News n° 39 YAYLA Musiche Ospitali feat. Antonella Ruggero, Thom Chacon, Edoardo Bennato, Ben Glover, Erri de Luca, Saba Anglana, Bocephus King, Neri Marcoré. Michele Gazich, The Gang, Jono Manson, Isaac De Martin, Alaa Arshed, Violante Placido, Sara Jane Ceccarelli, Evelina Meghnagi, Valerio Mastandrea, e tanti altri IRD International Record Distribution • www.ird.it • facebook: www.ird.it/mipiace.htm RIEPILOGO NUOVE USCITE JD Allen Love Stone Dall’album “The Matador and the Bull” del 2012, il sassofonista tenore JD Allen ha collaborato regolarmente con l’etichetta Savant. Ora “Love Stone”, con le sue ballate, si preannuncia come una pietra miliare. Si tratta di un disco in pieno stile Allen: un suono scivolato e un’estasi quasi operistica, temi decostruiti quasi privi di linearità e digressioni melodiche che giungono senza preavviso. Come in tutti i dischi di Allen, a tratti traspare un tono alla Chopin dall’atmosfera crepuscolare. Un album di sole ballate richiede una base armonica di prim’ordine e il chitarrista Liberty Ellman dimostra ancora una volta di essere uno degli accompagnatori più sensibili sulla piazza, capace di alternare ricchezza armonica e scatti quasi puntinisti che si limitano ad accennare alle armonie. La profondità del timbro e del fraseggio di Allen è tale che non si sente la mancanza delle tastiere e il quartetto, completato da Gregg August al contrabbasso e Rudy JAZZ Royston alla batteria, conferma la sua abilità nell’attuale panorama jazz. Fred Hersch Trio Live in Europe “Live in Europe” è il coronamento di un anno straordinario per il pianista Fred Hersch e lo ritrova in forma smagliante, in trio con due collaboratori di lunga data, il contrabbassista John Hébert e il batterista Eric McPherson. Il disco contiene sei brani originali di Hersch e due composizioni ciascuno di Thelonious Monk (“We See” e “Blue Monk”) e Wayne Shorter (“Miyako” e “Black Nile”). Il trio, che ha pubblicato una decina di lavori negli ultimi trent’anni, li esegue con un affiatamento quasi telepatico, in cui ciascun elemento trova spazio senza mai imporsi sugli altri. “Live in Europe” ha immortalato il penultimo appuntamento delle tre settimane di tour a fine 2017, quello al Flagey Studio 4 di Bruxelles: acustica perfetta, grande creatività ed energia e un piano straordinario. JAZZ Grant Green CD Funk in France (From Paris To Antibes – 1969-1970) Uscito solo in vinile in occasione del RSD, ora Resonance lo stampa in 2 CD questa prima edizione ufficiale di registrazioni live del leggendario chitarrista jazz Gran Green dopo oltre dieci anni. Il doppio CD propone quanto registrato agli studi della ORTF di Parigi il 26 ottobre 1969 da Green con il bassista Larry Ridley e il batterista Don Lamond, e con il sassofonista Claude Bartee, l’organista Clarence Palmer (entrambi avevano suonato nell’album del 1969 di Green “Carryin’ On”) e il batterista Billy Wilson. La sessione di studio alla ORTF era stata realizzata per una trasmissione radiofonica, la registrazione di Antibes invece precedeva di meno di un mese l’uscita del primo album JAZZ live di Green per Blue Note, “Alive!”. Grant Green CD Slick! (Live at Oil Can Harry’s) Uscito solo in vinile in occasione del RSD, ora Resonance lo stampa in CD l’inedito album dell’icona della chitarra jazz Grant Green: il CD propone il live del 5 settembre 1975 al popolare Oil Can Harry’s di Vancouver. Sul palco insieme a Green troviamo Emmanuel Riggins al piano elettrico, il bassista Ronnie Ware, Greg “Vibrations” Williams (Lou Donaldson, Jack McDuff) alla batteria e Gerald Izzard alle percussioni. Cuore della performance è un medley di oltre mezz’ora di “Vulcan Princess” di Stanley Clarke, “Skin Tight” degli Ohio Players, “Woman’s Gotta Have It” di Bobby Womack, “Boogie on Reggae Woman” di Stevie Wonder e “For the Love of Money” degli O’Jays. La registrazione proviene dai nastri originali ed offre quindi un’eccellente qualità sonora. “Slick!” è uno degli appena quattro dischi live di un chitarrista jazz-funk che meriterebbe maggiore apprezzamento. Inciso tre anni dopo l’album “Live at the Lighthouse”, “Slick!” esce ora con un JAZZ ricco booklet contenente foto inedite scattate al club, alcuni saggi e diverse interviste (in inglese). 1 RIEPILOGO NUOVE USCITE Roy Buchanan Live at Town Hall 1974 Uno dei più grandi chitarristi elettrici di tutti i tempi, la sua telecaster e la sua incredibile tecnica continuano ad ispirare molti chitarristi. Real Gone presenta 2 CD dal vivo registrati in due set al Town Hall di New York nel Novembre 1974, 21 brani di cui ben 14 inediti. Ad accompagnare Roy in questo live la sua migliore band: Malcolm Lukens (tastiere), John Harrison (basso) Ronnie “Byrd” Foster (batteria) e Billy Price (lead vocals). Le note di copertina sono del iografo di Buchanan, Phil Carson che era presente al Town Hall, ed è prodotto da Bill Levenson. Un’importante aggiunta alla discografia di questo del “più grande chitarrista sconosciuto al mondo”, un’ulteriore conferma della BLUES sua leggenda. 2 cd, 21 brani con ben 14 inediti. Dave Liebman, Holland, Dejohnette, Werner Fire CDo LP “Fire” è senza dubbio opera di una costellazione di stelle assolute: lo straordinario sassofonista Dave Liebman, il percussionista Jack DeJohnette, il bassista Dave Holland ed il pianista Kenny Werner. I quattro sono tutti tra i fautori del jazz moderno, a partire dagli anni ’70 e ’80 fino ai giorni nostri. Per “Fire” i quattro amici si sono ritrovati per una sessione di registrazione agli Avatar Studios di New York. Ne è scaturito un album unico e innovativo, potente e animato da una tangibile gioia di suonare. Concettualmente, questo piccolo capolavoro si inserisce in una quadrilogia sugli elementi, iniziata nei tardi anni ’90 con “Water – Giver of Life” (con Pat Metheny), proseguita con “Air” e giunta ora al suo terzo capitolo. “Fire” ruota così appunto intorno all’elemento del fuoco e al suo dualismo: fonte di luce, calore e sostentamento, ma anche implacabile JAZZ forza distruttrice in grado di lasciare solo cenere a testimonianza del suo passaggio. The Sherman Holmes Project The Richmond Sessions Dopo più di cinquant’anni di onorata carriera, Sherman Holmes, cantante e bassista degli Holmes Brothers, pubblica il suo primo lavoro solista, che si prospetta come una pietra miliare. “The Richmond Sessions” è dedicato al fratello Wendell e a Popsy Dixon, i compagni di band scomparsi entrambi nel 2015, e rievoca lo spirito del trio. Ma non c’è niente di funereo in questo disco: il mix di bluegrass, rock grintoso e brioso gospel ricorda i giorni degli Holmes Brothers e la performance vocale di Sherman dimostra che non ha affatto esaurito le sue cartucce. Si tratta di un disco personale anche per la palpabile influenza delle radici di Holmes, affondate nella terra della Virginia. Il produttore Lohman, poi, ne fa un affare di famiglia in pieno stile virginiano, coinvolgendo ospiti come le Ingramettes (gruppo gospel di Richmond) e strumentisti come il maestro del dobro Rob Ickes e l’apprezzato banjista Sammy Shelor. BLUES René Aubry Petits sauts délicats avec grand écart Con questo suo 28esimo album, René Aubry presenta 14 performance straordinarie, leggere e sottili, dalle melodie implacabili. Degno dei più grandi successi del maestro francese, “Petits sauts délicats avec grand écart” è ideale per scoprire o riscoprire un artista raro e prezioso. Compositore sempre seducente, Aubry riesce a proporre una musica melodica contemporanea ed accessibile a tutti. Buona parte dei brani proviene da “Paysages Intérieurs”, spettacolo di Philippe Genty di gennaio 2018, ma come ormai sua abitudine, Aubry ha attraversato un periodo di rielaborazione e li ripropone in veste diversa, indipendente da quella scenica. Come sempre, ha registrato chitarre, mandolino, banjo, fisarmonica, violino e percussioni, chiamando poi Benoit Dunoyer de Segonzac per qualche invenzione al contrabbasso, Renaud Gabriel Pion per il clarinetto, quattro attori dello spettacolo per le voci. Ancora una volta, ha ricreato il sortilegio AVANGUARDIA paradossale di una musica che si crede quasi immobile, ma che porta lontano. 2 RIEPILOGO NUOVE USCITE Freddy Cole My Mood is You Pochissimi artisti restano in vetta per l’intera durata della loro carriera, eppure lo stile canoro morbido e rilassato di Freddy Cole è lo stesso di quando, nel 1964, ha pubblicato il primo disco. In “My Mood Is You” è accompagnato dai fidati compagni John di Martino (al piano), Elias Bailey (al contrabbasso), Randy Napoleon (alla chitarra) e Quentin Baxter (alla batteria), che rispondono alla sua sensibilità per lo swing con una sicurezza ormai intuitiva. Il sassofonista Joel Frahm, guest musician, mostra un’empatia che suscita paragoni con alcuni suoi illustri predecessori al fianco di Cole, come Houston Person e David “Fathead” Newman. Il tempo è stato clemente con Freddy Cole, che canta ancora con la vitalità frizzante di un uomo della metà dei suoi anni. La sua voce matura è incisiva e delinea alla perfezione l’anatomia espressiva dei brani, ma a valergli un posto tra i maestri del jazz vocale JAZZ VOCAL odierno non è la longevità, bensì una maestria inappuntabile. Black Art Jazz Collective Armor of Pride La missione dichiarata del Black Art Jazz Collective è la celebrazione delle icone politiche e culturali afroamericane. Al cuore di tutto c’è un modernismo che rimanda alle band classiche di Art Blakey e a un Miles Davis acustico. Tuttavia, con i suoi assoli dal sapore soul contemporaneo e i suoi ritmi serrati, la band è più assimilabile a riff in contrappunto o al funk arioso dell’hip hop che alle linee lanciate di un walking bass di stampo tradizionale. Il Black Art Jazz Collective propone alcuni brani originali di grande forza e improvvisazioni determinate che guardano più al futuro che al passato. E guidato dal piacevole contrasto del trombettista Jeremy Pelt (in forma smagliante) e dell’approccio muscolare del sassofonista Wayne Escoffery con la tenerezza del trombone di James Burton III, il JAZZ disco mantiene una nitidezza risoluta che non viene mai meno.
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