«Come Eravamo» I Grandi Ritorni Di Fonzie E Spock

«Come Eravamo» I Grandi Ritorni Di Fonzie E Spock

16SPE01A1612 15CUL01A1512 FLOWPAGE ZALLCALL 14 12:41:10 12/16/96 K LeonardNimoy in«StarTrek».Sotto, unascenadi«HappyDays» VECCHIA TV. Su Italia 1 «Star Trek» e «Happy Days» Rock e brillantina I giorni felici «Come eravamo» degli Usa anni ’50 I grandi ritorni MARIA NOVELLA OPPO «Mi han detto che ti piacciono i ragazzi col ciuffo», cantava —Little Tony nel 1962. E il ragazzo col ciuffo per eccellenza era naturalmente Elvis, il mito inarrivabile cui si sono ispirati e si ispireranno tutti i ragazzi col ciuffo a venire. Uno dei quali è sta- 16SPE01AF02 to Arthur Fonzarelli, in arte Fonzie, che di ciuffo e giubbotto di di Fonzie e Spock pelle ha vissuto e continuerà a vivere sui nostri piccoli schermi. 2.33 Da oggi infatti Italia 1 ripropone Happy Days, che fu program- 32.0 mato per la prima volta in Italia il 6 gennaio 1978 su Raiuno. Da oggi, su Italia 1, vengono riproposte due serie tv che co- mento della serie: titoli che para- Una serie che già aveva avuto grande successo negli Usa e me poche altre hanno contribuito a formare il nostro im- frasano versi di Shakespeare e Fi- che aveva fatto vendere uno sproposito di dischi alla versio- tzgerald, citazioni da Euripide e ne originale di Rock around the clock di Bill Haley, che face- maginario e la nostra memoria televisiva. Entrambe dal lu- Byron, echi di Milton. Addirittura va da sigla di chiusura. nedì al sabato, la prima alle 19 e la seconda alle 20, torna- episodi costruiti su classici del Fonzie in realtà non avrebbe dovuto essere il protagonista no Star Trek e Happy Days. Per Star Trek, che ha avuto passato, come La magnificenza delle insulse storie della famiglia Cunningham (Richie e so- del re (Amleto), Elena di Troia rella,piùmammaepapà),maunpersonaggiodicontorno. numerosi seguiti sia al cinema che in tv, si tratta della (La bisbetica domata), Requiem Invece diventò il motore del successo di una serie adole- primissima, storica serie: seguiranno le puntate di Next per Matusalemme (La tempesta). scenziale che lo proponeva come ironico mito virile. Un po‘ Generation, con episodi inediti in Italia. Altro che pistole laser e tempe- più adulto, ma soprattutto infintamente più sexy dei suoi ste magnetiche: Star Trek riper- amici studentelli della Jefferson High Scool di Milwuakee. corre in chiave fantascientifica Una di quelle città della provincia americana che ancora si l’intera nostra cultura, sottoli- potevano raccontare come luoghi di innocente giovinezza, FRANCO LA POLLA neandone le maggiori conquiste: e che oggi è entrata nella memoria del mondo intero come Strana politica palinsestuale: lombo: la fantascienza televisiva l’individualità, la tolleranza, il va- teatro di imprese mostruose, seriali e cannibalesche. Ma —Italia 1 ha relegato - dosandola col si era sempre rivolta ad un pub- lore della storia, l’intelligenza e il erano (nella finzione) i teneri anni 50, anni di brillantina contagocce - la serie di Star Trek - blico infantile, mentre Rodden- suo uso come soluzione di qual- nei quali lo scandalo maggiore era il rock. La nuova generazione in una fa- berry e il suo staff di provetti au- siasi problema. E Fonzie era il rock vivente. In un ambientino di classe scia oraria notturna, l’ha tartassa- tori (fra questi Richard Matheson, Guardiamolo così, il vecchio media, unico quasi proletario, surclassava tutti gli altri con ta, mescolata cronologicamente, Robert Bloch, Theodore Stur- Star Trek di 30 anni fa, e allora le sue tante abilità. Ballonzolante e saggio, duro ma buono, abbandonata, ripresa in sordina, geon, Jerome Bixby, Harlan Elli- riusciremo a passar sopra a non scafato e irresistibile, per niente «selvaggio» alla Marlon di nuovo abbandonata. E tutto son, Norman Spinrad, Jerry Sohl: poche sue ingenuità, soprattutto Brando, il personaggio interpretato da Henry Winkler dove- nel giro di due anni. Oggi invece, insomma, il fior fiore del campo) scenografiche e, si parva licet,a va diventare l’ironico «maestro di vita» di una giovane gene- stesso canale nello splendore del scrivevano storie per adulti, stan- porci davanti ad esso come fac- razione televisiva. Ora non potrà ripetere la sua impresa, se «prime time», arriva in pompa do bene attenti che potessero ciamo con i classici del muto, di- non lavorando sulla nostalgia delle generazioni passate e magna la vecchia serie originale piacere anche ad un pubblico menticando quel che la tecnica e invecchiate, come la tv commerciale ha imparato a fare dal- (quella col Cap. Kirk, per inten- più giovane. E allora ecco che in- il gusto dell’epoca non potevano la Rai. derci). Ponti d’oro, naturalmente. vece delle solite guerre stellari e consentire, e leggendovi la straor- L’archivio della tv è uno solo. A ripescare nei suoi scaffali Ma anche un po‘ di perplessità: dei soliti mostracci con le anten- dinaria umanità delle intenzioni e gli Happy Days non finiscono mai. E resuscitano allegri co- perché questa disparità di tratta- ne Star Trek poneva l’accento sul- della loro realizzazione. me il buon Richie (Ron Howard) con i suoi sciocchi amici mento? Non lo sapremo mai, i la fratellanza e la pacificazione. E Potsie e Ralph, circondati (soprat- programmisti - Rai e Mediaset, se proprio questo non era possi- tutto nei loro sogni) da ragazze senza differenza - sono noti per il bile, scendeva in campo l’intelli- Dalle efelidi di Cunningham con le calzette corte, le gonne lar- loro ontologico silenzio. genza: non per sopraffare e do- ghe e la coda di cavallo. Tutte E allora godiamoci, finalmente minare il nemico, ma per dimo- alla regia di «Apollo 13»: pazze di Fonzie, che le seduceva in un’ora decente, il ceppo origi- strargli che volontà di pace non con l’indifferenza, lo schiocco nario da cui è nata la formidabile significa debolezza. Ma che suc- Ron Howard, attore per caso delle dita e le quattro parole con- impresa finanziaria ideata da Ge- cede quando - e capita spesso - il cesse dal dialogo. Un clima d’e- ne Roddenberry sin dal ‘60 e an- nemico siamo noi stessi? Gli epi- Diciamolo francamente: a vedere sia «American Graffiti» che poca raccontato senza nessuna data in onda per la prima volta sodi più belli di Star Trek appar- «Happy Days», sembrava il più pippa di tutti, invece nella storia verosimiglianza, perché gli anni nel 1966. Dopo due stagioni l’e- tengono a questa casistica: sdop- del cinema americano finirà per entrarci lui, e dalla porta ’50, secondo chi c’era, erano poi mittente pensò di chiuderla, e su- piamenti di personalità, obnubi- principale. Parliamo di Ron Howard, che allora sembrava solo anni schifosi come gli altri. Non bito un milione di lettere dissero lamenti del senso del dovere, un attore con le lentiggini, e oggi è un regista importante, che un Eden prima del peccato, ma «no», sdegnate, contribuendo a comprensibili debolezze umane, ha sfiorato l’Oscar con «Apollo 13». un inferno di delazioni e persecu- salvare la serie per un altro anno. tutto può concorrere a rendere Parlare di Ron Howard significa stabilire una primogenitura: zioni nell’America della caccia al- Ma, come sappiamo, l’avventura pericoloso l’ambiente più familia- «Happy Days», nato in tv nel ‘74, non sarebbe esistito senza il le streghe comuniste. era appena cominciata: per dieci re; e sempre l’intelligenza e la vo- successo, nel ‘73, di «American Graffiti» di George Lucas. In Fonzie però non lo sapeva, e anni lo show passò in syndication lontà l’hanno vinta sugli impulsi quel film, il giovane Howard era Steve, «primus inter pares» in avanzava nel mondo con la ritmi- (cioè in programmazione ripetu- più oscuri. un quartetto completato da Curt (Richard Dreyfuss), Terry 16SPE01AF01 ca baldanza di un Tony Manero, ta su altre reti e canali) guada- Perfetto campione dell’ottimi- (Charlie Martin Smith) e John (Paul Le Mat). Manco a farlo ma senza alcuna consapevolezza gnandosi un pubblico sempre più smo anni ‘60, a tutt’oggi nessuno apposta, Steve era il ragazzo normale, che sognava un posto 2.33 di essere, lui meccanico tra tanti numeroso e agguerrito. Tanto ha saputo emulare l’umanesimo all’università ma sarebbe rimasto nella cittadina natìa 18.0 liceali, un perdente nella lotta per che Hollywood annusò l’affarone che Roddenberry impose allo (Modesto, California), sposato alla fidanzatina del liceo, mentre la vita. E, a proposito di Tony Ma- e affidò a Robert Wise la regia del show. Quando Kirk affronta un gli altri tre erano attesi - nella famose didascalie finali - da nero, qualcuno si ricorderà che il primo film (1979). Nel frattempo dilemma che appare insolubile, destini più romanzeschi: scrittore Curt, disperso in Vietnam giovanissimo John Travolta è sta- erano spuntate conventions in puntualmente riesce a trovare Terry, morto in un incidente d’auto John. to protagonista di un’altra serie tv tutta l’America, e a ruota un enor- una terza via d’uscita; quando la Insomma, Steve era l’unica figura «televisiva» di quel film, e intitolata in Italia I ragazzi del sa- me apparato di gadgets che da sua ciurma sembra godere sere- infatti eccolo lì, in «Happy Days», a rifare un personaggio simile: bato sera sull’onda del successo solo avrebbe fruttato più degli in- nità e gioia in un qualche paradi- Richie Cunningham. Ma Howard era destinato ad altro. George del film. Erano altri inessenziali troiti forniti dal prodotto origina- siaco luogo galattico, il capitano Lucas, quando venne a Cannes per presentare «Willow» - di cui «american graffiti» televisivi, ma le. Oggi l’ottava pellicola è appe- si adopera testardamente a far lo- Howard era regista, e lui produttore - disse che già ai tempi dei meno allegri di Happy Days. Uni- na uscita in Usa, in pratica varan- ro capire che l’Eden è una cosa «Graffiti» Ron «stava sempre sul set con una videocamera, ca nota comune l’origine italoa- do una serie nella serie.

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