Salvatore Scibona La Fine

Salvatore Scibona La Fine

scibona_la-fine_mono:rs 28/11/2011 11.11 Pagina 1 Salvatore Scibona La fine Rassegna stampa di Alessia Caputo scibona_la-fine_mono:rs 28/11/2011 11.11 Pagina 2 Salvatore Scibona, La fine Rassegna stampa di Alessia Caputo © Oblique Studio Impaginazione di Isabella Zilahi de Gyurgyokai Font utilizzate: Adobe Garamond Pro, Helvetica e Helvetica Condensed Light scibona_la-fine_mono:rs 28/11/2011 11.11 Pagina 3 Premessa Salvatore Scibona è nato a Cleveland, Ohio nel 1975. e presente, come quella del panettiere Rocco, che dopo Nel giugno del 2010 è stato incluso dal New Yorker quarant’anni si ritrova completamente solo, quella nella lista dei «20 under 40», ovvero l’elenco dei venti della vedova Marini, che pratica aborti o quella del migliori narratori americani sotto i quarant’anni. Il gioielliere che colleziona lettere di soldati e vive con la suo romanzo d’esordio, The End, uscito in America sorella. Tutti personaggi, che nella loro semplicità, si nel 2008, classificatosi tra i finalisti al National Book fanno portatori di pensieri e ricordi complessi, tutti Award, vincitore, l’anno successivo dello Young Lions assieme, tutti nello stesso giorno, quello della festa Fiction Award, del Whiting Writers’ Award e del Nor- dell’Assunta. man Mailer Cape Cod Award for Exceptional Wri- Scibona che ha impiegato dieci anni per scrivere que- ting, è stato pubblicato in Italia col titolo La fine nel sto romanzo, giungendo esauso alla sua fine, ne parla mese di maggio 2011 dalla casa editrice romana con trasporto come di un qualcosa che per quanto 66thand2nd. non racconti la vera storia della sua famiglia, ne è stato Scibona entra a pieno titolo nella lista del New Yorker protagonista legandosi ad essa profondamente. – stilata l’ultima volta nel ’99 e che in quella occasione La fine – amato dalla stampa estera e da quella italiana aveva ospitato tra gli altri Franzen e Wallace – ci entra – è stato definito da Le Monde: «un’esperienza sen- con il suo romanzo, che interroga la memoria degli suale potente». La rassegna che segue, ordinata cro- italiani emigrati verso il Nuovo Mondo, ma lo fa dal- nologicamente, ripropone i principali articoli e recen- l’interno, dal piccolo quartiere di Elephant Park, dove sioni che hanno riguardato l’uscita di questo romanzo si intrecciano tante storie diverse raccontate tra passato e la sua fortuna critica. scibona_la-fine_mono:rs 28/11/2011 11.11 Pagina 4 «Ecco dunque la nostra meta finale, il sogno di un bambino che si compie. Una volta che cominciamo a cadere e a dimenarci in aria di paura, la nostra volontà ci appare chiara; voltiamo la faccia verso il basso; non diciamo “cadere”, ma “tuffarsi”; osserviamo la terra che corre verso di noi a incontrare i nostri occhi. Eccola. Non è uno schianto. Siamo una linea che interseca un piano. Ci passiamo attraverso come proiettili» scibona_la-fine_mono:rs 28/11/2011 11.11 Pagina 5 Il New Yorker ha stilato la nuova classifica dei 20 scrittori sotto i 40 anni Angela Manganaro, Il Sole 24 Ore, 8 giugno 2010 Era dal 1999 che non lo faceva, adesso è sembrato il mo- sempre vitale della letteratura nordamericana. «Ero un mento di aggiornare l’elenco. Il New Yorker ha stilato la ragazzo quando la mia famiglia ha lasciato l’Unione So- nuova classifica dei 20 scrittori sotto i 40 anni che vietica – racconta uno dei 20, lo scrittore e filmaker «hanno guadagnato l’invidia di tutti gli altri», scrive il David Bezmozgis – Siamo arrivati in Canada con nulla New York Times. Oltre l’invidia, di solito si guadagna una in mano e i miei genitori non avevano mai sentito par- risonanza enorme, l’ingresso in un club esclusivo che as- lare del New Yorker o di qualsiasi altra cosa del genere. sicura protezione e promozione oltre i confini americani. È strano e significativo per me ritrovarmi dopo 30 anni Il direttore del New Yorker David Remnick assicura che in questa lista». la scelta non è estetica, non v’è omogeneità, insomma non c’è cricca. «Abbiamo scelto un gruppo di promesse, La Top 20 di enormi promesse. Alcuni hanno un approccio narra- tivo molto convenzionale, altri sono molto originali, altri Chimamanda Ngozi Adichie, 32 ancora ci dicono qualcosa di nuovo su altre culture». Chris Adrian, 39 Questi scrittori sono uniti da tre cose: sono nati dopo Daniel Alarcón, 33 il 1970, vivono in Nord America e nei prossimi anni David Bezmozgis, 37 verranno letti. Al di là del blasone della rivista, dei gusti Sarah Shun-lien Bynum, 38 e della passione americana per le classifiche, la lista è Joshua Ferris, 35 da scorrere bene perché New Yorker ha avuto sempre Jonathan Safran Foer, 33 un certo occhio. Quella di undici anni fa conteneva Nell Freudenberger, 35 nomi che si sono affermati, prima intercettati da pic- Rivka Galchen, 34 cole e medie case editrici europee, poi finiti sui como- Nicole Krauss, 35 dini dei giovani Erasmus: David Foster Wallace, Dinaw Mengestu, 31 Jhumpa Lahiri, Jeffrey Eugenides erano fra gli under Philipp Meyer, 36 40 del 1999. Andando indietro nel tempo, nel 1983 C.E Morgan, 33 New Yorker aveva fatto tre nomi di giovani scrittori bri- Téa Obreht, 24 tannici: Martin Amis, Ian McEwan, Julian Barnes. Yiyun Li, 37 I nuovi «20 sotto i 40» sono dieci donne e dieci uomini. ZZ Packer, 37 I redattori del New Yorker hanno mischiato nomi già Karen Russell, 28 conosciuti come Jonathan Safran Foer e la moglie Ni- Salvatore Scibona, 35 cole Krauss con Téa Obreht, 24 anni, che pubblicherà Gary Shteyngart, 37 il suo primo romanzo il prossimo anno. I nomi confer- Wells Tower, 37 mano la forza del melting pot: la migrazione come linfa scibona_la-fine_mono:rs 28/11/2011 11.11 Pagina 6 6 scibona_la-fine_mono:rs 28/11/2011 11.11 Pagina 7 Incontri: l’esordiente che il New Yorker mette tra i migliori under 40 «Racconto l’anima dei miserabili» Salvatore Scibona: «Cerco le radici, grazie a DeLillo» Alessandra Farkas, Corriere della Sera, 12 giugno 2010 NEW YORK – Dopo essere stato nel 2008 tra i fina- sussidio Fulbright. «Era la prima volta che mettevo listi del National Book Award, il più importante pre- piede fuori dall’America» precisa. «Per moltissimi ita- mio letterario Usa, Salvatore Scibona è l’unico italoa- loamericani il Bel Paese è un luogo mitico che esiste mericano incluso nella seconda edizione della solo nella fantasia». Dopo quattro mesi a Roma è an- prestigiosa «top 20 sotto i 40» appena pubblicata dal dato in pellegrinaggio a Mirabella Imbaccari, il pae- New Yorker, la stessa che 11 anni fa lanciò future star, sino in provincia di Catania dove nacquero i suoi bi- allora poco note, quali Jonathan Franzen, Jhumpa La- snonni. «La mia famiglia ha talmente rimosso la hiri e Nathan Englander. Quasi un miracolo per il parabola migratoria che in casa storpiavamo persino giovane scrittore nato 35 anni fa a Cleveland, in Ohio, il cognome, che pronunciavamo Schibona, all’ameri- reso possibile dalla straordinaria accoglienza riservata cana. Io sono il primo Scibona ad aver messo piede al suo romanzo d’esordio, The End, che dopo il de- in Sicilia, da ben quattro generazioni». Eppure è stata butto in Francia e Germania sarà pubblicato in Italia proprio la Sicilia rurale dell’Ottocento a spingerlo il prossimo maggio dalle edizioni 66thand2nd con la verso la scrittura. «Ogni settimana facevo un tuffo in- traduzione di Beniamino Ambrosi. Attraverso gli dietro nel tempo, visitando la mia bisnonna Dome- eventi di un singolo giorno – la sagra organizzata a nica Spriglione con i miei fratelli e sorelle nella sua Ferragosto del 1953 nella Little Italy di Cleveland Ele- mitica fattoria sperduta dell’Ohio». «Era lei la ma- phant Park, quaranta righe di incipit che gli sono co- triarca del clan e la mia grande musa» incalza, state cinque anni di lavoro – Scibona racconta mezzo «un’analfabeta intelligentissima e spirituale, che in- secolo d’immigrazione italiana in America. Sacrifici, dossò il lutto dalla morte del marito nel 1952 fino alla dolori, pregiudizi razziali (un odio contro i neri che propria nel 1994». Anche la maggior parte dei perso- nel 1966 portò ai famigerati tumulti di Cleveland) e naggi di The End sono analfabeti o con scarsa istru- tensioni morali di un gruppo di espatriati tra cui un zione alle spalle. «La sfida maggiore del mio libro è fornaio che rifiuta di accettare la morte del figlio nella stata articolare tensioni metafisiche dal punto di vista guerra di Corea, una vedova che procura aborti in di persone che non possiedono il vocabolario adatto cantina, un gioielliere appassionato di storia, simpa- per esprimerle». Anche se parla un inglese sganghe- tizzanti del KKK che durante le processioni religiose rato, Rocco, il panettiere del romanzo, ha una vita in- reggono la Madonna. «Mio nonno era muratore, mio teriore profonda. «Volevo ribaltare il pregiudizio dif- padre metalmeccanico: entrambi marine, veterani del fuso tra le élite culturali Usa, secondo cui per porsi Sud Pacifico e del Vietnam», racconta lo scrittore, sor- quesiti metafisici devi avere un master». A dire il vero seggiando un cappuccino al Fairway Café sulla Bro- lui il master ce l’ha. Dal prestigioso Iowa Writers’ adway. Parla un ottimo italiano, imparato durante un Workshop dove ha studiato con la grande Marilynne soggiorno di nove mesi in Italia, nel 1999, grazie al Robinson. «Come scrittore, sei sempre ciò che mangi» scibona_la-fine_mono:rs 28/11/2011 11.11 Pagina 8 Scibona | La fine scherza. «Oltre alla Robinson io ho divorato Faulkner, America continuano a essere rari? «La nostra è una Toni Morrison, Virginia Woolf, Freud, George Eliot cultura più visiva e musicale» ribatte Scibona.

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