Ministero degli Affari esteri Unità di Analisi, Programmazione e Documentazione storico-diplomatica Archivio Storico Diplomatico AMBASCIATA D’ITALIA IN WASHINGTON (1901-1909) INVENTARIO INTRODUZIONE 1 La seconda parte dell’inventario dell’Archivio dell’Ambasciata d’Italia in Washington riguarda gli anni che vanno dal 1901 al 1910 circa, coprendo grosso modo il periodo della gestione dell’ambasciatore Edmondo Mayor des Planches. La consistenza della documentazione raggiunge le 87 buste, che racchiudono 3788 fascicoli. Alla fine dell’inventario vi è un’appendice relativa ad una busta con carte degli anni 1881-1901, quando il titolare della missione era Francesco Saverio Fava. Tali carte sono state trovate durante il riordinamento di questa parte del fondo dell’Ambasciata, avvenuto dopo la pubblicazione dell’inventario illustrante i documenti del ventennio citato1. Questa seconda parte prosegue la numerazione del primo inventario, avendo ad oggetto il medesimo archivio – ancorché ordinato secondo criteri vari e diversi – il che porta a 206 le buste della tranche riordinata (è in fase di inventariazione l’ultimo periodo, 1910-1941) e a 6219 i fascicoli. “Gli archivi di questa Regia Ambasciata erano nel massimo disordine”, scriveva il successore del Mayor, Cusani Confalonieri, nel 1912, a proposito della documentazione degli anni precedenti. Il Cusani Confalonieri fece riordinare l’archivio dal cancelliere Guido di Vincenzo e da chi lo sostituì, il cancelliere d’Amato: il dubbio che sorge è se durante il riordinamento venne ripristinato l’ordine dato dal Mayor o ne fosse stato ideato uno nuovo, magari suggerito dal Cusani che forse aveva opinioni diverse dal suo predecessore in fatto di sistemazioni archivistiche. D’altra parte, la trascuratezza verso l’archivio negli anni 1901-1910 fu dovuta alla carenza di personale, che sembra essere cronica per la sede di Washington. Alla fine del 1909 era il secondo segretario dell’Ambasciata, Roberto Centaro, a dover provvedere all’archivio, poiché il commesso doveva attendere al Consolato – ed è facile immaginare quanti e quali compiti avesse da sbrigare un segretario d’Ambasciata prima di occuparsi di questo. In precedenza era il delegato commerciale Antonio Ravaioli, quando il tempo glielo permetteva, a tenere in ordine le carte: ma “il signor Ravaioli essendo stato richiamato al R. Ministero dell’Agricoltura nel mese di agosto, da quell’epoca in poi le funzioni di cancelliere archivista sono state alla meglio riempite dallo scarso (troppo scarso) personale dell’Ambasciata”, commentava sconsolato nei primi mesi del 1910 il reggente Paolo di Montagliari. Insomma, la mancanza di un addetto stabile all’archivio fu la causa del disordine delle carte Mayor, per le quali pure, sembra, era previsto un sistema di archiviazione preciso. Si è già detto del dubbio circa il riordinamento effettuato sotto il Cusani Confalonieri – se cioè le carte siano state ordinate o meno secondo lo schema originario –, dubbio peraltro puramente accademico, giacché quasi tutto l’archivio dell’Ambasciata subì, in tempi relativamente recenti e presso il MAE, una risistemazione che fece saltare tutti i precedenti ordinamenti2. Il lavoro di riordinamento e di inventariazione operato presso l’Archivio Storico Diplomatico per i periodi 1848-1901 – frutto del quale è la pubblicazione poc’anzi ricordata in nota – e 1901-1910 – il presente inventario – ha voluto fare giustizia di una operazione e di un metodo non rispondenti ai criteri che, coerentemente con il principio del rispetto dei fondi, vogliono un archivio riordinato secondo l’ordine originario. E proprio la ricerca di quest’ultimo, e la sua ricostruzione, hanno informato l’attività che ha prodotto gli strumenti ricordati ed altri facenti parte della collana “Fonti per la storia dell’emigrazione”. L’archivio dell’Ambasciata in Washington per il decennio 1901-1910 presenta una divisione dei fascicoli in posizioni, per dir così, “tematiche”: la loro intitolazione è costituita da una o più parole che indicano un argomento assai specifico (es. Cifrari, Fondo dell’emigrazione, Cave e miniere, ecc.). Le posizioni sono state disposte in ordine alfabetico; non esiste la numerazione dei fascicoli. In alcuni casi qualche documento riporta una posizione diversa da quella dell’intero 1 I fondi archivistici della legazione sarda e delle rappresentanze diplomatiche italiane negli USA (1848-1901), a cura di C. M. Aicardi e A. Cavaterra, Roma, 1988. 2 Dal poco che sembra essere rimasto di intonso dell’Archivio quale era dopo il lavoro eseguito fra il 1910 ed il 1912 pare emergere che il Cusani Confalonieri avesse dato disposizioni circa un ordine per oggetto: nei depositi dell’Archivio Storico Diplomatico si è infatti rinvenuto qualche insieme di pratiche delle tre gestioni – Fava, Mayor, Cusani Confalonieri – radunato sulla base di un medesimo tema. 2 fascicolo, o meglio, annotata sulla maggior parte delle carte (giacché, in genere, non su tutte la classificazione compare): questa particolarità è stata debitamente registrata in nota, con l’eccezione delle posizioni Canale di Panama e Panama, che meritano qualche parola in più. Nel 1903, con la nascita dello Stato panamense in seguito alla rivoluzione che portò al distacco dalla Colombia per il dissidio interno sull’apertura di un canale tra i due Oceani, la documentazione relativa, contenuta in un medesimo fascicolo – con l’unica data del 1903 – venne classificata con diverse dizioni: la prima usata fu Canali, immediatamente corretta con l’aggiunta della specificazione (Panama). Da questa si passò rapidamente all’espressione Canale di Panama, che caratterizzò buona parte della documentazione del 1903. Le altre dizioni comparse in quell’anno furono Panama, Rivoluzione in Colombia, Canale interoceanico e Canale tout court, tutte, all’infuori dell’ultima, usate una sola volta. In fase di riordinamento è sembrata chiara l’intenzione originaria di definire con Canale di Panama quella documentazione, usando Panama come sinonimo più svelto: dunque, il fascicolo in oggetto non è stato smembrato3. Più complessa è apparsa la situazione per gli anni successivi; la posizione sembra sdoppiarsi già dal 1904: l’utilizzazione di Canale di Panama venne con ogni probabilità adoperata per le carte riguardanti i lavori per la sua costruzione, mentre sotto Panama sembrano essere stati ricondotti i documenti relativi alla nuova Repubblica lato sensu, anche se spesso le due espressioni compaiono contemporaneamente nello stesso fascicolo. Le pratiche senza posizione sono state inserite sotto l’una o l’altra classificazione tenendo presente questo discrimino di oggetto. La curiosa posizione Mattoidi, invece, che raduna i documenti giunti all’Ambasciata da personaggi poco attendibili, nasce da una biforcazione della posizione Miscellanea, comprendente carte di natura varia ed incerta, non suscettibili di inserimento in altre posizioni specifiche né, d’altronde, di rilevanza tale da giustificare la creazione di una posizione ad hoc. Fino al 1904 la Miscellanea comprendeva la sottoclassificazione Miscellanea-Mattoidi. In tale anno troviamo i documenti con quest’ultima segnatura nel grande fascicolo di Miscellanea. Dal 1905 Mattoidi sembra diventare posizione autonoma, ma già nel 1907 tale dizione compare su documenti presenti nella pratica di Miscellanea di quell’anno, pratica che inoltre ha alla fine un’appendice, separata dal resto della documentazione da un foglio con l’intitolazione, per l’appunto, Mattoidi. Assai articolate sono le posizioni Personale e Politica estera. Entrambe sono caratterizzate da una parte iniziale generale e da numerose sottoposizioni con il titolo composto dal nome proprio o comune dei funzionari o dipendenti della sede diplomatica, nel primo caso, e dal nome di Stati o continenti, nel secondo. Il presente inventario consta, come si rileva facilmente scorrendone le pagine, di due parti, la prima, su cui abbiamo gettato un rapido sguardo nelle righe che precedono, di interesse generale, e la seconda, decisamente più corposa, che racchiude gli “Affari privati”, ossia incartamenti su questioni minute sollevate da gente comune e riguardanti successioni, reclami, richieste varie, rilascio e autenticazione di documenti, tali da far pensare l’espletamento di una attività di tipo consolare, o comunque di cancelleria. A questo proposito è d’uopo ricordare che il Consolato in Washington ora perfettamente funzionante dal 1893, pur se con vari avvicendamenti di consoli e reggenti, e che alcune pratiche presenti fra gli “Affari privati” al Consolato appartengono, cioè dal console vennero trattate. Si tratta di pratiche su successioni di italiani morti negli Stati Uniti, ma non sono chiari i motivi della loro presenza nell’archivio dell’Ambasciata, tenuto conto del fatto che esiste un fondo del Consolato, e che dunque i due archivi sono sempre stati separati, come dimostrano gli elenchi di versamento dell’Ambasciata all’Archivio Storico Diplomatico, che distinguono i pacchi delle sede diplomatica da quelli del Consolato. Nell’inventario i fascicoli in oggetto sono contrassegnati da un asterisco. La posizione dei fascicoli degli “Affari privati” consta del nome dell’intestatario della pratica (quasi sempre: talvolta errori materiali hanno fatto sì che si considerasse quale posizione il nome di un altro protagonista dell’affare4). L’ordine delle pratiche è alfabetico per posizione: ad 3 Pos. Canale di Panama, b. 121, fasc. 2582. 4 Ecco perché in alcuni casi nella descrizione del fascicolo compare un nome diverso da quello della posizione.
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