Studia Austriaca II

Studia Austriaca II

Studia austriaca II Peter Handke • Stefan Zweig • Rainer Maria Rilke • Arthur Schnitzler Gernot Wolfgruber • Marie von Ebner-Eschenbach Charles Sealsfield • Adalbert Stifter Hugo von Hofmannsthal • Franz Werfel edidit Fausto Cercignani Studia austriaca An international journal devoted to the study of Austrian culture and literature Published annually in the spring ISSN 1593-2508 Editor: Fausto Cercignani Electronic Edition (2012) of Vol. II (1993) Studia austriaca Founded in 1992 Published in print between 1992 and 2011 (vols. I-XIX) On line since 2012 under http://riviste.unimi.it Online volumes are licensed under a Creative Commons Attribution- NonCommercial-NoDerivs 3.0 Unported License. The background image of the cover is elaborated from the first page of a manuscript by Peter Handke entitled “Der Donnerblues von Brazzano in Friaul” (Robert Musil-Institut der Universität Klagenfurt / Kärntner Literaturarchiv – Bestand Edizioni Braitan). _| |_ Studia austriaca II Peter Handke • Stefan Zweig • Rainer Maria Rilke • Arthur Schnitzler Gernot Wolfgruber • Marie von Ebner-Eschenbach Charles Sealsfield • Adalbert Stifter Hugo von Hofmannsthal • Franz Werfel edidit Fausto Cercignani _ _ | | _| |_ Proprietà letteraria originaria dell’Università degli Studi di Milano Istituto di Germanistica _ _ | | Premessa Raccolgo in questo volume alcuni saggi di letteratura austriaca offerti da studiosi italiani e stranieri che hanno partecipato in vario modo agli scambi e alle iniziative culturali dell'Istituto di Germanistica dell'Università degli Studi di Milano. I contributi critici riguardano opere di scrittori noti e meno noti, quali Peter Handke, Stefan Zweig, Rainer Maria Rilke, Arthur Schnitzler, Adalbert Stifter, Hugo von Hofmannsthal, Gernot Wolfgruber e Marie von Ebner-Eschenbach. Accanto a questi nomi il lettore troverà anche quello di Charles Sealsfield (Carl Anton Postl), qui presentato per il suo resoconto di viaggio Austria as it is. I compiti redazionali sono stati svolti con l'aiuto di Gabriella Rovagnati, che desidero qui ringraziare per la fattiva e paziente collaborazione. F. C. Indice Giuseppe Dolei - Tra la torre d'avorio e il mondo della pubbli- cità. Gli esordi della malinconia handkiana p. 9 Klaus Zelewitz - Stefan Zweig. Exotismus versus (?) Europhilie p. 29 Sergio Corrado - La pura equazione. Crisi dello sguardo e me- tafora astratta in !Errore di sintassi, SPANISCHE di p. 39 Rilke David Turner - Eine nahe Ferne. Die Briefe Stefan Zweigs an Leonhard Adelt als Ausdruck einer von ihren literari- schen Anfängen geprägten Freundschaft p. 61 Fausto Cercignani - Arthur Schnitzler e i labili confini del reale. I racconti brevi del periodo 1896-1914 p. 91 Karlheinz Rossbacher - Wiedergelesen: Gernot Wolfgrubers Roman «Niemandsland» (1978) p. 135 Gabriella Rovagnati - Detti e motti al femminile. Gli «Aforismi» di Marie von Ebner-Eschenbach p. 149 Primus-Heinz Kucher - Charles Sealsfields «Austria as it is». Ein Literaturrätsel und Reisebericht mit europäischer Re- zeption im 19. Jahrhundert p. 171 Maria Luisa Roli - Il «Condor» di Stifter. Un'analisi semantica p. 187 Elisabetta Potthoff - Il romanzo senza fine. «Andreas oder die Vereinigten» e la vocazione frammentaria di Hofmannsthal p. 213 Michel Reffet - Thomas Mann und Franz Werfel. Eine deutsch- österreichische Kulturdialektik p. 233 Giuseppe Dolei Tra la torre d'avorio e il mondo della pubblicità Gli esordi della malinconia handkiana All'inizio degli anni settanta, complice la fine traumatica del movimento studentesco, la letteratura tedesca viene acquistando il sapore di un patetico o irritato cahier de doléances, specchio di un malessere che, con significativa contemporaneità, invade anche la scena letteraria della Germania comunista. Di fatto Die neuen Leiden des jungen W. (1972) di Ulrich Plenzdorf e il Lenz (1973) di Peter Schneider, oltre alla necessità di richiamarsi ad illustri cano- vacci letterari, hanno questo in comune: tradiscono entrambi l'insofferenza dell'intellettuale a teorizzare a tutto tondo: vuoi all'interno della Studenten- bewegung o vuoi all'interno della dogmatica marxista di ascendenza governa- tiva. In campo comunista come in quello capitalista matura insomma una po- lemica dichiarazione di intenti: basta con l'innaturale artificio di passare sotto silenzio tutta la sfera del privato e, ancora di più, ogni aspetto della realtà che non si adattasse agli schemi dell'ideologia. Nel "libero" occidente, poi, il sacrificio della massiccia politicizzazione della letteratura si era addirittura risolto in un duplice fiasco: per la letteratura e per l'azione politica. Già alla fine del sessantotto le sensibili antenne di Hans Magnus Enzensberger registravano: «I tentativi finora compiuti di evadere quasi con la forza dal ghetto della cultura e di raggiungere le masse con gli strumenti, per esempio, della canzone rivoluzionaria o del teatro ambulante sona falliti. Essi si sono dimostrati irrilevanti sotto il profilo letterario e ineffi- caci sotto quello politico»1. «Che fare?»: era la domanda di molti scrittori reduci dai quartieri di lotta e dai collettivi del movimento studentesco. Prima ancora di pervenire alla elabo- razione del documento letterario, Peter Schneider aveva teoricamente intravi- sto una nuova strategia per l'arte in ritirata dalle barricate. Essa poteva ancora assolvere ed una funzione propulsiva indiretta, se riusciva «a recuperare gli antichi desideri e aneliti del genere umano, che sono conservati nelle opere 1 H. M. Enzensberger, Gemeinplätze, die Neueste Literatur betreffend, in «Kursbuch», Hft. 15 (Nov. 1968), pp. 187-97, qui p. 192. 10_______________________________________________________________ Giuseppe Dolei d'arte, per renderli finalmente suscettibili di realizzazione»2. Si trattava cioè di porre fine alla lunga "marcia attraverso le istituzioni" (che a molti furono co- munque precluse in forza del Berufsverbot inflitto a comunisti e radicali)3 per dissodare il terreno ingrato dell'utopia, cercando articolazione letteraria a quelle esigenze libertarie di fondo, sulle quali richiamava l'attenzione la filoso- fia di Ernst Bloch. E tale nuova strategia Peter Schneider, già militante nelle file del movimento studentesco, cerca di realizzare trasferendo la figura di Lenz, già onusta di malinconia storica, nella Berlino degli anni immediata- mente successivi alla Studentenbewegung. Comunque lo si voglia giudicare, il libro di Peter Schneider è indice di una crisi non interamente superata, la spia di una ferita ancora aperta. Se il falli- mento del movimento studentesco viene apertamente riconosciuto, a Lenz fa ancora male ammettere che «le migliori iniziative degli studenti erano passate ad altri gruppi sociali, laddove gli studenti credevano ancora che il mondo gi- rasse intorno a loro»4. Ma di lì a qualche anno il paesaggio letterario avrebbe subito rapide modificazioni. Lasciando agli specialisti il campo infido della politica e dell'organizzazione sociale, quali un'intera generazione si riversa ormai senza remore nella scrittura del mondo privato, esibito con tanto acca- nimento e compiacimento da giustificare in parte la definizione di «Nuova Soggettività», creata per la produzione letteraria nata sotto quella stella. A metà degli anni settanta essa tiene saldamente il campo, debitamente so- stenuta dal sismografo dell'industria culturale: «Il mercato annuncia la depres- sione soggettiva come eredità legittima della rivolta politica», rileva lo scrit- tore Adolf Muschg5 e Kurt Batt, dall'osservatorio critico della DDR, coglie lu- cidamente, col privilegio della distanza, i caratteri della svolta economico-let- teraria: «Sino alla fine degli anni sessanta il mercato culturale guardava cie- camente in avanti, in direzione dell'utopia; ora guarda all'indietro, in direzione dell'età aurea. Malinconia invece che euforia, al posto della rivolta, nostalgia di un mondo incorrotto, di spirito e di tenerezza, e soprattutto nostalgia del passato e di tonalità al chiaroscuro»6. 2 P. Schneider, Die Phantasie im Spätkapitalismus und die Kulturrevolution (1969), in Atempause. Versuch, meine Gedanken. über Literatur und Kunst zu ordnen, Reinbek 1977, pp. 127-61, qui p. 155. 3 È stato giustamente osservato che, se anche nel fatto pochi cittadini (tra questi, lo stesso Peter Schneider) persero l'impiego a causa del Radikalenerlaß, l'effetto deterrente di tale misura si estese invece per lo meno a mezzo milione di individui: H. Kreuzer, Zur Literatur der siebzi- ger Jahre in der Bundesrepublik, in «Basis», 8 (1978), pp. 7-32, qui p. 9. 4 P. Schneider, Lenz. Eine Erzählung, Berlin 1973, p. 25. 5 A. Muschg, Bericht von einer falschen Front oder: Der Schein trügt nicht, in «Literatur- magazin», 5 (1976), hrg. von H. P. Piwitt und P. Rühmkorf, pp. 24-36, qui p. 26. 6 K. Batt, Revolte intern. Betrachtungen zur Literatur in der Bundesrepublik Deutschland, München 1975, p. 221. Gli_______________________________________________________________ esordi della malinconia handkiana 11 E il campione esemplare della tenerezza o della tenera sensibilità è giu- stappunto la figura per eccellenza emblematica di codesto brusco passaggio dalla posa rivoluzionaria al culto di un soggettivismo esasperato. Ché la for- tuna precoce di Peter Handke, balzato alla ribalta della notorietà a causa di una violenta polemica nel confronti del Gruppo '47 (convegno di Princeton, 1968)7, si era affermata nel segno di una radicale rivoluzione linguistica, che intendeva fare piazza pulita della tradizionale Beschreibungsliteratur o lette- ratura descrittiva. Accorto allievo

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