
SCANDERBEG, TRA STORIA E LEGGENDA di Emanuele Romata Dopo che il conte Vrana era tornato al castello, il Sultano gli mandò un ambasciatore che gli portò molti ricchi regali. L'ambasciatore cercò di convincere il conte Vrana che il Sultano sarebbe stato un padrone migliore di Scanderbeg e che, visto che l'as- sedio era quasi finito, gli chiese di arrendersi; ma Vrana rifiutò qualsiasi proposta; di conseguenza, iniziò un nuovo assalto ottomano. Contemporaneamente il Sultano aveva invi- ato un altro ambasciatore da Scanderbeg per cercare di convincerlo a capitolare offren- dogli 10.000 corone all'anno. Anche Scan- derbeg rifiutò rispondendo: "Anche se Mu- rad dividesse con me tutto il suo impero, non avrei mai accettato, facendo in modo che il nome dell'Albania fosse macchiato dal disonore e dall'infamia". L'assalto con- tinuò e la posizione albanese era disperata. Poi, il 14 ottobre del 1450, Scanderbeg arri- vò ad offrire Kruja a Venezia, prima dover cedere la fortezza agli Ottomani. Ma i Ve- neziani respinsero la proposta; si offrirono comunque di aiutarlo ad armonizzare la sua relazione con il Sultano. Nonostante l'aiuto dei Veneziani agli Ottomani, nell'ottobre del 1450 il campo Ottomano era in disordine, il ritratto del Sultano Maometto II morale era affondato e la malattia dilagava. dipinto di Gentile Bellini Il Sultano Murad II riconobbe che non pote- va catturare il castello di Kruja con la forza delle armi prima dell'inverno e, il 26 ot- tobre del 1450, abbandonò l'assedio e si diresse verso Edirne. Durante l'assedio gli Ottomani avevano subito 20.000 vittime e molti altri morirono durante la ritirata. L'assedio era costato 20.000 vittime Ottomane e oltre 1.000 perdite Albanesi. Murad cominciò a ritirarsi dall'Albania per paura di perdere ancora più uomini durante l'in- verno; tuttavia il ritiro stesso causò la perdita di migliaia di soldati a causa degli at- tacchi delle milizie Albanesi locali. Dopo l'assedio Scanderbeg giunse alla fine delle sue risorse: aveva perso tutte le sue proprietà eccetto Kruja e diversi nobili Albanesi si allearono con il Sultano Murad II per respingere gli sforzi di Scanderbeg per rafforzare la sua autorità sui loro domini. Scanderbeg allora si recò nella Repubblica di Ragusa per sollecitare la loro assisten- za, e i Ragusani informarono il Papa Nicola V. Attraverso l'assistenza finanziaria, Scanderbeg riuscì a tenere Kruja e riconquistare buona parte del suo territorio. Il suc- cesso di Scanderbeg portò apprezzamenti da tutta Europa e gli furono inviati amba- sciatori da Roma, Napoli, Ungheria e Borgogna. 23 SCANDERBEG, TRA STORIA E LEGGENDA di Emanuele Romata Scanderbeg aveva raggiunto il successo nel resistere a Murad II, ma quell'anno i rac- colti furono improduttivi e si era diffusa la carestia. Dopo essere stato respinto dai Veneziani, Scanderbeg stabilì legami più stretti con Alfonso V di Aragona, Re di Na- poli che, nel gennaio del 1451, lo nominò "capitano generale del Re di Aragona". IL TRATTATO DI GAETA Il 3 febbraio 1451 il Sultano Murad II morì. Maometto II il Conquistatore, suo suc- cessore, aveva in mente piani molto più grandi della cattura di Kruja; progettava in- fatti di catturare quello che restava dell'Impero Bizantino governato da Costantinopo- li. Ma Scanderbeg, che non era a conoscenza dei piani del nuovo Sultano, pensò che era opportuno cercare assistenza esterna; così che il 26 marzo 1451 firmò il Trattato di Gaeta con il quale, cambio di aiuti militari, Scanderbeg diveniva formalmente vas- sallo del Regno di Napoli. stralcio del Trattato di Gaeta: I) “il Re di Napoli si obbliga a mandare aiuti militari per la difesa delle terre albanesi di Scander- beg; II) tutte le terre conquistate da Scanderbeg con l’aiuto del Re restano sotto la sovranità di questi; III) non appena libero dagli impegni di guerra Scanderbeg raggiungerà Napoli per "prestare jura- mento et homagio de fidelitate et de vassallaggio et farrà et eseguirà quanto per la prefata maestà li serà comandato"; IV) cacciati con gli aiuti del Re i turchi dalle terre albanesi Scanderbeg e parenti daranno e paghe- ranno ciascun anno "alla prefata maestà lo tributo che per lo presente sono tenuti a dare al dicto turco"; V) "tutti i vassalli del Castriota e dei suoi parenti compreranno lo sale dei fondaci li quali ordine- rà la prefata maestà a quel prezzi che lo comprono al presente dai fondaci del turco"; VI) "il re Alfonso si obbliga avuto lo dicto paese mantenere et servare tutti li privilegi de la cità de Croja e de tutto albano, come hanno fatto tutti li re d’Albania et menteniri tutti li signori che ser- ranno subiecti a la predicta maestà…”. Con la firma del Trattato di Gaesta, non è chiaro se Kruja appartenesse a Scanderbeg o ad Alfonso V di Aragona; alcuni affermano che Kruja non apparteneva più a Scan- derbeg ma al Re di Napoli che esercitava il suo potere attraverso il suo Viceré; molti affermano che la sproporzione numerica tra le forze spagnole (100) e quelle di Scan- derbeg (intorno 10-15 mila) dimostra chiaramente che la città apparteneva a Scander- beg. Si presume che Scanderbeg continuasse ad avere il pieno controllo dei suoi terri- tori, infatti gli archivi di Napoli registrano pagamenti e forniture inviati a Scanderbeg, ma non menzionano alcun tipo di pagamento o tributo pagato ad Alfonso da Scander- beg, fatta eccezione per vari prigionieri di guerra Ottomani inviati a Napoli come do- no al Re. 24 SCANDERBEG, TRA STORIA E LEGGENDA di Emanuele Romata Più esplicitamente, Scanderbeg riconobbe la sovranità di Alfonso sulle sue terre in cambio di aiuto contro gli Ottomani. Il Re Alfonso si impegnava a rispettare i vecchi privilegi dei territori di Kruja e a pagare a Scanderbeg annualmente 1.500 ducati, mentre Scanderbeg si impegnava a dare la sua fedeltà al Re Alfonso solo dopo l'e- spulsione degli ottomani dalle sue terre, condizione mai raggiunta nella vita di Scan- derbeg. il matrimonio di Scanderbeg e Donika Il 21 aprile 1451 Scanderbeg sposò Donika, figlia di Giorgio Arianiti, uno dei più in- fluenti nobili albanesi, rafforzando i legami tra le loro famiglie. Il matrimonio fu ce- lebrato nel monastero di Ardenica. Subito dopo il Trattato di Gaeta, Alfonso V firmò altri trattati con il resto dei più im- portanti nobili albanesi, tra cui Giorgio Arianiti, suocero di Scanderbeg, e con Deme- trios Paleologo, Despota della Morea. Queste alleanze dimostrano che Alfonso pen- sava a una Crociata che partiva dall'Albania e dalla Morea, che tuttavia non ebbe mai luogo. A fine maggio del 1451 giunse in Albania l'ufficiale napoletano Bernat Vaquer, invia- to da Alfonso V con un centinaio di soldati catalani, e assunse il comando di Kruja per conto del Regno di Napoli, ponendo nella fortezza una guarnigione sotto il suo comando. Il 25 aprile del 1452 Alfonso V nominò il nobile catalano Ramon d'Ortafà come governatore di Kruje e Viceré di Albania. Alfonso V inviò lettere a Scanderbeg, 25 SCANDERBEG, TRA STORIA E LEGGENDA di Emanuele Romata Giorgio Arianiti e ad altri leader tribali in Albania per informarli della nomina di d'Ortafa. Sempre nel 1451 Venezia continuò a cercare di convincere gli alleati di Scanderbeg a lottare contro il Regno di Napoli e contro Scanderbeg stesso. Giorgio Arianiti si ta- gliò fuori dalla politica albanese, mentre Pal Dukagjini1, padre di Lekë Dukagjini, si lasciò convincere dai veneziani e si preparò per la guerra contro Scanderbeg. LA CAMPAGNA ALBANESE DI MAOMETTO II Nel 1451 il Sultano Maometto II si concentrò sulla conquista del Beilicato di Kara- man in Oriente, per poi dedicarsi alla conquista delle ultime vestigia dell'Impero Bi- zantino. Durante questo breve periodo di riposo, Scanderbeg aveva ripreso la costru- zione di Kruja ed aveva costruito anche una nuova fortezza a Modrič, nella valle del Drin vicino a Svetigrad, dove le forze Ottomane avevano precedentemente sfondato senza ostacoli. Comunque era sempre nelle intenzioni di Maometto II quella di tornare in Albania, tanto che, nel 1452 ordinò una campagna militare contro Scan- derbeg. Fu quindi inviata una spedi- zione sotto il duplice comando di Ta- hip Pasha, il comandante principale, e Hamza Pasha, suo subordinato, con un esercito di circa 25.000 uomini. L'in- tenzione di Maometto II era che questi uomini potevano indebolire abbastan- za le forze di Scanderbeg in modo da poter poi lanciare un'invasione concer- tata. Scanderbeg riunì 14.000 uomini e marciò contro l'esercito Ottomano a- vendo pianificato di sconfiggere prima Hamza Pasha e poi di raggiungere Ta- hip Pasha e circondarlo. Hamza Pasha aveva 10.000-12.000 uomini sotto il suo comando e si era accampato vici- Maometto II entra a Costantinopoli no alla nuova fortezza di Modrič. dipinto di Jean-Joseph Benjamin-Constan 1 Pal Dukagjini era un nobile albanese e uno dei membri fondatori della Lega di Alessio. 26 SCANDERBEG, TRA STORIA E LEGGENDA di Emanuele Romata Scanderbeg non diede ad Hamza Pasha molto tempo per prepararsi e, il 21 luglio del 1452, assaltò immediatamente il suo esercito. Il feroce attacco mise immediatamente gli ottomani in fuga mentre Hamza Pasha fu catturato. Lo stesso giorno in cui aveva sconfitto l'esercito di Hamza Pasha, Scanderbeg mandò diversi uomini verso l'esercito di Tahip Pasha, dove mostrarono gli stendardi ottomani catturati per dimo- strare la vittoria e demoralizzare l'eser- cito avversario. Ma Tahip Pasha non si fece intimidire e divise le sue forze in due gruppi nella pianura di Meçad, con le sue forze d'élite che gli coprivano i fianchi. Scanderbeg, tuttavia, aveva in- viato Moisi Arianit Golemi ad attaccare alle spalle l'esercito Ottomano prima di lanciare il suo attacco principale.
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