LUCIANO VIOLANTE INDICE Pag

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<pre> Pag. 1931 AUDIZIONE DEI MAGISTRATI DELLE DIREZIONI DISTRETTUALI ANTIMAFIA DI NAPOLI E SALERNO PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCIANO VIOLANTE INDICE pag. Audizione dei magistrati delle direzioni distrettuali antimafia di Napoli e Salerno: Violante Luciano, Presidente .............. 1933, 1936, 1937 1938, 1939, 1940, 1941, 1943, 1944, 1945 1946, 1947, 1948, 1949, 1951, 1953, 1954 1955, 1956, 1957, 1958, 1959, 1960, 1961 1962, 1963, 1964, 1965, 1966, 1969, 1971 1973, 1974, 1975, 1976, 1977, 1978, 1980 1981, 1982, 1983, 1984, 1985 Addesso Ermanno, Procuratore distrettuale antimafia della Repubblica di Salerno ................................. 1933 1936, 1944, 1961, 1973, 1985 Biscardi Luigi ................ 1952, 1960, 1962, 1965, 1966 Bonadies Ennio, Sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia di Salerno ............... 1962, 1973 Boso Erminio Enzo ............................... 1958, 1960 1970, 1971, 1972 Cappuzzo Umberto ................................ 1962, 1963 Dalterio Armando, Sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia di Napoli .......... 1936, 1937, 1938 1939, 1940, 1941, 1973, 1974, 1975, 1976 Cabras Paolo .................................... 1940, 1943 1946, 1948, 1965, 1966, 1968 1972, 1975, 1978, 1982, 1983 De Simone Maria Vittoria, Sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia di Napoli ...... 1956, 1957 1958, 1959, 1960, 1983 Ferrauto Romano ....................................... 1970 Fumo Maurizio, Sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia di Napoli .......... 1951, 1952, 1953 1954, 1955, 1956, 1976, 1977, 1978 Gay Luigi, Sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia di Napoli ...................... 1945 1946, 1947, 1978 Pag. 1932 Greco Alfredo, Sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia di Salerno ............... 1941, 1973 Imposimato Ferdinando ................................. 1948 Mancuso Paolo, Sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia di Napoli .......... 1941, 1943, 1944 1945, 1955, 1960, 1968, 1978, 1979, 1980 1981, 1982, 1983, 1984, 1985 Mastella Mario Clemente ................... 1944, 1946, 1947 1948, 1953, 1957, 1962 Matteoli Altero ....................................... 1946 Narducci Giuseppe, Sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia di Napoli .......... 1947, 1948, 1949 Ranieri Umberto ....................................... 1972 Robol Alberto ......................................... 1959 Taradash Marco ............................ 1964, 1965, 1971 Tripodi Girolamo ................................ 1968, 1969 Zuccarelli Fausto, Sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia di Napoli .......... 1950, 1951, 1968 Pag. 1933 La seduta comincia alle 17,05. (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente). Audizione dei magistrati delle direzioni distrettuali antimafia di Napoli e Salerno. PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione dei magistrati delle direzioni distrettuali antimafia di Napoli e Salerno. Lo scopo dell'incontro di oggi è quello di ricevere un quadro dello stato della camorra nelle due aree e dell'azione di contrasto a tale fenomeno. Tale quadro è necessario in relazione ad una approfondita visita che la Commissione compirà in Campania nell'ultima settimana di maggio allo scopo di presentare al Parlamento una relazione sulla struttura e sulle connessioni della camorra. Diamo particolare rilievo a questo incontro non solo perché un'analisi approfondita della camorra forse storicamente non è mai stata compiuta, ma anche perché probabilmente le ultime evoluzioni di questo fenomeno sono tali da attirare la nostra attenzione e da far superare alcuni schemi del passato, che sembrano essersi rivelati non sufficientemente adeguati a comprendere il fenomeno. Dopo l'esposizione dei magistrati della procura della Repubblica di Salerno - è presente il procuratore - e della procura della Repubblica di Napoli, potranno essere avanzate da parte dei membri della Commissione richieste di integrazione e domande. Chiunque potrà prendere la parola, perché alla Commissione serve il quadro più chiaro possibile. La seduta è pubblica, ma desidero far presente che, qualora sorgessero problemi di riservatezza, potremo procedere in seduta segreta e quindi delle dichiarazioni rese non sarà data trasmissione all'esterno. ERMANNO ADDESSO, Procuratore distrettuale antimafia della Repubblica di Salerno. Il mio compito si limiterà alla lettura di una relazione che è stata approvata dal gruppo della direzione distrettuale antimafia di Salerno. La criminalità nel distretto di Salerno è stata caratterizzata, nel corso degli anni, da aggregazioni varie. Agli inizi degli anni ottanta operavano nel territorio della provincia di Salerno varie organizzazione camorristiche, la più importante delle quali (Nuova camorra organizzata) facente capo al ben noto Raffaele Cutolo, le cui aggregazioni e bande operavano in Salerno, ma soprattutto nei più importanti comuni posti sia nell'alto sia nel basso salernitano, quali Nocera Inferiore, Pagani, Cava dei Tirreni e Mercato San Severino, a nord, e Battipaglia, Eboli e Capaccio, a sud. Altre organizzazioni erano pure inserite sul territorio, quali quelle collegate alla Nuova famiglia e ad altri clan napoletani. A seguito di azioni giudiziarie esperite negli anni 1982-1985 nei confronti del clan Cutolo, e con il parziale disfacimento di tale clan, le organizzazioni collegate alla Nuova famiglia si consolidavano, accogliendo nelle loro file elementi già appartenenti alla Nuova camorra organizzata del Cutolo. Negli anni successivi, anche in conseguenza di lotte tra "famiglie" rivali, si assisteva al predominio del clan dei Maiale nelle zone di Eboli e della Valle Pag. 1934 del Sele, del clan Pecoraro nella zona di Battipaglia-Bellizzi, del clan De Feo nella zona di San Cipriano Picentino, del clan Pepe Mario, Olivieri Giuseppe, Citarella Gennaro, Sale Antonio nelle zone di Nocera Inferiore, Nocera Superiore e Pagani, del clan di Nocera Tommaso nella zona di Angri, del clan Loreto-Matrone nella zona di Scafati e del clan di Galasso Pasquale nella zona di Sarno. Quanto fin qui esposto, che raffigura geograficamente i più disparati insediamenti criminali, vale ad evidenziare la complessività del fenomeno camorristico in una provincia ed in un distretto già da tempo caratterizzati da elevata intensità di criminalità organizzata. La procura di Salerno si è trovata, negli anni ottanta, a dover fronteggiare il fenomeno nelle sue varie articolazioni, come accennato, nella ristrettezza di mezzi e uomini (si pensi al ridotto organico di questo ufficio), ma con risultati da poter definire apprezzabili. Più di recente la DDA, con accresciuta professionalità, ma con mezzi ancora insufficienti e con non sempre efficace collaborazione, ha operato ed opera, con tenacia e meticolosità, per assicurare una sempre più incisiva azione di contrasto, caratterizzata da decisa ricerca di conoscenza della serie di crimini efferati rimasti finora impuniti, a cagione del muro di omertà sempre opposto alle indagini e del silenzio a lungo serbato da coloro che dei delitti avevano piena conoscenza per esserne stati gli autori materiali o i mandanti, ed in ogni caso protagonisti delle più scellerate vicende. L'incisiva azione di questa procura nei confronti dei vari raggruppamenti delinquenziali ha condotto all'emissione di varie ordinanze di custodia cautelare nei confronti, tra l'altro, dei clan Pepe, Olivieri e Citarella, di appartenenti al clan di Nocera Tommaso, di Maiale Giovanni, di De Feo Pasquale e Carmine, di Pecoraro e di appartenenti al clan Loreto-Matrone, nonché del clan Galasso. A queste ordinanze sono seguite sentenze, alcune anche definitive, per il clan Pepe, per il clan De Feo, per il clan Loreto. Ho portato alcune delle ordinanze e posso consegnarle alla Commissione. Le anzidette azioni hanno determinato non solo effetti favorevoli sul territorio, ma hanno altresì indotto alla collaborazione un personaggio di spicco del crimine organizzato, quale Pepe Mario, e addirittura un esponente apicale della camorra, quale Pasquale Galasso. Tali "eminenti" personaggi hanno cominciato a collaborare ed il loro bagaglio di conoscenze su fatti delittuosi si sta rivelando prezioso, di notevole importanza e tale da rendere laboriose le indagini di polizia giudiziaria volte a ricercare i necessari elementi di riscontro alle dichiarazioni dei predetti. Il Pepe, ascoltato per alcuni mesi da un magistrato della DDA di Salerno, ha fornito ricchezza di elementi e di dati. Il Galasso sta fornendo la sua collaborazione non solo alla DDA di Salerno, ma anche a quella di Napoli, consentendo di venire a capo di numerosi efferati delitti e di consentire anche il ritrovamento, come recentissimamente avvenuto nel corso di disposti scavi, dei resti mortali di persone scomparse nei decorsi anni; sono stati rinvenuti i resti di quattro persone, tre uomini ed una donna. Il Galasso ha consentito così di individuare anche il "cimitero della camorra". Le stesse dichiarazioni hanno consentito di allargare il panorama delle indagini, offrendo all'attenzione degli inquirenti un nuovo spunto per maggiori approfondimenti, diretti ad accertare la sussistenza, come non senza fondamento si sospetta, di infiltrazioni di organizzazioni criminali all'interno delle istituzioni, con possibili connessioni con esponenti del mondo della politica, degli enti pubblici territoriali e degli apparati della burocrazia. La DDA di Salerno sta intensificando

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