere il compito di agevolare la lettura del documento, rispecchia l’ordine di priorità che nel complesso delle attività di protezione civile viene assegnato a determinati argomenti. Nello specifico troveremo: 1. L’Introduzione comprendente: a. Parte introduttiva. b. Inquadramento normativo. c. Scheda sintetica del territorio. 2. Parte concernete l’organizzazione e l’attivazione contente: a. Ce.Si. b. Centri di coordinamento. c. Presidio territoriale. d. I documenti operativi comunali. 3. Parte degli indirizzi operativi contenete: a. I rischi del territorio (con relative procedure di massima). b. L’impiego del volontariato. c. Il flusso delle comunicazioni. d. Indicazioni gestionali: (uffici e/o funzioni di supporto, acquisti in emergenza e gestione dei materiali assistenziali, gestione delle aree). 4. Allegati (aree di PC, modulistiche, normative…) 4 Approccio al documento L’approccio all’organizzazione e alla stesura di questo piano è sintetizzabile attraverso tre parole chiave: Semplicità - Flessibilità - Concretezza Questa impostazione risponde alla necessità di poter disporre di un documento snello e immediatamente utilizzabile anche durante un evento emergenziale, un documento che possa guidare le prime azioni del sistema di protezione civile sulla base della conoscenza del territorio, del rispetto delle procedure regionali e di semplici indicazioni derivanti dall’analisi delle soluzioni applicate in eventi similari. Un ulteriore importante aspetto presente nel piano sta nella sua strutturazione, esso infatti è organizzato per evidenziare in modo chiaro quelle che sono le priorità fondamentali nella gestione di una emergenza. Un corretto approccio a situazioni emergenziali (previste o in essere) non può prescindere infatti dal seguire uno schema operativo basato su di una scala di priorità. Seguendo l’elenco delle sezioni del piano si può subito notare che il documento assegna la maggiore priorità a quelle attività finalizzate ad una pronta e corretta attivazione delle strutture deputate a coordinare il sistema di protezione civile, a vigilare sul territorio e ad effettuare i primi interventi finalizzati alla salvaguardia dell’incolumità della popolazione. Subito dopo l’attivazione della catena di comando e l’attuazione degli interventi di primo soccorso alla popolazione troviamo la parte contente indicazioni operative per gli scenari di rischio e per le principali attività connesse con la gestione delle emergenze, inserite con lo scopo di fornire semplici ma importanti istruzioni per orientarsi correttamente nell’affrontare le criticità. La procedure e le istruzioni previste sono semplici e chiare, il loro compito è permettere al gestore della protezione civile di effettuare correttamente le attività principali e di trovarsi nella condizione più favorevole per poter affrontare gli eventi con la più ampia flessibilità possibile. 5 Una pianificazione troppo stringente ed eccessivamente articolata aumenta esponenzialmente la probabilità di trovarsi di fronte ad eventi non coerenti con gli scenari ipotizzati, rendendo di fatto inutile il documento. Per concludere indichiamo i punti chiave che hanno ispirato l’approccio metodologico utilizzato per la realizzazione di questo piano: 1. L’attivazione delle strutture di coordinamento e di presidio del territorio è la massima priorità nella gestione di un evento critico. 2. Nella gestione delle criticità non si può prescindere dal mantenere una stretta vigilanza sul territorio. 3. Il grado di attivazione del sistema di protezione civile deve risultare coerente non soltanto con le previsioni ma soprattutto con la reale situazione verificata sul campo. 4. Un sistema flessibile dove la capacità decisionale umana è valorizzata al massimo sarà sempre più efficiente ed efficace di uno basato su rigide procedure codificate a priori. Modalità di aggiornamento L’attività di aggiornamento del piano è da ritenersi un percorso a carattere permanente e non una attività da svolgersi in tempi stabiliti. Al fine di semplificare al massimo il lavoro sono state definite delle procedure di aggiornamento coerenti con i contenuti delle varie parti del piano. Le predette procedure sono sintetizzate in una tabella nella quale è riportata l’indicazione della parte del documento associata alla frequenza ipotizzata di aggiornamento e alla modalità di approvazione della modifica prevista. Si ricorda infine che tutte le parti del piano potranno essere oggetto di rivalutazione anche attraverso l’attività del Tavolo Tecnico di Valutazione cosi come specificato nell’apposita sezione del piano. 6 Modalità di aggiornamento del piano di protezione civile Sezione del Frequenza aggiornamento Modalità approvazione piano Nota del Dirigente e trasmissione Introduzione Quando necessario a tutto l’elenco di distribuzione Inquadramento Nota del Dirigente e trasmissione Ad ogni modifica delle norme normativo a tutto l’elenco di distribuzione Ad ogni modifica (censimenti, Scheda di sintesi Nota del Dirigente e trasmissione modifiche nei comuni del territorio a tutto l’elenco di distribuzione dell’unione…) Ce.Si. Approvazione a livello Centri di Quando necessario intercomunale e dei singoli coordinamento comuni Presidio territoriale Approvazione a seguito di I rischi del A seguito di ogni modifica del concertazione con tutti i Comuni e territorio quadro esistente in particolare con quello/i interessato alla modifica Dietro richiesta dei Comuni o Approvazione a seguito di quando si rendesse necessario concertazione con tutti i Comuni e Le aree in seguito a modifiche della in particolare con quello/i situazione preesistente interessato/i alla modifica Nota del Dirigente a seguito di L’impiego del Dopo modifiche procedurali concertazione con tutti i Comuni e, volontariato regionali o quando necessario se necessario, con i rappresentanti del volontariato Flussi di Nota del Dirigente a seguito di Quando necessario comunicazioni concertazione con tutti i Comuni Indicazioni Nota del Dirigente a seguito di Quando necessario gestionali concertazione con tutti i Comuni Nessuna formalità e trasmissione Allegati Quando necessario con una nota a tutti i Comuni. 7 Inquadramento normativo LEGGI E BUONE PRASSI Piano intercomunale di protezione civile 8 Introduzione Con il termine "protezione civile" si intendono tutte le strutture e le attività messe in campo dallo Stato e dagli Enti Locali per tutelare l'integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell'ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi. Dal 1992 l'Italia ha organizzato la protezione civile come "Servizio Nazionale", coordinato dal Presidente del Consiglio dei Ministri e composto, come dice il primo articolo della legge, dalle amministrazioni dello Stato, centrali e periferiche, dalle regioni, dalle province, dai comuni, dagli enti pubblici nazionali e territoriali e da ogni altra istituzione ed organizzazione pubblica e privata presente sul territorio

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