108 GIUSTIZIA PENALE E POLITICA IN ITALIA TRA OTTO E NOVECENTO MODELLI ED ESPERIENZE TRA INTEGRAZIONE E CONFLITTO UNIVERSITA’ DI FIRENZE FACOLTÀ DI GIURISPRUDENZA CENTRO DI STUDI PER LA STORIA DEL PENSIERO GIURIDICO MODERNO BIBLIOTECA fondata nel 1973 da PAOLO GROSSI diretta da PAOLO CAPPELLINI La sede del Centro di Studi è in Firenze (50129) - piazza Indipendenza, 9 www.centropgm.unifi.it VOLUME CENTOTTESIMO Per la storia del pensiero giuridico moderno 108 GIUSTIZIA PENALE E POLITICA IN ITALIA TRA OTTO E NOVECENTO Modelli ed esperienze tra integrazione e conflitto a cura di FLORIANA COLAO, LUIGI LACCHÈ e CLAUDIA STORTI La traduzione dell’opera è stata realizzata grazie al contributo del SEPS Segretariato Europeo per le Pubblicazioni Scientifiche Via Val d’Aposa 7 - 40123 Bologna [email protected] - www.seps.it ISBN 9788814183904 Il volume è pubblicato grazie al finanziamento del Centro Studi per la Storia del Pensiero Giuridico Moderno nel quadro PRIN 2009 delle Università di Macerata, Siena, Milano, Insubria, Padova, Catania, Messina Editing a cura di A. Bassani e R. Bianchi Riva TUTTE LE COPIE DEVONO RECARE IL CONTRASSEGNO DELLA S.I.A.E. © Copyright Dott. A. Giuffrè Editore, S.p.A. Milano - 2015 La traduzione, l’adattamento totale o parziale, la riproduzione con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm, i film, le fotocopie), nonché la memorizzazione elettronica, sono riservati per tutti i Paesi. Tipografia «MORI & C. S.p.A.» - 21100 Varese - Via F. Guicciardini 66 INTRODUZIONE Questo volume, pubblicato grazie al decisivo sostegno del Cen- tro Studi per la storia del pensiero giuridico moderno e del suo Direttore Paolo Cappellini, è uno dei principali risultati di una ricerca di interesse nazionale condotta tra il 2010 e il 2013 (1). Il progetto aveva posto in esergo, almeno idealmente, due celebri posizioni. Da una parte quel « Politica e giustizia non nacquero sorelle » con cui Francesco Carrara nel 1870 aveva deciso di non trattare, nel suo vasto Programma di diritto criminale, la classe dei reati politici. Dall’altra, era stato François Guizot, cinquant’anni prima, a chiedersi in Cospirazioni e giustizia politica: « Dove iniziano l’azione legale e l’efficacia del potere giudiziario contro gli attacchi o i pericoli che minacciano la sicurezza dello Stato? Quali sono, a tal (1) Programma di ricerca di rilevante interesse nazionale (PRIN) 2009, La giustizia penale e la politica. Modelli processuali, profili dottrinali, forme di responsabilità giuridica nell’esperienza italiana tra Otto e Novecento. Alla ricerca, coordinata dall’Università di Macerata, hanno partecipato le unità delle Università di Siena, Milano, Insubria, Padova, Catania, Messina. Questo volume raccoglie i testi presentati in occasione del seminario svoltosi a Milano l’11 e il 12 luglio 2013 da Francesco Migliorino, Floriana Colao, Claudia Storti e Luigi Lacchè e discussi da Mario Pisani, Giorgia Alessi, Antonella Meniconi e Ettore Dezza, che ringraziamo sentitamente per il prezioso apporto all’approfondimento delle tematiche. Nell’ambito di tale progetto, oltre a questo, sono stati pubblicati i volumi: F. COLAO, Giustizia e politica. Il processo penale nell’Italia repubblicana, Milano, Giuffrè, 2013; EAD., Il processo Chiurco. Giustizia e politica nella Siena del secondo dopoguerra, Siena, Il Leccio, 2013; G. PACE GRAVINA, Il codice e la sciabola. La giustizia militare nella Sicilia dei Borbone tra repressione del dissenso politico ed emergenza penale (1819-1860), Catania, Bonanno, 2014; Il diritto del Duce. Giustiza e repressione nell’Italia fascista, a cura di L. LACCHÈ, Roma, Donzelli, 2015. È in corso di pubblicazione: Il Domicilio coatto. Ordine pubblico tra politiche di sicurezza dall’Unità alla Repubblica, a cura di E. DE CRISTOFARO. Si è, inoltre, svolta l’11 ottobre 2012, la tavola rotonda Giustizia e informazione ai tempi del giusto processo presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi dell’Insubria a cura di Cristina Danusso. VI GIUSTIZIA PENALE E POLITICA IN ITALIA TRA OTTO E NOVECENTO riguardo, i doveri della politica e i diritti della giustizia, e quale limite li separa? Questo limite è infranto? ». Abbiamo ritenuto che queste domande e queste riflessioni potessero ancora sollecitare la nostra attenzione. In particolare, si è inteso mettere alla prova, in un arco cronologico contemporaneo e nel contesto italiano (pur con riferimenti comparativi), il tema della giustizia penale quale terreno privilegiato per analizzare e interpre- tare, nelle sue diverse categorie, forme ed esperienze, il problema del rapporto tra gli interessi e le esigenze della politica e i valori e le ragioni della giustizia. Muovendo da una prospettiva storico- giuridica sono stati posti al centro dell’indagine le ricostruzioni della scienza giuridica, i modelli processuali, le forme della giustizia, alcune esperienze preunitarie e postunitarie, per giungere sino all’età repubblicana. Il progetto era stato costruito essenzialmente su due livelli: il primo identificava l’elaborazione di categorie concettuali e modelli interpretativi, la produzione di discorsi e di rappresentazioni; il secondo si concentrava precipuamente su singoli contesti, esperien- ze, casi, con l’obiettivo di leggere il campo di tensione giustizia penale/politica sia dal punto di vista teorico sia da quello delle sue più specifiche “applicazioni”. A differenza della “giustizia totalitaria” che perverte lo strumen- to giudiziario ai propri fini di dominio assoluto, la giustizia “politi- ca” nello Stato prima liberale, poi democratico non è nelle condi- zioni di poter calcolare completamente l’esito delle azioni e dei processi penali nelle loro diverse forme. Per questo tale forma di giustizia diventa un complesso e delicato campo di tensione che rivela, in misura diversa, momenti di neutralizzazione del conflitto, ma anche di integrazione. Il progetto di ricerca muove dall’esame della struttura costitu- zionale dello Stato liberale e dal problema del ricorso a forme di giustizia politica tra Otto e Novecento. Il reato politico pone al fondo una questione di compatibilità tra i diritti del cittadino alla manifestazione e all’organizzazione delle opinioni dissenzienti e la stabilità e la permanenza dell’ordinamento statuale che quei diritti proclama di garantire. In questo senso, la clausola della “sicurezza dello Stato” richiamata per giustificare di volta in volta l’adozione di meccanismi specifici o speciali evoca il dibattito relativo alla natura INTRODUZIONE VII degli atti e dei documenti tutelabili con la segretazione, la distinzio- ne tra i reati qualificabili nella categoria della cospirazione, della sommossa e della ribellione e quelli ascrivibili alla guerra civile. Il tema della responsabilità politica e giuridica attraversa sia la cd. giustizia di transizione e della “giustizia retroattiva” dall’Unità alla Repubblica, sia la giustizia speciale per la messa in stato accusa e il giudizio dei ministri. A sua volta, il ricorso, lungo tutto l’Ottocento, ad una combinazione di strumenti ordinari e di un complesso di magistrature speciali e commissioni militari, è una costante nella “gestione” dell’emergenza penale e del dissenso. Rispetto al binomio “giustizia penale e politica” che dà il titolo a questo volume, i saggi qui contenuti hanno voluto privilegiare la dimensione e lo spazio del processo, la “scena processuale”, cioè l’insieme del contesto giuridico-istituzionale formato da tribunali, magistrature, procedure ordinarie ed extra ordinem, forme ed espe- rienze di rappresentazione della giustizia. Questa prospettiva di lettura si inserisce nel più generale piano interpretativo che interessa la costruzione dell’“ordine liberale” lungo l’intera parabola dello Stato liberale di diritto. Il “problema penale liberale” identifica una questione che sta al centro dello statuto costituzionale della libertà. Nella dialettica ordine-libertà, che caratterizza la riflessione penali- stica tra Sette ed Ottocento, si scorgono le ragioni delle tecniche di neutralizzazione e gestione del conflitto messe a punto, non di rado, con il ricorso a strumenti e ad istituti speciali. I giuristi liberali si trovano di fronte ad un problema nuovo che nasce dalla tensione costitutiva tra la tutela di un bene di indole politica (la sicurezza dello Stato e indirettamente dei cittadini) e i diritti dei singoli a veder garantita la propria sfera di libertà. Nella prospettiva adottata, pur nella multiformità di applicazio- ni e sensibilità, si guarda anzitutto all’idea di una storia della giustizia (penale) tesa a valorizzare anche la dimensione autonoma rispetto alle logiche e alle strutture istituzionali fondanti il circuito della politica. Il rapporto tra politica e giustizia non è unidirezionale, ma è intessuto, come ampiamente dimostrato dalla stessa centralis- sima vicenda italiana degli ultimi decenni, da relazioni complesse, interconnessioni, interferenze, conflitti e movimenti. La giustizia — con la sua straordinaria radicazione antropologica, pre-politica — non è mai un puro campo applicativo, un riflesso di un concetto VIII GIUSTIZIA PENALE E POLITICA IN ITALIA TRA OTTO E NOVECENTO astratto di politica. La giustizia è conformativa e performativa, ri- specchia, rifrange e istituisce, attraverso il suo linguaggio, nomi, cose e relazioni che rivestiranno una funzione centrale nel più ampio sistema sociale. Nella stagione che ci ha visto lavorare a questo progetto, i lemmi giustizia e politica, politica e giustizia — a seconda che si dia “precedenza” ad un elemento del discorso — giustizia politica, evocativa,
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